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domenica 24 maggio 2015

Nemmeno la Juve B fa sconti: Pereyra, Sturaro e Pepe condannano il Napoli. E che partita Coman!




lunedì 12 gennaio 2015

Dopo 14 anni, la Juve torna a vincere a Napoli

3 punti pesanti come il marmo

lunedì 28 ottobre 2013

JUVE e NAPOLI non mollano ma questa ROMA è da record!


Contro il Genoa si è vista una gran bella Juve che ha assediato i liguri dall'inizio alla fine.
Esito della partita mai in discussione.
La squadra è in ripresa ma per riprendere in vetta questa Roma da record servirà la migliore Juve.
E lo stesso discorso vale per il Napoli di Benitez se vuole davvero lottare per lo scudetto.

domenica 1 settembre 2013

sabato 2 marzo 2013

bicchieremezzopieno #salutatelacapolista


La JUVE fallisce il match point a NAPOLI, ma resta a + 6 e scontro diretto a favore...




lunedì 25 febbraio 2013

La Juve batte il Siena e va a più 7. Ora tocca al Napoli rispondere








venerdì 18 gennaio 2013

NAPOLI assolto, il campionato ora è pulito!

Ovviamente si può parlare di torneo falsato solo quando c'è un episodio a favore della JUVE...


sabato 15 dicembre 2012

Prima il NAPOLI poi l'INTER, ora la LAZIO? Ma esiste l'ANTI-JUVE?


lunedì 10 dicembre 2012

bicchieremezzopieno Tra Inter e Napoli la vera anti-Juve è...



domenica 18 novembre 2012

bicchieremezzopieno Marchetti ferma la Juve ma El Shaarawy il Napoli. Giocando così poi...


Giocando con questa determinazione e creando così tante occasioni da gol difficilmente in futuro la Juve non vincerà la partita.

sabato 20 ottobre 2012

Troppo forte la JUVE per il NAPOLI. La cooperativa del goal colpisce ancora!


MUGHINI: "CALCIOPOLI non sarebbe mai esistita se la FIAT non fosse stata sull'orlo del baratro. Tra JUVE e NAPOLI vinca il migliore!"


