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lunedì 29 aprile 2013

Promozione #5maggio 3x2


In occasione dell'11°anniversario del 5 Maggio 2002, la BRADIPO LIBRI lancia una promozione bianconera.

Al costo di 2 libri si potranno ordinare:
1) MONTERO, L'ULTIMO GUERRIERO
2) ANTONIO CONTE, L'ULTIMO GLADIATORE
3) 5 MAGGIO 2002... E ANCORA GODO!

Per ordinare la trilogia al prezzo di 28 euro (spedizione ordinaria compresa) basterà 
inviare una mail ad acquisti@bradipolibri.it  
con oggetto: PROMOZIONE "5 Maggio" 3x2 
specificando nel campo testo NOME, COGNOME, INDIRIZZO e MODALITA' DI PAGAMENTO PREFERITA ( paypal, postepay, carta di credito, bollettino postale o bonifico bancario).

martedì 10 maggio 2011

+ MONTERO - SORRISI ! "ARIDATECE LA JUVE" IN MONDOVISIONE


















VIDEO 1 - PRESENTAZIONE OSPITI


VIDEO 2 - PRESENTAZIONE "MONTERO, L'ULTIMO GUERRIERO" IN MONDOVISIONE


VIDEO 3 - "ARIDATECE LA JUVE!" + MONTERO - SORRISI! VIVA LA JUVE ANTIPATICA

sabato 30 aprile 2011

"MONTERO, L'ULTIMO GUERRIERO" in MONDOVISIONE.


Oggi pomeriggio a partire dalle ore 14,30 alle ore 18,00 presenterò "Montero, l'ultimo guerriero" su RAI INTERNATIONAL nel corso del programma "LA GIOSTRA DEI GOL".

Juventini di tutto il mondo non mancate.

E ricordate che potete ordinare una copia della biografia di PAOLO MONTERO in promozione per i lettori di QUESTO BLOG.

martedì 5 aprile 2011

Montero, l'ultimo guerriero

Ecco il video della mia presentazione del libro "Montero, l'ultimo guerriero" nel corso del programma Lettera 22 programma di Professione Calcio TV (in onda sul canale 926 Blu di Sky).


Tanti ricordi ed aneddoti su uno dei campioni più amati della storia della Juventus.





martedì 25 gennaio 2011

MONTERO, l'ultimo guerriero socialista!



















La bellissima recensione di Alberto Rossetto, scrittore e grande tifoso juventino, che ringrazio pubblicamente.


Il calcio non è fatto solo da quei pochi fuoriclasse che Madre natura ha dotato di un talento impareggiabile, ma anche  e soprattutto di quegli oscuri lottatori che rifuggono le prime pagine. 

Paolo Montero era uno di questi. Il calcio è uguale a tutte le latitudini, non esiste un calcio antico o uno moderno, ma ne esistono gli interpreti e sicuramente Paolo Montero ne ha interpretato lo spirito nella maniera più pura e romantica. 

Montero sarebbe potuto tranquillamente uscire dalle pagine di un Soriano o di un Galeano, con quella suo socialismo applicato al calcio: il bene della squadra innanzi tutto, anche a scapito dell'ego personale. 
Ed ecco che si spiegano così buona parte dei cartellini colorati ricevuti in carriera; il sacrificio individuale pur di non mettere l'avversario di turno nelle condizioni di segnare alla "sua" Juventus, mentre un'altra buona parte di cartellini arrivava da zuffe e risse imbastite per difendere qualche compagno di squadra maltrattato dagli avversari. 
In campo, di botte ne ha date e ricevute Montero, ma non si è mai nascosto dietro ad un dito, anzi. Fedele al proprio codice deontologico secondo il quale in campo si deve far di tutto pur di vincere, non mai lesinato a ricorrere ad astuzie, gomitate e quant'altro, ma il tutto racchiuso in quei novanta minuti, facendo anche attenzione a non rovinare la carriera ad alcuno (e Montero non ha MAI rotto le gambe a nessuno). Prima e dopo massimo rispetto per l'avversario. 
Il socialista Montero non poteva quindi andare d'accordo con l'individualista Inzaghi (altro campione mai troppo rimpianto), eppure entrambi, con due filosofie di vita e di gioco completamente diverse tanto hanno contribuito ai grandi successi bianconeri. 
Paolo Montero ha sempre difeso a spada tratta squadra, amici e vita privata. Quando lo sfigatissimo uruguagio Franco Ramallo giunse a Torino, sponda granata, per una delle tante vicissitudini societarie patite dalla seconda squadra cittadina si trovò ben presto senza stipendi e senza casa, Montero non esitò un attimo ad ospitarlo nella sua. Negli articoli dei pennivendoli non c'è nemmeno traccia di quando, durante le sue scorribande notturne in una Torino deserta, Montero si fermava a parlare e distribuire quattrini ai senzatetto che bivaccavano nei pressi della stazione di Porta Nuova: faceva più share parlare del Montero presunto picchiatore. 
"Non m'importa esser un esempio di lealtà in campo: voglio esserlo nella vita. Quando gioco, m'interessa solo vincere. In ogni modo: il calcio è dei furbi" affermò in un'intervista il sorianesco Montero, scandalizzando i finti moralisti della carta stampata che non poterono in seguito fare a meno di sottolineare come lo stesso uruguayano non avesse nemmeno esitato un secondo a mollare tutto, prendere il primo aereo da Montevideo e recarsi a Torino per assistere l'amico Pessotto. 
Tra l'altro Montero è stato uno dei tanti calciatori che i Ricettatori milanesi si sono lasciati scappare sotto il naso: sarà stato anche per quello che non vincevano mai sul campo, altro che farsopoli! 
I tifosi juventini (ma anche gli altri, se fossero obiettivi) dovrebbero sempre rendere un immenso tributo quando sulla loro strada incontrano il Montero di turno, eredi di quegli antichi samurai che facevano della lealtà la loro bandiera. Lealtà verso i compagni di squadra, lealtà verso i dirigenti, lealtà verso i tifosi. 
"Sono diventato juventino il primo giorno che sono arrivato a Torino, quando mi sono reso conto quanto la Juventus fosse odiata dal resto delle tifoserie d'Italia. Il loro odio io l'ho trasformato in amore per la Juventus. Contro tutto e tutti."  Così parlò Paolo Montero, l'ultimo guerriero socialista.

