martedì 12 aprile 2011

TACCHINARDI: "JUVE, devi tornare antipatica!"

Alessio Tacchinardi, ex centrocampista della Juventus, 11 stagioni in bianconero, indimenticato beniamino dei tifosi è intervenuto in diretta ai microfoni di RADIO POWER STATION nel corso della trasmissione "TUTTI PAZZI PER LA JUVE"

Alessio è un grande piacere averti con noi. Ti ricordiamo sempre con affetto perché non c’è stata partita dove hai tirato indietro la gamba. Sei uno dei simboli della Juve “antipatica” che dava tutto pur di vincere con quella maglia. 
“Buonasera e grazie. Una Juve antipatica che non esiste più....”

Dal nostro fan club di Facebook ci scrivono tantissimi nostri radioascoltatori.
C’è anche chi è diventato juventino per te, sopratutto donne...
 “Grazie davvero, un saluto a tutti i tifosi juventini che porto sempre nel mio cuore.”

Parliamo della Juventus di oggi. Come può tornare grande?
 “Deve tornare ad essere la vera Juventus il prima possibile, perché sono troppi anni che stiamo soffrendo nel vedere una squadra in queste condizioni. Adesso bisogna mettere mano al portafoglio e prendere tre o quattro veri top player. Attualmente in rosa non ci sono giocatori che fanno la differenza, per tornare al vertice servono giocatori importanti.”

Però negli ultimi anni, a differenza del ciclo della Triade, sono stati investiti tanti soldi sul mercato. E' quindi un discorso di incompetenza dei nuovi dirigenti post-Calciopoli? Ai tempi di Moggi la tua Juve si autofinanziava da sola e comprava benissimo. Questa Juve invece spende e lo fa malissimo.
 “Si è vero, in questi anni ha comprato davvero malissimo. Io ad esempio avevo ancora un anno di contratto nel 2007 ma mi hanno mandato via per prendere Tiago e Almiron spendendo tanti soldi. Invece di spendere cifre elevate per prendere tanti giocatori ma di poca qualità, dovevano invece comprare due o tre campioni a stagione. Sembriamo sempre più l’Inter pre-Calciopoli che comprava tanti giocatori medi ogni anno e poi non combinava mai niente. Durante la partita di poche settimane fa (il derby della solidarietà ndr) dove c’eravamo noi delle vecchie glorie, ho rivisto lo spirito della vera Juve. C’erano quei tre-quattro fortissimi giocatori e poi gli altri tutti intorno a loro. I campioni assoluti che fanno la differenza ci devono essere in ogni squadra vincente, la Juventus attuale ha tutti discreti giocatori, ma niente di più.”

Con tutti gli acquisti in prestito della scorsa stagione si rischiano ancora rivoluzioni anche la prossima estate, perchè non tutti verranno riscattati. E tra gli altri nomi di mercato che si stanno accostando alla Juve per il prossimo anno non c'è nessun campione.
 “È cosi, l’estate scorsa il progetto della Juventus poteva essere impostato bene, almeno come criterio, avendo preso un dirigente  come Marotta, ma poi gli acquisti non gli hanno dato assolutamente ragione. Basti vedere ciò che è successo con Martinez, giocatore che è stato pagato tantissimo. Troppo.”

Anche Pepe, che da molti è stato considerato come il nuovo Di Livio, ha un prezzo di riscatto oltre il suo reale valore. 
“Di Livio era cinque volte meglio di Pepe. Faceva settanta partite l’anno a duecento all’ora,  non aveva grandissime qualità ma Pepe non ne ha tante di più. Angelo in più era un leader, un giocatore che dava l’anima per tutta la partita e durante tutto l’anno. Pepe invece ha poca continuità, gioca a sprazzi. Di Livio poi è stato preso a poco prezzo dalla Serie B ma poi negli anni si è dimostrato un giocatore fondamentale che faceva tutte le fasi, attacco e difesa, un grandissimo giocatore.”

