sabato 30 gennaio 2010

Zac-Caronte.....




da Tuttosport.com
«È giusto voltare pagina: riconosco il lavoro precedente, perchè la Juve ha proposto un calcio vincente, ma non conosco caratterialmente la squadra». Sono le prime parole di Alberto Zaccheroni, chiamato sulla panchina bianconera per sostituire Ciro Ferrara.
«PIZZA PER BENITEZ» - Infastidito dalle voci di Benitez per il futuro? «Io sarei orgoglioso di lasciare la squadra in Champions League a chiunque arriverà dopo di me, Benitez o non Benitez. Mi farò offrire eventualmente una pizza prima di lasciargli la squadra. Ma io lavoro per cercare di mettere in difficoltà i miei dirigenti e guadagnarmi la riconferma».
«QUESTA JUVE PUO' GIOCARE CON QUASI TUTTI I MODULI» - «Io il 3-4-3 l'ho utilizzato quando avevo in rosa giocatori votati alla fase offensiva ma non l'ho adottato sempre nella mia carriera. Nella Lazio non l'ho usato e all'Inter lo feci solo nel primo periodo. Io mi adatto alle caratteristiche e ai giocatori che ho a disposizione. Mi applico, studio molto, e so variare modulo in base alle situazioni. Conosco bene il mio lavoro. Lo spessore di questa squadra è talmente importante che possiamo giocare con quasi tutti i moduli di gioco».
«DOPO IL 5 MAGGIO MI ASPETTAVO UN REGALO» - «Il 5 maggio? Dopo quella partita mi aspettavo un regalo a casa da parte di Bettega ma non mi è arrivato nulla...».
«LA SQUADRA MI HA ACCOLTO BENE» - «La prima reazione della squadra? Nessun giocatore aveva un atteggiamento negativo, spero di aver fatto breccia in tutti loro. E' una sfida importante in un club che ha fatto la storia del calcio italiano e mondiale e per me è un vero onore essere stato incaricato di gestire questa situazione portarla all'obiettivo di entrare nelle prime quattro in classifica».
«RITROVIAMO IL DNA JUVE» - «Io spero di trovare tutte quelle qualità che sono il dna della Juventus: tenacia, caparbietà e pensare che il maggior rischio che possiamo correre è quello di non voler rischiare. Questa deve essere una squadra che strada facendo deve prendere consapevolezza della propria forza e andare in casa o in trasferta a vincere ovunque».
«LA MIA ESPERIENZA AL SERVIZIO DELLA SQUADRA» - «Metterò al servizio dei miei giocatori l'esperienza che ho accumulato nella mia carriera. Avrò poco tempo per preparare la partita con la Lazio. Non dormirò sicuramente, resterò a Vinovo e metterò le tende per analizzare le caratteristiche dell'avversario e quelle degli uomini che avrò a disposizione per la sfida».
«ORGANICO DELLA JUVE E' DI PRIMISSIMO LIVELLO» - «L'organico della Juventus è importante ed è fondamentale tornare alle caratteristiche della Juventus di inizio stagione dove era da tutti (o quasi) ritenuta la prima forza del campionato. Non è compito mio andare a guardare in passato cosa sia accaduto ma la componente infortuni è stata molto importante, purtroppo. Molti sostengono che questa squadra non sia all'altezza dell'obbiettivo prefissato in estate, la mia sfida è invertire questa previsione. I giocatori che sono arrivati, soprattutto quelli più discussi, siano ottimi giocatori. Darò il massimo per ridare equilibrio nella squadra. Nel calcio non c'è solo la componente tecnico-tattica ma anche quella psicologica».
«OBIETTIVO MINIMO E' LA CHAMPIONS» - «Ho accettato con grande entusiasmo il compito di riportare la Juve ai livelli che le competono. Voglio centrare gli obiettivi di inizio stagione e magari farmi pagare una pizza dal prossimo tecnico che mi sostituirà a giugno per il modo in cui gli lascerò la squadra. L'obiettivo minimo di quest'anno? L'ingresso in Champions League».
«E' UN PROBLEMA DI TESTA» - «Cercherò di intervenire sul piano tecnico-tattico ma al momento il punto principale è l'aspetto psicologico. Sarà quello che dovremo gestire meglio. Perchè Melo e Diego non stanno rendendo come ci si attendeva? Perchè il rendimento di uno è legato al rendimento della squadra. Se il centrocampo non mette pressione all'avversario, la difesa va in difficoltà. E' un problema di collettivo, non esistono giocatori che decidono da soli una partita. Questa squadra, infortuni a parte, deve migliorare sul piano della convinzione»
«METTO SUL PIATTO LA MIA ESPERIENZA» - «Io sono una sorta di orfano del calcio. Non ho giocato a calcio professionistico e quindi metto sul tavolo la mia esperienza, ho allenato in tutte le categorie e nessuno mi ha mai regalato nulla. Non posso piacere a tutti, questo lo so. Il fatto di aver allenato tutti i club più importanti in Italia non mi spaventa»
«ALLA JUVE C'E' TANTO TALENTO» - «Parto con grande determinazione e proverò a trasmettere questa mia voglia anche ai ragazzi. Se i ragazzi acquisiscono la convinzione degli obiettivi che possono raggiungere, arriveremo lontani. Qui c'è tanto talento. Alla squadra chiederò la disponibilità a metteremi a disposizione tutto questo talento».
«I RISULTATI DOBBIAMO ANDARLI A PRENDERE» - «I risultati non li aspettiamo ma dobbiamo andarli a prendere. Perchè darsi degli obiettivi? Prima riprendiamo la strada maestra e in base a quanto tempo impiegheremo a raddrizzare la stagione, poi potremo fissare dei traguardi da raggiungere»
«HO PARLATO CON FERRARA» - «Ho incontrato Ferrara con grande piacere. Sono stato contento di aver parlato con lui e del fatto che lui abbia potuto salutare la squadra. Ferrara ultimamente ha avuto difficoltà a schierare 11 giocatori per via dei molti infortuni».
«TORNEREMO QUELLI DI INIZIO STAGIONE» - «Voglio riportare la Juve ad inizio stagione. E' una delle idee che per la Juve andrebbero bene, che potrebbero dare. La Juve era data da tanti come la favorita del campionato, vorrei riportare ottimismo nell'ambiente»
«LA JUVE E' IL MASSIMO. VORREI RESTARE ANCHE OLTRE» - «Ho accettato l'incarico con grande entusiasmo. Per me è un motivo di orgoglio essere qui. La Juventus è un top club. Andare a fare l'allenatore e sedersi sulla panchina della Juventus è il massimo. Il mio obiettivo? Vorrei mettere in difficoltà i dirigenti e provare a convincerli a tenermi anche oltre il prossimo 30 giugno».

