venerdì 31 luglio 2009

I software del poker online


Quando si gioca al poker online, ormai ci sono solo due modi in cui questo può avvenire: tramite il browser, con giochi basati su flash, oppure tramite dei software con i quali poter accedere al server e alle piattaforme. Mentre il primo metodo è usato prevalentemente per i giochi con denaro virtuale, il secondo è quello utilizzato da tutte le poker room che prevedono la possibile apertura di un conto gioco in denaro reale. Così, se deciderete di effettuare il download betclic poker, scaricherete innanzitutto il file di installazione del software, che vi permetterà di accedere al server di gioco. Scaricare il software di gioco non implica alcun rischio, ma al contrario permette di godere di un’ottima grafica e velocità di gioco, di evitare che si venga disconnessi a causa del browser e così via. Così, anche nel caso che effettuiate un download partypoker, il procedimento sarà lo stesso, così come le garanzie e le potenzialità di gioco.

Per quanto riguarda la produzione e la progettazione dei software, queste sono affidate a delle società che sono in questo campo da molto tempo, prima ancora che il gaming ovvero il gioco d’azzardo prendesse il sopravvento tra i giochi online. Alcune di queste, ad esempio la Playtech o la Microgaming, si sono specializzate nel campo del gioco d’azzardo online. Anche i software ottenibili con il download betclic poker o anche attraverso il download partypoker sono di ottima qualità. Quando scaricate e installate il gioco, vi verranno descritte le varie aziende sviluppatrici del rispettivo software. Se si considera l’affidabilità di questi programmi, si deve ringraziare loro se si possa contare su dei prodotti di così buona qualità. Promozioni e bonus non avrebbero molto senso se non attraverso un corretto funzionamento della piattaforma, delle sue funzioni, della sicurezza nella gestione dei propri dati e del proprio conto.

giovedì 30 luglio 2009

Partenza col botto



La Serie A 2009/10, subito Juventus-Chievo
All’inizio e alla fine. Il calendario della nuova Serie A regala alla Juventus le emozioni più grandi nelle prime giornate e nelle ultime. Almeno guardando le sfide più affascinanti, quelle con le grandi del campionato. Si parte in casa con il Chievo Verona (il 22 o 23 agosto, nei prossimi giorni gli anticipi della Lega), poi subito la Capitale. Alle 2ª e alla 3ª le due trasferte in casa di Roma e Lazio, intervallate però dalla prima sosta per dare spazio alle Nazionali. Con le milanesi, tutto rimandato alla fine. Con l’Inter gara in programma alla 15ª, con il Milan addirittura all’ultima. All’Olimpico i due match dell’andata. Quindi il campionato juventino 2009/10 si chiuderà nella suggestiva cornice dello stadio Meazza.
Ecco nel dettaglio il percorso dei bianconeri

1ª giornata Juventus-Chievo
2ª giornata Roma-Juventus
3ª giornata Lazio-Juventus
4ª giornata Juventus-Livorno
5ª giornata Genoa-Juventus
6ª giornata Juventus-Bologna
7ª giornata Palermo-Juventus
8ª giornata Juventus-Fiorentina
9ª giornata Siena-Juventus
10ª giornata Juventus-Sampdoria
11ª giornata Juventus-Napoli
12ª giornata Atalanta-Juventus
13ª giornata Juventus-Udinese
14ª giornata Cagliari-Juventus
15ª giornata Juventus-Inter
16ª giornata Bari-Juventus
17ª giornata Juventus-Catania
18ª giornata Parma-Juventus
19ª giornata Juventus-Milan

Che dire? Davvero una partenza con il botto per la nuova Juventus targata Ciro Ferrara. Le prime 4 trasferte (Roma, Lazio, Genoa e Palermo) saranno davvero decisive per temprare la forza sopratutto mentale di questa squadra. Si dice che alla fine il calendario non conta e che bisogna affrontarle tutte, ma si sa anche che partire bene è alla base di tutto.

Inutile comunque farsi prendere dall'ansia così come è deleterio lasciarsi andare a facili entusiasmi, come il virgolettato di oggi di Tuttosport.

La nuova Juve è un'incognita totale. Si è rafforzata rispetto alla scorsa stagione, vero, verissimo. Ma ha cambiato allenatore, modulo di gioco, interpreti. Quindi per forza ci sarà bisogno di un periodo di assestamento per assimilare nuovi schemi e far inserire al meglio i nuovi acquisti. Sarebbe stato meglio quindi partire con un basso profilo con partite meno dure.

Nuovi acquisti ai quale da oggi si unirà anche Caceres, che salvo problemi alle visite mediche sarà un nuovo giocatore della Juventus. Prestito con diritto di riscatto fissato a 10 milioni di euro.

Clamoroso in Formula 1 il ritorno di Michael Schumacher mentre il pensiero finale non può che esser per le splendide imprese capitoline che le ragazze del nuoto ci stanno regalando. Pur non essendo un tifoso sfegatato di questo sport fa sempre piacere vedere connazionali onorare i colori della nostra bandiera tricolore.

mercoledì 29 luglio 2009

Diego-Mania




Diego spettacolo, gol e tante magie:
La Juventus è già sua.
da tuttojuve.com
E’ l’inizio di un nuovo viaggio. Diego entra in campo con il piede sinistro. Si ferma, fa un sal­tello ed è fatta. Fa così caldo (38°) che il riscaldamento prepar­tita potrebbe sembrare superfluo. Beh, non lo è mai. Diego Ribas da Cunha lo fa a modo suo. Gioca con il pallone, come fa­rebbe una foca. Palleggi di testa, stop di collo e tutto quello che gli scorre nelle vene. Per ora nessuno ci fa caso. Ore 20.30. Si parte. Ju­ventus contro i coreani del Seongnam, alla Coppa della Pace. Alle 21.30, per il se­condo tempo, entra in campo pu­re Felipe Melo. Così i brasiliani (al­l’esordio) diventano due. Si dice­va: senza di loro non si può capire se il modulo 4-3-1-2 studiato da Ferrara funziona davvero. Così, per quattro gare d’estate: le ami­chevoli con Cisco, Nancy, e Vicen­za e Siviglia. Poi arrivò la sera di Diego, quello che ser­viva per scoprire la nuova Juven­tus, verde e oro.
Il «rombo», il 4-3-1-2, funziona.
Diego va di fretta. Nei pri­mi 10’ fa tre lanci lunghi, tutti per Iaquinta. Solo che nei primi due l’attaccante è in fuorigioco. Re­play: 9’43'. Lancio millimetrico, ma Iaquinta in conclusione tenten­na. Diego intanto si sistema nel vertice alto, sulla trequarti. Zanet­ti, dietro, chiude il rombo. Il brasi­liano non va di corsa, non ancora: si allena con la squadra da tre gior­ni tre, questo è un rodaggio, aspet­tando il Real. Volete comunque lo scout di un campione al­l’esordio? Eccolo: 1 goal; 50 passaggi, 44 positivi, 6 sbaglia­ti; 2 palloni intercettati; 3 falli subiti e 1 fatto; 3 tiri (gol com­preso) e 2 cross; 1 volta in fuo­rigioco.Ma soprattutto c’è la storia del goal. Minuto 9’ della ri­presa. Diego tira, la difesa ribatte. Il pallone torna nei piedi del brasi­liano. Che per liberarsi di Hack Yong Jang, terzino sinistro corea­no, si porta via la palla due volte con la suola. Un colpo simile a quello che mostrava Zinedine Zi­dane.
Sinistro, palla in rete. È il primo goal di Diego alla Juventus.
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Qui i 3 goal dell'amichevole disputata ieri dalla Juventus.
Intanto oggi arriva il calendario di serie A e ed insieme ad esso potrebbe arrivare anche Caceres che come anticipato ieri è ad un passo dall'accordo con la Juventus.
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In chiusura riporto un giudizio su Felipe Melo ricevuto ieri per telefono da uno che alla Juventus c'è stato per 12 lunghi anni......
"Un buon giocatore Stefano, ma se fosse stato italiano invece che brasiliano non sarebbe costato più di 10 milioni di euro....."

