Con la chiusura ufficiale del calciomercato e le prime due giornate di campionato in archivio è giusto anche sbilanciarsi nel consueto pronostico di inizio stagione.
E' innegabile che la Juventus si sia rinforzata rispetto all'anno scorso.
Diego e Felipe Melo sono giocatori di carisma e spessore internazionale che giocherebbero titolari in qualsiasi TOP-TEAM europeo.
Caceres, Cannavaro e Grosso sono invece tre difensori che, seppur scaricati per vari motivi dai precedenti club, hanno grande voglia di rigenerarsi a Torino.
In panchina largo all'entusiasmo di Ciro Ferrara, contagioso per l'intero ambiente bianconero.
(Monumento vivente alla Sensi per non aver liberato in tempo Spalletti quando era stato indicato dalla Proprietà juventina come il prescelto)
Erano davvero anni che a Torino non si respirava un clima del genere.
Ma la Juventus ha davvero ridotto il GAP nei confronti dell'Inter?
L'impressione è che, in questo momento, a questa domanda non sia possibile rispondere.
Tutto dipende sopratutto da Diego, la nuova stella juventina.
Se si confermerà un grandissimo ed i presupposti iniziali fanno davvero ben sperare, la squadra bianconera se la giocherà fino alla fine.
E' innegabile che la Juventus si sia rinforzata rispetto all'anno scorso.
Diego e Felipe Melo sono giocatori di carisma e spessore internazionale che giocherebbero titolari in qualsiasi TOP-TEAM europeo.
Caceres, Cannavaro e Grosso sono invece tre difensori che, seppur scaricati per vari motivi dai precedenti club, hanno grande voglia di rigenerarsi a Torino.
In panchina largo all'entusiasmo di Ciro Ferrara, contagioso per l'intero ambiente bianconero.
(Monumento vivente alla Sensi per non aver liberato in tempo Spalletti quando era stato indicato dalla Proprietà juventina come il prescelto)
Erano davvero anni che a Torino non si respirava un clima del genere.
Ma la Juventus ha davvero ridotto il GAP nei confronti dell'Inter?
L'impressione è che, in questo momento, a questa domanda non sia possibile rispondere.
Tutto dipende sopratutto da Diego, la nuova stella juventina.
Se si confermerà un grandissimo ed i presupposti iniziali fanno davvero ben sperare, la squadra bianconera se la giocherà fino alla fine.
C'è da starne certi.
Forse è nata una Juve Diego-dipendente che per il suo gioco e per competere ai massimi livelli dubito potrà mai fare a meno del nuovo idolo dei tifosi bianconeri.
Il centrocampo, orfano dell'ex Nedved (quanto mancherà la sua grinta!), è stato rinforzato anche dall'arrivo del "gladiatorio" Felipe Melo.
L'idea di una diga in tandem con Sissoko nel settore nevralgico del campo mi crea un moto di erezione.
Unico rammarico in mediana è la cessione di Zanetti (che avrebbe fatto sicuramente comodo) sacrificato per la matematica difficoltà a cedere i "bolsi" Tiago e Poulsen.
Meno rammarico per la cessione di Marchionni, ma la scelta di abbandonare quasi completamente il gioco sulle fasce mi convince poco.
In difesa fin'ora, grande sicurezza al centro ha apportato il ritorno di Cannavaro.
Da rivedere però con attacchi più pericolosi.
Davanti largo alla coppia più dinamica che in questo momentoè sicuramente quella tra Amauri e Iaquinta che con il loro incessante movimento creano tra l'altro quegli spazi tanto cari a Diego.
E' bene specificare però che con questa scelta probabilmente ne risentirà la media realizzativa offensiva, abituata sin troppo bene in passato dalla coppia Trezeguet-Del Piero.
Da valutare in merito l'inserimento futuro di Del Piero, da utilizzare solo e tassativamente quando sarà in forma (gli anni passano per tutti, ahimè), mentre per Trezeguet la scalata all'11 titolare sarà molto più dura.