Intorno a tanti buoni giocatori quella Juve aveva dei campioni assoluti che facilitano il lavoro dei gregari, adesso invece....
“In questa squadra non ci sono leader. Quando le cose andavano male ai miei tempi c’erano giocatori che dentro allo spogliatoio si facevano sentire. Vialli ad esempio al minimo errore faceva un casino, come i vari Zidane, Montero, Davids e tanti altri. Oggi questo leader non c’è, non esiste uno con personalità. Si parla di Felipe Melo ma sono anni che fa alcune partite buone e poi svanisce.”

Questa Juve è troppo fragile psicologicamente. Quando subisce un goal o un'espulsione la squadra si scioglie, non regge la tensione.
 “Ricordo, ad esempio, Di Vaio che è un grande giocatore che quando era alla Juve mi diceva che la pressione la senti anche quando ti alleni. Se sei forte ne esci alla grande, se non ce la fai invece non ne vieni fuori perchè ti mangiano già dopo due pareggi. Non puoi permetterti di sbagliare, questi giovani non hanno capito bene cosa è la Juventus, la storia che ha. C’è poca gente della vecchia guardia che può trasmetter tutto questo. Ormai c’è rimasto solo Del Piero perché anche Gigi Buffon lo vedo con meno entusiasmo. Questi ragazzi devono capire che alla Juventus conta solo vincere.”

Andrea Agnelli è la persona giusta per riportare la Juventus alla vittoria o è solo un dipendente del cugino o della proprietà in generale?
“Quando gli ho parlato dieci giorni fa mi è sembrato l’unico personaggio positivo della nuova dirigenza. Lui a questa maglia ci tiene tantissimo. Vorrebbe tornare subito ad alti livelli ma tutti in questa società sono convinti che con una squadra senza infortuni, squalifiche o altro si potevano giocare lo scudetto anche con questa rosa ma io non sono d’accordo.
La Juve è solo una discreta squadra, servono giocatori importanti. 
Andrea Agnelli lo vedo bene, spero bene però che Elkann metta i soldi che servono. Ad Andrea gli ho parlato e vuole il bene della Juve, non vuole mollare. Lui vuole giocatori importanti.....”

Per te la proprietà quanto ha fatto nel 2006 per salvare la dignità e la Juventus durante Calciopoli?
 “Poco. Penso che si poteva trovare un escamotage come successo anche agli altri, magari un meno venti di penalizzazione con i giocatori forti però che rimanevano per giocare in Serie A. Invece noi siamo stati gli unici a finire in B, abbiamo pagato e ne subiamo ancora le conseguenze, si poteva fare di più. Cobolli Gigli in un'intervista di una settimana ha parlato del rischio che la Uefa non avrebbe fatto giocare le coppe alla Juve, ma io avrei combattuto ugualmente. Sono cinque anni che non vinciamo nulla.”

Dopo quello che è uscito fuori dal processo di Napoli, grazie alla difesa di Luciano Moggi, tu come ti spieghi che la società Juventus non faccia nulla per far riaprire il processo sportivo?
 “Andrea so che si sta battendo ma la mia sensazione è che oltre al fascino dei tanti giocatori che ormai rifiutano la Juve si è perso il peso politico anche con la stampa. Non si è più antipatici, noi invece davamo molto fastidio. C’è stato un netto cambiamento di tendenza. La Juve non è più temuta.”

Cosa fai adesso Alessio?
“Faccio l’allenatore a Pergocrema, mi piace molto e nel giro di quattro o cinque anni posso essere pronto ad una squadra di professionisti. Mi faccio tutte le mie esperienze e chissà che prima o poi non ritroverò la Juve.”

Recentemente ai nostri microfoni Michele Padovano ci ha detto che alla Juve per tornare grandi bisogna riportare quella mentalità vincente juventina di un tempo, attraverso chi l'ha vissuta.
“Ho sempre detto che la Juve è degli juventini. Chi ha fatto la storia di questa squadra deve tornare a Torino: la Juve deve essere una squadra unica che porta avanti la sua tradizione. La mentalità è importantissima.”

