mercoledì 2 luglio 2008

Labirinto Juve


Roberto Beccantini
www.lastampa.it

Parlare dei mercati della nuova Juventus è come entrare in un labirinto senza lo straccio di un filo d’Arianna al quale aggrapparsi. Rispetto all’estate scorsa, si è esaurito il bonus che la permanenza della vecchia guardia - Buffon, Camoranesi, Nedved, Trezeguet, più Del Piero, capitolo a sé - aveva garantito alla società. In effetti, sarebbe disonesto rimuovere tutte le destinazioni a cui vennero abbinati, tanto per fare due nomi, Buffon e Camoranesi. Sempre per onestà, bisogna fare un cenno - l’ultimo - ad Almiron e Tiago. Due fallimenti: il primo, girato a gennaio al Monaco; il secondo, ancora nei quadri.

Chi scrive, e non è una novità, aveva caldeggiato l’acquisto di Almiron. Dunque: mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Non, però, Almiron «e» Tiago. Almiron «o» Tiago, sponsorizzato da Claudio Ranieri. In estate, le bugìe diventano necessarie. Luciano Moggi potrebbe farci un libro. A patto che siano sostenute da una strategia precisa, chiara.
E allora: 1) ok per l’acquisto di Amauri; ok, anche, per i ritorni di Giovinco, Marchisio e De Ceglie; 2) Mellberg, come centrale di difesa, non mi sembra il top, ma di stopperoni in giro, estero su estero, non ce ne sono molti; e uno dei migliori, Chiellini, è già a libro paga. Ciò premesso, eccoci ai nodi gordiani. Xabi Alonso? Da prendere subito, come regista del centrocampo. Il danese Poulsen? E’ un altro tipo di centrocampista, e con Xabi non c’azzecca un tubo. Stankovic? A settembre farà 30 anni, si è un po’ imbolsito, e come suggerisce Giampiero Boniperti, «mai fidarti di una grande squadra che vuole venderti un grande giocatore». Gatta ci cova. Morale: no, grazie.

Quanto all’accusa, documentata, di aver cantato «vinciamo senza rubare», non ne farei un’ossessione. Il romantico che è in me continua imperterrito a lottare con il cinico che è fuori di me, ma se mi offrissero Messi al prezzo di quella strofa, temo che mi metterei un macigno sulla coscienza e lo prenderei.
Stankovic, come Poulsen, non c’entra nulla con Xabi Alonso (o Aquilani: buona, questa). In linea puramente teorica, se mai arrivasse, potrebbe fare il Nedved, prospettiva che in passato lo aveva spinto al punto da firmare un contratto con la Triade prima di firmarne un altro con Moratti.

Tornando allo slogan bonipertiano, ed essendoci di mezzo proprio l’Inter, si potrebbe pensare alla classica eccezione che conferma la regola, e cioè che, nel caso di Moratti, ci si potrebbe pure fidare. Roberto Carlos, Pirlo, Seedorf, Cannavaro (in cambio di Carini, record mondiale): serve altro? Il Po mormora che Ranieri sia furibondo per l’altalena di nomi, di ruoli, di funzioni specifiche che rimbalzano dalla sede. Per tacere, poi, della rissa con il Toro per il croato Knezevic. Non deve stupire che il presidente del Livorno, Spinelli, l’abbia venduto a entrambi; se mai, mi sarei meravigliato che avesse rispettato i regolamenti. Viceversa, deve stupire che la Juventus si abbassi così tanto e il Toro di Urbano Cairo non sappia sollevarsi se non di uno-due centimetri. C’era in ballo Luis Figo, quando Juventus e Parma si sfidarono a singolar tenzone. Ripeto: Luis Figo. Knezevic è cornice, non quadro. E dire che, mai come quest’estate, il mercato offre obiettivi veri, non verosimili o taroccati in redazione. Basta pagarli.

Fa bene, la Juventus, a coniuguare risultati sportivi e bilancio. E ancora meglio farebbe a iniziare i lavori per 'sto benedetto stadio. Nello stesso tempo, fra muoversi con oculatezza e avanzare brancolando nella luce c’è una bella differenza. Il primo caso, ripeto, tollera persino le false testimonianze. Il secondo, ahimé, non riuscirebbe a giustificare neppure le migliori intenzioni. I tifosi si interrogano imbarazzati. Un passo alla volta, d’accordo. Avrei giurato sulla Juventus quarta o quinta, lo scorso campionato; viceversa, è arrivata terza con largo anticipo su tabelle e calendari. Darne atto alla dirigenza e allo staff tecnico è il minimo che si possa fare.

Adesso, però, bisogna continuare. Podio scudetto, sempre; e, di nuovo, Champions League. E se già per un gregario, Knezevic, si deve fare metaforicamente a botte col Toro, figuriamoci per un quasi gregario da 21 milioni di euro come Xabi Alonso. Troppo comodo sparare su Secco e Ranieri. Signori Elkann, Blanc, Cobolli Gigli: se non ora, quando?

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