lunedì 29 ottobre 2012

buoniecattivi Le Pagelle Juve POGBA, che carisma


IL MIGLIORE 
POGBA, 7
Gioca già con la tranquillità e la classe di un veterano.

bicchieremezzopieno JUVE, per fortuna si rigioca subito


bicchieremezzovuoto BENDTNER, potrà esser anche utile in futuro ma...


Inchiesta di PANORAMA: senza errori arbitrali la JUVE sarebbe in fuga!!



http://sport.panorama.it/calcio/arbitri-errori-polemiche-juventus-nicchi-catania-braschi-classifica



Come sarebbe la classifica senza gli errori degli arbitri? Diversa, non c'è dubbio. Ma a sorpresa ad avvantaggiarsene maggiormente sarebbe proprio la Juventus finita nel mirino delle polemiche dopo l'ultima giornata. Secondo il dossier diPanorama.it la squadra di Conte avrebbe - in un'ipotetica classifica - addirittura 5 punti di vantaggio sul Napoli secondo in classifica e non 3 come nella classifica reale.
Il dato sconfortante, però, è il numero sempre maggiore delle partite condizionate da errori dei giudici di gara. Solo nell'ultimo turno sono state quattro: Milan-Genoa con il gol di El Shaarawy viziato dal fuorigioco di Abate, Catania-Juventus di cui si è visto e scritto di tutto, Fiorentina-Lazio in cui i biancocelesti si lamentano a ragione per almeno due episodi chiave, Napoli-Chievo con rigore su Pellissier non visto nel finale e Roma-Udinese con un 'rigorino' e un mezzo offside.
Non è tutto, perché anche a Bologna ci sono state discussioni, un fallo di Palacio sul gol di Ranocchia e il sospetto di fuorigioco per Cambiasso e Ventura considera la sconfitta contro il Parma provocata dall'espulsione di Sansone decisa da Giacomelli per simulazione (secondo giallo).
CHI GUADAGNA CON GLI ERRORI - In testa alla lista di chi ha goduto di favori arbitrali decisivi (rigori, gol annullati o irregolari concessi) ci sono proprio le inseguitrici della Juventus: Napoli eInter hanno un saldo positivo di 4 punti. Seguono Lazio e Cagliari (+3), Fiorentina (+2), Udinese eCatania (+1). Anche la Juventus dopo la trasferta di Catania ha un saldo positivo, ma fin qui il campionato dei bianconeri è sufficientemente regolare. Prima dei disastri di Maggiani, Rizzoli e Gervasoni solo a Siena (mancata espulsione di Vucinic c'erano state proteste.
LE PIU' PENALIZZATE - Nessuno è stato sin qui 'massacrato' dagli arbitri ma qualche indicazione interessante si può ricavare rileggendo le moviole delle prime 9 giornate. Ad esempio che tra le penalizzate c'è una sola big ed è la Roma (3 punti in meno), mentre le altre sono tutte medio-piccole:Sampdoria, Parma, Palermo e Chievo (-2), Torino e Siena (-1). Il risultato è che, senza errori, la classifica sarebbe molto più corta di quella reale con 8 squadre in 6 punti alle spalle della Juventus.
MILAN SENZA DIFFERENZE - Bilancio in pari per Milan, Genoa, Atalanta, Bologna e Pescara. Qualche errore a favore e qualche contro senza troppi scostamenti in graduatoria. E' l'esempio dei rossoneri: il fuorigioco di Abate sul gol di El Shaarawy contro il Genoa e la vittoria in trasferta a Bologna (rigore spacca-partita di Pazzini) pareggiano il rigore non concesso a Boateng contro l'Atalanta e il derby di Valeri.
LA CLASSIFICA SENZA ERRORI - Ecco comunque la classifica senza errori dopo la 9° giornata di questo campionato:
JUVENTUS 23 (-2)
NAPOLI 18 (-4)
INTER 17 (-4)
ROMA 17 (+3)
LAZIO 15 (-3)
PARMA 14 (+2)
FIORENTINA 13 (-2)
SAMPDORIA 12 (+2)
UDINESE  11 (-1)
TORINO 10 (+1)
MILAN 10 (=)
CATANIA 10 (-1)
GENOA   9 (=)
ATALANTA   9 (=)
PALERMO   9 (+2)
PESCARA   8 (=)
CAGLIARI   8 (-3)
BOLOGNA   7 (=)
CHIEVO   5 (+2)
SIENA   4 (+1)