L'addio di Deschamps è forse il rimpianto più grande degli ultimi anni. Andandosene disse "adesso prenderanno gente che si accontenta" come poi è accaduto e continua ad accadere. Assecondando le sue richieste invece, con la sua mentalità vincente, si sarebbe potuto già aprire un nuovo ciclo di vittorie?
 “Come allenatore Didie non lo conosco, ma in campo era uno dei leader assoluti, vicino a lui sono cresciuto tanto. E' andato via perché sicuramente aveva capito che non avrebbero fatto una squadra di livello, ma era da tenere in panchina.”

Ti ci vedi in futuro a fare il secondo di Antonio Conte sulla panchina della Juventus, come scritto da alcuni organi di stampa?
 “Io ho saputo da un amico giornalista che è quasi fatta per Antonio Conte alla Juve, anche se a me però sembra strano. Secondo me la Juve vuole puntare su Spalletti o comunque un allenatore importante. Se salta Spalletti però andranno su Conte o su Gasperini. Ma Conte è una garanzia, conosce bene l’ambiente. Comunque io non voglio fare il secondo, mi piace allenare in prima persona.”

Due considerazioni prima di lasciarci: il tuo più grande rimpianto e la soddisfazione più grande in maglia bianconera.
“Il rimpianto più grande, che ancora adesso non mi va via dalla testa, è la finale di Champions persa col Milan. Altre sconfitte sono state pesanti ma quella mi ha scioccato, ho sofferto tantissimo. 
Di ricordi belli ce ne sono tantissimi, il primo scudetto più la Coppa Italia al primo anno, poi la Champions con l’Intercontinentale, abbiamo davvero vinto tutto. Sempre nella serata della partita di beneficenza parlavo con Lippi, in dieci anni abbiamo vinto tutto.
In Europa arrivavi sempre in semifinale o addirittura in finale, vincendo scudetti a ripetizione, un ciclo davvero irripetibile. Ad inizio di ogni stagione era quasi scontato che saremmo arrivati in fondo, bisogna rendersi conto che c’era gente che non mollava mai, dal ritiro fino alla fine della stagione.”

Già allora però hanno provato ad infangare il nome della Juve con il discorso del doping.
“Ridicola quella cosa, hanno provato ad infangare la Juve.
La squadra bianconera deve comunque tornare antipatica: quando vedo i miei ex colleghi giocatori e dirigenti io glielo dico, “eravate fastidiosi, terribili ed antipatici”. Adesso non è più cosi.”

Come Buffon che dopo una sconfitta causata da un suo errore se la ride con Gattuso a fine partita.
“Si ma anche come Chiellini che prima di Juve-Milan dice ad Allegri “tanto vincete voi” ridendo. Io prima delle gare avevo il sangue negli occhi, poi quando giocavo contro i rossoneri soprattutto, non parlavo con nessuno e non lo facevo neanche con Ancellotti con cui avevo un rapporto speciale. Magari gli parlavo e lo salutavo a fine partita, a giochi finiti. Oggi è un'altra cosa rispetto alla nostra Juve.”

Grazie Alessio, ti apprezzavamo in campo e ci piaci fuori, chi dice le cose come stanno senza illudere la gente ed essere banale è sempre uno dei nostri.
“Grazie a voi ragazzi! A me da fastidio quando leggo che si vuole cercare di dare contentini ai tifosi, bisogna prendersi le proprie responsabilità. La Juve quest’anno ha dimostrato che ha fatto un brutto campionato. Spero che la Juventus le vinca tutte fino alla fine ma andare in Champions sarà difficile. Quando sento parlare di Europa League mi viene da piangere, i bianconeri devono tornare in alto!”

1 commento:

J.L. Picard ha detto...

Intorno a tanti buoni giocatori quella Juve aveva dei campioni assoluti che facilitano il lavoro dei gregari, adesso invece....
“In questa squadra non ci sono leader. Quando le cose andavano male ai miei tempi c’erano giocatori che dentro allo spogliatoio si facevano sentire. Vialli ad esempio al minimo errore faceva un casino, come i vari Zidane, Montero, Davids e tanti altri. Oggi questo leader non c’è, non esiste uno con personalità. Si parla di Felipe Melo ma sono anni che fa alcune partite buone e poi svanisce.”


Uhm, perchè non ha citato esplicitamente Del Piero? Forse perchè tanto leader non è? Non voglio pensarlo ma...