mercoledì 27 agosto 2008

Ci rubano il calcio



http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=285979
Mediaset offre undici milioni e di malavoglia, la Rai ne offre trenta per dovere sociale, i padroni del campionato chiedono molto di più. Risultato: il prodotto resta invenduto sulla bancarella. Addio Novantesimi Minuti e Domeniche sportive, addio al cosiddetto calcio in chiaro, cioè trasversale e democratico, cioè a disposizione di tutti. Sopravvive soltanto quello in scuro, come potremmo definirlo per antitesi, vale a dire il pacchetto a pagamento di Sky e del digitale terrestre.
Vogliamo dirlo? Stiamo contemplando un capolavoro intellettuale. Un'ardita opera dell’ingegno. Lo sport più amato e più sinceramente radicato nelle case italiane si trasforma in un passatempo d’élite. Sta tutta in questa avvilente contraddizione di termini, come un grottesco e irripetibile ossimoro, la grandezza della trattativa abortita. Se entro sabato nessuno fa marcia indietro, come spesso succede al mercato delle vacche, dobbiamo rassegnarci a una nuova storia e a un nuovo costume: sentiremo parlare del calcio da quelli che lo seguono in abbonamento, come i fanatici del bridge o del biliardo o del basket En-bi-ei seguono i loro tornei sui canali più strani alle ore più strane. A sessant’anni dalla nascita della televisione, l’Italia firma la genialità dell’impresa: di fatto, si riavvolge la moviola del tempo e si torna esattamente all’inizio, quando i nostri padri si riunivano a scrocco nel tinello dei pochi amici che avevano il televisore, o al massimo si permettevano una cedrata per avere il posto nei bar con l’apparecchio appeso sotto al soffitto.
Così, noi: o si corre tutti a sottoscrivere l’abbonamento Sky (che sentitamente ringrazia per il buon esito della trattativa), oppure bisogna ricominciare la gavetta dall’amico abbonato e nel bar sottocasa. Decisamente un grosso risultato. Complimenti a tutti quanti. Ma complimenti soprattutto ai sagaci esperti del marketing calcio-televisivo: da anni coltivano il sogno di trasformare il calcio tv in cinema e teatro, cioè in uno spettacolo a pagamento, ma oggi come oggi sono molto prossimi all’esclusione della massa dallo sport di massa. Vedano loro.
Intanto si chiude il sipario nero su una delle nostre più gloriose tradizioni: quello che con neologismo modernista chiamiamo il treno dei gol. Il treno deraglia e si schianta. Più indietro non lo chiamavano treno, ma era comunque quella cosa lì, quell’appuntamento lì, quella delizia lì: il meglio di ciascuna partita, ripulita dalle fasi di gioco stucchevoli e insulse, in rapida successione. Dopo, soltanto dopo, la domenica poteva dirsi compiuta. Fino all'altro ieri. Da domani, sarà un’altra cosa: o si paga, o il buio. O il sentito dire. O le acrobatiche ricostruzioni, con ausilio delle lavagne e dei Tizianicrudeli, che cercano in qualche modo di rendere l’idea dei gol a chi non potrà mai vederli. Se non in quattro pezzentissimi minuti nei frettolosi servizi dei tiggì serali. E sarebbe vita, questa?
Sicuramente ci spiegheranno che questo punto di rottura, traumatico e sofferto, prima o poi l’avremmo comunque toccato. Ineluttabile. Aggiungeranno che il calcio in chiaro, cioè i Novantesimi minuti ed equivalenti, erano sempre più in crisi. Specificheranno che il futuro è così, un luogo e un tempo dove ciascuno paga quello che prende, o prende quello che paga. Rideranno addirittura al pensiero che qualcuno di noi, nostalgico e obsoleto, pianga persino sulla fine di Tutto il calcio minuto per minuto

7 commenti:

Anonimo ha detto...

il calcio ha bisogno della gente per andare avanti: rifiutiamoci (TUTTI IN BLOCCO) di vedere le pay-tv: un bel braccio di ferro e vediamo chi molla per primo. altrimenti, siti cinesi, ma mai sky

Anonimo ha detto...

L'articolo è grandioso, romantico: lo condivido totalmente. Ma sono anche rassegnato allo strapotere di sky e mediaset e al conformismo della stampa italiana che dovrebbe scatenare l'indignazione di tutti gli appassionati di calcio e invece tace, si adegua...!