In una squadra in cui praticamente almeno fino a domenica scorsa si attendevano cross giocabili dalle fasce con la stessa probabilità di fare il 6 al Superenalotto, quante opportunità si prospettano all'orizzonte per l'attaccante francese?
Basteranno gli innesti di Caceres e Grosso a colmare questa lacuna?
Dicevamo dell'Inter.
Al contrario della Juve si è liberata dalla sua dipendenza, vendendo a peso d'oro Ibrahimovic, il giocatore che praticamente negli anni passati vinceva da solo o quasi.
Ma da questa cessione, per assurdo, si è rinforzata.
Ed è forse proprio questo che spaventa di più gli avversari.
Si è passati da una prevedibile palla ad Ibra e pedalare ad una voglia irrefrenabile di fare bel gioco, anche grazie e sopratutto alla sontuosa campagna acquisti estiva neroazzurra.
La nuova Inter è nettamente una squadra più forte di quella dello scorso anno.
E allora Zeru alibi stavolta per Mourinho.
Se si analizzano attentamente i vari settori del campo e si valutano ruolo per ruolo le alternative disponibili, ci si domanda come potranno riuscire i giocatori interisti a non rivincere lo scudetto pure quest'anno, anche alla luce del saldo rigori che vede l'Inter partire praticamente da 1 a 0 a partita (con un rigore a favore fisso o quasi) mentre Julio Cesar sono ormai oltre 50 partite che non si trova a fronteggiare un rigorista avversario.
Cifre che se accostate al nome di Luciano Moggi farebbero gridare allo scandalo.
Altro che aborto giuridico, pardon Calciopoli.
Il nuovo Milan (praticamente il vecchio senza Kakà) è la solita incognita di questi ultimi anni.
Se, se, se e ancora se.
Tutto dipende da troppi giocatori.
Se Nesta recupera. Se Ronaldinho torna fenomeno. Se Gattuso e Pirlo tornano a grandi livelli.
Indecifrabile.
Per assurdo un Milan al massimo della forma dei suoi giocatori e sfruttando anche l'entusiasmo dell'esordiente Leonardo potrebbe anche esser da scudetto alla pari di Inter e Juventus mentre con l'eventuale ritorno di cronici problemi di salute e di rendimento rischierebbe di esser addirittura ricacciata nella mischia della lotta per la zona Champions, forse il punto più trafficato e meno decifrabile della serie A.
Sampdoria, Napoli, Genoa, Fiorentina, Lazio, Udinese, Palermo sono tutte squadre attrezzate per scalare la classifica, fino alle prime posizioni. Chi più chi meno.
Il centrocampo, orfano dell'ex Nedved (quanto mancherà la sua grinta!), è stato rinforzato anche dall'arrivo del "gladiatorio" Felipe Melo.
L'idea di una diga in tandem con Sissoko nel settore nevralgico del campo mi crea un moto di erezione.
Unico rammarico in mediana è la cessione di Zanetti (che avrebbe fatto sicuramente comodo) sacrificato per la matematica difficoltà a cedere i "bolsi" Tiago e Poulsen.
Meno rammarico per la cessione di Marchionni, ma la scelta di abbandonare quasi completamente il gioco sulle fasce mi convince poco.
In difesa fin'ora, grande sicurezza al centro ha apportato il ritorno di Cannavaro.
Da rivedere però con attacchi più pericolosi.
Davanti largo alla coppia più dinamica che in questo momentoè sicuramente quella tra Amauri e Iaquinta che con il loro incessante movimento creano tra l'altro quegli spazi tanto cari a Diego.
E' bene specificare però che con questa scelta probabilmente ne risentirà la media realizzativa offensiva, abituata sin troppo bene in passato dalla coppia Trezeguet-Del Piero.