Alberto Rossetto, da sempre e per sempre juventino!

mercoledì 12 gennaio 2011

Puro cachemire

Mentre continua incessantemente l'emergenza infortuni a Vinovo, i tifosi juventini continuano a ricevere le soddisfazioni più grandi dal processo di Napoli in corso.
E' l'ex guardalinee Ceniccola stavolta a scuotere l'opinione delle masse dichiarando che l'Inter regalava maglioni di cachemire. E se ne è costretta a parlare pure la Gazzetta dello Sport...
Dopo la dichiarazione spontanea di De Santis e l'acquisizione della sentenza Telecom il processo penale su CALCIOPOLI si avvicina sempre di più alla sentenza.
Credo di non offendere nessuno dicendo che forse il popolo bianconero avrà più possibilità di gioire nel 2011 per le notizie da Napoli che per quelle che arriveranno invece dal campionato di calcio di serie A.

Nel pomeriggio inoltre, un'altra lieta sorpresa.
Il mio libro sul mitico Paolo, "Montero, l'ultimo guerriero" è stato recensito dal televideo Rai.
Non nego la soddisfazione in merito.
Le vendite, anche grazie a tutti voi, procedono benissimo.
Ricordo a tutti la promozione per acquistare il libro on-line a prezzo scontato e senza spese di spedizione.
Cliccando sulla foto della copertina in home page o qui di seguito 
nel 
link http://stefanodiscreti.blogspot.com/2010/12/montero-lultimo-guerriero.html tutte le info necessarie.

martedì 28 dicembre 2010

Montero, l'ultimo guerriero
















Carissimi, ho il grande piacere di annunciare a voi tutti che è uscita in libreria la biografia di Paolo Montero.
Sapete quanto sono legato a questo giocatore, è per me davvero motivo di grande orgoglio.

A tutti i fedeli lettori di questo blog sarà consentito comprare on-line il libro a prezzo scontato rispetto al prezzo di copertina in libreria (13,00 euro) e senza pagare le spese di spedizione di posta ordinaria.

Per ordinare il libro a 11,50 euro (spedizione ordinaria compresa) 

basterà inviare una mail ad 
acquisti@bradipolibri.it 

con oggetto: PROMOZIONE STEFANODISCRETI.BLOGSPOT.COM PER "MONTERO, L'ULTIMO GUERRIERO" 

specificando nel campo testo NOME, COGNOME, INDIRIZZO e MODALITA' DI PAGAMENTO PREFERITA (contrassegno, paypal, postepay, carta di credito, bollettino postale o bonifico bancario) .



Esce la prima biografia su PAOLO MONTERO.

"MONTERO, L'ULTIMO GUERRIERO", edito BRADIPOLIBRI.
Intervista introduttiva con Luciano Moggi.

O passa la palla, o passa la gamba. Entrambe no!


Raccontare Montero, nella sua prima storica biografia, significa approcciare con una dimensione assai diversa da quella, stereotipata, del calciatore moderno. Paolo: senza cerchietti stretti sulla fronte, senza capelli impomatati, senza una muscolatura da voyeur e persino refrattario alla telecamera. Prototipo del calciatore “vintage” nei contenuti quanto assai moderno, quasi futurista, nella concezione delle varie sfumature della vita. “Non m’importa esser un esempio di lealtà in campo: voglio esserlo nella vita. Quando gioco, m’interessa solo vincere. In ogni modo: il calcio è dei furbi.”Un solo codice da rispettare, quello d’onore. Tanti gli aneddoti, numerose le riflessioni e i ritratti offerti dagli autori, pronti a raccontare a corredo di un taglio descrittivo assai originale, i vizi e le virtù di uno dei giocatori più enigmatici che abbiano mai vestito la casacca bianconera. “Sono diventato juventino il primo giorno che sono arrivato a Torino, quando mi sono reso conto quanto la Juventus fosse odiata dal resto delle tifoserie d’Italia. Il loro odio io l’ho trasformato in amore per la Juventus. Contro tutto e tutti. Quella maglia era una corazza...”
Un guerriero del pallone, un kamikaze del contrasto, un combattente dell’aria di rigore. Paolo Montero era tutto questo. Indistruttibile come l’acciaio quando troneggiava nella retroguardia bianconera negli anni dei grandi trionfi juventini. Contro di lui passavano in pochi e quando passavano si facevano male... molto male. Però a me piaceva anche per quello. Era veemente, impetuoso, maschio ma onorava la battaglia calcistica e, nel bene e nel male, ci faceva amare sempre di più questo sport. dalla prefazione di Massimiliano Bruno
Montero era, anzi è, prima di tutto un uomo vero, sensibile, attaccato all’amicizia e alla sensibilità delle persone, basti pensare a cosa ha fatto per Pessotto nei tragici giorni del Giugno 2006, quando partì dall’Uruguay appena saputo del gravissimo fatto, recandosi immediatamente dall’amico che lottava tra la vita e la morte. Questa immagine descrive al meglio il vero Montero, un uomo grande. Tutti però si ricordano del duro comportamento che aveva in campo, dal pugno a Di Biagio, alle botte nascoste agli avversari, ma chi gioca a calcio sa che questo fa parte del duello, a volte un po’ troppo pesante, ma pur sempre di sfida si tratta. Forse faceva più scalpore perchè giocava nella Juventus, ma io un giocatore così lo vorrei sempre in squadra, e lo dico da difensore amatoriale part-time per niente tenero. dalla postfazione di David Pratelli

venerdì 23 aprile 2010

"Calcio mondo ipocrita"

La redazione di "Tutti pazzi per la Juve" ha intervistato il grande centrale difensivo uruguaiano Paolo Montero, amatissimo e indimenticato difensore della Juventus per 9 anni.