Scandaloso al Cibali. Ecco la prima pagina del @CorSport

Non contenti, in prima pagina il virgolettato di Pulvirenti "se continuano così restano imbattuti per sempre!"


domenica 28 ottobre 2012

MAROTTOPOLI? Esplode la rabbia anti-juventina


Monta la rabbia contro la JUVENTUS. E gli attacchi provengono da tutti i fronti mediatici, anche di grande impatto mediatico.
Ma non era tutta colpa di MOGGI?

VIDAL gol e la JUVE espugna CATANIA tra le polemiche







sabato 27 ottobre 2012

Juve-Fiorentina, che scontro!

Non sarebbe il caso di finirla?
Se alla prossima sfida ci sarà ancora più tensione nessuno si lamenti poi...

mercoledì 24 ottobre 2012

JUVE, pareggio che sa di sconfitta



domenica 21 ottobre 2012

buoniecattivi Pagelle JUVE ASAMOAH, un muro! QUAGLIARELLA teso




IL MIGLIORE 
ASAMOAH 7
L'esterno bianconero si conferma ancora una volta probabilmente il miglior acquisto della stagione. Un autentico carro armato sulla fascia sinistra.
Solo un infortunio lo ferma.

IL PEGGIORE
QUAGLIARELLA 5
Forse sente troppo la sfida. Inconcludente.


bicchieremezzopieno Ma che goal ha fatto POGBA?


Niente bicchieremezzovuoto stavolta. Battere il Napoli senza Buffon e Vucinic non è impresa da poco.
Decisivi i cambi del secondo tempo con gli ingressi di Caceres e Pogba.
Sopratutto il francese ha tirato fuori dal cilindro la giocata del campione.
Lasciamolo crescere senza mettergli fretta. Il talento c'è e anche tanto...

sabato 20 ottobre 2012

Troppo forte la JUVE per il NAPOLI. La cooperativa del goal colpisce ancora!


MUGHINI: "CALCIOPOLI non sarebbe mai esistita se la FIAT non fosse stata sull'orlo del baratro. Tra JUVE e NAPOLI vinca il migliore!"


