RIALZATI CANDIDO
"La morte scredita, il massimo successo è sopravvivere", scrisse Saul Bellow.
Il mio augurio per Candido Cannavò è che possa rialzarsi da quel letto e che raggiunga il successo che merita: sopravvivere.
Sarebbe il più bel successo di una carriera gloriosa che lo ha accompagnato per molti anni, fino a quando la sua penna non ha iniziato ad abortire frasi guidate da odio e da chissà che altro verso un dirigente, forse due, e, soprattutto, verso una squadra che grazie alle sue frasi ha conosciuto il fango della B. Le sue frasi, i suoi articoli, naturalmente in bella compagnia con altri pezzi di ex gloriosi giornalisti, hanno distrutto l'onore e la storia di un club amato nel mondo, un club nato su una panchina di Torino, che ha indossato il rosa per molto tempo. Il rosa è un colore delicato, come lo sono i suoi tifosi, talmente delicati da accettare tanta e tanta violenza mediatica senza rispondere con altrettanta violenza. No, non sono stati incendiati cassonetti, non sono state capovolte automobili, non sono stati bloccati treni, non sono state lanciate pietre, no, non è accaduto niente di tutto questo. I tifosi delicati, vestiti di rosa, hanno accettato senza colpo ferire una sentenza che gli ha annientati, sentendosi complici di un'associazione a delinquere.
Si, caro Candido, tutto questo hanno generato le tue frasi, i tuoi pezzi che ti "facevano capire", che hanno cambiato la storia di una squadra e calpestato l'onore di tredici milioni di innamorati di un sogno bianconero, che, però, si sono dimostrati molto più maturi e responsabili di te. Si, perché le tue frasi, i tuoi pezzi, erano carichi d'irresponsabilità, ignari di quello che potevano provocare. Ma il popolo vestito di rosa ha risposto con signorilità, incassando i tuoi sinistri in volto senza fare una piega, piangendo sul cuscino amico della notte, sperando che l'incubo avesse la velocità di un lampo. Purtroppo l'incubo continua, da quella calda estate del 2006, quando tu iniziasti a scrivere parole perfide e che si sono proposte imperterrite, instancabili, spietate, sino a ieri.
Adesso io spero, caro Candido, che tu possa rialzarti presto, perché la vita è un dono del Signore, che ogni essere umano merita, e sopravvivere è, appunto, un successo, che tu meriti, come tutti noi.
Rialzati Candido, fallo per Te e per chi ti vuole bene, potendo festeggiare un giorno, insieme al popolo vestito di rosa, il trionfo della giustizia.
Il mio augurio per Candido Cannavò è che possa rialzarsi da quel letto e che raggiunga il successo che merita: sopravvivere.
Sarebbe il più bel successo di una carriera gloriosa che lo ha accompagnato per molti anni, fino a quando la sua penna non ha iniziato ad abortire frasi guidate da odio e da chissà che altro verso un dirigente, forse due, e, soprattutto, verso una squadra che grazie alle sue frasi ha conosciuto il fango della B. Le sue frasi, i suoi articoli, naturalmente in bella compagnia con altri pezzi di ex gloriosi giornalisti, hanno distrutto l'onore e la storia di un club amato nel mondo, un club nato su una panchina di Torino, che ha indossato il rosa per molto tempo. Il rosa è un colore delicato, come lo sono i suoi tifosi, talmente delicati da accettare tanta e tanta violenza mediatica senza rispondere con altrettanta violenza. No, non sono stati incendiati cassonetti, non sono state capovolte automobili, non sono stati bloccati treni, non sono state lanciate pietre, no, non è accaduto niente di tutto questo. I tifosi delicati, vestiti di rosa, hanno accettato senza colpo ferire una sentenza che gli ha annientati, sentendosi complici di un'associazione a delinquere.