martedì 28 luglio 2009

Addio Ibra



C'è chi dirà che in fondo è un movimento di mercato che non lo sfiora nemmeno.
Non credeteci.
Per uno juventino, vedere emigrare Ibrahimovic all'estero non ha prezzo.
Ogni colpo, ogni prodezza in maglia neroazzurra era una coltellata nel cuore a ricordare Calciopoli.
Il peggior movimento di mercato dell'intera storia della Juve:
svenduto (soli 24 milioni.....) proprio ai nemici più acerrimi e rancorosi.
Con la sua cessione al Barcellona si chiude un cerchio doloroso.
Un vero inferno, altro che purgatorio.
Addio Ibra, a mai più rivederci in Italia. Spero....
Detto questo, non sono così certo che l'Inter uscirà indebolita da questa operazione perchè avere in cambio E'too e quasi 100 miliardi delle vecchie lire non è poco.
Se i soldi verranno reinvestiti bene, l'Inter potrebbe anche ottenere quello che Luciano Moggi concretizzò con la cessione di Zidane:
rinforzare la squadra pur cedendo l'elemento più forte.
Intanto la Juventus continua il pressing su Caceres. Domani potrebbe esser il giorno decisivo.
In chiusura un pensiero per Felipe Massa.
La mia passione per la Formula 1 va scemando sempre più, ma un augurio di pronta guarigione è il minimo in queste circostanze.

lunedì 27 luglio 2009

Niente più fischi per Fabio...



Ho chiesto ad Andrea Bonino, lo scorso anno telecronista "tifoso" di Mediaset, un resoconto sul ritiro 2009 della squadra bianconera a Pinzolo.
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Pinzolo 2009....io c'ero.
di Andrea Bonino
1) Andrea, che impressione ti ha fatto il nuovo allenatore Ciro Ferrara?
A me l'operato di Ferrara è piaciuto molto.
Per quello che ho vissuto e potuto vedere e sopratutto per le regole che sono tornate in voga con una certa rigidità.
Cose basilari e fondamentali (no telefonini, no i-pod, luci spente ad una certa ora e multe per tutti in caso di comportamenti non tollerati).
La cosa che più mi è piaciuta però è stata la sensazione del piacere dello stare tutti insieme. Come in una grande famiglia. Quella piacevole aria che fino a qualche anno fa si respirava.....
2) Hai notato grandi differenze rispetto alla gestione Ranieri?
La rigidità di Ranieri nel ritiro degli anni passati non la ricordo così esplicita però non me la sento di colpevolizzare un allenatore che in 2 anni ha portato la squadra al 2° posto con quei giocatori che aveva a disposizione. Poi è innegabile che qualcosa nello spogliatoio si è rotto e forse è stato giusto cambiare per non rovinare il bel lavoro fatto.
Ma bisogna comunque dare atto al tecnico romano che l'anno scorso ha dovuto operare con tantissimi infortuni e con scelte di mercato discutibili, alcune delle quali l'hanno visto anche protagonista in negativo.
Adesso però è giusto guardare avanti e sperare che Ferrara sarà il Guardiola juventino, ma anche lui è una scommessa.
D'altronde però soltanto chi scommette rischia davvero e a rischiare ci vuole coraggio come quello già dimostrato dalla nuova Juventus nell'investire tanto nel progetto stadio, che finalmente vedrà la luce nel 2011.
Unica soluzione di auto-finanziamento possibile per chi non può contare su milioni di petrol-dollari o di euro di un magnate alle spalle.
3) A proposito di infortuni.
Che differenze hai trovato nella preparazione della squadra?
Con Ferrara si è visto lavorare duramente la squadra.
In alcuni giorni, ripetute di 1200 metri per 4 0 5 volte ad allenamento. Poi partitella per sciogliere i muscoli e svagare la testa.
In altri, partitelle più lunghe con meno ripetute.
Tutto per fare fondo in attesa dei tempi peggiori, che in ogni campionato, inevitabilmente prima o poi arrivano.
Questo eviterà gli infortuni? Non lo sò ma l'impressione è che quando c'era Ranieri, sia a Pinzolo ma sopratutto a Vinovo durante l'evolversi della stagione, spesso gli allenamenti della squadra sembravano troppo "allegri.
Con Ciro si è lavorato, lavorato e ancora lavorato.
I giocatori quando avevano serate organizzate (cene di beneficenza per il Sant'Anna, eventi in piazza ecc..) si vedeva che erano stanchissimi e che non vedevano l'ora di andarsi ad appoggiare su un letto per riposare.
4) Che entusiasmo bianconero hai trovato nel ritiro di Pinzolo di quest'anno?
Guarda ho fatto tutti e 4 i ritiri di Pinzolo per intero.
Ma mai avevo percepito tanto entusiasmo come quest'anno.
Ogni giorno del ritiro, la tribuna adiacente al campo (2300 posti) era sempre piena!
Nei week end poi la gente affollava anche gli spazi laterali.
Ma anche il Summer Village era sempre strapieno. Lo Juventus Store ha avuto perennemente gente in fila per magliette, gadgets ed altro. Attese anche di un'ora.
Il palco allestito dal Dj Nanà(quello che ogni giorno a fine serata ospitava a turno i giocatori della prima squadra) era sempre affollato.
Allo stand con le coppe esposte c'era un via-vai pazzesco di gente di tutte le età ed ad ogni ora.
Il mercato di quest'anno ha aiutato tantissimo a riscoprire la voglia di sognare del tifoso juventino.
Sopratutto con Diego, le cui maglie già da metà ritiro erano introvabili.
Tantissimo entusiasmo per i 2 nuovi acquisti brasiliani ma anche per Amauri, Buffon, Camoranesi e Trezeguet ma il più acclamato dalla folla è rimasto sempre Alessandro Del Piero. Il capitano. La bandiera.
5) Parlavamo di neo-acquisti. Come è stato accolto invece Cannavaro?
Il capitano della Nazionale all'inizio ha avuto qualche problema, ma soltanto con una frangia del tifo.
Pensa che la maggior parte dei tifosi cercava in tutti i modi di coprire i fischi attraverso cori ed applausi di incoraggiamento.
Comunque una cosa te la posso dare per praticamente certa:
Cannavaro adesso ha "chiarito" anche con quella frangia di tifo ostile e d'ora in avanti, se onorerà da grande campione qual'è la maglia bianconera, per lui ci saranno solo applausi.
6) In conclusione vuoi riportare qualche aneddoto?
Perchè no. Uno piacevole ed uno meno.
Quello piacevole è che ho visto Jean Claude Blanc, Alessio Secco e Giovanni Cobolli Gigli molto più rilassati e felici che nei precedenti ritiri, probabilmente consci di aver fatto il massimo per rendere competitiva la Juventus.
L'episodio meno piacevole è quello invece riportato anche da tante altre persone:
nel giorno in cui la Juventus era impegnata a Nancy per l'amichevole, alcuni giocatori (gli ultimi arrivati) che erano rimasti in ritiro ad allenarsi, sono stati praticamente "obbligati" ad alcuni comportamenti (che preferisco non riportare) da parte di alcuni tifosi che hanno fatto invasione.
Tutto questo, ahimè, con la compiacenza dei responsabili della sicurezza.
Episodio spiacevole per chi come me ha avuto modo di vederlo, che ha dato l'idea dell'impotenza che una società di calcio ha nei confronti di determinate situazioni. Sudditanza che si accetta per quieto vivere....
Andrea, grazie del bel resoconto.
A presto Stefano.