fonte LIBERO

Eccome se mezza Italia non rimarrà stasera attaccata al televisore a guardare le immagini della Juve e del Napoli che si affrontano all’ultimo respiro. Calcisticamente parlando che c’è di più affascinante dello scontro tra due città talmente importanti della storia italiana e talmente diverse nel rappresentarne l’identità? Ebbene se c’è un giornalista-scrittore che mai e poi mai alzerebbe il nasino nel pronunciare che non ama il calcio, che lo reputa un passatempo degno del popolino, questi è il piemontese Aldo Cazzullo. E difatti il Corriere della Sera di cui è una delle firme di punta lo manda puntualmente a raccontare le vicende di ciascuna Olimpiade, le gesta di eroi dello sport quali Igor Cassina o Federica Pellegrini. E difatti il calcio compare nelle primissime pagine di questo suo recentissimo e tredicesimo libro, il mondadoriano “L’Italia s’è ridesta”. Un libro dove Cazzullo fa una gran scommessa sul futuro del nostro Paese, di cui lui è convinto che abbia le risorse e le intelligenze per rinascere. Tanto che queste potenzialità che ne fanno a tutt’oggi un brand attirantissimo in tutto il mondo, le va a scovare città per città dello stivale, da Torino a Palermo. Torino è poi la città dove Cazzullo ha fatto gli studi universitari e dove ha debuttato da giornalista, la città che ha circumnavigato in molti dei suoi libri. La città della famiglia Agnelli, della Juve, di Luciano Moggi. Ed ecco che nel capitolo dedicato a Torino, Cazzullo da innamorato del calcio te lo dice netto e perentorio. Che la Juve è una gran cosa e ha una gran storia, ma che solo «gli irriducibili» - e sono sicuro che Aldo stesse pensando fra gli altri al sottoscritto continuano a pensare agli «anni di Moggi come ad “anni gloriosi”». E per fortuna - scrive ancora Aldo - che il ruolo di direttore sportivo della Juve è toccato a un uomo in gamba come Giuseppe Marotta, e meno male che la Juve s’è costruita lo stadio più moderno d’Italia, e meno male che la sua storia continua. No, Aldo. Chi ti scrive è davvero un «irriducibile» sull’argomento, e non molla. Bada bene, non ti sto parlando da tifoso, ciò che sarebbe miserevole. Ti sto parlando da amico, come te interessato alle verità e alle particolarità della storia italiana, calcio e tutto il resto. Perché nel delitto giudiziario e massmediatico compiuto ai danni della Juve nell’estate del 2006, c’è tutto della storia torinese e di quella italiana. Senza quel tutto della storia degli Agnelli, della Fiat e della politica italiana non capisci neppure l’abc di Calciopoli. Altro che calcio come oasi separata della nostra società, come credono i babbei che alla mattina comprano in edicola solo un quotidiano sportivo. Calciopoli non ci sarebbe stata o non sarebbe stata a quel modo impudente che è stata: intercettate solo le telefonate di Moggi e mentre tutte quelle fatte dai dirigenti di altre società venivano accuratamente conservate nei ripostigli i più remoti. Calciopoli non ci sarebbe stata se Gianni o Umberto Agnelli fossero stati ancora vivi, ma soprattutto se la Fiat del 2005-2006 non fosse stata sull’orlo del baratro, una situazione che Sergio Marchionne ha ricordato per la centesima volta poche settimane fa. È la debolezza politico-economica della Fiat di quel momento a far sì che gli eredi Agnelli paghino un togatissimo avvocato torinese per «non» difendere la Juve, per non fare al «mostro» Moggi una sola telefonata a chiedergli se tutte le vittorie di dodici anni «gloriosissimi» fossero davvero dovute a un’unica e gigantesca combine. Se quel fottìo di scudetti e finali internazionali la Juve li avesse conquistati non per come Zidane, Nedved, Del Piero, Vialli, Deschamps e cento altri giocavano a palla, e bensì per essere andati Moggi e Giraudo (accompagnati dalle loro mogli) a cena dal designatore Paolo Bergamo. Ma ve la immaginate per un solo momento Calciopoli se al timone della Juve ci fosse stato nel 2006 un Andrea Agnelli, uno che strepita e ulula per ogni torto anche piccolo che fanno alla Juve di oggi? E nel 2006 non è che si trattasse di un torto, s’è trattato del tentativo di distruggere la storia e l’onore di una squadra che in dieci milioni di italiani amiamo «irriducibilmente». Se il tentativo malgrado tutto non è riuscito, è perché il gruppo dirigente della Juve sì, Moggi e Giraudo - aveva seminato talmente bene e senza spendere una sola lira della Fiat, tanto che con i pochi campioni che le erano rimasti e con i campioncini allevati nel vivaio Juve (da Marchisio a Criscito) la Juve ha conquistato secondi e terzi posti dietro le armate milanesi per le quali la famiglia Berlusconi e la famiglia Moratti avevano speso di che essere rimasti oggi senza una lira che sia una. Lo ripeto per l’ennesima volta. Altro che cene a casa Bergamo, con i soldi spesi dalle due società milanesi Moggi avrebbe comprato tutta Hollywood, ivi compresa Madonna, Nicole Kidman e Uma Thurman. E a non dire dello stadio nuovo e pimpante. Un’idea e un progetto interamente by Giraudo, e ci provi qualcuno a smentirmi.

Giampiero Mughini

giovedì 18 ottobre 2012

BRUNO: "NAPOLI, che furto quella volta ai danni della JUVE..."