fonte LIBERO

Eccome se mezza Italia non rimarrà stasera attaccata al televisore a guardare le immagini della Juve e del Napoli che si affrontano all’ultimo respiro. Calcisticamente parlando che c’è di più affascinante dello scontro tra due città talmente importanti della storia italiana e talmente diverse nel rappresentarne l’identità? Ebbene se c’è un giornalista-scrittore che mai e poi mai alzerebbe il nasino nel pronunciare che non ama il calcio, che lo reputa un passatempo degno del popolino, questi è il piemontese Aldo Cazzullo. E difatti il Corriere della Sera di cui è una delle firme di punta lo manda puntualmente a raccontare le vicende di ciascuna Olimpiade, le gesta di eroi dello sport quali Igor Cassina o Federica Pellegrini. E difatti il calcio compare nelle primissime pagine di questo suo recentissimo e tredicesimo libro, il mondadoriano “L’Italia s’è ridesta”. Un libro dove Cazzullo fa una gran scommessa sul futuro del nostro Paese, di cui lui è convinto che abbia le risorse e le intelligenze per rinascere. Tanto che queste potenzialità che ne fanno a tutt’oggi un brand attirantissimo in tutto il mondo, le va a scovare città per città dello stivale, da Torino a Palermo. Torino è poi la città dove Cazzullo ha fatto gli studi universitari e dove ha debuttato da giornalista, la città che ha circumnavigato in molti dei suoi libri. La città della famiglia Agnelli, della Juve, di Luciano Moggi. Ed ecco che nel capitolo dedicato a Torino, Cazzullo da innamorato del calcio te lo dice netto e perentorio. Che la Juve è una gran cosa e ha una gran storia, ma che solo «gli irriducibili» - e sono sicuro che Aldo stesse pensando fra gli altri al sottoscritto continuano a pensare agli «anni di Moggi come ad “anni gloriosi”». E per fortuna - scrive ancora Aldo - che il ruolo di direttore sportivo della Juve è toccato a un uomo in gamba come Giuseppe Marotta, e meno male che la Juve s’è costruita lo stadio più moderno d’Italia, e meno male che la sua storia continua. No, Aldo. Chi ti scrive è davvero un «irriducibile» sull’argomento, e non molla. Bada bene, non ti sto parlando da tifoso, ciò che sarebbe miserevole. Ti sto parlando da amico, come te interessato alle verità e alle particolarità della storia italiana, calcio e tutto il resto. Perché nel delitto giudiziario e massmediatico compiuto ai danni della Juve nell’estate del 2006, c’è tutto della storia torinese e di quella italiana. Senza quel tutto della storia degli Agnelli, della Fiat e della politica italiana non capisci neppure l’abc di Calciopoli. Altro che calcio come oasi separata della nostra società, come credono i babbei che alla mattina comprano in edicola solo un quotidiano sportivo. Calciopoli non ci sarebbe stata o non sarebbe stata a quel modo impudente che è stata: intercettate solo le telefonate di Moggi e mentre tutte quelle fatte dai dirigenti di altre società venivano accuratamente conservate nei ripostigli i più remoti. Calciopoli non ci sarebbe stata se Gianni o Umberto Agnelli fossero stati ancora vivi, ma soprattutto se la Fiat del 2005-2006 non fosse stata sull’orlo del baratro, una situazione che Sergio Marchionne ha ricordato per la centesima volta poche settimane fa. È la debolezza politico-economica della Fiat di quel momento a far sì che gli eredi Agnelli paghino un togatissimo avvocato torinese per «non» difendere la Juve, per non fare al «mostro» Moggi una sola telefonata a chiedergli se tutte le vittorie di dodici anni «gloriosissimi» fossero davvero dovute a un’unica e gigantesca combine. Se quel fottìo di scudetti e finali internazionali la Juve li avesse conquistati non per come Zidane, Nedved, Del Piero, Vialli, Deschamps e cento altri giocavano a palla, e bensì per essere andati Moggi e Giraudo (accompagnati dalle loro mogli) a cena dal designatore Paolo Bergamo. Ma ve la immaginate per un solo momento Calciopoli se al timone della Juve ci fosse stato nel 2006 un Andrea Agnelli, uno che strepita e ulula per ogni torto anche piccolo che fanno alla Juve di oggi? E nel 2006 non è che si trattasse di un torto, s’è trattato del tentativo di distruggere la storia e l’onore di una squadra che in dieci milioni di italiani amiamo «irriducibilmente». Se il tentativo malgrado tutto non è riuscito, è perché il gruppo dirigente della Juve sì, Moggi e Giraudo - aveva seminato talmente bene e senza spendere una sola lira della Fiat, tanto che con i pochi campioni che le erano rimasti e con i campioncini allevati nel vivaio Juve (da Marchisio a Criscito) la Juve ha conquistato secondi e terzi posti dietro le armate milanesi per le quali la famiglia Berlusconi e la famiglia Moratti avevano speso di che essere rimasti oggi senza una lira che sia una. Lo ripeto per l’ennesima volta. Altro che cene a casa Bergamo, con i soldi spesi dalle due società milanesi Moggi avrebbe comprato tutta Hollywood, ivi compresa Madonna, Nicole Kidman e Uma Thurman. E a non dire dello stadio nuovo e pimpante. Un’idea e un progetto interamente by Giraudo, e ci provi qualcuno a smentirmi.

Giampiero Mughini

giovedì 18 ottobre 2012

BRUNO: "NAPOLI, che furto quella volta ai danni della JUVE..."

L’ex difensore della Juventus Pasquale Bruno, uno che in campo non le ha mai mandate a dire, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Radio Audax, 107.65 Fm a Roma, per anticipare il big-match di sabato pomeriggio tra Juventus e Napoli e ovviamente non sono mancati interventi schietti e duri come quelli a cui ci aveva abituato da calciatore.