venerdì 24 luglio 2009

Poulsen, un "bidone" scomodo


L'amico David Pratelli, grandissimo tifoso bianconero, mi ha mandato questo suo pensiero in merito alla (s)vendita a tutti costi di Poulsen.
POULSEN, UN "BIDONE" SCOMODO DA NON BUTTARE VIA....
Riflettendo in questi giorni sulle questioni bianconere, mi accorgo sempre di più che nel mondo del calcio non si ragiona solo per il valore di un calciatore o di un allenatore.
Non si va a guardare attentamente il curriculum o l'esperienza che un giocatore o altra persona del settore può portare alla propria causa.
No, il popolo, l'ambiente, i media ti amano se sei un fenomeno o perlomeno un simpaticone che sta al gioco con tutti (giornalisti e tifosi soprattutto).
Se non ti pieghi a queste logiche di sistema, hai tutti contro.
E' il caso di Poulsen, ad esempio.
La verità è che nessuno lo ha mai accettato davvero; sin dall'inizio mai si è creduto nelle sue doti di centrocampista incontrista.
Una volta esonerato poi il suo 'protettore' Ranieri tutti non aspettano altro che l'ora di potersi sbarazzare del biondo danese.
Io penso che nel calcio non ci sia obiettività. Se uno ci sta "simpatico" allora lo si difende anche di fronte all'evidenza negativa. In caso contrario basta che sbagli una partita o addirittura una giocata, che viene etichettato subito come non adatto, come scarso.
Spero di non offendere nessuno ricordando ad esempio che si è aspettato Del Piero per anni.
Poulsen, che non è certamente un fenomeno come Alex, quest'anno ha giocato pochissimo per via degli infortuni. Mi chiedo, come si fa a giudicarlo totalmente?
Eppure ci sono stati casi in passato che dovrebbero far riflettere:
Henry, Legrottaglie, Zanetti, Ancelotti......
La decisione di mandarlo via a tutti i costi mi sembra davvero molto azzardata.
O arriva la grande offerta o è il caso di aspettare un altro anno per vedere come si comporta senza guai fisici.
Partite, in fondo, ce ne sono tantissime e di giocatori tosti ce ne servono.
Mica è colpa di Poulsen sè nel complesso è stato pagato oltre il suo reale valore. O l'unico colpevole degli insuccessi di questi anni resterà solo e sempre il povero Ranieri?
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Ci sono tutti i temi che ruotano intorno alla Juventus.
Felipe Melo, Ibrahimovic, Xabi Alonso, Poulsen, Cannavaro, Trezeguet e tanto altro...

