giovedì 17 aprile 2008

Valanga Juve




lastampa.it
Aspettando le notturne di Coppa nella prossima stagione, la Juve si è impratichita battendo per 3-0 il Parma nel recupero infrasettimanale della partita rinviata il 30 marzo per la morte di Matteo Bagnaresi, il tifoso emiliano investito da un pullman in autogrill.
Chi aveva ancora negli occhi le emozioni del match di sabato scorso contro il Milan ha avuto la forte tentazione di chiuderli: altra serata, altra storia, anche un Del Piero tornato per una sera tra gli umani e ormai si è visto quanto il suo gioco pesi sulla spettacolarità della Juve.
La rete di Trezeguet ha stemperato presto le incertezze, sempre legate alla Juve quando gioca con le avversarie più deboli senza metterci l’energia di quando affronta le grandi.
I bianconeri questa volta sono andati al riposo addirittura in vantaggio di due gol (dopo le disavventure di Palermo è la seconda partita consecutiva che realizzano due reti nel primo tempo) e si capiva che il Parma non avrebbe risalito la corrente neppure se l’avessero trascinato con le corde: Hector Cuper, l’«hombre vertical», l’uomo del 5 maggio e che all’Inter imponeva le mani sul petto dei giocatori prima di entrare in campo come a toccarne il cuore, ha ben poco da riscaldare in questa squadra che naviga ai bordi della serie B.
Del resto quando si rinuncia volontariamente a due punte come Lucarelli e Budan, per averli più freschi contro il Napoli, si trasmette un messaggio chiaro: ragazzi qui c’è poco da fare, pensiamo al futuro.
Un futuro cui, per altri versi, sta guardando la Juve. Ormai si parla del mercato più che di classifica. L’ultima voce riguarda il terzino sinistro del Marsiglia, il nigeriano Taiwo, un altro dei tanti imbarcati sulla scialuppa dei possibili acquisti. Il fatto è che i tifosi ormai si preparano agli addii, aspettano i cambiamenti per cui uno come Palladino, che è nella lista dei possibili partenti, appena svirgola un pallone lo fischiano: neppure il gol squisito (traversone di Camoranesi al 30’, incertezza di Zenoni, Palladino entra in area e con il destro disegna un diagonale perfetto) è bastato a riconquistargli la simpatia di chi lo considera già un pezzo del passato. Non sappiamo come sarà disegnata la Juve della prossima stagione, e molto dipenderà dall’arrivo di Amauri, ma quella attuale è sempre più salda al terzo posto. Gli otto punti sulla Fiorentina sono una buona garanzia contro le rimonte, i sette dalla Roma un ostacolo alle speranze di risalire di una posizione. Un limbo dorato in cui Ranieri, acclamato dai tifosi, può valutare certe cose. Ieri ad esempio ha provato, per gli infortuni di Zanetti e Sissoko, un centrocampo inedito, chiedendo a Camoranesi di fare ancora il regista centrale. A lui non piace, e lo ha detto, eppure con la maturità che ha raggiunto trovarsi sempre in mezzo al gioco ne moltiplica l’efficacia: è curioso che non lo consideri, potrebbe riservarsi anni ancora più brillanti per il finale di carriera. L’oriundo argentino è entrato nelle azioni dei primi gol. Sul primo ha deviato di testa l’angolo battuto da Del Piero e nella mischia Trezeguet, vicino al palo, è stato il più rapido a toccare in porta: c’erano sia una spinta di Camoranesi su Zenoni sia il fuorigioco del francese, rete poco regolare ma nell’andamento della partita non c’è mai stata l’impressione che il Parmetto di Cuper potesse sopravvivere a lungo. Il gol di Palladino rendeva meno interessante il tutto, l’arbitro Banti sballava decisioni sulle quali il Parma protestava con qualche ragione, però ignorava un cazzotto da espulsione (e rigore) di Couto a Chiellini nel primo tempo: il portoghese rimediava con la solita gentilezza alla svista facendosi espellere nella ripresa, subito dopo la terza rete juventina frutto della deviazione decisiva di Morrone su un tocco di Tiago.

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