Bruno, la rivalità tra Juventus e Napoli cosa le ricorda?
 «A distanza di tanti anni mi brucia ancora dentro quella sfida di Coppa Uefa del 1989 in cui la Juventus fu fortemente penalizzata dall’arbitro, di cui ricordo ancora oggi nazionalità e nome.
Quella sera fu un arbitraggio a senso unico con quel gol annullato ingiustamente a Laudrup che ancora grida vendetta, il rigore inventato su Careca che accentuò la caduta oltre a tanti altri episodi dubbi contro la Juve. Per noi fu una partita da incubo sotto tutti i punti di vista.  Poi quando ormai eravamo preparati ai rigori arrivò improvvisa la rete di Renica al 119’che permise al Napoli di passare alle semifinali di Coppa. Ricordo che lo Stadio San Paolo era gremito in ogni ordine di posto. Le cifre ufficiali parlarono di 88'000 persone ma per me erano tanti, molti di più visto che non entrava più uno spillo e quando segnava il Napoli tremavano anche i piloni dello stadio (che era in rifacimento per i Mondiali di Italia ’90 ndr). Quella sera fu una somma di errori. Pazienza, però lo possiamo dire senza nasconderci: quella gara fu un vero furto».

Maradona quella sera si lamentò del suo “trattamento”.
«Maradona era un grande, in campo un vero esempio. Lui in carriera ha preso tante di quelle botte altro che Messi… Mi fanno ridere quelli che mettono a confronto i due giocatori. Messi sarà anche grande giocatore ma Maradona era unico.  Messi oggi gioca con i due-tre metri di vantaggio del calcio moderno. Vorrei vedere Maradona con quei metri di vantaggio quanti goal avrebbe fatto…  In quel Napoli comunque c’era anche un altro fenomeno: Careca. Quella sera era immarcabile, mi fregò sul rigore accentuando la caduta ma poi me lo sono sognato per notti intere. L’altra sera ho rivisto in tv un’altra partita degli anni 90’ tra  Juve e Napoli. Uno come Careca oggi non esiste»

Eppure secondo Cassano, Messi è più forte di Maradona
«Se ne dicono di cazzate e Cassano ci casca spesso.  Come anche l’ultima che ha detto, che “alla Juve vogliono solo soldatini”. Alla Juve vogliono uomini veri che sanno che rappresentano una grande società con milioni di tifosi sparsi per il mondo. Io quando giocavo nella Juve se arrivavo vestito in jeans venivo rimproverato. Era importante anche l’immagine, non solo il talento. Se vai alla Juve vai lì per vincere perché c’è una mentalità diversa, unica. E lo dice uno che in cuor suo è rimasto granata. »


I difensori di oggi?
«Penalizzati dal nuovo regolamento. Io quando giocavo entravo sempre duro e non rinnego niente. Gli arbitri all’epoca si divertivano ad ammonirmi o cacciarmi fuori. La marcatura a uomo rendeva il calcio più sentimentale. Ora che non c’è più non abbiamo più un difensore degno di nota o quasi. Se guardo che in nazionale giocano Ogbonna e Bonucci mi viene da piangere. Della Juventus e Napoli ammiro Cannavaro e Chiellini per il modo in cui interpretano il calcio. »



Pronostico per Juventus-Napoli di sabato?
«Sono squadre in cui si vede nettamente la mano dell’allenatore. Queste due squadre hanno entrambe il carattere del proprio tecnico. Ammiro moltissimo Antonio Conte. E’ un grande allenatore. Non me ne vogliano Marotta o Paratici ma il vero artefice di questa Juve mostruosa è indubbiamente lui. La Juve è uno squadrone che in Italia è sprecato. Solo il Napoli la può impensierire. Dipende da quanta strada farà la Juve in Europa.»


Cosa manca alla Juve per vincere anche in Europa?
«Manca un Careca.  Se giochi con Giovinco è difficile vincere in Europa. Con quel fisico o sei un fenomeno o non giochi a grandi livelli. »





lunedì 1 ottobre 2012

La leggenda di MAZZARRI, polemico a rigori alterni.


fonte PANORAMA
http://sport.panorama.it/calcio/La-leggenda-di-Mazzarri-polemico-a-rigori-alterni

Irascibile, polemico nato, incapace di stare zitto. A Marassi è stato espulso su chiamata del quarto uomo. "Credo ci sia stato un fraintendimento" ha spiegato. Ma sul rigore 'fasullo' di Hamsik che ha deciso la partita di nuovo buonista: "Fallo a cavallo dell'area quindi giusto fischiarlo. Basta il contatto con la linea per decretare il rigore". Mah. Ritrovava Tagliavento, giudice di porta a Pechino, la gara dopo la quale (espulso) Mazzarri ha raccontato di "aver pensato alle dimissioni" e di "aver avuto voglia di smettere".