mercoledì 22 luglio 2009

Ciao Pinzolo





Con l'amichevole di ieri terminata 1-1 contro il Vicenza finisce il ritiro 2009 della Juventus a Pinzolo. Arrivederci al prossimo anno.
Intanto Amauri, checchè ne possa dire lui, dimostra di non esser tranquillo per la concorrenza di Trezeguet e sfodera un nervosismo ingiustificabile per i toni amichevoli della sfida.
Starà sicuramente facendo il tifo per vedere l'attaccante francese in maglia rossonera l'anno prossimo.
Spunta in questa direzione una nuova ipotesi: scambio con Borriello!
Ripeto il mio punto di vista in merito:
cedere Trezeguet ad una diretta concorrente in Italia sarebbe follia pura.
Dopo 3 anni di inferno forse i tifosi juventini riusciranno a rimarginare la ferita Ibrahimovic.
Gliene si vuole creare forse un'altra?
Non scherziamo.
Anche perchè se David sta bene, non c'è Amauri che tenga. E questo lo sa bene anche il brasiliano, che vedendo l'antagonista così motivato.....
Intanto continua la telenovela Caceres nella speranza che a qualcuno venga la pazza idea di comprare Poulsen.
Per Almiron invece si sono perse le speranze....
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Trezeguet e Poulsen: via alla svendita?
Mirko Nicolino per Juvemania.it
Non è più un mistero: la Juventus vuole perfezionare l'acquisto di Caceres e chiudere il calciomercato. Almeno fino a gennaio. Il difensore uruguaiano che molto poca fortuna ha avuto a Barcellona è lì che attende una telefonata dal suo procuratore: vuole fortemente la Juve, ma soprattutto vuole andare via da Barcellona, poiché non è di sicuro uno dei pupilli di Guardiola, e visto che il mister ha vinto praticamente tutto è facile comprendere da quale parte stia l'ambiente. Anche la Juve, da parte sua, è lì che attende che qualcuno si prenda Poulsen (nelle ultime ore si è fatto vivo il Villareal con un'offerta di poco più di 5 milioni) e che si interessi realmente a David Trezeguet. Il francese ormai ha capito di voler essere scaricato e anche ieri nell'amichevole con il Vicenza non è sembrato l'uomo più felice del mondo. A dire il vero, da qualche ora c'è chi un interesse reale ce l'ha: il Milan di Berlusconi, che da qualche settimana non fa altro che andare ad elemosinare calciatori a destra e a manca per l'Europa, sempre con gli stessi e negativi risultati. Qualche giorno fa abbiamo avuto modo di verificare - con le nostre fonti - quali siano gli esiti del contatto che ci sarebbe stato tra le due società nella serata di ieri. I rossoneri hanno ufficilamente chiesto David alla Juventus, vista l'impossibilità ad arrivare a Luis Fabiano. quello che mettono sul piatto (che già piange di suo) è uno scambio alla pari con Borriello o 4-5 mln di euro in contanti. Per quanto potrei avallare una cessione di Trezeguet (il risparmio sull'ingaggio sarebbe notevole poichè il franco-argentino ha uno stipendio di 4,7 mln di euro all'anno), mi chiedo se sia il caso di svendere, cedendo alle logiche sensazionalistiche del Milan. La società bianconere del resto ha bisogno di monetizzare, dopo aver utilizzato (colpevolmente?) già quasi metà del budget che era stato assegnato al mercato 2010/11 ma, passi per Poulsen, Trezeguet è un patrimonio societario e calcistico che non può e non deve far parte dei saldi di fine mercato. Siamo la Juve e "dobbiamo primeggiare sempre" - Alex Del Piero dixit - sul campo, nei bilanci, negli acquisti di calciomercato… Il primato delle svendite non ci interessa, lo abbiamo già avuto quando ci hanno derubato di due scudetti e sbattuto in serie B. Basta e avanza.

lunedì 20 luglio 2009

Archivio Radio


- 1a puntata 2 Ottobre 2009
- 2a puntata 9 Ottobre 2009
- 3a puntata 16 Ottobre 2009
- 4a puntata 23 Ottobre 2009
- 5a puntata 30 Ottobre 2009
- 6a puntata 6 Novembre 2009
- 7a puntata 13 Novembre 2009
- 8a puntata 20 Novembre 2009
- 9a puntata prima parte 9a puntata seconda parte 27 Novembre 2009
- 10a puntata 4 Dicembre 2009
- 11a puntata 11 Dicembre 2009
- 12a puntata 18 Dicembre 2009

"A gamba tesa" 2009-2010

Archivio 2008-2009

C'era una volta la serie A


C'era una volta il campionato più bello del mondo, i meravigliosi anni '80 e la fila in entrata per l'approdo in Italia dei più forti campioni.
Oggi il campionato italiano è diventato, per potenza economica, paragonabile ad una Bundesliga, nettamente inferiore a Liga e Premier League.
La differenza si nota e nettamente in Europa, dove praticamente da un paio d'anni a questa parte le squadre italiane faticano persino a raggiungere i quarti delle competizioni internazionali.
I presupposti per l'anno prossimo sono ancora peggiori:
via Kakà e tra poco via Ibrahimovic.
Aggiungiamoci il ritiro di Nedved e il quadro è ben delineato.
Si prospetta un nuovo fallimento europeo ma ci si consola con l'idea che il prossimo campionato italiano sarà molto più equilibrato:
un livellamento al ribasso dove persino il Palermo di Zenga non rinuncia a sognare.
Riporto questo bel parere dell'editorialista de La Stampa Roberto Beccantini, al quale ho chiesto proprio l'altro giorno un punto di vista in merito all'indebolimento "neroassurro", reso orfano dall'ormai imminente cessione dello svedese.
Un campionato di rottura, con le pezze nel sedere, quello che comincerà il 22 e 23 agosto.
Senza Kakà dopo sei anni, e senza Ibrahimovic dopo cinque. Siamo più poveri in campo e un po’ meno fuori. Il tifoso gradirebbe il contrario, ma i tempi sono cambiati.
Siamo sopravvissuti al ritiro anticipato di Platini, al burrascoso strappo di Maradona, al triangolo Juventus-Real-Zidane, primo segnale dello tsunami che ci avrebbe investito. Sopravviveremo anche alle partenze di Kakà e Ibra, a queste periodiche e selvagge razzie. È il mercato, bellezza.
Quello stesso mercato che, quando eravamo i re, raccontavamo come una fiaba, mentre oggi, da re deposti, dipingiamo come un bordello fuori legge, noi che ci siamo pure inventati il decreto spalmadebiti con relativo cartellino giallo dell’Unione Europea.
D’improvviso, dovremo fare a meno degli strumenti con i quali ci misuravamo la pressione. Ibrahimovic significava scudetto all’Inter, Kakà era l’allegria brasiliana del Milan. Vi aggiungerei Carlo Ancelotti, sedotto dal Chelsea: al Milan dal novembre 2001, era il tecnico più «fedele». Tasto delicato, gli allenatori. E, per certi versi, rivoluzionario. Mollato Ranieri, la Juventus post Calciopoli ha imbarcato Ciro Ferrara, due panchine in carriera, le ultime della stagione scorsa. Silvio Berlusconi, lui, ha scelto Leonardo, ancora più «vergine» di Ferrara. Sono jolly che sparigliano la tradizione, nemmeno all’epoca di Giovanni Trapattoni, Arrigo Sacchi e Fabio Capello si era osato così tanto, si era volato così al buio. Da una parte, sua maestà Mourinho; dall’altra, un paio di gloriosi reduci alle prime armi. La Roma di Luciano Spalletti e la Fiorentina di Cesare Prandelli navigano a vista, in attesa di poter dare un senso e un peso alle gerarchie stravolte dal saccheggio.
Perché sì, l’Inter resta favorita, ma come e quanto? ecco il problema.
Con Ibra non si accettavano scommesse; senza, si sbirciano le quote.
E poi Adriano Galliani che parla e straparla di giovani italiani (Di Gennaro, il figlio di Zigoni, Beretta), a conferma della svolta milanista (e minimalista?). Per tacere dell’indirizzo preso dalla nuova Juventus, tre brasiliani a cassetta, Felipe Melo, Diego, Amauri. Soltanto Real, Barcellona e Bayern hanno speso più dei bianconeri. Che, fra parentesi, hanno speso più di Inter & Milan. Per questo, si profila una stagione tutta da decifrare, come il Genoa di Gian Piero Gasperini, un artigiano che trasforma in oro ogni attaccante che tocca (Borriello, Milito) o quel Palermo che Walter Zenga ha liberato da ogni freno, ogni pudore: scudetto, perché no.C’è in giro un’effervescenza strana che non si sa bene dove porti, come se avessero tolto il tappo a una bottiglia senza etichetta.
Quelle bollicine, cosa sono: champagne o acqua gassata?
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Intanto, mentre ieri la Juventus a casa di Platinì ha pareggiato 1 a 1 in amichevole contro il Nancy si continua a caldeggiare la pista Caceres come potenziale rinforzo di difesa.

venerdì 17 luglio 2009

Me lo sentivo...




