mercoledì 6 maggio 2009

Bettega saluta il suo popolo


Lo scorso week end sono stato al mare con alcuni amici.
Mentre passeggio sulla spiaggia, mi trovo davanti Roberto Bettega. Sì, proprio lui. L’eroe delle mie domeniche quando ero bambino. L’anima bianconera della Juve più vincente che ci sia mai stata. Il simbolo, in pratica, della mia Juventus. E’ impegnato a rincorrere i nipoti sulla spiaggia. Il cuore mi batte a mille all’ora, anche se ho già avuto l’onore di stringergli la mano e di scambiare qualche parola con lui grazie a degli amici comuni. Mi piacerebbe avvicinarlo, ma ho timore di disturbarlo.
Mentre rimugino sul da farsi, mi viene in mente un episodio di per sé insignificante, ma che conservo ben presente. E’ l’ultima giornata del campionato 2000/2001. Quello dello scudetto alla Roma. La Juve gioca in casa contro l’Atalanta e a una ventina di minuti dalla fine (con i residui sogni di raggiungere la Roma ormai svaniti), c’è un’invasione di campo. La partita viene sospesa. Roberto scende in campo e prende in mano il microfono. Chiede al pubblico di lasciare proseguire la partita e di tornare sugli spalti. Poche parole, concluse con un incitamento pieno di rabbia e orgoglio: “Dimostrate di essere dei tifosi veri, come lo sono io!”. La partita viene ripresa e finisce. Il momento più emozionante erano state quelle parole dette quasi a rivendicare un attaccamento alla maglia ineguagliabile, un amore disinteressato e viscerale, un orgoglio senza pari: “Dimostrate di essere dei tifosi veri, come lo sono io!”.
Alla fine comunque decido di non rompergli le scatole e di raggiungere i miei amici che nel frattempo avevano proseguito nella loro passeggiata. Mentre sto per girare i tacchi ed andarmene, il mio sguardo si incrocia con quello di Bettega. Istintivamente mi dirigo verso di lui e lo saluto, ricordandogli dei comuni amici che ci avevano presentato. Quanta emozione! Io che mi sono sempre emozionato già a leggere una parola contenente la “j” di Juventus. Ed ora mi trovo davanti la Juventus in persona!Gli accenno del mio impegno per restituire la Juve agli juventini, del Team Ju29ro, dei miei interventi all’assemblea, del mio blog e dei forum.
E’ informatissimo, ben oltre le più rosee aspettative.
Mi dice di essere molto riconoscente a quei tifosi che lo sostengono e di apprezzare l’impegno di tutti quelli che cercano di restituire la Juventus al ruolo cui è stata predestinata dalla Storia. Mi parla in particolare di come lo commuova l’affetto che gli viene dimostrato da tutti i tifosi juventini, anche attraverso i forum. Prendiamo un caffè insieme. Non parliamo della stretta attualità bianconera, ma capisco tutta la sua amarezza, anzitutto di tifoso vero. Non spreca le parole, come non ha mai fatto. Ma quei pochi minuti sono sufficienti per farmi capire tutto l’affetto che ha nei confronti della nostra, della sua Juventus. Non si possono cancellare quaranta e più anni di vita in bianco e nero. Mi dice di non perdersi mai una partita della Juve e di essere sempre presente allo stadio di Torino. Gli chiedo perché non torna alla Juventus. Non è tempo, mi risponde. Svicola il discorso, ma leggo negli occhi tutto l’amore per quel sogno chiamato Juventus e l’orgoglio per quei colori. Azzardo chiedendogli un’intervista per il nostro sito. Garbatamente rifiuta; alle parole ha sempre preferito i fatti e - mi dice - i tempi non sono maturi. E’ il momento dei saluti. I nipoti lo richiamano all’ordine.
Mi chiede – con la consueta cortesia - di portare i suoi saluti attraverso i forum a tutti i tifosi suoi e della Juventus.
Non posso certo mancare a questa richiesta!
Lo ringrazio, grato per quei momenti che mi ha regalato oggi (e tutti gli altri del passato). Gli dico che tutti i tifosi veri lo rivogliono al posto che gli compete. Nella nostra Juventus, nella sua Juventus. Lui è un tifoso vero, uno juventino vero.
Non c’è dubbio, Roberto Bettega è uno ju29ro! E’ bello sapere che ama la Juve, è bello fargli sapere che noi ju29ri amiamo lui!