Uno dei condottieri di quella Juve che ha vinto tutto; una bandiera per noi tifosi che siamo veramente emozionati di averlo con noi.
Come stai Paolo? Stai seguendo la Juve quest’anno?
“Ciao ragazzi, tutto bene, grazie. Vivo da quattro, cinque anni in Uruguay e starò qualche giorno a Torino. Sto riuscendo a seguire la Juventus anche dall'Uruguay, quindi so com’è andata quest’anno, purtroppo”
Avrai quindi avuto modo di vedere anche i grossi problemi difensivi dei quali ha sofferto la Juve questa stagione?
“Purtroppo quando prendi gol si dice sempre che la colpa è della difesa, ma la colpa è di tutti. Dalle mie parti si dice, “o moriamo tutti o ci salviamo tutti”. Se l’attaccante non fa gol non è solo colpa sua; se non c’e un volume giusto di gioco è difficile combinare qualcosa. Se il centrocampista non crossa, ad esempio, l’attaccante non segna.”
Dal punto di vista puramente difensivo, c’è un modo univoco di marcare un calciatore? Tu, ad esempio, come marcheresti un giocatore come Balotelli?
“Non si sa mai come marcare un giocatore; entri in campo e ti adegui alla situazione come capita. Difficile da spiegare, sono intuizioni che hai mentre giochi. Io a detta di tutti ero un giocatore violento, però tanti non ricordano che mi hanno picchiato spesso, mi hanno spaccato bocca e occhio e non ho mai dichiarato nulla. Interpretavo il calcio cosi, non ero solo io che picchiavo.”
Tu sei la storia della Juventus, ti rendi conto cosa hai lasciato nel cuore dei tifosi? Hai sempre interpretato le partite alla grande, con sacrificio e grande spirito di gruppo.
“Ti faccio un esempio, che racchiude insieme allegria e delusione nello stesso momento: quando c’è stato l’incidente di Pessotto, nessuno si meravigliava in Uruguay che fossi partito per andarlo a trovare. A Torino, invece, tutti mi ringraziavano. La gente, anni fa, pensava che fossi un uomo cattivo anche fuori dal campo, e ciò mi faceva male. Io interpretavo così il calcio, ma la vita è diversa, devi sempre essere leale. Il calcio è un mondo ipocrita: dichiariamo che andiamo in chiesa e il mattino dopo andiamo a rubare.”
È vero che sei venuto a Torino perché hai qualche giovane talento in caldo da far vedere in Italia?
“Si, ho trovato dei giocatori interessanti che potrebbero stare in qualsiasi squadra europea. Sono quattro giocatori: Aguirregaray, Calzada, Pereyra e Mirabaje. Sono tutti giovanissimi e hanno partecipato tutti e 4 all’ultimo Mondiale U20. Alla Juventus consiglierei soprattutto Aguirregaray, un ottimo terzino destro, ma anche Calzada."
Nella rosa della Juventus c’è già un uruguayano, Martin Caceres. Come giudichi il suo apporto quest’anno?
“È bravo. Ha avuto un bruttissimo infortunio, l’ho avuto anche io; ti comanda come vuole lui, fino alla fine ed è molto fastidioso, Il ragazzo mi piace, ma non so se la società lo riscatterà. Con la società Juve io ho un buon rapporto, specialmente con Secco. Io sono un tifoso della Juve e gli auguro tutto il bene.”
Piccola provocazione. Data l’età dei nostri giocatori, non potresti tornare a giocare, almeno per queste ultime 4 partite?
“No, devo dire che la cosa migliore che ho fatto è lasciare il calcio al momento giusto. Quando passano gli anni e, alla fine di una partita, per recuperare ci metti tre giorni, capisci che è il momento di lasciare. Adesso sto vivendo un’altra dimensione in Uruguay con la mia famiglia.”
Domanda diretta su argomenti passati e attuali sempre caldi, la tua Juventus aveva bisogno del doping e di telefonare? Cosa ne pensi di quello che è successo a Moggi?
“Guardati la formazione e avrai la risposta. Quando vinci sei sempre scomodo, invidiato e odiato. Di Moggi non so che dirvi; io lo chiamo spesso per rispetto e perché con me si è comportato sempre molto bene. Ma non ti so dire cosa accadeva fuori dal campo.”
La gente, i tifosi, ti hanno sempre nel cuore. Alcuni ti vorrebbero anche come Presidente, o perlomeno in società. Ti è stato mai proposto di entrare nella dirigenza della Juve?
“Ringrazio tutti, davvero. No, non mi hanno mai proposto nulla, anche perché io abito lontanissimo. Dopo tanti anni fuori avevo voglia di tornare a casa, sono partito a diciannove anni per andare a giocare a Bergamo.”
Come lo vedi il futuro della Juve? Dopo Calciopoli, la squadra è stata smembrata, l’umiliazione della serie B, gli assetti dirigenziali mutati. Secondo te troveremo la forza di risorgere? Qualche consiglio?
“La Juve sarà sempre la Juve, ma per avere i giocatori più forti devi tirare fuori i soldi oppure devi puntare ad un progetto che dura quattro anni per vedere qualche frutto. Non so se i tifosi aspetteranno altri quattro anni. Non sono dentro, non so cosa sta accadendo, ma il futuro della Juve non è semplice.”
Cosa ne pensi di Benitez?
“Ha vinto tutto; la Coppa UEFA con il Valencia (anche due campionati con gli andalusi ndr), la Champions con il Liverpool dopo tanti anni in cui in quella città non si vinceva niente. E’ uno che capisce di calcio, se ha fatto bene lì farà bene anche alla Juve, se arriverà.”
Ciro Ferrara ha avuto una stagione tribolata al suo esordio in panchina. Alla luce dei fatti di quest’annata, pensi che Ciro Ferrara potrà ancora fare l’allenatore?
“Si. Quando giocavo con lui, che considero uno dei più forti centrali italiani di sempre, ero convinto che diventasse un allenatore. Lui ha voglia di continuare, figlia della sua grande grinta. Avrà ancora la sua chance.”
Della Juve della quale hai fatto parte, Ferrara, Deschamps e Conte sono diventati allenatori. E tu? Hai mai pensato ad una carriera da allenatore?
“No, non mi è mai interessato fare l’allenatore. Adesso, rispetto a prima, parlo di più con i giornalisti. Prima volevo passare sempre per inosservato.”
Sono leggenda le tue famose nottate torinesi di divertimenti, insieme al tuo amico Fabian O’Neill. Ci racconti qualcosa di quelle famose serate?
“Fabian è come un fratello per me. Abbiamo fatto delle serate veramente molto lunghe; andare ad allenarsi senza dormire è dura però facevamo allenamento uguale e non ci potevano dire niente, avevamo la fortuna che la domenica si vinceva....”
Ed è anche per questo che sei uno dei giocatori più amati di sempre a Torino. Perché qualunque cosa accadesse, onoravi la maglia fino all’ultimo.
“Grazie, ma quello lo facevano tutti. Io ho avuto un padre nello spogliatoio che era Angelo Peruzzi; c’erano tanti leader. Zidane, ad esempio, era un tipo silenzioso, ma nel momento critico della gara era il primo a prendere palla. Tutti avevano un proprio ruolo, anche psicologico, un grande gruppo, fatto da grandi uomini.”
Paolo ti vogliamo bene e ti mandiamo un abbraccio. Ti rivogliamo presto con noi, grazie ancora.
“Grazie a voi.”

sabato 17 aprile 2010

"Sissoko, che ingenuità"