L'avevo scritto tempo fa....
Volete vedere che alla fine, gira che ti rigira, il Milan verrà a bussare alla porta per Trezeguet?
Le indiscrezioni riportate ieri sera da SkySport24 e riprese oggi dalla Gazzetta dello Sport portano proprio in questa direzione.
Proposta come pedina di scambio il trenta-treenne Massimo Oddo.
Devo anche commentare questo eventuale movimento di mercato?
Operazione che rasenterebbe la follia. Movimento da internamento.
Intanto l'Inter si rafforza ulteriormente comprando il carismatico capitano della Nazionale Brasiliana Lucio.
Però tutto il mercato interista non può che ruotare intorno alla permanenza o meno di Ibrahimovic. Il Barcellona si è rifatto nuovamente sotto, con il presidente Laporta giunto addirittura a Milano per trattare.
L'offerta pare si quantifichi in circa 40 milioni di euro più i cartellini di Hleb ed E'Too.
Fosse vera, è forse giunto il momento di riequilibrare il campionato italiano.
In prospettiva futura la Juventus intanto punta a Caceres.
Per arrivare al difensore uruguaiano però servirà cercare di riuscire a piazzare i vari Poulsen, Almiron mentre per Tiago pare si tenterà per l'ennesima volta la riesumazione.....
Chiusura per Cannavaro: arrivato in ritiro a Pinzolo è stato accolto da un'ovazione di applausi.

mercoledì 15 luglio 2009

"Sarà duello Juve-Inter"



Oggi voglio riportare qui di seguito:
-un interessante articolo inviatomi da Mirko Nicolino per Juvemania.it che condivido quasi totalmente, tranne che nel dare l'assenso per la cessione di Trezeguet.
Per me David se sta bene è sempre l'attaccante titolare.
- la bella poesia inviatami dal brillante Giacomo Scutiero in cui manifesta tutta la sua gioia di tifoso per l'acquisto di Felipe Melo
- la telefonata-articolo di Roberto Beccantini al Procuratore Federale Palazzi per far capire, a chi ne avesse ancora bisogno, che farsa è stata ed è tutt'ora Calciopoli.
Mi astengo infine dal commentare la sentenza al processo Sandri per manifesta incapacità di accettare una giustizia ingiusta.
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C’è grande entusiasmo attorno alla nuova Juventus, tanto da portare il direttore di Tuttosport a dire senza mezze misure nel suo blog, che in 6 settimane “tutto è cambiato”. 10mila tifosi che assistono agli allenamenti non si vedono tutti i giorni. Si respira una nuova (davvero?) aria attorno alla Juve 2009/2010: la Juve di Diego, di Felipe Melo, di Ciro Ferrara e Fabio Cannavaro (attorno a cui circolano da alcuni giorni strane news - non posso dire altro), la Juve dell’intramontabile capitano Del Piero, del figliol prodigo Pavel Nedved, dell’ormai osannato Secco. Lungi da me qualsiasi tentativo di smorzare gli entusiasmi, anzi, anche io aspetto con trepidazione di vedere in campo (nazionale e internazionale) la nostra nuova corazzata, non posso dimenticare che questa è anche la Juve di Almiron, di Poulsen, di Cobolli Gigli e dell’ormai separato in casa Trezeguet. Non possiamo dimenticare, infatti, che le (giustificabili) ingenti (non voglio definirle folli) spese sono il frutto di 3 anni di mercato quasi sciagurato, se si eccettuano gli acquisti di Iaquinta, Amauri e Sissoko. Quest’anno siamo forti, è vero, ma al di là di ogni dietrologia, mi sembra che il lavoro non sia finito. Anzi, penso siamo poco più che a metà dell’opera: quello che mi aspetto nei prossimi giorni, infatti, è che si trovi una casa allo strapagato Poulsen, ad Almiron e che si chiarisca una volta per tutte l’equivoco Trezeguet. “Cercheremo di venderlo” ha detto a più riprese Cobolli Gigli; “È molto importante, se rimane non posso che essere contento” ha risposto ieri Ciro Ferrara. Ebbene, fermo restando che si tratta di un’operazione in uscita che io farei, credo proprio che con David i nostri dirigenti si stiano dimostrando piccoli piccoli. David ha sempre lottato per la squadra e non riesco a fargliene una colpa se a 32 anni di età guadagna 4,7 milioni di euro all’anno. Non ha mercato, e mi sembra anche logico; non accetta diminuzioni dell’ingaggio, e mi sembra altrettanto logico. Rimarrà quasi sicuramente da noi, farà tanta panchina magari, ma potrà sempre e comunque uscire dal campo a testa alta. Non sarà di certo lui a pagare per gli errori di questo triennio, per il “la B ci sembra una pena congrua”, per il camaleonte solido o per “avevo paura di Pieri”. Il mercato non è finito, il campionato non è iniziato. C’è tempo per rimediare e di certo ciò che non manca a questa società è la dedizione alla causa e l’impegno: non vedo però quel pizzico di cattiveria e scaltrezza che ci mancano per essere al top. A proposito: ci servirebbero anche due terzini.
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Tante settimane alle calcagna di D’Agostino,
poi il toc toc per il centrocampista fiorentino.
Un affare chiama l’altro, il primo era già vero:
Marchionni sarà viola, non più un bianconero.
La transazione cela il gran colpo con un velo,
come pensarla distinta dall’appeal per Melo?
Venticinque milioni la clausola rescissoria,
John Elkann non poteva stimarla irrisoria.
Si era già abdicato sul palermitano di Udine,
ma Felipe è superiore, può essere un cardine.
Tante monete per un “european top midfieldier”:
un mattone fermo per scorgere più vicino l’Inter.
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Perché, l’11 aprile 2008, il procuratore federale Stefano Palazzi deferì alla Disciplinare il direttore sportivo della Juventus, Alessio Secco, e l'ex vicepresidente del club bianconero, Roberto Bettega, «per aver partecipato alla trattativa di mercato relativa al calciatore Criscito con il signor Enrico Prezioni, soggetto inibito in via definiva dalla giustizia sportiva», e perché non ha usato lo stesso metro con Massimo Moratti per le operazioni Thiago Motta e Milito, entrambe portate a termine sempre con il padrone-presidente del Genoa, «il signor Enrico Preziosi inibito in via definitiva dalla giustizia sportiva»? Aperta parentesi: la Disciplinare inflisse poi un mese di sospensione sia a Secco che a Bettega. Perché il procuratore federale Stefano Palazzi vuole vederci chiaro sui contatti tra Francesca Menarini, presidente del Bologna, e lo squalificato Luciano Moggi mentre sul fronte Moratti-Preziosi si accontenta di quello che ha «visto» attraverso i giornali? Due pesi e due misure? Ieri, martedì 14 luglio, ho telefonato a Stefano Palazzi e gliel’ho chiesto.«Dottore - mi ha risposto - comprendo l’esigenza di dover far fronte alla curiosità dei lettori. Nello stesso tempo, mi permetto di osservare che anche notizie apparentemente simili vanno vagliate in profondità perché, lei capirà, non tutto quello che è, sembra; e non tutto quello che sembra, è. Mi scuso, dunque, se non posso proseguire in quel processo deduttivo e intellettivo che, immagino, lei vorrebbe che portassi a termine. Lei mi capisce, vero... ?».Per la verità, non ho capito un tubo. Avrebbe potuto dirmi che gli articoli o i filmati non bastano per smascherare accordi fra dirigenti in regola e altri no, servono prove più concrete: incontri «pubblici» in luoghi istituzionali, firme «proibite» in calce ai contratti, eccetera eccetera. Nulla. Solo fumo. Il problema sollevato era e rimane un topolino, ma proprio perché è un topolino la risposta spaventa. Spaventa perché dicono che Palazzi abbia cambiato il palazzo e non che il palazzo abbia cambiato Palazzi.

