domenica 31 maggio 2009

Fine-corsa Nedved





Alla fine Pavel Nedved ha deciso (lui si, il suo procuratore meno.....) :
lascerà il calcio. Meglio per tutti....
Emozioni strappalacrime nella sua ultima gara da calciatore disputata, ironia della sorte, proprio dalle 2 squadre che in Italia l'hanno visto assoluto protagonista.
La Juventus batte la rimaneggiata Lazio per due reti a zero, grazie ad una doppietta di Iaquinta.
Due considerazioni rapide:
1- Avevo ragione nel dire che non serviva esonerare Ranieri a sole 2 giornate dalla fine, se lo scopo era solo quello di vincere le residue partite contro avversari già in tenuta balneare.
Questo avvicendamento è servito solo a concedere alibi a chi non li meritava...
2- Iaquinta alla fine ha realizzato gli stessi goal di Amauri, pur giocando nettamente di meno.....Siamo sicuri che valga proprio la pena privarsi in futuro di Trezeguet per puntare sul brasiliano?
Capitolo panchine:
scoppia l'effetto Guardiola, affidarsi ovvero a tecnici giovani ed ambiziosi.
Il Milan, vincente in quel di Firenze, saluta Maldini ed Ancelotti (e forse anche Kakà) e decide di puntare tutto sull'esordiente Leonardo.
La Juventus invece si prende altri 10 giorni (!!) per decidere:
ma la scelta parè cadrà comunque su un allenatore di primo pelo o quasi.
Intanto l'Inter, che ha festeggiato la 50a partita consecutiva senza un rigore contro, trema:
se Moratti non si umilierà come già fatto con Mourinho, Ibrahimovic andrà via.
Senza Ibra, l'Inter tornerebbe l'armata brancaleone che per quindici anni e più, ha fatto sorridere l'Italia intera.
Ecco, il miglior acquisto della Juventus nella prossima stagione per cercare di colmare il gap con la capolista, sarebbe proprio la cessione all'estero di Ibrahimovic....
Per finire, con un rima tanto cara al presidente del Torino Cairo:
cucù e la serie A non c'è più.

Dirigenza ingrata


Era nell'aria da tempo:
Pavel Nedved aveva deciso di continuare a giocare ma l'attuale dirigenza juventina lo ha maltrattato offrendogli una proposta di contratto irrispettosa per il suo grande talento.
Oggi comunque lo ringrazia direttamente sulle pagine della Gazzetta dello Sport......
In un'ambiente dove sono stati regalati 2,5 milioni di euro a stagione ad Andrade per non fare nulla. Una squadra dove un gregario come Poulsen guadagna oltre 3 milioni di euro a stagione.
In una squadra che riprende Cannavaro, di un solo anno più giovane di Pavel, facendolo passare per il ritorno del Figliol Prodigo evidentemente non c'è più posto per Nedved.
E forse è giusto così:
un campione assoluto come Pavel Nedved non merita una dirigenza così.
Non merita una Juve così.
Onore ad un grandissimo giocatore, professionista esemplare e tra i più forti giocatori dell'ultimo ventennio.
Mancherai a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Juventus.....
.
E’ una questione di stile, ma anche di sostanza. Non si può trattare così un campione come Pavel Nedved costringen­do un fuoriclasse del suo livello a sparare due frasi che equival­gono a cazzotti: «Lascio la Juve, ma non il calcio» e «Non vado via per una questione economi­ca ». Tradotto, significa che con­tinuerà a giocare (ma non nella Juve) e che non ha gradito (usiamo un eufemismo) l’atteg­giamento della società nei suoi confronti.