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Bettega l'ho conosciuto da bambino quando con mio padre e un suo caro amico andammo a visitare l'albergo dove alloggiava la Juve del Trap e di Platini in occasione di una partita ad Ascoli . Era il 1983 , avevo 11 anni . Era la Juve dei Campioni , la piu' forte di tutti i tempi e che perse lo scudetto con la Roma e la Coppa in quel di Atene . Ricordo personale : Platini fu una vera merda con noi bambini , Boniek quasi altrettanto chi ci abbracciò , chi si fotografò e stette con noi un'ora e mezza abbondante furono il Trap , Roberto Bettega , Paolo Rossi e Dino Zoff , il più amato dai papà . Bettega andò a richiamare Platini perchè tutti invocavamo lui , Bettega fu il primo ad arrivare col Trap e l'ultimo ad andarsene . Chissà quante centinaia di volte lo ha fatto per i suoi tifosi e per la sua maglia . Un Campione Indimenticabile . Leggendo quel racconto mi sono brillati gli occhi . E' impossibile oltre che incomprensibile che lo Juventino più Juventino dell'Urbe terracqueo sia stato allontanato dall'attuale dirigenza . L'Avvocato sta facendo capriole nella tomba e se un giorno mai avrò modo di vedere da vicino qualcuno degli attuali inquilini di Corso Galfer glielo strillerò col garbo di uno Juventino incazzato duro . Grazie Bobby Gol , TORNA PRESTO , E DALLA PORTA PRINCIPALE .

Anonimo ha detto...

ovviamente
Alberto 72

Anonimo ha detto...

bellissimo post..da trarne spunto: "dimostriamo di essere tifosi veri" e mettiamo da parte critiche, fischi, insulti e quant'altro di negativo possiamo in questo momento dare alla squadra....loro, i giocatori hanno bisogno di noi, a prescindere...4 vittorie per il 3 posto valgono più di ogni altra cosa in questo momento, e valgono l'immediato futuro!
io la penso così....basta fischi!

ciao a tutti e sempre e comunque
FORZA JUVE.

Fabio.

Anonimo ha detto...

x l'anonimo del primo messaggio: Platini è francese...i francesi stanno un pò tutti per le loro :)

Comunque mi hai fatto tornare in mente la mia gita di prima media...partimmo da Pescara per andare a Tivoli e per la soddisfazione del prof di educazione tecnica tifosissimo della Roma andammo a vedere l'allenamento dei giallorossi.
Era sabato 19 aprile 1986.
Mi è tornato in mente quando hai parlato di Boniek...era con la Roma e in effetti si mostrò un pò infastidito con noi bambini di allora. I migliori furono Conti, Pruzzo e Ancelotti.
Ancelotti fu mitico...conservo ancora la foto che si fece con tutti noi (una cinquantina) che lo abbiamo letteralmente devastato...nella foto è apparso con una bella risata sincera.
Pure Conti fu molto disponibile.
Mentre mi firmò il suo autografo da bimbo stronzetto gli chiesi "Allora quest'anno lo scudetto di chi è?"
E lui "De la Roma ahò!"

Il giorno dopo Roma-Lecce 2-3

E io godetti

Yannick75

Anonimo ha detto...

Riguardo a Bettega.

"I tempi non sono ancora maturi"

Questo mi lascia ben sperare.

MITICO BOBBY GOL.

Spero di rivederla nel nostro cda quando i tempi saranno maturi.

Yannick75

Anonimo ha detto...

speriamo che maturino presto
Tomaso

Anonimo ha detto...

Ho lo lacrime agli occhi dalla commozione quando vedo Bettega perchè mi ricordo che porto il suo nome (anni '70, papà tifosissimo Juventino come volevate che mi chiamasse??) ma soprattuto per quel che ha dato come giocatore e come dirigente alla Juve.
Quoto Yannick, se Bobby Gol dice che i tempi non sono ancora maturi, c'è speranza, e questa mi basta e ci deve bastare, almeno per qualche altro anno, ma non più di un lustro !!!
Bob72

Anonimo ha detto...