Luciano Moggi è intervenuto a caldo dopo Inter-Juventus nel corso di “Tutti pazzi per la Juve".
“La Juventus ha giocato alla pari con l’Inter fino all’espulsione di Sissoko. L’impegno dei giocatori bianconeri c’è stato, ma la negligenza del centrocampista maliano che quest’anno ha perso lo smalto dei tempi passati è stata decisiva per condizionare la gara in negativo. Ormai per la lotta al 4° posto la Juve deve sperare per forza che Sampdoria e Palermo rallentino altrimenti l’anno prossimo si dovrà accontentare dell’Europa League. La prestazione di Diego? Ripeto, il giocatore non è un campione, è solo un buon giocatore. Ma rispetto a quando giocava in Germania ha subito una metamorfosi in negativo. Lo si vede trotterellare per il campo, girando troppo a largo dalla porta senza aggiungere sostanza alla squadra”
Subito dopo è intervenuto anche l'indimenticato Paolo Montero che ha detto ai nostri microfoni:
"La Juve non meritava di perdere perchè ha giocato con grinta e carattere. I giocatori bianconeri meritano applausi per l'impegno profuso ma ci sono stagioni che nascono sotto la luna storta e questa per la Juve è una di quelle!"

giovedì 5 febbraio 2009

Pijamose Roma





Non sono bastati 120' e 5 rigori a testa per decidere la sfida di Coppa Italia tra Juve e Napoli.
Ad esser sinceri se la terna arbitrale non avesse sbagliato clamorosamente, annullando un goal regolarissimo di Trezeguet, ne sarebbero bastati "solo" 90'.
E invece no, è stata la paura a fare 90 sopratutto al momento del rigore di Contini.
Ma poi al 6° rigore la Juventus è riuscita a buttarsi alle spalle la sfortuna di questo periodo ed ha vendicato la sconfitta, sempre ai rigori, del 30 Agosto 2006.
E chi se la scorderà mai quella giornata...Ma non certo per la sconfitta in Coppa...
Quello fu il giorno in cui venne deciso il ritiro del ricorso al Tar....E infatti il giorno dopo....
Lasciamo stare và.
Colgo l'occasione per ringraziarvi tutti per i bellissimi attestati di stima ricevuti per l'intervista a Paolo Montero.
Ieri, sopratutto grazie a Tuttosport (oggi riporta il tutto anche nella versione cartacea) l'intervista è stata ripresa da tutte le maggiori testate giornalistiche sportive.
Per me è sempre un piacere condividere con tutti voi le mie soddisfazioni.
Torniamo alla partita.
Migliore in campo Olof Mellberg. Quando mesi fa scrivevo che questo Vikingo Svedese sarebbe diventato un beniamino del pubblico juventino in molti vi ironizzarono sopra.
Non sarà il nuovo Cannavaro certo, ma in confronto a Stendardo...
Un elogio particolare lo merita il bistrattato (anche e sopratutto da me) Molinaro.
Per l'impegno che mette in campo e per quanto corre, sapesse almeno calciare un pò il pallone sarebbe un campione.
Inguardabile Poulsen ma rientrava da un lungo periodo di infortunio e non aveva il ritmo partita nelle gambe. Spero che adesso non venga preso di mira.
I giocatori quando indossano la"corazza"(cit.Paolo Montero) meritano sempre di esser sostenuti.
E poi la colpa non è di Poulsen, ma di chi l'ha voluto ed a quel prezzo.
Detto ciò non esultavo così tanto in Coppa Italia dai tempi della vittoria di San Siro del 1990 1 a 0 con goal di Roberto Galia.
Ci tengo a questa "Coppetta". Mai come quest'anno: "PIJAMOSE ROMA"
Questa Juve ha l'obbligo di riabituarsi a vincere. In qualsiasi competizione.
L'appetito vien mangiando.

martedì 3 febbraio 2009

"A gamba tesa" su Montero


E' un grande onore annunciare a voi tutti che questa settimana ospite della rubrica "A gamba tesa" c'è proprio Montero, quello vero.
Per discutere del momento di crisi juventina non potevo scegliere interlocutore migliore del grande "Paolo".