Da valutare in merito l'inserimento futuro di Del Piero, da utilizzare solo e tassativamente quando sarà in forma (gli anni passano per tutti, ahimè), mentre per Trezeguet la scalata all'11 titolare sarà molto più dura.
In una squadra in cui praticamente almeno fino a domenica scorsa si attendevano cross giocabili dalle fasce con la stessa probabilità di fare il 6 al Superenalotto, quante opportunità si prospettano all'orizzonte per l'attaccante francese?
Basteranno gli innesti di Caceres e Grosso a colmare questa lacuna?
Dicevamo dell'Inter.
Al contrario della Juve si è liberata dalla sua dipendenza, vendendo a peso d'oro Ibrahimovic, il giocatore che praticamente negli anni passati vinceva da solo o quasi.
Ma da questa cessione, per assurdo, si è rinforzata.
Ed è forse proprio questo che spaventa di più gli avversari.
Si è passati da una prevedibile palla ad Ibra e pedalare ad una voglia irrefrenabile di fare bel gioco, anche grazie e sopratutto alla sontuosa campagna acquisti estiva neroazzurra.
La nuova Inter è nettamente una squadra più forte di quella dello scorso anno.
E allora Zeru alibi stavolta per Mourinho.
Se si analizzano attentamente i vari settori del campo e si valutano ruolo per ruolo le alternative disponibili, ci si domanda come potranno riuscire i giocatori interisti a non rivincere lo scudetto pure quest'anno, anche alla luce del saldo rigori che vede l'Inter partire praticamente da 1 a 0 a partita (con un rigore a favore fisso o quasi) mentre Julio Cesar sono ormai oltre 50 partite che non si trova a fronteggiare un rigorista avversario.
Cifre che se accostate al nome di Luciano Moggi farebbero gridare allo scandalo.
Altro che aborto giuridico, pardon Calciopoli.
Il nuovo Milan (praticamente il vecchio senza Kakà) è la solita incognita di questi ultimi anni.
Se, se, se e ancora se.
Tutto dipende da troppi giocatori.
Se Nesta recupera. Se Ronaldinho torna fenomeno. Se Gattuso e Pirlo tornano a grandi livelli.
Indecifrabile.
Per assurdo un Milan al massimo della forma dei suoi giocatori e sfruttando anche l'entusiasmo dell'esordiente Leonardo potrebbe anche esser da scudetto alla pari di Inter e Juventus mentre con l'eventuale ritorno di cronici problemi di salute e di rendimento rischierebbe di esser addirittura ricacciata nella mischia della lotta per la zona Champions, forse il punto più trafficato e meno decifrabile della serie A.
Sampdoria, Napoli, Genoa, Fiorentina, Lazio, Udinese, Palermo sono tutte squadre attrezzate per scalare la classifica, fino alle prime posizioni. Chi più chi meno.
Chi potrebbe esser retrocessa ormai da questa fascia con una squadra nonchè un ambiente sull'orlo di una crisi di nervi, è la Roma.
In bocca al lupo a Ranieri, tanto difeso dalla stampa romana nel biennio bianconero, per questa nuova avventura.
In chiusura mi preme sottolineare una cosa:
a differenza degli anni passati la Juventus (dirigenza, allenatore, giocatori, tifosi) ci crede davvero.
Ed anche il sottoscritto intravvede possibilità che nella passata gestione tecnica mai aveva scorto all'orizzonte.
Sicuramente inferiori a quelle dell'Inter ma i sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi.
E che Diego ce la mandi buona.....Finchè c'è lui, c'è speranza!
In bocca al lupo a Ranieri, tanto difeso dalla stampa romana nel biennio bianconero, per questa nuova avventura.
In chiusura mi preme sottolineare una cosa:
a differenza degli anni passati la Juventus (dirigenza, allenatore, giocatori, tifosi) ci crede davvero.
Ed anche il sottoscritto intravvede possibilità che nella passata gestione tecnica mai aveva scorto all'orizzonte.