Io purtroppo non ho mai avuto il piacere di incontrarlo, eppure è stato il mio primo grande amore.
Gli scrissi, lui giovanotto di belle speranze, io poco più di una ragazzina e mi rispose con una fotografia autografata che custodisco ancora, dopo quasi 37 anni!
Ricordo la raccolta di articoli e di sue fotografie che ritagliavo da ogni giornale. E benché il primo scudetto che ricordo con precisione sia quello del 1967 (un altro 5 maggio per intenderci) la prima formazione della Juve che ho imparato a memoria è quella con lui, è quella del suo esordio con gol in serie a.
E nessun altro giocatore, né Platini, né Scirea, né Zidane, né DelPiero, né Buffon hanno avuto un posto così grande nel mio cuore.
Le sue lacrime nell’estate del 2006, sono state le mie lacrime (come quelle di tutti i veri tifosi della Juve) ed il suo allontanamento dalla Società è stato un dolore grande come la discesa in serie b.

Abbiamo bisogno di te, Bobbygol.
Per ora mi aggrappo anch'io a quel “I tempi non sono ANCORA maturi” e spero che presto lo siano.
Abbiamo bisogno di te, per tornare a sognare e vincere di nuovo.

Roberta

Anonimo ha detto...

ci vorrebbe mister wolf di pulp fiction, quello che risolve problemi

Anonimo ha detto...

Se non vuole parlare della situazione attuale significa che non può esporsi. L'unica ragione plausibile è che ci dev'essere qualcosa in ballo ed è molto probabile un suo ritorno nei ranghi

Amos ha detto...

Purtroppo non ho mai avuto la possibilità di conoscerlo, ma mentre leggevo avevo i brividi e questo vi basti a capire quello che provo per bobbygol. Uno dei pochissimi juventini VERI. Uno che nel 2006 all'ultima partita in casa si è sciolto in lacrime nel mezzo di uno stadio. Uno che rimpiango sempre di più ogni giorno che passa. L'amarezza è resa meno forte dalla convinzione che un giorno tornerà a lavorare per la Juve e a rappresentare tutti noi come si deve.
Ringrazio l'autore del post di cuore, per aver portato, se mai ce ne fosse bisogno, il nostro indissolubile sostegno a Roberto Bettega, uno che ha la juventus dentro come noi.

Anonimo ha detto...

Commuovente......

da libro Cuore !

Anonimo ha detto...

Bettega , insieme alla mia Juve, venne nel mio paese per giocare un amichevole con la squadra locale.Anno'74. Nel municipio cittadino, lui che veniva da una malattia che non lo fece partecipare al finale di campionato ma che vincemmo lo stesso, giocò quella amichevole pre estiva. Era una delle ultime partite di Sandro Salvadore. Zoff e Anastasi non erano presenti, giocavano al mondiale di Monaco se non erro. Bettega era gentilissimo e cordiale, dalle poche frasi scambiate e da qualche aneddoto che ci raccontò, capimmo subito che oltre che un grande giocatore, si trattava di una persona vera...come poi ha dimostrato di essere.

Non dimenticherò mai il suo volto e i suoi occhi quando all'ultima partita di campionato , nella bufera morattopoli, pianse di una rabbia che posso comprendere e che ancora oggi mi fa venire i brividi al solo pensiero di essere stati trattati in quel modo!

Ma così è in Italia, o di quello che rimane di questa povera italietta ombra della sua civiltà. In Italia quando dai fastidio ai potenti, non hai scampo...e proprio in quei momenti che mi sento un suddito e non un cittadino!
Bettega rappresenta per me che seguo la Juve dai primi anni '60 un giocatore che ha indossato e indossa ancora e la indosserà sempre una maglia bianco e nera e che ha il nome più bello del mondo!
Juventus, non un nome di una città, di un detersivo, di un medicinale o di un oggetto!!

mario bani

Anonimo ha detto...

Dentro Bettega,
Blanc & compagnia ridens
F U O R I D A I C O G L I O N I!
jAN

guido ha detto...

Il racconto dell'incontro con Roberto Bettega mi ha commosso. Non nascondo di aver provato un pizzico di invidia nei confronti del fratello bianconero che ne ha avuto l'occasione e l'onore. Son contentissimo di sapere che Bobby è consapevole della nostalgia che tutti noi Juventini abbiamo di lui.
Personalmente, ricordo come fosse ieri (ma son passati quasi 35 anni!) la mia esultanza di bambino già innamorato della Juve e di lui in occasione del suo primo gol dopo la malattia che lo allontanò dai campi di gioco per lunghissimi mesi.
Roberto Bottega: ci manchi quanto non immagini,
Spero che i tempi maturino prestissimo.
Guido da Tricase (Le)