L’ex difensore della Juventus Pasquale Bruno, uno che in campo non le ha mai mandate a dire, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Radio Audax, 107.65 Fm a Roma, per anticipare il big-match di sabato pomeriggio tra Juventus e Napoli e ovviamente non sono mancati interventi schietti e duri come quelli a cui ci aveva abituato da calciatore.

Bruno, la rivalità tra Juventus e Napoli cosa le ricorda?
 «A distanza di tanti anni mi brucia ancora dentro quella sfida di Coppa Uefa del 1989 in cui la Juventus fu fortemente penalizzata dall’arbitro, di cui ricordo ancora oggi nazionalità e nome.
Quella sera fu un arbitraggio a senso unico con quel gol annullato ingiustamente a Laudrup che ancora grida vendetta, il rigore inventato su Careca che accentuò la caduta oltre a tanti altri episodi dubbi contro la Juve. Per noi fu una partita da incubo sotto tutti i punti di vista.  Poi quando ormai eravamo preparati ai rigori arrivò improvvisa la rete di Renica al 119’che permise al Napoli di passare alle semifinali di Coppa. Ricordo che lo Stadio San Paolo era gremito in ogni ordine di posto. Le cifre ufficiali parlarono di 88'000 persone ma per me erano tanti, molti di più visto che non entrava più uno spillo e quando segnava il Napoli tremavano anche i piloni dello stadio (che era in rifacimento per i Mondiali di Italia ’90 ndr). Quella sera fu una somma di errori. Pazienza, però lo possiamo dire senza nasconderci: quella gara fu un vero furto».

Maradona quella sera si lamentò del suo “trattamento”.
«Maradona era un grande, in campo un vero esempio. Lui in carriera ha preso tante di quelle botte altro che Messi… Mi fanno ridere quelli che mettono a confronto i due giocatori. Messi sarà anche grande giocatore ma Maradona era unico.  Messi oggi gioca con i due-tre metri di vantaggio del calcio moderno. Vorrei vedere Maradona con quei metri di vantaggio quanti goal avrebbe fatto…  In quel Napoli comunque c’era anche un altro fenomeno: Careca. Quella sera era immarcabile, mi fregò sul rigore accentuando la caduta ma poi me lo sono sognato per notti intere. L’altra sera ho rivisto in tv un’altra partita degli anni 90’ tra  Juve e Napoli. Uno come Careca oggi non esiste»

Eppure secondo Cassano, Messi è più forte di Maradona
«Se ne dicono di cazzate e Cassano ci casca spesso.  Come anche l’ultima che ha detto, che “alla Juve vogliono solo soldatini”. Alla Juve vogliono uomini veri che sanno che rappresentano una grande società con milioni di tifosi sparsi per il mondo. Io quando giocavo nella Juve se arrivavo vestito in jeans venivo rimproverato. Era importante anche l’immagine, non solo il talento. Se vai alla Juve vai lì per vincere perché c’è una mentalità diversa, unica. E lo dice uno che in cuor suo è rimasto granata. »


I difensori di oggi?
«Penalizzati dal nuovo regolamento. Io quando giocavo entravo sempre duro e non rinnego niente. Gli arbitri all’epoca si divertivano ad ammonirmi o cacciarmi fuori. La marcatura a uomo rendeva il calcio più sentimentale. Ora che non c’è più non abbiamo più un difensore degno di nota o quasi. Se guardo che in nazionale giocano Ogbonna e Bonucci mi viene da piangere. Della Juventus e Napoli ammiro Cannavaro e Chiellini per il modo in cui interpretano il calcio. »



Pronostico per Juventus-Napoli di sabato?
«Sono squadre in cui si vede nettamente la mano dell’allenatore. Queste due squadre hanno entrambe il carattere del proprio tecnico. Ammiro moltissimo Antonio Conte. E’ un grande allenatore. Non me ne vogliano Marotta o Paratici ma il vero artefice di questa Juve mostruosa è indubbiamente lui. La Juve è uno squadrone che in Italia è sprecato. Solo il Napoli la può impensierire. Dipende da quanta strada farà la Juve in Europa.»


