Ai microfoni di "Tutti pazzi per la Juve" è intervenuto Sergio Porrini, ex roccioso difensore della Juventus.
Buonasera Sergio, qual' è la differenza principale tra la tua Juve e quella attuale?
"Il fatto che Andrea Agnelli sia diventato presidente implica un riavvicinamento tra la società e i tifosi. Ciò mi riporta a quegli anni dove c’era un clima familiare, un rapporto stretto squadra – tifosi - società, come un unico blocco. È comunque logico che per ritornare a vincere ci vorrà molto tempo, anche perché la Serie B ha spazzato via una squadra fenomenale. Tempo che però sta passando; far affidamento come base, ancora oggi, su Del Piero, che è un grandissimo fuoriclasse, ma con degli anni in più, rende difficile la risalita...."
Cosa aveva di magico, la tua Juve?
"Il primo anno in bianconero fu davvero negativo. Io ero arrivato dall’Atalanta, e la stagione con il Trap andò veramente male. Le cose sono migliorate grazie all’arrivo della Triade, ma soprattutto grazie all’arrivo di campioni veri, come Deschamps, Ferrara e Paulo Sousa. Campioni che, insieme a quelli già presenti, consentirono di creare un’ossatura di giocatori fortissimi, con carisma ed esperienza. Fu così che quella mentalità vincente venne trasmessa anche agli altri. Le vittorie portano vittorie. Alla Juve attuale manca quello. Anche partire da una semplice Coppa Italia, per ricominciare a far l’abitudine alla vittoria."
Grandi campioni, ma anche campioni con personalità e grande umiltà...
"Soprattutto quello. Campioni affermati che erano i primi ad entrare sul campo d’allenamento e gli ultimi ad uscirne. Da grandi trascinatori qual'erano, davano l’esempio e un giovane come me, che arrivava dalla provincia, non poteva che migliorare. Il punto cardine è questo: I campioni sono fondamentali. Oggi in questa Juve, manca l’ossatura dei giocatori di personalità e carisma. Qualsiasi partita per noi, con la prima o l’ultima della classifica, era uguale all’altra. Eravamo sempre convinti di poter vincere qualsiasi gara, senza nemmeno guardare al nome del’avversario."
Nell'attuale Juve ci sono pochi titolari e tanti gregari. Forse la rifondazione della Juve deve partire anche da lì?
"Certo. Bisogna riuscire a creare il giusto mix di campioni e gregari, come le Juventus dei primi anni '80 e quella mia. Proprio per questo, darei un altro anno di tempo e di lavoro ad Andrea Agnelli."
Discorso allenatore. La Juve ha vinto e giocato le sue migliori partite contro squadre che la precedevano in classifica, mentre le peggiori prestazioni e i peggiori risultati li ha conseguiti contro squadre meno importanti. Una delle maggiori qualità di Lippi era quella di tenere sempre alta la motivazione della squadra. Credi che Delneri sia stato l'unico colpevole del fallimento di quest'anno?
"Sicuramente le colpe le hanno tutti. L’obiettivo prefissato non è stato raggiunto, quindi è logico che le colpe vadano equamente ripartite tra società, allenatore e giocatori. Lippi arrivò in una Juve che non vinceva da 9 anni, e cambiò la mentalità. Ma in quel mercato, come già sottolineato, arrivarono giocatori di classe e grande personalità, e per Lippi fu più semplice trasmettere quella mentalità vincente. Delneri ha delle colpe come tutti, perché secondo me la Juve aveva la rosa e le potenzialità per entrare nelle prime 4."
Ti sentiamo piuttosto fiducioso . Se tu fossi nello staff della Juve da quali giocatori ripartiresti?
"Tenuto contro del fatto che non so quali saranno gli obiettivi dei dirigenti della Juve, dico che in porta siamo coperti, se Buffon va via c’è Storari a cui si può fare affidamento. Dietro abbiamo la coppia Bonucci-Chiellini. Servono quindi due terzini di spessore con qualità difensive ma con personalità di spinta."
Che però sembrano non nascerne più?
"Questo perchè negli anni 80-90 abbiamo avuto la fortuna di vederne tanti e adesso c’è carenza. In Europa le squadre forti li hanno e non se li lasciano scappare, quindi non è facile, li devono essere bravi gli osservatori a vedere le partite e scovare lo sconosciuto. A centrocampo invece andrei a prendere un esterno alto a sinistra, un mancino forte, perchè in un 4-4-2 i due esterni devono essere centrocampisti in grado di difendere ma in grado di fare le ali. Krasic ce l’hai ed è fondamentale."
Rimanendo sul discorso centrocampisti chi avresti preso tra Montolivo e Pirlo?
"Montolivo secondo me è meglio di Pirlo, per l’età e in prospettiva futura, ma bisogna vedere quali sono gli obiettivi: se immediati giusto aver preso Pirlo perché è più pronto, se la ricostruzione deve essere invece più lenta avrei preso Montolivo. Con lui, se non cambi troppo come fatto in questi ultimi anni, vai a creare una squadra che nel giro di un paio di anni è più competitiva."
E l’attacco? Manca il goleador di stazza alla Trezeguet.
"Si, manca ma il transalpino lo abbiamo visto giocare in una Juve fortissima con tantissimi palloni che arrivavano in aerea e lui in quel contesto era perfetto. Opportunista in area e goleador; adesso tutti corrono molto ma palloni giocabili ce ne sono pochissimi, ma sicuramente lascerei Matri che è un gran giocatore e lo sta dimostrando. In prospettiva futura è una Juve forte, l’età dei giocatori è dalla sua parte, nel giro di un paio danni alcuni giocatori possono crescere molto. Per quanto riguarda l’esterno ad esempio, mi piace molto Bale ma capisco che costa molto, comunque alla Juve servirebbe un giocatore del genere."
Abbiamo dei dubbi che dei giocatori così importanti alla Juve possano venire…
"Beh lo capisco, se rinuncia Di Natale perché è consapevole che con l’Udinese può diventare capocannoniere e portarla in Champions, diventa tutto problematico…"
Tutti ti salutano con tanto affetto e ti ringraziano per quello che hai dato alla Juve, noi della Combriccola ti ringraziamo per esser stato con noi, buon proseguimento e speriamo di risentirci presto e in momenti migliori per la nostra amata Juventus.
"Grazie a voi per avermi dato la possibilità di parlare del passato ma anche del presente dei bianconeri, m’ha dato tanto la Juventus e rimarrò sempre legato a questi colori!"
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