Ultra Sport - pp. 283 a colori
Prefazione di Roberto Beccantini
Oltre 100 foto di Salvatore Giglio
Vignette di Davide Laugelli
Citazioni e stralci da Luca Beatrice, Giampiero Mughini e Sandro
Veronesi.
Con le interviste esclusive a Sergio Brio e Massimo Bonini, l’introduzione di Giovanni Veronesi e i contributi di Giulio Base, Paolo Belli,
Massimiliano Bruno, Fabio Mazzari, Darwin Pastorin, Massimo
Giletti, Margherita Fumero, Alessandro Banfi, Beppe Braida, Jgor Barbazza,
Claudio Chiappucci, Renato Liprandi, Maurizio Paniz, Francesco
Giorgino, Fabio Licari, Massimo Zampini, Massimiliano Vado, Andrea
Sarubbi, David Pratelli, Silvia Mobili, Marcello&Riccardo Roofio Garifo, Alvise Cagnazzo, Salvatore
Buglio, Giancarlo Brancale, Paolo Rossi, Riccardo Zambon, Andrea Ward,
Alessandro Santarelli, Francesco Fornaro, Andrea Bonino, Federico
Casotti, Stefano Bellini, Luigi Colombo, Roberto Savino, Vincenzo
Marangio e Riccardo Gambelli.
Il romanzo della Juventus più bella ruota
attorno al giocatore che nel giro di cinque anni invase e travolse il mondo del
calcio e le sue regole, portando una squadra già formidabile a un susseguirsi
di straordinarie emozioni: dalla delusione di Atene per la traumatica sconfitta
in finale di Coppa dei Campioni contro l’Amburgo alla gioia di Basilea per la vittoria
in Coppa delle Coppe contro il tenace Porto, dall’epico successo in Supercoppa
Europea contro il fortissimo Liverpool nella magica cornice di una Torino innevata
alla sfida senza tempo di Tokyo contro l’Argentinos Juniors, in quella
memorabile finale di Coppa Intercontinentale che consacrò la Juve come squadra
più forte al mondo. In mezzo, il buco nero dell’immensa tragedia dell’Heysel,
il 29 maggio 1985, che segnò tutti per sempre. Da quel momento il calcio non
sarebbe più stato lo stesso e qualcosa si spezzò definitivamente anche nel
campione che sembrava ormai al di sopra di tutto e di tutti.
Sono state tante, nella storia della
Vecchia Signora, le squadre belle e competitive.
Ma mai nessuna quanto quella di Michel
Platini. 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe,
1 Supercoppa Europea e 2 scudetti: ecco lo straordinario palmarès di
quell’irrepetibile quinquennio. Era la Juve dello stile dell’Avvocato e della concretezza
di Umberto Agnelli, della voglia di vincere di Boniperti e della grinta di
Trapattoni. Era la Juve di
Zoff-Gentile-Cabrini-Furino-Brio-Scirea-Tardelli-Bettega. Era la Juve del
collettivo, con Brady direttore d’orchestra. Sarebbe dovuta diventare la Juve
di Rossi e Boniek.
In poco tempo divenne la Juve di Michel
Platini. Le Roi.
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