A gamba tesa di @stefanodiscreti #Juve

martedì 14 ottobre 2008

Lo strano "Giro" di Lance...



corrieredellosport.it
Chiariamo subito che il ritorno di Armstrong non è una bella noti­zia, specie in un ciclismo in sempre più evidente crisi di credibilità. Non è quindi neanche una bella notizia che Armstrong corra il prossimo Giro d’Italia. Se per dare uno sguar­do al futuro si ricorre a un fantasma del passato vuol dire che il movi­mento sta davvero messo male.
Sul conto di Armstrong ci sono troppe ombre, non solo quelle lega­te al doping. A suo tempo non è sta­to mai troppo amato perchè non pia­ceva il suo ciclismo ” scientifico”, nel senso che sceglieva una sola corsa, il Tour, e snobbava o diserta­va le altre. Arrivava a Parigi, corre­va e se ne andava.
Ora c’è da chiedersi per­chè, dopo aver sempre e solo corso il Tour, la sua nuova avventura non riparta dal Tour. Il motivo è semplice: in Francia non lo vogliono. Lance Ar­mstrong rifiuta di conside­rare validi i test retroattivi che furono effettuati su di lui . La storia sembra com­plicata ma non lo è: nel 1999 non esisteva ancora un metodo per scoprire l’uso di Epo. Il test fu pron­to solo a partire dal 2000 e, successivamente, per sag­giarne le capacità, furono effettuate analisi retroatti­ve su campioni biologici ­congelati - di qualche anno prima. Da questi test emerse un dato sconcer­tante: Lance Armstrong, in occasione del suo primo Tour, aveva regolarmente fatto uso di Epo. Almeno, le analisi non lasciavano dubbi: in sei provette del­l’americano furono trova­te tracce della sostanza do­pante.
Quest’anno, saputo del suo ritorno, gli organizza­tori del Tour hanno invita­to Armstrong ad un patto: che chiarisse l’oscuro epi­sodio del 1999. Lance ha rifiutato che venissero ef­fettuate le controanalisi al­la presenza dei suoi periti: ha solo detto che le provet­te erano state mal conservate, e quindi i risultati di quei test non avevano al­cun valore. Non è vero: le provette, perfettamente integre, possono essere controllate in qualsiasi momento, basta volerlo.
Armstrong non potrà co­sì correre il Tour, ma sarà presentissimo al Giro d’Italia. E dovremmo es­serne felici? Sia chiaro, non c’è alcun motivo giuri­dico che possa impedirgli di correre quando e quan­to vuole. C’è semmai più di un problema morale, visti i suoi precedenti: dall’episo­dio del 1999 alle tante ac­cuse che gli sono state fat­te nel corso degli anni, al­la frequentazione del dot­tor Michele Ferrari (inibi­to a vita dalla giustizia sportiva italiana), al boicottaggio operato nei con­fronti di Filippo Simeoni, colpevole di aver testimo­niato in tribunale contro il medesimo Ferrari.
La presenza di Lance Ar­mstrong getta buio sul prossimo Giro. Già que­st’anno è stata notata una grande differenza tra i controlli effettuati al Giro e quelli al Tour. In Italia si corre sotto l’egida dell’Uci, la Federazione Internazio­nale, le cui metodologie di controllo ( soprattutto per quanto riguarda i test a sorpresa) sono risibili. In Francia tutto è affidato al­l’agenzia nazionale antidoping, che lavora in tutt’al­tro modo e in piena colla­borazione anche con le strutture della giustizia italiana (che invece, para­dossalmente, sono escluse dal Giro).
I controlli del prossimo Giro saranno simili a quel­li di quest’anno: con il ri­torno di Armstrong, dun­que, le brutte notizie sono due. Le responsabilità del­l’Uci sono enormi da sem­pre, e diventano più gravi. Tanto per gradire, nel caso Armstrong è già stata vio­lata una norma del codice mondiale antidoping: quel­la che prevede l’obbligo per tutti gli atleti di forni­re, sei mesi prima delle ga­re, il proprio nome da in­serire nell’elenco di coloro che possono essere sotto­posti ai controlli a sorpre­sa. Armstrong ha appena annunciato il ritorno, e già a gennaio fra tre mesi, cor­rerà in Australia. Visto l’inizio, chissà quante ne vedremo da qui al Giro. Sa­rebbe inoltre giusto che Armstrong chiarisse i mo­tivi del suo ritorno: essere testimonial della lotta al cancro non basta. L’ha già fatto bene quando correva, ha continuato a farlo bene quando s’è ritirato. Ce ne racconti un’altra.
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1 commento:

  1. Anonimo14 ottobre 2008 alle ore 15:51

    Incredibile anche che la nostra amata rosea, che tanto ha sputato su supposizioni contro di noi(ribaltando addirittura le sentenze del tribunale, la storia della prescrizione etc, ma lo sappiamo bene) continui a pompare e ad incensare questo personaggio, che se vi fermano in auto con lui e il suo medico vi arrestano per spaccio internazionale

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