giovedì 6 dicembre 2007

"Ciao Juve"


Ecco il commento odierno de "La Stampa" sulla prima vera fuga di quest'anno dell'Inter.
Per l'inviato, il campionato si può considerar già finito.

Strapotere Inter
Mancini: "Ciao Juve"
FABIO VERGNANO
MILANO
L’Inter come Giuseppe Garibaldi. Da Bressanone a Marsala c’è unità. Di consensi. Scudetto quasi assegnato, anche se la Roma non molla la presa e continua a sperare. Ormai pare l’unica a credere che lassù qualcuno prenda una bambola pazzesca. Chi sta dietro, compresa la Juve a -8, se ne faccia una ragione. Dopo la vittoria sulla Lazio nel recupero della partita annullata per la morte di Gabriele Sandri, ormai si lotta per un posto in Champions. È finita così, ma c’è un perché. La squadra di Mancini è la più forte, ma anche la più cinica e determinata: «I bianconeri non hanno le coppe ma noi e la Roma siamo di un’altra caratura».Un aiutino, solo un aiutino. Questo chiedevano gli inquilini del piano di sotto alla Lazio. Un aiutino per sperare, per non riporre le armi prima degli auguri di Natale. La Lazio non ci ha neppure provato a tenere in vita il campionato. Ha firmato la resa quasi prima di giocare. Del resto l’Inter è l’Inter, cioè è come Paperon de Paperoni: è ricca, ma non le basta mai. Quindi, a meno di rovesci peraltro sempre possibili, traslochiamo verso la prossima stagione. Questi, i nerazzurri, perdono i pezzi (fuori quasi tutto il centrocampo), ma non la sicurezza. Ieri la squadra di Mancini ha costruito un’altra impresa. Impresina, in realtà, perchè non è stato così arduo mettere in castigo la Lazio. Dopo mezzora la partita era già morta e sepolta. Prima un rigore sacrosanto per placcaggio di Stendardo su Burdisso (Damato non ha visto nulla, l’ha salvato l’assistente De Santis), poi scarpata volante di Maicon. Entrambe le azioni nate da corner millimetrici di Jimenez. In grande forma il cileno, Mancini l’ha piazzato dietro le punte e ha dato sostegno al solito Ibra e a Suazo. Ai manciniani di questi tempi basta poco e non è colpa loro se la concorrenza non è attrezzata per essere all’altezza. Ieri la Lazio non è riuscita a fare come la mangusta con il serpente. È stata stesa dai palleggiatori nerazzurri che danno sempre la sensazione di sicurezza al limite della spocchia. Domanda nerazzurra: perché sbattersi tanto quando prima o poi il gol arriva puntuale come l’influenza a novembre? Infatti dopo il diluvio del primo tempo, è piovuto anche nel secondo. Inter padrona, Lazio a prendere cazzotti nel suo angolo. Nessuna reazione della squadra di Rossi, davvero malconcia (a parte un mai rassegnato Rocchi) e non solo perché davanti aveva i giocolieri nerazzurri. Dopo dieci minuti Suazo ha portato a tre il conto dei gol su lancio perfetto di Cambiasso. Tutti a nanna. Campionato compreso.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

si è visto nello scontro diretto la caratura.
bravo Ciuffo Abusivo.

Anonimo ha detto...

Il bello è che hanno la Roma a -3 però pensano solo alla Juve a -8. Mah!
...no comment sul rigore "sacrosanto"...la rosicaggine durata decenni li ha ormai resi irreversibilmente ciechi!
yannick75

Anonimo ha detto...

il rigore non mi sembrava così sacrosanto, visto che tra i commentatori delle varie moviole c'è stato addirittura chi propendeva ad attribuire il fallo addirittura a burdisso... cmq, corrono quelli dell'inter, corrono. anche troppo...

Anonimo ha detto...

Fabio Vergnano il suo nome?
Un altro "cronista"-cortigiano?
Leggo questi articoli e vengono i dubbi: ma non ha la paura di apparire parziale, perdere fiducia e credibilità dei lettori non interisti, oppure se ne frega - ormai adesso è normale e, sopratutto, conviene?