Paolo seconda sconfitta consecutiva per la Juventus. Dopo la brutta battuta d’arresto di Udine, il tonfo casalingo contro il Cagliari. Pensi che a questo punto le ambizioni di scudetto bianconere siano definitivamente ridimensionate?
Per fortuna anche l’Inter domenica ha avuto un mezzo passo falso in casa lasciando il campionato ancora aperto. Certo il margine di errore però si assottiglia terribilmente. La Juve non può più sbagliare.
Ma questa Inter è in testa perché nettamente la più forte?
Per il rispetto che nutro verso i tifosi bianconeri e la Juventus, di cui continuo ad esser un tifoso, non dirò mai che l’Inter le è nettamente superiore. Certo però l’esito finale di questo campionato dipende soprattutto dalla formazione nerazzurra.
Ancora una volta l’imputato numero uno della crisi bianconera sembra esser l’allenatore Claudio Ranieri, che il pubblico bianconero stenta ad amare. In passato come possibili successori del tecnico romano si sono fatti i nomi di Antonio Conte e Claudio Prandelli, personaggi che tu conosci bene. Dei due, tu chi ti senti più di “raccomandare”?
Prandelli è una persona squisita. Per lui nutro un affetto grandissimo e poi il Mister ha già dimostrato il suo valore assoluto però con Antonio ho passato 9 anni fantastici, che non potrò mai dimenticare….
Quindi? Pensi che Antonio Conte sia già pronto per fare il grande salto per allenare la Juventus, visto anche quanto di grande stà facendo a Bari?
Guarda proprio l’altro ieri ho mandato un sms al Professore (Ventrone) e gli ho scritto:
“Sono sempre più convinto che Antonio ce la farà a raggiungere il suo sogno. La panchina della Juventus presto sarà la sua…”
Vedo che sei ancora legato al professore Ventrone e allora non posso che chiederti:ma quanto ti hanno dato fastidio le accuse di Doping contro la Juventus?
Tantissimo. Soprattutto all’inizio. Perché la gente che parla non si rende conto di quanto sudore e fatica ci sono voluti per conquistare quei successi. Quello che prendevamo era nella lista Fifa, tutto lecito. Mille controlli, valori fuori norma: ZERO. Ma quando sei al Top cercano di darti fastidio in tutti i modi possibili….
Sei spaventato dalla diffusione della SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) nel mondo del calcio?
Guarda, ad esser sincero in Uruguay di questa storia non è arrivato niente.Solo tornando qui in Italia sono venuto a conoscenza di questa tristissima vicenda. Spero che il mondo del calcio non c’entri niente con questa malattia e sia solo una spiacevole coincidenza.Mi dispiace tantissimo per quei ragazzi che ne sono stati colpiti.
Prima hai detto “quando sei al Top cercano di fermarti in tutti i modi”.Allora ti chiedo: che idea ti sei fatto di Calciopoli?
Quando vinci troppo agli altri non resta dire che rubi. E’ successo negli anni in cui dominava il Milan di Sacchi e Capello, poi è successo a noi ed adesso sta succedendo all’Inter. Di certo io dal campo non mi sono mai reso conto di niente di strano. Per me la Juve ha sempre vinto sul campo per meriti sportivi. D’altronde se le prime persone che chiamo quando torno a Torino sono Moggi e Giraudo ci sarà un motivo?
Quanto sei legato alla Triade?
Alla Triade e anche a Marcello Lippi devo tutto. Se mi sono affermato nel mondo del calcio è stato soprattutto merito loro.Non mi stancherò mai di ringraziarli.
Marcello Lippi in una precedente intervista che mi ha rilasciato due anni fa, parlando di te, mi disse testuali parole:“Guardi nella mia carriera calcistica ho conosciuto tantissime persone.Ma uomini con la capacità di aggregazione come Paolo Montero, ha avuto e avrà sicuramente anche in futuro in qualsiasi altra attività farà, non ne ho mai conosciuti.Una persona capace di avvicinare, di unire, di aggregare il proprio gruppo in maniera fantastica. Un leader assoluto. Oltre che un grandissimo difensore.”
Queste parole del Mister mi rendono davvero orgoglioso. E ti ringrazio per avermele riferite e generate.
Ma è vero che hai tagliato completamente i ponti con il rettangolo da gioco?
Si, quello che dovevo dare l’ho dato. In campo non ho mai lesinato sforzi in tutta la mia carriera.Poi una volta smesso, Stop.Adesso mi sono lanciato completamente in questa nuova avventura.
Ti piace il tuo nuovo ruolo da “mediatore”?
Si, tantissimo. L’idea di poter aiutare dei ragazzi a sfondare in un mondo difficile come quello del calcio mi piace assai.
Potresti mai rientrare alla Juventus con un ruolo dirigenziale?
No, perché nonostante il bene che voglio ai tifosi della Juventus e all’ambiente tutto, amo troppo la mia patria e voglio continuare a vivere in Uruguay vicino alla mia splendida famiglia.
A proposito di dirigenza. Riesci ad immaginare la Juventus con un proprietario diverso dalla famiglia Agnelli?
Claro che no. L’avvocato era una persona unica, educato e gentilissimo con tutti. Spero che i suoi eredi siano all’altezza dell’eredità che gli è stata lasciata.
Che idea ti sei fatto della nuova dirigenza bianconera?
Della nuova Juve conosco solamente Alessio Secco, di cui ho grande stima. Non me la sento di dar un giudizio sulle altre persone che non conosco.
Quando la Juventus nel 1996 vinse la Champions all’ombra del Colosseo tu non facevi parte di quella squadra (giocavi ancora nell’Atalanta) ma quest’anno come allora la finale si ridisputerà a Roma. Pensi che la squadra bianconera possa ripetere quell’impresa?
In tutta sincerità mi sembra davvero difficile. Quella era una grandissima Juve, questa una buona squadra. Comunque auguro con il cuore alla Juventus e ai suoi tifosi di riuscirci.
Se lo meriterebbero davvero per quanto sofferto durante e dopo Calciopoli, ma sarà difficile anche superare il Chelsea.
Ma cosa manca all’attuale Juventus per tornare ad esser “la migliore”?E cosa aveva di speciale quella squadra?
Ci vuole tempo e….campioni. Tanti.
Ma forse quella Juve è inarrivabile lo stesso. Era un gruppo fantastico, unico.
Ma cosa vuol dire giocare nella Juventus?
E’ il massimo. Ti senti uno di famiglia da subito. E poi quella maglia è una corazza….
Hai qualche giocatore da consigliare alla Juventus?
Claro. Ho già suggerito personalmente il nome di Aguirregaray, un terzino di spinta già Nazionale Under 20. E’ un talento esplosivo dal grande futuro. Vedrai, la fascia bianconera sarà la sua….
C’è un giocatore in cui Paolo Montero si rivede attualmente?
Assolutamente no e poi non amo i paragoni. Ogni giocatore fa storia a se.
Ti sei mai fatto un’idea sulle tante finali di Champions perse con la maglia della Juve?
E che ti devo dire? Sarà stato il destino. Anche perché soprattutto in quella contro il Borussia Dortmund dominammo quasi per tutta la gara.
Guarda però anche la sconfitta con il Real avvenne solo per una serie di eventi sfortunati. Di certo nessuno ci ha mai messo sotto davvero.
La finale contro il Milan invece merita un capitolo a parte. Come diciamo noi in Uruguay, la lotteria dei calci di rigori è una Roulette Russa.
A proposito della finale di Manchester, ti faccio una bella “gamba tesa”. Hai sempre detto che odiavi giocare terzino sinistro e quando eri all’Atalanta litigasti proprio per questo con Lippi: perché quella sera invece non hai rifiutato di giocare in quel ruolo?
Mi chiedi pure il perché? Non mi sarei mai potuto tirare indietro in una gara di simile importanza. Giocare terzino sinistro non mi è mai piaciuto e quella sera finchè non si fece male Tudor giocai un vero schifo sulla sinistra ma dovevo dare tutto per provare a vincere quella coppa. Non me lo sarei mai perdonato altrimenti.
Pensa, per farti capire meglio, da bambino preferivo giocare in porta piuttosto che terzino sinistro.
E il rigore di Manchester? A quel rigore calciato così malamente contro Dida ci pensi mai?
Certo che ci penso. In gare ufficiali non ne avevo mai tirati prima in vita mia.
Ma a fine gara Mister Lippi viene da me e mi dice ”Paolo te la senti?”
Cosa avrei potuto rispondergli? Avrei fatto di tutto pur di vincere quella sera. Di tutto….
Che ricordo hai del 5 Maggio 2002? Sai che Moratti spesso ritorna su quel successo bianconero (è evidente che ancora gli fa male) attribuendolo solo ad una “banda di ladroni”?
Per fortuna di queste cattiverie in Uruguay arriva ben poco. Quel pomeriggio fu fantastico. Da impazzire. Una gioia immensa. Non ci credevamo quasi più.
Ma l’Inter di cosa si lamenta poi? Se era davvero la più forte andava a Roma e rifilava 4 pigne alla Lazio. Altro che scuse.
E allora noi di Perugia cosa avremmo dovuto dire?
74 minuti dentro lo spogliatoio ad aspettare di rientrare in campo.
74….Li ho cronometrati…Una roba pazzesca.
Però io ho il mio codice d’onore personale e per me conta solo e sempre il verdetto del campo.
Per questo ho sempre rispettato le decisioni arbitrali. Durante la partita tutto è lecito pur di vincere.
Durante la tua carriera c’è un giocatore contro cui ti sei accanito di più? Qui a Roma ad esempio ne hai collezionate di espulsioni. E a Totti poi ne hai date di “botte”....
No, ma scherzi? Io ho sempre rispettato gli avversari. Quando magari sentivo di più la gara ero più arrabbiato in campo. Ma mai sono entrato in campo con la volontà di fare male a chicchessia.
Sarà che quando non si vince i tempi migliori si rimpiangono di più. Ma ai tifosi juventini che rimpiangono Paolo Montero e quella Juve che hanno amato alla follia cosa dici?
Beh è normale per i tifosi rimpiangere tempi così belli. Li rimpiango pure io.
Per dirti: ieri mattina ero al telefono con Moggi e ieri sera a cena con Padovano.
Come si può dimenticare un periodo così bello della propria vita?
Ai tifosi juventini dico solo una cosa: sono uno di voi.
Sono diventato Juventino il primo giorno che sono arrivato a Torino, quando mi sono reso conto di quanto la Juventus fosse odiata dal resto delle tifoserie d’Italia.
Il loro odio io l’ho trasformato in amore per la Juventus. Contro tutto e tutti.
Ecco perché in campo non mi risparmiavo mai….
Sai che ti dico? Non so se la Juve sarebbe così forte se non fosse tanto odiata.
Altro che simpatia.
Ma Moggi l’ha chiuso o no a chiave Paparesta?
Quando l’altro giorno ho letto certi commenti alle dichiarazioni di Paparesta non ci voleve credere.
Ma qualcuno davvero in questi 3 anni ha creduto che Moggi avesse sequestrato l’arbitro?Scusami ma mi viene da ridere.
Nel campo giornalistico pensi che aiuta a far carriera esser anti-juventino?
Questo non lo so, ma di una cosa ne sono certo: gli episodi arbitrali pro-Juve vengono amplificati tantissimo rispetto a quelli degli altri. Alla moviola si grida allo scandalo solo se l’episodio favorisce la Juve. Hanno capito che così si fa share…..
Paolo concludo questa bella chiacchierata con una rivelazione: il mio blog personale porta il tuo cognome (insieme al mio anno di nascita) perché come te sono stato un bambino innamorato del calcio, come te per vincere ho sempre usato un mio personale codice d’onore, come te sono un casinaro, duro e leale capace di grande capacità di aggregazione.
Stefano, grazie davvero ma non vorrai mica far emozionare il “duro” Montero? Non ci provare, eh. Io ho interpretato il calcio sempre così, sin da piccolo e sapere che ci sono persone che si rivedono in Paolo Montero mi rende davvero orgoglioso. Mi dispiace solo che il computer non mi piace per niente altrimenti seguirei con piacere il tuo blog.
A presto Paolo.
Ciao Stefano. E’ stato un piacere.