Si, caro Candido, tutto questo hanno generato le tue frasi, i tuoi pezzi che ti "facevano capire", che hanno cambiato la storia di una squadra e calpestato l'onore di tredici milioni di innamorati di un sogno bianconero, che, però, si sono dimostrati molto più maturi e responsabili di te. Si, perché le tue frasi, i tuoi pezzi, erano carichi d'irresponsabilità, ignari di quello che potevano provocare. Ma il popolo vestito di rosa ha risposto con signorilità, incassando i tuoi sinistri in volto senza fare una piega, piangendo sul cuscino amico della notte, sperando che l'incubo avesse la velocità di un lampo. Purtroppo l'incubo continua, da quella calda estate del 2006, quando tu iniziasti a scrivere parole perfide e che si sono proposte imperterrite, instancabili, spietate, sino a ieri.
Adesso io spero, caro Candido, che tu possa rialzarti presto, perché la vita è un dono del Signore, che ogni essere umano merita, e sopravvivere è, appunto, un successo, che tu meriti, come tutti noi.
Rialzati Candido, fallo per Te e per chi ti vuole bene, potendo festeggiare un giorno, insieme al popolo vestito di rosa, il trionfo della giustizia.
15 commenti:
Bellissimo pezzo. Confesso che all'inizio ero un po' stupito dal tono.
Oggi alle 15 vado a vedere la primavera in semifinale al viareggio nel derby col torino. Mi interessa vedere da vicino Daud e Yago. In verità yago è dall'inizio dell'anno che sono curioso di vederlo all'opera. Vi saprò dire...
L'articolo è bellissimo.
Vorrei approfittare di questo spazio per dire una cosa a Cannavò che non ho mai avuto la possibilità di dire.
Ricordo le sue frasi rivolte a Pantani la sera di Madonna di Campiglio, ricordo il livore non del tifoso deluso, ma di chi era passato da Piazza Venezia e Piazzale Loreto. Beh, il giorno del suo funerale, non poteva starsene a casa?
a me non dispiace la sua cattiveria a fatto il resto quello che è dato è ricevuto. vedi con il mito pantani. juve x sempre.
Anonimo, perchè non ti firmi?
Stefano Marra
Nonostante lui sia uno ke ci ha buttato fango addosso NON merita la morte. Come è scritto nell'articolo la vita è un dono del signore e tutti meritano di viverla
La nostra maturità di tifosi, come sostiene Stefano, non so se alla fine sia stato un bene o un male. Riguardo a cannavò, ripettandolo come uomo in queste ore terribili per lui ma anche per i suoi cari...sarei un ipocrita se non ribadissi il mio personale giudizio sulla persona... che ha dimostrato nella sua carriera di non essere solamente imparziale, ma anche di essere un prezzolato giornalista senza dignità al servizio di altre persone che sia eticamente che moralmente vivono ai livelli più bassi della convivenza umana.
Un errore disumano quello di condannare e mettere al rogo i dirigenti juventini, Marco Pantani e tanti altri che avevano tutto il diritto fino a sentenza definitiva di difendersi e poter respingere il veleno loro lanciato.
Lui non ha mai avuto un dubbio e un uomo per essere veramente uomo dovrebbe vivere sempre mettendosi sempre in discussione. Tutti possiamo sbagliare ma la sua acredine e il suo comportamento non era dettato da ordini venuti dall'alto, o dalla arteriosclerosi dilagante ma anche da una incapacità di essere un uomo libero.
mario bani
quoto in toto mario bani,,che facciamo :di fronte alla morte,riabilitiamo il buon adolf?????? chi semina vento,raccoglie tempesta;;;;;;;quando hanno suicidato Pantani con chi si e' schierato??????? ,,il resto e' retorica oltre che ipocrisia,,,se lo piangano i suoi cari come e' giusto che sia, a me la cosa lascia del tutto indifferente, scusate lo sfogo,,,ciao e forza JUVE,,
Sostengo al 100% il Mario Bani pensiero.
Yannick75
x treze 1988:cosa significa :non merita la morte????forse che c'e' una classifica meritoria per la stessa? quando arriva arriva,senza se e senza ma;''la vita e' un dono del signore'',chi dice il contrario??????non e' che l'abbiano messo in condizione di morire(come avvenne col pantani) ma semplicemente e' arrivata;bastava si godesse la sua pensione (presumo bella sostenuta) e si godeva i suoi 79 anni;invece no,,andiamo a scrivere articoli a pontificare sull'onesta' a prescindere o altro;;;;;;;nessuno gli toglie niente punto ciao e forza JUVE
http://www.juvenews.net/r.php?id=8487
Candido Cannavò non ce l'ha fatta e si è dovuto arrendere dopo le due terribili emorragie. Cordoglio e condoglianze. Senza però alcuna ipocrisia: spiace per l'uomo e per la persona, perchè comunque è da mostri godere di una morte solo per il motivo che ha parlato male di noi, squadra di calcio. Pace all'anima sua.
