mercoledì 30 luglio 2008

Ma mi faccia il piacere


«Dopo il Giro d'Italia ero stanco di testa e fisicamente. E ho preso questa sostanza. È stato un errore di gioventù. Ma al Giro ero pulito. Poi il mercoledì prima di partire... Non posso dire però, perchè c'è un procedimento in atto, dove me la sono procurata. Ho trovato delle informazioni su internet. Sappiamo benissimo come. Ma non mi ha consigliato nessuno. Se l'ho presa ero convinto di non rischiare, ovviamente... Perchè l'ho fatto? Per il fascino del Tour, volevo fare bella figura anche lì».
Riccardo Riccò.

E' scandalosa l'omertà e la falsità che regna nel mondo del ciclismo.

Riccò vuole forse farci credere che al Giro era pulito e una settimana dopo per un pò di stanchezza si è dopato da solo cercando prodotti su internet solo per far bella figura? Senza pensare alle conseguenze del gesto? Senza consultare il medico della Società per cui gareggiava?

RICCO', MA MI FACCIA IL PIACERE.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Il doping gli ha dato alla testa...si è proprio Riccòglionito!

capitan red ha detto...

Anch'io sono un po' stanco stasera...credo propio che andro' in giro su internet a cercare un po' di Epo cosi' mi tiro un po' su.....basteranno 10 euro??

Anonimo ha detto...

Riccòntacene un'altra!

Anonimo ha detto...

immagino i vari bartali, coppi, guerra, binda, girardengo e ganna (per citare solo quelli italiani) che da lassù si chiedono "chissà come facevamo noi a fare le stesse strade e le stesse salite con bici che pesavano il doppio e senza gli 'aiutini' di oggi..."

Anonimo ha detto...

la risposta alla mia domanda è tutta nell'espressione di ganna alla fine di una tappa del primo giro d'italia: ad un giornalista insistente che gli chiese come stava e com'era andata, gli disse semplicemente..."me brusa el cù!"

proprio altri tempi...

Anonimo ha detto...

Riccò ovviamente pagherà, sta già pagando. Spero che si sia assunto tutta la colpa perchè effettivamente è stata solo colpa sua e non, come temo, per proteggere chi c'è dietro ai corridori, chi li consiglia di prendere determinate sostanze, chi gli prepara le tabelle di allenamento "sotto cura medica", chi sperimenta sulla pelle degli atleti nuove sostanze non ancora in commercio. Finora un solo corridore, Simeoni, ha avuto il coraggio di fare nomi e cognomi, tra cui quello illustre di Lance Armstrong, ed è stato minacciato, anche in corsa ed in diretta tv dai suoi "colleghi". Spero che Riccò non abbia perso l'occasione non di doparsi, ma di eliminare un po' di omertà che è il vero cancro, ancor più del doping, del ciclismo.

Badlands

Anonimo ha detto...

Beh non è che Coppi, Bartali e company non usassero sostanze dopanti, io penso semplciemtne che non fossero ancora illegali.
Quelloc he fanno i ciclisti per tre settimane di seguito ad un grande giro è semplicemente inumano o sovrumano
Tomaso