martedì 14 luglio 2009

"Io Melo sento"



Ben arrivato Felipe Melo. Ha fatto buon viaggio?
«Sono un uomo felice».
Un viaggiatore spedisce sempre una cartolina. Ne manda una ai tifosi della Juventus? A Pinzolo sono già tutti pazzi di Melo.
«Me lo hanno detto, sono emo­zionato. La loro forza e il loro affetto sono il miglior modo per partire. Dobbiamo lavora­re per portare la Juventus al primo posto. Io se non vinco mi arrab­bio».
Sta iniziando un’annata specia­le. Scudetto o Champions?
«Scudetto e Champions, alla Juve si può vincere tutto. Ma per farlo bisogna lavorare».
Il numero di maglia?
«Se è libero terrò l’88».
Hanno sentito il d.s. Secco che sussurrava:
«Se prendiamo Melo vinciamo lo scudetto». Lo hanno preso. Ora che si fa?
«Ringrazio Blanc e Secco , tutti quelli che mi hanno voluto. Non vedo l’ora di iniziare. Ma con il lavoro questa squadra può vincere tutto».

lunedì 13 luglio 2009

Flashback Juve

Oggi.....

Un anno fa....


.....e come l'anno scorso..... e come l'anno prima.........
Trezeguet in grande forma.
Sissoko che promette successi.
La Juve che parte da Pinzolo fiduciosa di poter vincere tutto.....
Vi ricorda qualcosa?

giovedì 9 luglio 2009

Juve alla pari con l'Inter?



Riporto il punto odierno di Roberto Beccantini su Lastampa.it che riprende in parte anche i temi trattati ieri nel mio editoriale.
Come mi aveva anche anticipato personalmente, Beccantini preferisce confrontare il prezzo di Felipe Melo a quello che sarebbe potuto esser di Xabi Alonso un anno fa piuttosto che a quello incassato per Ibrahimovic, 3 estati fa. Opinione condivisibile anche questa.
Quello che condivido meno è la preferenza per la scelta di D'Agostino.
Sposo in pieno invece il concetto finale:
se l'Inter non cede Ibrahimovic sarà ancora la più forte.
L’operazione Felipe Melo, sempre che vada in porto, rientra nella tradizione muscolare della Juventus. Chi scrive, avrebbe preferito la regìa di D’Agostino. Felipe Melo è un mediano, brasiliano di culla ed europeo di scuola, non meno impulsivo di Sissoko. Non vale 25 milioni di euro, così come il centrocampista dell’Udinese non ne vale 20. Il capolavoro, per ora, lo ha realizzato Pantaleo Corvino, direttore sportivo di quella Fiorentina che i tifosi, ingrati, contestano e minacciano (?). La valutazione di Felipe Melo supera i soldi sborsati per Amauri e Diego. Non si capisce, inoltre, perché Felipe Melo sì a 25 milioni e, un anno fa, Xabi Alonso no a 17. Ciò premesso, la Juventus ha fatto una scelta della quale, naturalmente, risponderà. Una scelta chiara, netta: Felipe Melo, Diego, Amauri. È proprio un calcio capovolto: Galliani ha scoperto i giovani (Di Gennaro, il figlio di Zigoni); la Juventus, il Brasile.La squadra di Ranieri rimorchiata da Ferrara arrivò seconda, a dieci punti dall’Inter. Pagò una serie inenarrabile di infortuni, la topica Poulsen, un centrocampo avaro di idee e la crisi degli ultimi due mesi. La società ha investito una cinquantina di milioni, cifra inferiore soltanto alle spese di Real e Bayern: non è una battuta. Dovrà contendere lo scudetto all’Inter fino in fondo: non esistono alternative accettabili. Mourinho, che ha già acquisito Thiago Motta e Diego Milito, fior di giocatori (il secondo, soprattutto), aspetta Ricardo Carvalho e Deco, due fedelissimi. In attesa di pesare l’effettiva consistenza di Milan, Fiorentina e Roma, la stagione si consegna al duello fra Inter e Juventus. Felipe Melo è la rotella ideale per il 4-2-3-1 caro al ct Dunga.
Gira e rigira, credo che la grande incognita rimanga Ciro Ferrara.
Ha, dalla sua, il consenso della piazza: aiuta, anche se non basta. Gli servirà, molto, nella gestione di capitan Del Piero.
Oggi, la Juventus è più forte. Ma l’Inter, se non cede Ibrahimovic, resta la più forte.

martedì 7 luglio 2009

Non Melo aspettavo





L'indiscrezione arriva a tarda serata.
Felipe Melo è un giocatore della Juventus.
Alla Fiorentina 20 milioni di euro più l'intero cartellino di Marchionni.....
Parto da un'analisi tecnico-tattica.
L'acquisto del centrale brasiliano è forse in assoluto il più funzionale fatto dalla dirigenza bianconera in questi 3 anni di gestione.
Serviva un giocatore delle sue caratteristiche e del suo carisma per formare con Sissoko e Marchisio una diga di centrocampo quasi insormontabile e lo si è preso a qualsiasi prezzo, scelta che a parer mio invece si è giustamente deciso di non seguire per il sopravvalutato (nel vero senso del termine) D'Agostino.
Bene, o forse male, però è proprio nel prezzo pagato che invece sono conservate tutte le giuste perplessità.
Pagare Felipe Melo più di Diego ma sopratutto più di quanto incassato 3 anni fa per la folle cessione di Ibrahimovic all'Inter non è un'esagerazione?
L'impressione è che l'affare l'abbiano fatto in 2 e che ancora una volta il "Corvo" abbia dimostrato di esser il miglior direttore sportivo in circolazione dopo la messa al rogo di Luciano Moggi.

lunedì 6 luglio 2009

Melo spero....