giovedì 22 gennaio 2009

"A gamba tesa" su Padovano

Per il ritorno della Rubrica "A gamba tesa" ho deciso di commentare il dopo Lazio-Juventus insieme a colui che per 2 anni è stato un assoluto beniamino del tifo bianconero:
Michele Padovano.
19 Gennaio 1997. La Juventus espugna l’Olimpico con 2 goal di Michele Padovano, che ripete l’impresa europea di Parigi di soli 4 giorni prima.
18 Gennaio 2009. Ancora Lazio – Juventus, ma questa volta la squadra bianconera non va oltre un pareggio per 1 a 1.
Sono passati 12 anni. Com’è cambiata nel frattempo la vita di Michele Padovano e che prospettive hai per il tuo futuro?

Mamma mia che settimana mi hai ricordato. Come posso dimenticare Parigi e Roma?
Credo sia stato il periodo dove mi sono conquistato la nazionale a suon di goal e di buone prestazioni.
A 12 anni di distanza (quanto tempo che è già passato…) la mia vita è cambiata, come per tutti quelli che prima hanno la fortuna di fare la cosa che più gli piace e che poi però per ovvi motivi di carta d'identità ad un certo punto non possono più fare.
Per adesso mi occupo di trasferimenti di calciatori, aspettando qualcuno che mi dia la possibilità di fare quello che secondo me mi si addice di più, ovvero il direttore sportivo.

Aneddoti e ricorsi. Quest’anno, proprio come nel 1996, la finale di Champions si disputerà a Roma. Pensi che l’attuale Juventus possa farcela nel ripetere l’impresa che vi vide protagonisti? Trovi analogie tra le 2 squadre?

E’ vero. Anche quest'anno, come allora, la finale di Champions si disputerà a Roma.
Certo, per i giocatori e per i tifosi spero che la Juventus possa arrivare nuovamente in finale ma in tutta sincerità la vedo davvero dura.
Poi nel calcio, come nella vita, non si sà mai però obbiettivamente ci sono squadre molto più attrezzate rispetto alla formazione di Torino.
Analogie con la mia Juventus? Mi dispiace ma non ne vedo anche perchè la nostra era una squadra veramente fortissima in Italia ed in tutto il mondo.
Erano gli altri ad avere paura di noi.
Questa si è una buona Juve, ma niente di lontanamente paragonabile a quella di Mister Lippi.

Ma cosa aveva di speciale quella Juventus? Perché dominò in Italia e nel mondo per così tanti anni?

Cosa aveva di speciale quella Juve? E me lo chiedi pure?
Il gruppo!
Come tu ben sai io ho girato tantissimo ma il gruppo che ho trovato in quella Juventus non l'ho trovato mai da nessun’altra parte.
L'allenamento era alle 15? Beh alle 13,30 eravamo già tutti nello spogliatoio, con una voglia incredibile di migliorarci.
Quando affrontavamo le partite gli avversari perdevano già nel tunnel che portava al campo;
leggevano nei nostri occhi la voglia di vincere e non ce n'era per nessuno.

Eri un rigorista quasi infallibile. Eppure quella sera a Roma, Van der Saar quasi ti parò il calcio di rigore. Cosa ti è rimasto dentro di quella notte?