Cosa manca alla Juve per vincere anche in Europa?
«Manca un Careca.  Se giochi con Giovinco è difficile vincere in Europa. Con quel fisico o sei un fenomeno o non giochi a grandi livelli. »





giovedì 11 ottobre 2012

DEL PIERO : "A SIDNEY per dimenticare il silenzio della JUVE..." @delpieroale @juventusfc

Alcuni stralci dall'intervista esclusiva di G.B.OLIVERO per la GAZZETTA DELLO SPORT
Perché ha detto no al Liverpool?
«La trattativa con il Sydney era avanzata e poi ho pensato a quello che era successo all'Heysel. Juve e Liverpool hanno saputo ricomporre i rapporti, ma per molta gente quella tragedia è un ricordo indelebile».
Lei ha dato sempre l'impressione di controllare e quasi prevedere ogni cosa: la festa dell'addio che le hanno fatto i tifosi durante Juve-Atalanta, però, la sorprese. Vero?
«Quel giorno i tifosi sono andati oltre. Pensi che me ne hanno parlato anche i miei nuovi compagni del Sydney che videro le immagini in tv. Buffon mi disse "Ti invidio". Io lo sapevo di essere amato, ma così, beh...».
Torniamo a quel momento, non ne ha mai parlato.
«Nessuno mi aveva detto che non avrei più giocato nella Juve, ma lo avevo capito. Vedo il tabellone con il mio numero e mi chiedo: "Ma davvero devo salutare? Davvero esco per l'ultima volta dallo stadio?". Mi inchino verso le quattro tribune, saluto i miei familiari nel palco ed esco. Avrei voluto soffermarmi di più, ma ricorda cosa le ho detto a proposito del senso di responsabilità e del dovere? Ecco. Mi sono detto "Ale, vai in panchina e basta"».
Però poi è successo qualcosa.
«E' successo che i tifosi mi hanno trascinato in campo. Ho fatto due giri, mi avranno lanciato cento sciarpe, ogni tanto mi fermavo per godermi il momento. Vedevo la gente piangere. Una festa straordinaria perché spontanea».
A mente fredda: non è stato meglio chiudere così, con lo scudetto e la festa?
«La controprova non c'è. Di sicuro è andata benissimo. Ma gli addii lasciano sempre l'amaro in bocca».
Pensava che con la Juve sarebbe finita in questo modo?
«No. Un anno e mezzo fa non l'avrei mai detto. Poi le cose cambiano. Mi resta la grandissima soddisfazione di aver dato alla Juve tutto quello che potevo».
Sorpreso, deluso o indifferente per il silenzio di Andrea Agnelli?
«Indifferente».
Lei avrebbe invitato Del Piero alla prima partita di questo campionato?
«Sì, l'avrei invitato».
Ale, quanto ha pagato quel videomessaggio? Lo rifarebbe?
«Certo che lo rifarei. La domanda giusta sarebbe: "Perché fece quel videomessaggio?". E la risposta è semplice: c'erano troppe voci intorno al mio contratto. Ci tenevo a chiarire che non facevo problemi di soldi né di durata. Io volevo solo restare alla Juve».

lunedì 8 ottobre 2012

buoniecattivi PAGELLE JUVE PIRLO, il migliore. DE CEGLIE inguardabile


IL MIGLIORE 
PIRLO 7
Clonatelo

IL PEGGIORE
DE CEGLIE 4,5
Inguardabile e non solo per il modo dilettantesco in cui perde ANGELO sul gol del SIENA.

bicchieremezzopieno JUVE, quanti goal dal centrocampo


Si è vero, l'attacco non punge ma la bilancia pende sicuramente dalla parte positiva. Il centrocampo sta trovando la via della rete con continuità impressionante. A turno VIDAL, PIRLO e MARCHISIO timbrano regolarmente il cartellino.

bicchieremezzovuoto JUVE, bisogna rischiare BENDTNER


Questo genere di partite purtroppo la squadra bianconera le soffre per la cronica assenza di una vera prima punta in attacco. Bisogna avere il coraggio di valutare se BENDTNER è un attaccante da JUVE. E' l'unica vera punta di peso presente in rosa.