Doverosa copertina di giornata ancora una volta per Roger Federer:
non ci sono più parole per descrivere questo atleta che ieri ha riscritto la storia del tennis.
da lastampa.it
C’era più storia di quanta potesse contenerne un giorno, ieri, sul Centre Court di Wimbledon, e si è addensata tutta nell'istante in cui Andy Roddick, dopo 4 ore e 16 minuti di un match meraviglioso e crudele ha spedito un dritto in cielo e spinto Roger Federer nella leggenda. Quindici Slam nella storia del tennis non li aveva mai vinti nessuno, neppure Pete Sampras, che si è caricato 11 ore di volo da Los Angeles a Londra per venire a battere le mani al genio svizzero che gli ha tolto un record che pareva imbattibile.
«Un bravissimo ragazzo, un amico, una leggenda e ora un'icona», per usare le parole esatte di Pistol Pete e non lesinare sulla retorica. Non si sono risparmiati neppure Rod Laver e Bjorn Borg, gli altri Grandi Antenati schierati insieme a Sampras in un Royal box grondante di gloria tennistica, e che hanno accolto Roger come l'ultimo Budda, dentro la cuna del tennis, la sala dei trofei dell'All England Club.
Non è stata, del resto, una giornata da economie, da emozioni ristrette. La più lunga finale in termini di game nella storia del Grande Slam, ben 77, con un set record per Wimbledon, il quinto, che da solo è durato 95 minuti e 30 giochi (5-7, 7-6, 7-6, 3-6, 16-14, il risultato finale). Un serial-set in cui Roddick ha servito 10 volte per restare in partita, prima di cedere all'undicesima l'unico servizio del match, una garrota mentale «che avrebbe potuto durare ancora ore», come ha detto Federer.
Diciamolo, allora: è stata una finale epica. Un anno dopo quello che era sembrato il match del secolo, una nuova macchina scenica perfetta, cinque atti durati appena mezz'ora in meno ma senza le interruzioni per pioggia. Il primo set abbrancato a sorpresa da Roddick, il terzo e il quarto vinti al tie-break da Roger, che in quello del secondo set si è salvato da uno svantaggio di 1-5, e 2-6 servizio Roddick, con l'americano che sul 6-5 ha fallito un incredibile set-point violentando una volèe alta di rovescio. Il colpo di scena del quarto set, vinto dall'americano, poi il quinto interminabile atto.
Federer, come un paio di anni fa, è tornato a giocare colpi che a toccarli sembrerebbero pietre levigate da mille fiumi, lisce, perfette, trasparenti di bellezza. Ha servito come forse non aveva mai fatto prima in carriera, picchiando 50 ace, record personale. Ma ha anche tremato a volte, chiedendosi come facesse quel tipo con il cappellino a reggere il ritmo, a non affondare sotto le sue stilettate slice, cortissime e carognissime, letali nell'aprire il campo alle botte di dritto.
Roddick di finali a Wimbledon contro Roger ne aveva già perse 2, nel 2004 e nel 2005, più una agli Us Open nel 2006. Numero 1 nel 2003, da sei anni pareva trasformato in un Wile Coyote tennistico, al perenne, affannato inseguimento di due straordinari Beep Beep come Federer e Nadal. Qui ha giocato un torneo straodinario, una finale che anche persa può illuminare una carriera, piena di coraggio, prime palle e fatica. Dopo il primo set avrebbe potuto sprofondare in quella volée alzata da Federer su uno scaffale instabile di vento, giocata a campo aperto e ciccata in un Paperoga-moment, quelli che capitano agli eterni sfigati. Invece il Wile Coyote del Nebraska si è raccattato, aggrappandosi al servizio-bomba, al rovescio rattoppato. Ha anche avuto due palle-break, sull'8 pari, cancellate da Federer, non sciupate da lui. Alla fine si è arreso a qualcosa di più grande, ma lo ha fatto con la sua grazia, sarcastica, da Holden Caufield del tennis. Ustionato dalla delusione di non essere stato in grado di prendersi il titolo che sognava, che lo avrebbe estratto dalla - nobilissima - fossa comune dei vincitori di un solo Slam. Ma capace di complimentarsi con Roger «un campione che si merita tutto quello che ha vinto», e di buttare lì a Sampras un «sorry Pete, ho provato a salvare il tuo record, ma non ce l'ho fatta».
«So cosa provi», gli ha detto Roger, «l'anno scorso un match così l'ho perso contro Nadal». «Sì, ma tu avevi già vinto cinque volte», gli ha risposto Andy. E i 15 mila del centrale, compresi Russell Crowe e Woody Allen, lo hanno ricoperto, glassato di un applauso enorme. Era l'eroe destinato alla sconfitta, non avrebbe potuto fare di più. Lo sport, come dice Federer, è crudele. Indulgere Genius, scrivevano i latini: occorre abbandonarsi al genio, accondiscendere alla sua felicità, perché è un bene collettivo.
Celebrare Sua Fluidità, 6 volte vincitore di Wimbledon - una meno di Sampras - di 15 Slam, 20 volte finalista nei «major». Quest'anno ha vinto Parigi, il suo torneo maledetto, presto diventerà padre, da domani tornerà n.1 del mondo. Un'estate perfetta: «Da piccolo non avrei mai pensato di vincere tanto, è un'emozione quasi surreale. Non c'era Nadal? Mi spiace, ma non è colpa mia. Aver battuto il record, nel torneo più grande, dove tutto era iniziato, davanti ai miei idoli d'infanzia, è un cerchio che si chiude. La mia vita non è solo tennis, ma non temete, come dice la mia t-shirt (“No finish line”), giocherò ancora a lungo». Il miglior tennista della Storia non esisterà mai, perché come dice Laver, «si può essere i più grandi solo della propria era». Ma da ieri ne possediamo una buona approssimazione. Forse la migliore possibile.
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Torniamo al calcio.
Continua la tiratura tiritera per quella che sarà una delle scelte fondamentali per le future ambizioni bianconere: il regista di centrocampo.
Scendono vertiginosamente le quotazioni del sopravvalutato (nel senso vero della parola, rispetto al suo reale valore) D'Agostino, salgono (si spera che non sia solo un bluff) quelle di Felipe Melo.
Il centrocampista brasiliano sarebbe l'acquisto perfetto per il centrocampo della Juventus, ma dubito che Corvino lo lascerà partire a meno del prezzo della sua clausola di rescissione:
25 milioni di euro. Mica noccioline....
Intanto il Lione sta per prendere il terzino della Nazionale brasiliana Andrè Santos per poi rifilare il "pacco" Grosso alla formazione juventina.
Chi farà l'affare secondo voi?

venerdì 3 luglio 2009

Cordialmente, mi consente?



