giovedì 19 luglio 2007

Ragazzi d'Oro

A 17 anni perse un arto per un incidente in motorino.
Adesso ha vinto l'oro nei 1500 metri ai campionati africani di nuoto.

Natalie du Toit ce l'ha fatta, ha vinto la sua personale battaglia e si è imposta in una gara tra "normodotati".

17.09 il suo tempo e l'obiettivo è quello di raggiungere il minimo per coronare il sogno olimpico a Pechino. Natalie come Pistorius, sudafricani entrambi e con la stessa voglia di normalità.
Si rischia di essere ripetitivi, ma la forza di volontà non si misura dentro delle protesi o solo in base al fatto di essere "normodotati" o "diversamente abili". No, la forza di volontà è nel cuore, nei polmoni e nel cervello di ognuno. Lo sa bene Oscar Pistorius che lotta con la Federazione Internazionale di Atletica per avere il permesso di correre con "gli altri" e lo sa bene anche Natalie du Toit che ha stravinto la medaglia d'oro nei 1500 ai campionati africani di nuoto in corso di svolgimento in Algeria. A Natalie manca una gamba per colpa di un incidente di motorino, ma non le è mai mancata quella forza di volontà per diventare una campionessa con la C maiuscola ed avere il guizzo vincente tra le sue colleghe "normali". Senza protesi "sarebbero d'impaccio in acqua", ma con tutta la sfrontatezza di chi, a 23 anni è dovuta crescere in fretta per non perdersi nei meandri di una battaglia psicologica tra il chiudersi in se stessa e accettare il danno subìto. Alla fine ha vinto lei, aiutata dal suo allenatore ungherese Karoly von Toros che le ha insegnato a vivere nel non-disagio.
Ora vuole il minimo per Pechino e vuole andarci insieme a Oscar Pistorius. Sono entrambi sudafricani, tutti e due accomunati da una immensa voglia di normalità e dopo la medaglia, il pensiero di Natalie è andato proprio al suo amico. "Capisco e sostengo il suo entusiasmo, Oscar è un ragazzo fantastico che crede in quello che fa perchè sa di farlo bene e soprattutto, come me, sa che non è lontano dall'ottenere il minimo. Non gli si può negare il diritto di aspirare a qualcosa di più della semplice prestazione nella sua categoria. Pechino? Magari ci fosse anche lui".
Magari ci fossero entrambi e magari ce ne fossero tanti altri. Da tempo abbiamo abolito nel nostro lessico la parola "portatore di handicap" sostituendola con "diversamente abile". Ora sarebbe il caso di andare oltre: di diverso a dire il vero c'è poco o nulla, di abilità, invece, ce n'è da vendere.

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