Se al posto dell'INTER ci fosse stata la JUVE..


domenica 7 ottobre 2012

MESSI, RONALDO, IBRAHIMOVIC: i più forti non giocano più in ITALIA...


Caro ALEX, ma chi te l'ha fatto fare? @delpieroale #DELPIERO


sabato 6 ottobre 2012

CONTE, ingiustizia è fatta! La FIGC colpisce ancora... Povera Italia..



mercoledì 3 ottobre 2012

ZEMAN & BALDINI falliscono e a ROMA riprendono "a rosicà"?

fonte IL ROMANISTA
LUCA PELOSI
Ad essere buonisi potrebbe dire che il doping segue la Juventus come un’ombra. Einfatti ecco che qualche ombra torna sulla società bianconera dopo il processo che siconcluse con la sentenza della cassazione che certificava l’abuso di farmacireatocaduto in prescrizione. «Prescritti», ironia degli sfottòè uno dei termini che oggi glijuventini usano contro gli interistiricordando loro la parte di Calciopoli emersa dopo il2006. L’ombra torna oggialla scoperta che nella Juventus, come riporta l’InternationalBusiness Times, lavora come "preparatore atleticoil medico Julio Tous Fajardo.
Si tratta di un ex ricercatore presso il laboratorio di performance sportiva dell’universitàdi Barcellonaconsiderato un luminare dell’allenamento di potenza e velocitàgiàpreparatore del Barcellona ai tempi di Rijkaard. Il nome di Julio Tous Fajardo è legato a Rafael Nadalil tennista che da anni stupisce tutti oltre che per il suo gioco anche per la sua potenza muscolare e di cui lo stesso Fajardo è uno dei preparatori. Ma anche luinon è esente dai sospetti che da anni accompagnano l’improvvisa esplosione di risultatidello sport spagnolo. Il suo nome è stato spesso accostato al dottor Fuentes (lastampa francese lo inserì nei nomi dei frequentatori del medico), lo stregone del dopingematico (che prima di salire agli onori delle cronache per l’Operacion Puerto ebbeun’offerta - rifiutata - anche dal Barcellona e che oggi lavora con una squadra di calciodella Serie C spagnolache dopo la scoperta dei ciclisti che andavano da lui perautoemotrasfusioni dichiarò che da lui andavano anche calciatori e tennisti. Non se n’èsaputo più nulla di calciatori e tennisti e lui se l’è cavata facilmente in un processo-farsaperché all’epoca il doping non era reato in Spagna, dove non c’era neanche unalegge antidopingOggi la legge c’è, ma è molto morbida. Ad esempio, se un atletarifiuta un controllo a sorpresache comunque non si può fare di notte, non passa alcunguaio. In Italia una cosa del genere è equiparata alla positivitàRegole contrarie anche aquelle della Wada, criticate spesso dallo stesso Nadal. «Il codice antidoping perseguitail tennis», disse nel 2009. Due anni prima L’Equipe aveva parlato di un controllo risultatopositivo a Dubai. E proprio nel 2009, quando più di un testimone riferì di aver visto iltennista maiorchino assieme al dottor Fuentes, saltò alcuni controlli a Wimbledon e inoccasioni successive. Pochi mesi dopo, al Masters, stupì tutti perché la sua massamuscolare si era praticamente dimezzata. Poi gli infortuni e una cura a base di fattori dicrescita (autorizzata) per riprendersi. Si chiama PRT, in sintesi prevede di trattare ilsangue del paziente con i fattori di crescita e poi applicarlo al tendine. Ma solo ,altrimenti è doping. Fin qui, solo cronacaResta la domandaperché Fajardo,preparatore di Nadallavora nella JuventusChe cosa se ne fa la Juve di uno spagnoloesperto di potenziamento muscolare? Se è lecito sospettare, ad esempiodi Bolt, chefrequenta ex collaboratori di Victor Conte (l’uomo del caso Balco e di Marion Jones, maitrovata positiva a un controllo finché non s’è scoperto cosa fosse il Gh...), è lecitoanche sospettare di Nadal e dei suoi controlli saltati più volte. E magarialmeno pereleganzasi può evitare di assumere il preparatore di Nadal.