E' stato comunque un giornalista di grande prestigio, non si arriva per caso a rappresentare quello che fu (ripeto, fu, passato remoto) il giornale sportivo più prestigioso d'Italia per decenni. Ma di lui, non credo lo ricorderò come uno che ci abbia voluto particolarmente bene: non dico il falso se è stato, ahinoi, uno dei principali punti mediatici per i quintali di fango che ci sono piombati addosso. E' un dato di fatto, una cronaca. Siamo buoni e non calchiamo troppo la mano visto il momento, però, è stato così. Me lo ricorderò meglio con interviste e servizi sul ritorno alla vittoria iridata della Ferrari, dei servizi con Enzo Ferrari, con Pelè e gli altri prestigiosi personaggi con cui ha avuto onore di parlare e lavorare. Uno però non possiamo dimenticarlo: telefonava spesso all'Avvocato Gianni Agnelli per fargli interviste, solitamente subito dopo un trionfo della Juve. Erano amici, l'Avvocato gli voleva anche bene. Ecco, caro Direttore Cannavò, segua un mio consiglio. Lassù, oltre le nuvole del paradiso, vada a parlare ancora con il signor Gianni. Le spiegherà delle cose che non ha scritto e che avrebbe dovuto dire
quoto stefano:mi ha fatto accapponare la pelle;;stendiamo un pietoso velo davanti alla morte,,ciao e forza JUVE
a me non dispiace la sua cattiveria a fatto il resto quello che è dato è ricevuto. vedi con il mito pantani. juve x sempre.scusate se non mi sono firmato ma il mio pensiero non cambia di una virgola,la coerenza non è una cambiale...... vedere il sito della juve cornuti e mazziati loro sono i primi responsabili della nostra tragedia,dirigensa venduta!!! MOGGI,GIRAUDO,BETTEGA; UOMINI VERI.
oliviro belluno
LA JUVE - «Ha contribuito a far conoscere e capire lo sport agli italiani». La Juventus ricorda così Candido Cannavò, l'ex direttore della Gazzetta dello Sport scomparso questa mattina all'età di 78 anni. «Il mondo del giornalismo sportivo ha perso uno dei suoi maestri», si legge sul sito internet del club bianconero, che ricorda i «quasi 20 anni» in cui Cannavò è stato direttore della "rosea". Ovvero «dal 1983, quando ha preso il testimone da Gino Palumbo - si legge - fino al 2002», quando ha lasciato il giornale nelle mani di Pietro Calabrese.
questo è il commento del sito ufficiale della juventus, incredibie la loro faccia di tolla.
venduti
Con tutto il rispetto per la morte e per il dolore , la scomparsa di Cannavò non mi fa ne caldo ne freddo . L'ho sempre detestato perchè , a mio modo di vedere , era il principe dei servi . Forte coi deboli e debole coi forti . Vedasi la campagna 2006 antijuve , vedasi come leccava Moggi solo qualche mese prima , vedasi come ridicolizzava Moratti ai tempi del 2002 , vedasi come lui e i suoi eredi incensano l'inter di oggi . Se ne e' andato uno dei tanti lacchè di cui è lastricato il globo terracqueo , di una razza diffusissima tra i giornalisti della carta stampata .
Alberto 72
Mi dispiace, ma di fronte alla morte di Cannavò non verserò nessuna lacrima di coccodrillo.
E' stato l'emblema dell'ipocrisia, del doppiogiochismo, della scorrettezza e non sarà la sua scomparsa a cambiare quanto ha fatto o il mio giudizio.
Non si tratta di valutare se "merita" la morte, che arriva per tutti ed è un dato di fatto non un giudizio.
In definitiva, non mi dispiace affatto per la morte di Cannavò.
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