Sicuramente inferiori a quelle dell'Inter ma i sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi.
E che Diego ce la mandi buona.....Finchè c'è lui, c'è speranza!
14 commenti:
"Da valutare in merito l'inserimento futuro di Del Piero, da utilizzare solo e tassativamente quando sarà in forma (gli anni passano per tutti, ahimè)"
sarà.. ma a me pare che dopo solo 2 partite ha detto che con la lazio vuole esserci!!
vedremo..
solo su una cosa dissento... l'inter a mio avviso perde il 30% in potenzialità e non si rinforza. Non si tratta solo di Ibra, ma di quel senso di sazietà che a mio modesto paree porterà l'inter a molte partite come quella col Bari e a qualche partita - quelle contro le grandi, quelle in cui riusciranno a trovare gli stimoli - come quella col Milan.
Detto ciò, sempre forza Juve.
Matiga
Stefano...ma questo non é un blog Juventino o sbaglio ?
Parlare sempre dell'Inter perché ?
Comunque l'anno scorso per quanto riguarda i rigori alla Juve ne hanno fischiato solo uno contro ..quando vinceva 4-0 ! Non vedo grande differenza !
Matiga ...non é problema di stimoli...o meno....
Se una squadra che gioca contro l'Inter gioca con 11 uomini dietro la palla e si affida al contropiede...puo´farcela soprattutto in questo periodo ....se gioca come il Milan ...a viso aperto....beh allora.....
Anonimo...i numeri vanno letti fino in fondo...da Farsopoli l'Inter al momento opportuno ha sempre un rigore a favore...e ZERO contro da 50 partite!
...nonostante Zanetti controlli col braccio a Genova contro la Samp...nonostante Burdisso trattiene Pazzini (Fiorentina) in area e Rosetti lascia proseguire...nonostante Cordoba atterri Corradi contro la reggina...nonostante Muntari commetta fallo su Marchionni contro la Juve...nonostante Cordoba commetta fallo su Pazzini (Samp)...
...e ho detto solo alcuni episodi dello scorso campionato.
PENOSI
giuseppe84
ben trovati a tutti,,,sono appena tornato dal mare,,ho visto in tv roma JUVE e' sono rimasto incantato da diegoal,,,,,,,speriamo non ce lo spacchino,,,,detto questo:::::melo,ottimo interditore,ma lo vorrei meno presuntuoso(a volte perde palla come un pollo,),soddisfatto per cannavaro,,ottimo l'acquisto di grosso (contro la roma non abbiamo fatto un cross decente dalle fasce), deceglie deve crescere(non e' un terzino puro),per il resto molto fiducioso ::::::::::forza JUVE
Appunto i numeri leggiamoli fino in fondo e tutti...e non solo quelli che interessano !
Buona analisi.
In merito all'Inter, aspetterei qualche settimana prima di giudicare se è più forte o meno dello scorso anno. Ora le squadre sono ancora in rodaggio ed è più facile fare bel gioco, visto che i reparti sono ancora troppo lunghi. Quando i meccanismi saranno oliati, scardinare le difese arroccatissime di Chievo, Bari, Bologna, Catania e così via, sarà molto più difficile.
In ogni caso l'acquisto di Sneijder è più importante di quanto si creda, perché contribuisce a creare quella circolazione palla a terra che lo scorso anno l'Inter non aveva affatto.
Riguardo la Juve, credo che sia limitativo ridurre tutte le fortune della squadra alle prestazioni di Diego.
Prima di tutto perché in Italia nove volte su dieci il campionato lo vince chi ha la miglior difesa e non il migliore attacco. In secondo luogo perché il divario tra le squadre di vertice è quasi sempre molto ridotto (non l'anno scorso purtroppo), per cui sulla classifica finale può pesare anche la cosa più insignificante.