Anonimo ha detto...

Sono abbonato Sky, lo dico prima e a scanso di equivoci, così se qualcuno vorrà potrà tranquillamente rispondermi: "bella forza che parli così...".
Detto questo io dissento in toto dall'articolo in questione.
Troppo sentimentalismo, troppa retorica e poca praticità.
Sono stanco e perfino stufo che anzi mi si venga a rivangare la nostalgia per qualcosa che oggettivamente non esiste più già da molto tempo.
Il calcio in chiaro è un malato terminale che da troppi anni si trascina avanti, il marciume di decomposizione dei vari 90° minuti e Controcampo si sentiva da chilometro di distanza, le trasmissioni sportive venivano spartite da questa o quella lobby filomilanese o filoromanista.
Basta!
Era tempo che si staccasse la spina a tutto questo schifo.
Qualcuno ora mi risponderà: "e il servizio pubblico?".
Io per primo sostengo il servizio pubblico inteso nel senso più alto e vero del termine ma la Rai da troppo tempo ha dimenticato perfino il significato della parola, altro che interpretarne lo spirito.
Qualcuno dice che hanno vinto le TV a pagamento ma mi si vuole spiegare la Rai CHE CAZZO è se non una emittente a pagamento che a differenza di tutte le altre ci OBBLIGA a pagare l'abbonamento sotto forma di canone?
Ho 33 anni e ancora mi ricordo quando Sky non era nemmeno un idea ipotizzabile e Mediaset era appane nata, tutti dicevano: "certo la Rai ha il canone, ma vuoi mettere? Le TV private infarciscono i film di pubblicità".
E ora cosa fa la Rai?????
Tonnellate di spot durante le pause e telepromozioni a non finire all'interno delle trasmissioni.
Aggiungiamoci il già citato canone e cosa otteniamo???
Fiumi di denari che entrano nelle casse del cosiddetto "servizio pubblico" e non si sa dove vanno a finire visto che l'indebitamento è astronomico, le TV private almeno avrebbero il buon gusto di fallire con certo bilanci ma la Rai invece va a piangere dal governo di turno che puntualmente ripiana i debiti aggiungendo al sopracitato flusso di entrare un altro fiume di denaro delle nostre tasse.
E la Rai come li spende questi soldi?
Il cosiddetto "servizio pubblico" ha perso i mondiali quattro anni fa a favore di Sky che fece un lavoro superlativo con una copertura totale e innumerevoli reti dedicate.
Poi ci fu lo scippo dei diritti in chiaro da parte di Mediaset che dovendo ancora partire col digitale terrestre aveva bisogno di "farsi una clientela".
E la Rai come rispose???
Punta nell'orgoglio spese una follia per aggiudicarsi la Champion's League, così il cosidetto "servizio pubblico", per una misera questione di malcelato orgoglio si preoccupò esclusivamente di dare copertura ai tifosi delle solite grandi squadre che se ne vanno sempre in Champion's e che comunque di sicuro non sarebbero mai rimasti senza poter vedere le partite di coppa visto che anche Mediaset era interessata alla trattativa ma venne battuta dall'offerta scandalosamente alta della Rai.
Poi la Rai ha fatto di tutto per riprendersi gli Europei di calcio vendicandosi dello sgarro dei mondiali da parte di Sky.
Altro grande errore!
Lo spirito del cosidetto "servizio pubblico" dovrebbe essere quello di garantire a tutti gli italiani di poter vedere la loro amata nazionale.
Ebbene come avvenne ai mondiali questo obbiettivo sarebbe avvenuto ugualmente anche risparmiando sui diritti degli europei.
Quando Sky trasmise i mondiali alla Rai venne garantito il diritto di trasmettere TUTTE le partite della nostra nazionale e questo era l'obbligo a cui doveva adempiere il cosidetto "servizio pubblico".
Chi se ne frega di quella minoranza di appassionati che vogliono vedersi un Repubblica Ceca - Germania??????
Quello non è un diritto che la Rai avrebbe il dovere di garantire come appunto la nazionale azzurra, quello è un di più.
Il calcio in chiaro era un diritto sacrosanto che il cosidetto "servizio pubblico" doveva garantire a TUTTI gli italiani.
Soprattutto i tifosi delle piccole squadre che molto spesso nemmeno sulle TV a pagamento possono sperare di vedere le immagini dei gol della loro squadra del cuore.
Loro sono la parte debole del calcio che più andava difesa e tutelata, non i supporter delle grandi squadre come Milan, Inter e Juve a cui spesso basta andare sottocasa e spendere 1 euro per un caffè per acquisire il diritto di vedere la partita della squadra del cuore.
Il cosidetto "servizio pubblico" si lamenta che i vincoli di esclusiva richiesti dalle TV a pagamento (che hanno tutto il diritto di veder tutelato il loro investimento fantamilionario) tolgono appeal al calcio in chiaro.
Eppure mi ripeto, se a guardare un 90° minuti o un Controcampo sono in 4 gatti (dati auditel alla mano) questo non è da imputare al fatto che il calcio in chiaro non interessi ma che il prodotto viene confezionato con malavoglia, incompetenza e cialtroneria.
L'osannata Premier League, quella delle squadre con gli stadi di proprietà, quella delle squadre con tutti i conti in ordine e cha anzi sono in attivo (alcune come il Manchester sono ricchissime poi), quella degli stadi perfetti e dei campi da calcio di un verde smeraldino, ebbene il paradiso inglese va avanti con diritti in esclusiva che pongono dei limiti INSORMONTABILI alle TV pubbliche, al cui confronto quelli italiani appaiono fin troppo permissivi.