Ma perché? Al netto del fasti­dio prodotto da tutte le media­zioni di procuratori più o meno esosi, c’è una considerazione che doveva cancellare il resto: l’ex Pallone d’Oro Pavel Ned­ved non è un giocatore come tutti gli altri perché fa parte del manipolo di eroi che ha reso possibile il miracolo di riporta­re subito la Juve in serie A, di farle conquistare il terzo posto (con qualificazione alla Cham­pions) l’anno scorso e di mante­nere, quanto meno, allo stesso livello di competitività la squa­dra anche in questa stagione.
Perché, se qualcuno crede che i meriti vadano anche suddivisi con altri componenti, allora non ci siamo proprio e vi spieghia­mo perché. Sull’allenatore non ritorniamo per evitare di sem­brare persecutori, ma Ranieri, non riuscendo a dare né gioco, né continuità alla squadra (e ci fermiamo qui), è solo la punta dell’iceberg e forse anche un co­modo capro espiatorio dietro il quale non possono essere nasco­ste responsabilità precise della società.
Il presidente Cobolli Gigli e l’amministratore delegato, non­ché direttore generale, Blanc devono riconoscere i tanti erro­ri commessi. Per carità, persone perbene, manager di qualità che si sono assunti il compito di traghettare la Juve in un mo­mento difficilissimo della sua storia, ma adesso basta. La ve­rità va detta e affrontata. La realtà dice che ci vuole un salto di qualità dirigenziale e che non fosse stato per quei campioni (Nedved, Del Piero, Camorane­si, Buffon e Trezeguet), oggi presidente e amministratore de­legato non potrebbero appun­tarsi alcuna medaglia sul petto. Non fosse stato per la rabbia che quegli eroi hanno messo e per la loro voglia di cancellare i momenti brutti, adesso la Juve non si batterebbe per il secondo posto in campionato. Quei fuo­riclasse non si sono mai accon­tentati, hanno sempre combat­tuto per vincere su ogni fronte, alla faccia di tutti i progetti a lunga scadenza. Non ci sono riusciti perché scarsamente as­sistiti e ascoltati. Tutto ciò ha ac­cresciuto lo scollamento fra una solida base di giocatori che ha piantato un seme importante nello spogliatoio e una società latitante, capace di fare emer­gere, invece, tutta la sua legge­rezza.I problemi da risolvere sono principalmente due. 1) La man­canza di un vero direttore gene­rale o direttore sportivo, chia­matelo come volete, capace di curare i rapporti fra squadra, tecnico e società e in grado di gestire al meglio le operazioni di mercato. 2) L’assenza di un pre­sidente veramente rappresenta­tivo, “pesante” e soprattutto meno discutibile per l’estempo­raneità delle sue esternazioni: basterebbe il recente caso Pan­dev (con bacchettata di Lotito), per non parlare dell’assenza su questioni cruciali quali anticipi e posticipi spesso svantaggiosi e alla lunga determinanti per le gambe dei giocatori.
Siccome ci piace essere sempre costruttivi nelle nostre analisi, ribadiamo che già ad ottobre avevamo segnalato la via per ri­solvere il problema in panchi­na. Caso ha voluto che la nostra indicazione sia stata poi quella adottata dalla società. Ferrara ci sembrava e ci sembra una buona scelta. Nella Juve c’è an­che Gian Paolo Montali, unica voce che si sia più volte levata per sottolineare i problemi da risolvere. Purtroppo non è sta­to ascoltato. Un errore al quale ci sembra giusto porre rimedio consegnando all’ex ct della Na­zionale di volley un ruolo opera­tivo. Aggiungiamo infine, per­ché da lì siamo partiti, che tutti i grandi campioni che hanno aiutato la Juve in un periodo delicatissimo andrebbero trat­tati con uno stile diverso. Per la cronaca, Andrea Agnelli tor­nerà oggi allo stadio per l’addio di Pavel Nedved, dopo un’as­senza di tre anni. La Juve c’è e ha in casa risorse incredibili, basta non sciuparle e metterle in grado di rendere al meglio
.