Effettivamente non ero male a tirare i rigori. In serie A ne ho sbagliato solamente uno.
Quella sera a Roma, è vero che Van der Saar intuì il mio calcio di rigore ma io ero talmente sicuro di fare goal che non mi sono preoccupato per niente, perchè in quei momenti ciò che più conta è la sicurezza che hai sul viso e a me non mancava.
Che vuoi che ti racconti di quella serata?
A livello professionale è stata sicuramente la più importante della mia carriera ma ti assicuro che quando mi chiedono di descrivere cosa ho provato mi rendo conto che non riesco ad esprimere le mie emozioni perchè sono sensazioni troppo personali per poterle raccontare.

Molti per sminuire le imprese di quella Juventus, hanno cercato di infangarla attraverso l’accusa infamante di Doping. A Roma per sostenere questa tesi si inventarono addirittura la storia di un Antonio Conte in fin di vita per l’abuso di farmaci….
Hai mai pensato che Zeman è solo stato usato da alcuni pavidi giornalisti senza coraggio per attaccare l’odiata Juventus? Credi che a qualcuno importasse davvero scoprire se girava il doping nel calcio o l’unico obiettivo era distruggere la Juve?

Vicenda doping: le mie vittorie non me le faccio toccare da nessuno, tantomeno da Zeman.
Del boemo ho sempre pensato che dall'alto della sua convinzione di “bravura”, credeva che se non vinceva era perchè gli altri baravano.
Fossi stato in lui invece mi sarei chiesto di più se magari non era il caso di modificare i metodi di allenamento visto che tutti i giocatori che sono stati con lui e che ho conosciuto se ne sono lamentati.
Comunque, credo che alla fine sia stato solo un brutto modo di screditare le vittorie bianconere che senza ombra di dubbio sul campo era la squadra più forte.
E ti assicuro che nel periodo che ho frequentato la Juve non c'è mai stato abuso di farmaci.

Il compianto Gianluca Signorini l’hai avuto come compagno al Genoa.
Lo sfortunatissimo Stefano Borgonovo invece allenava i Pulcini durante il tuo ultimo anno di calciatore a Como.
Cosa pensi della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA)? Da ex calciatore ne sei spaventato?
O pensi come sostiene Borgonovo che il calcio non ne sia colpevole?
Eppure i dati in merito sembrano esser inequivocabili.

E’ un argomento terribile per me.
Per la SLA purtroppo ho perso pure un cugino, anche lui calciatore.
Non me la sento di colpevolizzare il calcio anche se i dati fanno riflettere….

Hai cambiato tantissime squadre nella tua carriera.
Non solo in Italia, ma anche all’estero.
I farmaci che girano all’interno degli spogliatoi sono differenti squadra per squadra, medico per medico, o hai trovato sempre la stessa diffusione ovunque sei stato? Ti sei sempre informato di quello che ti veniva dato o ti sei sempre fidato dei medici sociali?

Personalmente, per fortuna non ho mai avuto bisogno di grandi farmaci però devo dire che mi piaceva informarmi sempre al riguardo di quello che assumevo.
Capisco però anche tutti i miei compagni (tutti dico tutti) che si fidavano dei medici per l'assoluta buona fede, anche perchè giocando a calcio vivi più a stretto contatto con lo spogliatoio che con la tua famiglia.

Dove non ci sono riusciti con il Doping, ce l’hanno fatta con Calciopoli, un processo farsa basato sul nulla (come disse a suo tempo Enzo Biagi):
Juventus privata di 2 scudetti, violentata, umiliata in serie B e spogliata di quasi tutti i suoi campioni e tutto questo solo perché i giudici hanno deciso di ascoltare il “sentimento popolare” che da sempre ha nella Juventus la squadra più odiata dagli italiani.
Che idea hai della Calciopoli dei processi sommari, senza prove e testimoni a discolpa?


L'idea che ho di Calciopoli è la stessa della vicenda doping.
Quando una squadra è così nettamente superiore dà fastidio.
Ecco che allora bisogna fermarla in qualunque modo.
Poi nel merito non entro, perchè magari un domani potrei pentirmene.
Questa è l’Italia.

Quel periodo Maggio - Estate 2006 è stato un Incubo per tutto il popolo bianconero modificando per sempre la vita di tutti i tifosi.
Tifare Juve in quel periodo era visto come una malattia, quasi come la peste di Manzoniana memoria.
Tu stesso in quei giorni sei finito in mezzo ad una brutta storia personale dalla quale aspetti ancora serenamente giudizio. Pensi però che a livello mediatico la tua vicenda sia stata pompata anche per la tua precedente appartenenza alla Juventus?
D’altronde gli articoli all’epoca parlarono chiaro :
”GIORNATA NERA PER LA JUVENTUS”
PADOVANO IN MANETTE
Indagando su un vasto traffico di hashish importato in Italia dal Marocco, attraverso la Spagna, i carabinieri si sono imbattuti nei nomi di ex calciatori famosi: Michele Padovano, Nicola Caricola e Gianluca Vialli, tutti ex juventini…..
Quel “ex juventini” sembra praticamente un marchio, una specie di lettera scarlatta…

A volte ripartire da zero è durissimo ma se si hanno le “palle”(si, scrivi proprio palle) quando tutto poi si risistema la soddisfazione è immensa.
Credo che i tifosi juventini non si dovranno mai sentire come degli appestati ma bensì come qualcuno che ha subito un torto e che prima o poi avranno la meritata vendetta.
Per quanto riguarda la mia situazione personale invece non entro nel merito perchè credo che certe cose vadano affrontate nei luoghi giusti.
Ci sarà un processo e mi difenderò con tutte le mie forze dalle accuse ingiuste che mi sono state appioppate.

Tu che hai lavorato alle dipendenze della Triade e sopratutto a contatto con Moggi puoi dircelo:
l’ex Direttore della Juve era davvero un Diavolo come lo descrivono adesso la Gazzetta e i vari giornalisti “tifosi” e faziosi o era solo e semplicemente “il migliore in un mondo di squali”?
Alla luce, poi, della sentenza Gea che ha distrutto totalmente l’impianto accusatorio, quanti sono gli scudetti della Juventus? 27 o 29?


Di Luciano Moggi non posso che parlar bene.
Con me si è sempre comportato da uomo vero e anche quando ho smesso di giocare mi ha dato una mano, per reinserirmi nel mondo del lavoro calcistico.
Secondo me Moggi era semplicemente il più bravo di tutti, perchè senza chiedere un solo euro alla proprietà ha vinto e portato utili ai soci.
Quindi la tua definizione (complimenti, davvero perfetta) è azzeccatissima:
“Era il più bravo di tutti in un mondo di squali”.
Per quanto riguarda la questione scudetti invece non so quanti siano ma sicuramente non sarebbero mai dovuti andare all'Inter.