Quindi, è necessario che Buffon si superi. E' necessaria una difesa che sia concentrata sulle marcature, che non prenda gol sui calci piazzati, che faccia bene i movimenti e che tenga corta la squadra. Serve un centrocampo che dia continuità all'azione, equilibrio e pressing. Davanti servono giustamente i fenomeni. Ma non ci sono solo loro.
Domani sono ventanni che non c'è più Gaetano Scirea.
Non ho mai più visto un difensore così elegante, efficace e corretto.
Pensare alla Juve, a quella Juve mi viene da dire che prima Morini e poi Sergio Brio e Claudio Gentile furono la faccia sporca di Gaetano, un libero che palla al piede impostava con la grazia di un ballerino russo, un difensore che ha giocato centinaia di battaglie senza mai vedersi sventolare un rosso,senza mai alzare baresianamente il braccio per chiamare un offside, con un timing d'intervento swiss made.
Uomo e giocatore d'altri tempi.
Il suo giro di campo a Madrid con la Coppa del mondo rimane il ricordo più fulgido che ho di lui.
Uno che se il destino non l'avesse impedito sarebbe stato il naturale successore di Giampiero Boniperti alla Presidenza della Juventus,per stile,storia ed educazione senza la dabbenaggine di certi presidenti binari.
Grazie del tuo esempio Gaetano, essere juventini è essere come eri tu.
Ciao Gaetano,sarai sempre nei nostri cuori bianconeri.
Alberto 72
Giulio Gori sei un genio.....
l'anno scorso l'inter non giocava palla a terra ...anzi non giocava proprio ! palla lunga e Ibra risolvi...
Per questo hanno dovuto comprare 5 giocatori per cambiare gioco ...e con il Milan lo hanno fatto bene ! Eto'o mai e poi mai avrebbe potuto fare reparto da solo !
IL MIO RICORDO A GAETANO SCIREA.
Probabilmente il calciatore che meglio di tutti ha saputo sposare lo STILE JUVE tanto caro all'Avvocato.
E intanto dopo i vomitevoli falsi moralismi di John Elkann sull'ultimo Re d'Italia, ecco spuntarne oggi sul Corriere della Sera uno ancor più grave, più squallido, più vergognoso. Parla Guido Rossi.
http://www.corriere.it/cronache/09_settembre_02/rossi_agnelli_manca_df691dfc-977f-11de-b29b-00144f02aabc.shtml
VERGOGNA ITALIA!
Oggi sono vent'anni che è morto Gaetano Scirea.
Quando ha appeso gli scarpini al chiodo, nell'88, avevo undici anni. Mi rendevo conto già allora che si chiudeva un'epoca. Ancora oggi si parla spesso del grande capitano, ma mi accorgo che troppi ragazzini cadono in un equivoco: credono che si parli di lui perché era un gentiluomo raro e perché ci ha lasciati maledettamente presto. Ma per chi non è nato prima del 1980 è davvero difficile capire che dietro la retorica c'è stato anche un fuoriclasse unico.
Ricordo che erano finiti da pochi giorni i mondiali dell'82. Avevo cinque anni e mezzo, giocavo col Super Tele e naturalmente cercavo di emulare i miei idoli, Paolo Rossi e Dino Zoff. Ricordo che mio nonno, follemente malato di Juve dagli anni '30, mi disse: "Rossi fa i gol, ma come Scirea non c'è nessuno". "Perché? Cosa fa Scirea?". Lui mi rispose: "Quando c'è Scirea non si passa. Non è possibile".