da la stampa.it "Ferrara arrivederci..."
Ferrara rimane in famiglia, l’addio alla panchina della Juve ha un impatto più soft e dignitoso, affogato nella bambagia della riconoscenza aziendale. L’abbiamo sollevato dall’incarico, non esonerato» hanno spiegato Blanc e Bettega e non è una distinzione da poco come non lo era quella sul «Martini» da servire a James Bond agitato e non shakerato. In pratica don Ciro non dovrà fare le valigie come ogni tecnico che perde il posto, semmai spostarle in un’altra stanza che verrà definita nelle prossime settimane.
«Adesso faccia un po’ di vacanza e al ritorno ne parleremo» ha annunciato Blanc, ripetendo un concetto che John Elkann aveva espresso di persona allo stesso Ferrara, salutandolo al telefono: «La Juventus rimarrà sempre casa tua». I ringraziamenti del presidente francese suonano perciò come la ricompensa al dipendente fedele fino in fondo, all’uomo che non ha sbattuto la porta quando ha capito che la panchina non era più sua ma ha accettato di guidare la squadra a San Siro per non rendere deflagrante una situazione esplosiva. Ferrara poteva ribellarsi (secondo qualcuno lo doveva fare in risposta a una mancanza di rispetto alla sua dignità) ma per la dirigenza cui mancava l’alternativa immediata avere un paio di giorni in più da dedicare ai sondaggi è stato un favore non da poco.
«Un gesto di grande responsabilità del professionista e dell’uomo», lo hanno definito in sede annunciando che non si tratta di una rottura e che l’amicizia continua. «I risultati non hanno scalfito la stima per lui». Ed è una stima spessa e profonda se permette a tutti di sorvolare sul bilancio che più nero non si può, con 9 sconfitte nelle ultime dodici partite e una serie di record negativi: il Catania che vince a Torino dopo 46 anni, il Napoli dopo 21, la più pesante batosta interna nella storia delle Coppe, cioè il 4-1 contro il Bayern, l’uscita da tutte le compertizioni. Ma il Ferrara che ha fallito l’imitazione di Guardiola non soltanto per colpe sue si è dimostrato un uomo affidabile che tornerà utile in futuro.
Il «dead man walking» torna a vivere. Dovrà rinunciare per sempre al sogno di allenare, a meno che non emigri da altre parti, però rimane nel gruppo e non ci stupiremmo se riprendesse l’incarico di responsabile del settore giovanile nella ristrutturazione dei quadri societari che potrebbe prendere piede nei prossimi mesi. Ferrara l’aveva annunciato. «Qualunque cosa succeda non mi sentirete mai lamentarmi di chi per quindici anni mi ha pagato e mi ha reso ancora più famoso». E’ stato di parola. Anzi di silenzio.
Ieri è arrivato al centro sportivo di Vinovo intorno alle 14, poco dopo la conferma ufficiale di quanto già sapeva: la sua Maserati ha varcato i cancelli pochi minuti dopo l’arrivo di Zaccheroni, accompagnato dai tre dirigenti. Mezz’ora dopo ne usciva. Non una parola con i giornalisti a differenza di quanto aveva fatto con la squadra, riunita per cinque minuti dentro lo spogliatoio. Del vecchio staff c’era il «vice» Maddaloni, mentre pare mancassero il preparatore Neri e Rampulla, l’allenatore dei portieri defenestrato da Alessandro Nista, assai più gradito a Buffon. Neri, che si occupa anche della Nazionale inglese, e Rampulla non l’avrebbero presa bene. A ciascuno il proprio addio.