Una domanda, una critica, una semplice osservazione o un suggerimento per Stefano Discreti.

In questa sezione verranno conservate tutti i messaggi indirizzati direttamente dai lettori all'autore del blog.

Juve: Grosso guaio



Come non detto.
Sta prendendo corpo quell'operazione che i media faranno passare come un netto rafforzamento mentre per me sarà il simbolo di un mercato fatto all'incontrario.

Via Trezeguet l'unico vero bomber in rosa, il più grande attaccante straniero juventino di tutti in tempi, in cambio di Grosso, giocatore che dopo le prestazioni sontuose del mondiale 2006 praticamente non ne ha più azzeccata una. Come Cannavaro o quasi.
Per rafforzare una difesa traballante praticamente si è scelto di puntare su 2 vecchie glorie.
Queste operazioni tanto mi ricordano quelle recenti del Milan con Oddo, Favalli, Emerson e Zambrotta.
Sappiamo tutti come sono andate a finire......
In attacco a sostituire la prima punta Trezeguet arriverebbe una seconda punta come Pandev, che è più un logico sostituto di Del Piero piuttosto che dell'attaccante francese.
Ma parlare di logicità quando si tratta l'argomento mercato in casa Juventus è un paradosso.
Sta nascendo una Juventus Diego-dipendente, che non si sta rafforzando in difesa e che in attacco dovrà sperare eventualmente che Amauri, Iaquinta e Pandev tutti e 3 insieme garantiscano i goal che il solo Trezeguet timbrava regolarmente.
Intanto l'ir-Real Madrid punta anche Ribery facendo arrabbiare persino Platini.
In conclusione il Milan sembra "ripiegare"su Luis Fabiano o Huntelaar.
Vuoi vedere che alla fine la formazione rossonera trarrà vantaggi dal rifiuto del Wolsfburg per Dzeko?
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giovedì 2 luglio 2009

Davvero IrReal




Pazzesco.
Poco altro da aggiungere.
Il Real Madrid non contento dei colpi Cristiano Ronaldo e Kakà compra anche quello che nei prossimi anni diventerà uno dei (se non il primo) centravanti più forti al mondo:
KARIM BENZEMA.
Sono molto più invidioso di questo acquisto che dei 2 precedenti "galacticos".
Classe 1987, pagato 36 milioni di euro (fino a 41 con eventuali bonus), è lui il centravanti che garantirà al Real successi futuri.
Piccola "gamba tesa" juventina:
non avrebbe avuto molto più senso investire su di lui come erede di Trezeguet, piuttosto che in Amauri?
Sarebbe bastato non spendere 25 milioni di euro per l'italo-brasiliano e vendere Trezeguet....
Troppo facile?
Indiscrezioni intanto indicano proprio in David Trezeguet l'attaccante scelto dal Lione come sostituto di Benzema.
Indovinate in cambio di chi?
Di Grosso!!!
Questo sì che sarebbe un Colpo Grosso, ma per la squadra transalpina. Ovvio.
Ci manca solo questo.
Se la Juventus cederà davvero Trezeguet per prendere Grosso e Pandev chiederò l'internazione per coloro che parleranno di squadra rinforzata!!
Intanto continua il quiz per chi sarà il prossimo regista in casa Juve:
Il sogno Xabi Alonso è sempre più vicino al Real (tanto per cambiare).
Restano i nomi di Gago (a buon prezzo rischierei questo affare), Ledesma e D'Agostino - 2 buoni giocatori, certo non fenomeni, che se pagati singolarmente meno di 10 milioni di euro potrebbero esser anche rinforzo valido.
Ma basterebbero per poter lottare contro lo strapotere interista in Italia e quello spagnolo-inglese in Europa?
Assolutamente no. Poche chiacchiere. Niente illusioni.

mercoledì 1 luglio 2009

"Anche l'Inter le comprava.."


da tuttosport.com
NAPOLI, 30 giugno -
Per la prima volta dall'inizio del processo di Calciopoli l'ex dg della Juve, Luciano Moggi, si è presentato nell'aula della nona sezione del Tribunale di Napoli dove sono in corso gli interrogatori dei testimoni. Moggi si è trattenuto brevemente con i giornalisti all'uscita dall'aula. «Al posto dei campi di calcio ora frequento le aule di Tribunale», ha ironizzato.
«ERAVAMO PEDINATI» -
E ha aggiunto, a proposito del processo sulle intercettazioni illecite in corso a Milano, Moggi: «Eravamo pedinati, al processo Telecom di Milano sta venendo fuori: ci seguivano». Soffermandosi sulla questione delle schede sim estere che secondo l'accusa avrebbe fornito ad arbitri e designatori, ha detto: «Pensate che se un arbitro fosse un mio associato ci sarebbe bisogno di telefonargli cinque volte? Andrei negli spogliatoi e gli darei una pacca sulle spalle».
SE L'INTER... - Moggi ha poi risposto alle domande dei giornalisti relative ad un passaggio della deposizione di Teodosio De Cillis, titolare del negozio di Chiasso, in Svizzera, dove sarebbero state vendute le schede estere contestate a Moggi. De Cillis aveva affermato, tra l'altro, che nel suo negozio si rifornivano per acquisti di telefonini e altro materiale elettronico come videocamere anche diversi giocatori e dirigenti di società di calcio ed ha citato il nome di Marco Branca, direttore tecnico dell'Inter.
«Se l'Inter si serviva di quel negozio - ha commentato Moggi - e a Tavaroli (ex responsabile sicurezza Telecom, n.d.r.) sono state sequestrate due schede svizzere: se uno più uno fa due vediamo poi se fa tre...».
Questo è quello che non troverete mai scritto sulla Gazzetta dello Sport.