Sarà un po' per il fascino di quella frase, sarà perché presto mi sono accorto che la natura mi aveva regalato piedi ben poco gentili, ma da allora ho sempre guardato ai difensori con ammirazione, spesso persino con esaltazione: quella brutta razza che si diverte a rompere le uova altrui, a rovinare le azioni, a distruggere, a fare il cane da guardia. Mi sono innamorato di Jurgen Kohler, ho adorato Montero, ho ammirato, non senza una punta di invidia verso i milanisti, Franco Baresi. Ma Scirea, Gaetano Scirea è sempre stato di un altro pianeta. Con quelle sue spallucce scese, con quel torace da riformato alla leva, comandava un reparto di picchiatori (Brio, Gentile, Favero, Vierchowod o Collovati che fossero) con una grazia che è rimasta sconosciuta da allora. Non che non fosse un lottatore, anzi. Ma la naturalezza dei suoi movimenti, la sua scelta di tempo quasi musicale, in punta di piedi, l'apparente seraficità con cui rubava il pallone agli avversari, ne smascherava un carattere che del calciatore tipico non ha niente: per nulla rissoso, ben poco impertinente, da ragazzino a un primo sguardo dev'essere sembrato uno di quelli che col pallone avrebbero avuto poca fortuna. E invece guardarlo in campo era uno spettacolo, non solo per le sue inarrivabili doti difensive (non credo di ricordare qualcuno che l'abbia mai dribblato), ma anche perché dava del tu al pallone come e meglio di tante mezzale. Ha scritto di lui Luigi Garlando: "E invece nessuno è stato grande come Gaetano, perché gli altri, compresi i sommi Beckenbauer e Baresi, erano difensori che avanzavano, lui era difensore in difesa, centrocampista vero a centrocampo, attaccante vero in attacco. Era unico".
E dietro quell'apparenza schiva, c'era un trascinatore raro. Era uno che rincuorava i compagni dopo l'errore, che spronava alla rimonta, era uno su cui tutti potevano contare. Ma soprattutto era uno che faceva la differenza nei momenti cruciali, nelle grandi partite. Il suo curriculum non lascia spazio a equivoci: 7 Scudetti, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Uefa, 1 Supercoppa europea, 2 Coppe Italia... Per non parlare del Campionato del Mondo con la Nazionale. A livello di club, Scirea e Antonio Cabrini mi risultano essere gli unici giocatori dell'intera storia del calcio europeo ad aver vinto tutti i trofei disponibili (anche se è giusto citare anche Marco Tardelli, che lasciò la Juve pochi mesi prima della vittoria dell'Intercontinentale). Se pensiamo che fino al 1977 i bianconeri in Europa erano a bocca asciutta e che dieci anni dopo furono insigniti della prestigiosa Targa UEFA, come prima squadra della storia ad aver vinto tutte e tre le grandi competizioni continentali, possiamo renderci conto dello straordinario valore di quella generazione.
Mi ricordo che quel 3 settembre 1989 ero a casa con mio nonno a vedere la Domenica Sportiva. Nel paese dove sono cresciuto, a pochi chilometri da Firenze, era l'ultimo giorno della Fiera di fine estate. Ero rientrato di corsa a casa, subito dopo i fuochi d'artificio, per vedere i gol della Juve che aveva vinto a Verona per 4-1. Ricordo che io e il nonno, all'annuncio di Sandro Ciotti, rimanemmo zitti senza guardarci. Mio nonno si alzò e andò a letto senza dire una parola. Io corsi fuori ad avvertire il babbo. Assieme a lui c'era diversa gente, quasi tutti tifosi viola, tutti a darsi da fare per smontare i banchi e i chioschi della Fiera. Quando diedi loro la notizia, si fermarono tutti e andarono al bar davanti alla televisione. Tutti, in rispettoso silenzio, a ascoltare le parole di Ciotti e a abbassare lo sguardo alle lacrime di Tardelli. L'odiatissima Juve, i ladri bianconeri, i gobbi, quella sera si erano dissolti. Quella sera rimase solo Scirea, il gentiluomo, il campione del mondo, il fuoriclasse.
grazie per le belle parole su Scirea. mi associo anche io commosso al ricordo del mitico Gaetano. uno dei migliori italiani di tutti i tempi....
dj nepo
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