L’Inter si è appuntata sul petto uno scudetto di altri, nominandolo “degli onesti”, nonostante passaporti falsi, bilanci gonfiati e tutti gli strani giri che da sempre popolano il mondo del calcio ed alla quale non si è sottratta. Non contenta di questo però continua pure a rivendicare anche altri successi che non gli appartengono, come ad esempio quello del 5 Maggio 2002.
Da ex calciatore e comunque personaggio ancora legato al mondo del calcio, non ti dà fastidio questo comportamento da “accattone”, per citare una grande opera Pasoliniana?

Come detto in precedenza, secondo me mai avrebbero dovuto prendersi uno scudetto che non gli apparteneva minimamente.
Per quanto riguarda il 5 maggio 2002:
una grande squadra va a Roma e contro una Lazio già in tenuta balneare vince invece di prendere 4 goal da “BAMBOCCIONI”….

La Roma, nella persona della sig.ra Sensi e di Francesco Totti, ha recentemente dichiarato:
“lo scudetto dell’anno scorso l’hanno regalato all’Inter perché c’era un centenario da festeggiare”
Perché Moratti, invece di pensare ad accusare gli altri, non trova il coraggio di rispondere a chi l’accusa di esser il nuovo Moggi? Avevi mai visto prima un goal convalidato con 5 uomini in fuorigioco di 2 metri come quello di Maicon a Siena?


Non c'era malafede prima e non c'è malafede adesso.
Si tratta soltanto di grande incompetenza arbitrale.

Per molti la Nazionale è un sogno. Per te, forse, è stato un incubo.
Una sola presenza nel momento più alto della tua carriera.
Nemmeno il momento per goderti quell’attimo di gloria azzurra che la gamba ti tradisce durante un allenamento alle dipendenze di Cesare Maldini, e addio sogni di gloria e probabilmente anche carriera..
Ti capita mai di pensare a dove saresti potuto arrivare senza quell’infortunio?


L’infortunio al quadricipite?
Era la vigilia dei mondiali del 98 e sicuramente il Mister Maldini mi teneva in grande considerazione.
Dai, diciamo che sono stato la fortuna di Vieri.
Perchè probabilmente se ci fossi stato anche io avrebbe giocato meno.
Comunque nella vita non si può tornare indietro. Guardiamo avanti.

A proposito di Nazionale.
Prima che iniziassero i Mondiali del 2006, tanti “parrucconi” italiani (praticamente sempre gli stessi che odiano la Juve con la stessa facilità con cui si beve un caffè al bar) chiesero con forza l’allontanamento di Lippi, Cannavaro e Buffon salvo poi salire sul carro dei vincitori a torneo vinto.
Hai mai visto un giornalista ammettere le proprie colpe e chiedere scusa della propria faziosità?

Credo che il mondo del calcio rispecchi perfettamente quello della vita.
Non mi stupisco affatto dei “parrucconi” che sono saliti sul carro dei vincitori.
Te lo dice uno che prima che gli succedesse quello che gli è successo aveva il telefono bollente e la casa piena di imbecilli. Adesso fortunatamente almeno quest’ultimi non ci sono più.

Sappiamo bene che il mondo del calcio è basato in gran parte su rapporti falsi e finti sorrisi.
Tu sei riuscito a rimanere in buoni rapporti con qualche tuo ex compagno?
Si può dire che un caso come quello di Paolo Montero che molla tutto per venire in soccorso dell’ex compagno Gianluca Pessotto è un caso isolato, una mosca bianca?
A proposito di rapporti con vecchi compagni, ti sei chiarito poi con Gianluca Vialli?


Montero? Beh proprio ieri sera eravamo insieme quindi…
Comunque se parliamo di amicizia vera sono poche, pochissime e poi sai dopo quello che mi è successo adesso sono un “appestato” come i tifosi della Juve.
Con Vialli non ho ancora avuto il piacere di chiarirmi, ma non ho fretta.

Un torinese dal cuore Granata che in soli 2 anni è riuscito a diventare un beniamino del pubblico Juventino. Mi spieghi come ci sei riuscito? Ti sei mai sentito in colpa verso la tua fede granata?

Non ti nascondo che i primi mesi sono stati davvero difficili perchè qualche “coglione” ( ma si scrivi proprio cojone, se lo merita) c'è sempre.
Poi però quando si sono resi conto che ero un professionista esemplare e che avrei dato l'anima per la Juventus, sono diventato un beniamino con mio grande piacere.
Per quanto riguarda la mia fede granata, ti assicuro che non me ne sono mai vergognato anche perchè ho sempre distinto la professione dalla fede.

Qual è stata la tua più grande gioia calcistica e a quale allenatore devi di più nella tua carriera?

Non vorrei sembrare ripetitivo ma la maggiore soddisfazione calcistica è la vittoria della Champions( lo sò troppo facile).
L'allenatore a cui mi sento più legato è sicuramente Bruno Giorgi .
Lui sì che era davvero una mosca bianca nel calcio dei prepotenti.

C’è un goal che conservi di più nel tuo cuore? Quale?

A livello d'importanza sicuramente quello al Real Madrid: è quello che sento di più in assoluto.
Se però parliamo di bellezza del goal, quello che ho fatto in Reggiana Padova è stato un capolavoro.
Ti dico una cosa: l’avesse fatto Maradona lo vedremmo ancora oggi.

A proposito di Maradona. Sei andato a giocare nel Napoli proprio quando lui se ne andò.
Quanto ti è dispiaciuto non aver potuto giocare con il più forte giocatore di tutti i tempi?
E qual è stato il tuo compagno più carismatico?

Mi è dispiaciuto tantissimo anche perchè fù proprio Diego a volermi a Napoli.
Quanto a carisma, non avevo niente da invidiare a nessuno ma forse il compagno più carismatico con cui ho giocato è stato Gianluca Vialli.

Per chiudere, raccontaci un aneddoto simpatico ed inedito.

Quando tornammo dalla trasferta Champions di Dortmund (che tra l'altro fù il mio esordio europeo con goal) alla ripresa degli allenamenti venne a complimentarsi con noi, come spesso accadeva, l'Avvocato.
Si avvicinò a me e disse:
“Caro Padovano, se ci fossi stato io in porta quel goal non l’avresti fatto”
Beh all'avvocato tutto era permesso.
Ecco, a proposito di carisma una figura come quella dell'Avvocato mi manca tantissimo:
Lui si che era carismatico. Il più carismatico che abbia mai conosciuto…..

Michele, in bocca al lupo per il tuo futuro.

Grazie Stefano e a presto.