Basta discorsi populistici e basta finto romanticismo.
Il calcio in chiaro e il servizio pubblico sono due diritti che io ritengo spettino agli italiani ma non al prezzo di perpetrare un rituale ormai corrotto e lercio.
L'attuale sistema del calcio in chiaro è ormai un cancro endemico che non può più essere operato.
Molto meglio staccare la spina, anche per una stagione intera e ripartire da zero ripensando IN TOTO al concetto stesso di servizio pubblico e a come ci si aspetta che esso tuteli il cittadino.
Andrebbe smantellato il sistema di clientelismi che tiene in piedi attualmente la Rai.
Andrebbe recuperato lo spirito dei grandi giornalisti sportivi che fecero grande nel tempo trasmissioni storiche come 90° minuto.
Meno strasse e lustrini, meno "circo Togni", basta chiacchiere inutili e basta avanspettacolo in quello che dovrebbe essere esclusivamente un servizio di informazione.
Il cittadino va tutelato nei suoi diritti e informato correttamente.
Stop ai salottini delle moviole.
Stop alle spese inutili e agli sperperi senza fine.
Al cittadino si dia un bel treno di servizi con tutte le pertite, magari dando più spazio alle squadre che ne ricevono già tanto dalle TV private o a pagamento per tutelare maggirmente le minoranze del tifo.
La Rai eviti di spendere fiumi di denaro per dare ai cittadini servizi superflui e li investa per quelli vitali.
Stacchiamo la spina e facciamo morire il calcio in chiaro per far rinascere il calcio in chiaro.

Rhodry

Anonimo ha detto...

la cosa bellissima è che galliani ha rifiutato l'offerta di mediaset, che è di proprietà di berlusconi...

Anonimo ha detto...

condivido rhodry, aggiungerei che sia sulla rai che su mediaset, prima di vedere le azioni importanti della tua squadra del cuore, se non si chiama juve, milan o inter, devi aspettare l'una di notte, e non sto scherzando. Perciò meglio a pagamento, almeno mi vedo le azioni quanto e quando voglio e ascolto un commento appena decente, cosa che non posso avere nè sulla rai nè su mediaset, vista la razza di pseudo giornalisti che ci sono.
Per cambiare argomento tornando alla partita di ieri, ho avuto la conferma di quanto pensavo: lotteremo ahimè per il terzo posto, sarebbe un miracolo già il secondo. Nella juve non ci sono, a parte camoranesi e del piero, giocatori che riescano a passarsi la palla per più di tre tocchi consecutivi, è un prendere e lanciare in avanti. Per non parlare dei buchi in difesa sulle fasce, dove grygera e molinaro sono a dir poco disastrosi in tutte le condizioni, attacco e difesa. Speriamo che questo basti. Un saluto a tutti
Gianni

marco99 ha detto...

il lato postivo è che gente come piccinnii e la canalis dovrà finalemnte andare a lavorare per davvero..
cito loro, ma l'elenco è lunghissimo

capitan red ha detto...

Io non mi illuderei troppo.....al massimo si fara' una giornata di campionato senza calcio in chiaro...e poi troveranno l'accordo e tutto tornera' come prima.