3 commenti:

marco99 ha detto...

c'è pochissima voglia di commentare questo periodo cosi interizzato.
Cambi di allenatori, pizze in faccia negli spogliatoi e un john elkann che se la prende con i giocatori dopo essersi reso responsabile dello sfascio della juventus nel 2006...
non dico altro per non diventare volgare..

Karl ha detto...

Forse qualche parola in meno non avrebbe fatto male, anche perchè sarà durissima risalire la china ma il primo compito di Zac (senza dubbio il più difficile) sarà quello di fare piazza pulita all'interno dello spogliatoio, mettere subito in chiaro che se qualcuno vuole nuovamente remare contro la Juve (Ranieri docet...) potrà trovare posto in tribuna.
Se non altro i calciatori ora sono messi di fronte alle loro responsabilità e non hanno più alibi, perchè con un simile organico (a prescindere da QUALSIASI modulo) non è possibile girare per Italia ed Europa collezionando quasi sempre figure di merda.

FINO ALLA FINE FORZA JUVENTUS

Gio35 ha detto...

mi ha fatto pensare molto la frase di blanc, ha detto che ora i giocatori si devono comportare da professionisti anche fuori da vinovo. Come ho scritto in precedenza riconosciute le colpe della dirigenza e di ferrara (che comunque ringrazio per averci provato e per averci messo la faccia) non si può non riconoscere che da 2-3 mesi c'è una sorta di menfreghismo da parte di molti giocatori, sembrano svolgiati, corricchiano in campo e nulla di più. Non mi si venga a dire che un catania, bologna, chievo, palermo non sono al nostro livello.
Io non è che sia ottimista per zac, semplicemente direi di lasciarlo lavorare, giusto perchè non amo le critiche ed i giudizi a priori, tanto sappiamo tutti che i soldi per gente come benitez, hiddink e compagnia bella non ci sono. Ovviamente spero che zac faccia bene, lo so che ciò vorrebbe dire sorbirsi a fine anno la dirigenza che si vanta della scelta ma tanto anche se zac dovesse fallire in pieno so già che ci potrebbe forse aspettare che blanc venga mandato via (anche se il suo contratto prevederà sicuramente una sontuosa buonuscita milionaria visto che chi gli ha fatto il contratto avrà come minimo studiato business administration, mica sono dei pirla qualunque come noi tifosi da serie C) ma verrebbe sostituito da un alter ego, scordiamoci l'ipotesi che la propietà lasci