sabato 30 maggio 2009

Un altro Blanc?




Spunta un nome nuovo per la panchina della Juventus:
è Laurent Blanc, l'ex libero francese campione del mondo nel 1998.
Personalmente lo ritengo un buon tecnico emergente ma alla Juve con tutta sincerità serve ben altro.
E questo è il pensiero anche della stragrande maggioranza del tifo bianconero.
Con questa dirigenza, serve un allenatore duro, di polso e che conosca a pieno il mondo Juve e sopratutto cosa vuol dire rappresentarla.
Intanto spunta un nome nuovo per la fascia sinistra:
è Jansen dell'Amburgo.
Ma siamo sicuri che qualcuno avrà il coraggio di accollarsi lo stipendio faraonico di Poulsen?
Lo scrissi sin dall'inizio, con un ingaggio del genere liberarsi in futuro del danese sarebbe stata una MISSION IMPOSSIBLE....
Ed intanto Nedved tiene tutti i tifosi sulle spine......

venerdì 29 maggio 2009

39 Angeli ci proteggono


Per non dimenticare mai......
http://www.saladellamemoriaheysel.it/
Ventiquattro anni fa il sole di Bruxelles assisteva inebetito, in luogo di una divinità colpevolmente assente, alla mattanza più assurda di tifosi nella storia del calcio.
Un aggressione barbarica, ma studiata e intrapresa con perfidia e premeditata tattica militare, una "strage dolosa" come la definisce Francesco Caremani nel suo libro "Le verità sull'Heysel. Cronaca di una strage annunciata". Prevedibile da parte dell'UEFA, ma ignorata, e mai contrastata dalle autorità di polizia del Belgio.
Si è scritto tutto ed il suo contrario su quella infausta giornata di Maggio. Abbiamo ascoltato e lasciati impuniti cori beceri in ogni curva d'Italia ad insozzare la memoria di innocenti calpestati come pupazzi in mezzo alle pietre sgretolate dal crollo, dilaniati dai ferri di cancellate acuminate come lance macedoni, finiti a calci, poi applauditi dagli inglesi ubriachi che frugando nelle loro tasche lanciavano in aria a sfregio povere cose.
Abbiamo ascoltato parole imparentate alla menzogna per non farsi più del male tra i rimorsi.
Ci restano in repertorio, giunte da quel cinema dell'orrore, le immagini di una gioia che non conobbe pudore e la matematica che ancora oggi divide gli squallidi contabili dell'almanacco.
Chi stringe una coppa a sè, come fosse congruo e naturale risarcimento alle bandiere sporche di sangue, chi vorrebbe eliminarla per fare un dispetto, proprio a chi affrontò migliaia di chilometri per non vederla, mai, portata in trionfo, mentre giaceva in obitorio.
In tutto questo tempo il silenzio della dimenticanza è stato mistificato con il rispetto per le famiglie delle vittime.
La memoria, beffardamente, colpevolmente, non ha trovato collocazione geografica proprio lì dove la bacheca ancora adesso urla, orfana di un segno qualunque d'amore per quei 39 respiri soffocati dall'odio e mai degnamente celebrati dalla loro stessa Madre.
Dignità e vergogna, come Abele e Caino, ad inseguirsi da ventiquattro lunghi anni in questa storia scritta col sangue e con le lacrime di 39 famiglie di innocenti.
C'è ancora qualcosa che si può fare per innalzare una piccola preghiera di pace, invece di un trofeo di latta, verso il cielo, fosse anche la litania di chi non crede oltre le nuvole, ma soltanto negli uomini ?
Magari in quelli che verranno.
In quelli che applaudiranno gli avversari a vincere...
In quelli che ameranno i propri colori senza disprezzare le altrui combinazioni...
Non lo so. Non lo so. Non lo so.
Quello che immagino è che il dolore è dolore ed il perdono spetta solo a chi non ha mai trovato le parole, per contenerlo.
Non lo so. Non lo so.
Quello che possiamo fare noi oggi è soltanto trovare un luogo,delle pagine, monumenti, strade, piazze, deputati a non dimenticare.Una sala della memoria, nel nuovo stadio di Torino.
Un sacrario di emozioni, al di là delle bandiere.
E' vero. Sono caduti per la Juventus. Sono i caduti della Juventus.
Allora è maturo il tempo d'incidere a fuoco quei nomi su quella coppa senza vergogna e legarla per sempre ai suoi 39 cuori.
Onore e memoria sono l'unica rima possibile di questa storia dell'Heysel, da tramandare ai figli ed ai nipoti come un incubo in attesa di redenzione.
Ci sono macigni che pensi di avere sepolto in qualche angolo remoto nel mondo. Ritornano. Prima o poi.
E se non ti travolgono è perchè il vento li restuituisce al tuo sincero pentimento in forma di angeli.
C'è ancora tempo, per l'amore...

Domenico Laudadio

giovedì 28 maggio 2009

Nostalgia di Roma vol.2



Nella splendida cornice dello Stadio Olimpico, Leo Messi trascina il Barcellona alla vittoria della Champions League. Non c'è stata partita.
Surclassato il Manchester United di Cristiano Ronaldo.
Quest'anno il Pallone d'Oro sarà dell'argentino, assoluto numero 1 mondiale in questo momento.
Incredibile stagione per Pep Guardiola:
al suo primo anno da allenatore ha vinto tutto: coppa Nazionale, Scudetto e coppa europea.
Davvero pazzesco. Venitemi ancora a dire che serve esperienza per vincere....
Serve ambizione, un progetto serio, abbinato ad una società seria.
Quello che alla Juventus manca da 3 anni a questa parte. Non credeteci adesso a quelli che scrivono che la squadra bianconera era già pronta per competere con queste squadre.
In Europa, sulla doppia sfida, te la puoi giocare con chiunque. Vero.
Ma è altresì vero che Manchester e Barcellona distano anni luce.
Basti vedere le loro rose.
Non basterà Diego a colmare un simile gap.
Non basterà il ritorno di Cannavaro.
La Juve deve comprare almeno altri 3 campioni(veri) per difesa e centrocampo,
i reparti che più necessitano di rinforzo....da 3 anni.
Indiscrezione Nedved: forse giocherà un altro anno.
Aspettiamo tutti fiduciosi.
Intanto 2 possibili obiettivi (Cassano e Quagliarella) pare stiano per prender altre vie.
Ripeto, se devono esser alternativa a Trezeguet, mi tengo David tutta la vita.
Continua invece la candidatura di D'Agostino.
Oggi vi voglio dire la mia su questo giocatore:
buon calciatore, da pagare però non più di 4-5 milioni di euro.
Ha avuto una carriera molto discontinua e manca di quella grinta che serve per esser un leader vero. E' dotato però di un ottimo piede sinistro.
Io personalmente lo accomuno a Liverani, in passato più volte accostato alla Juventus.
Di certo non è Xabi Alonso.
Non è un gregario alla Poulsen, ma nemmeno un campione come il basco.
In rosa ci può stare bene, ma i campioni che fanno la differenza sono altri.
Speriamo che Diego rientri in questa categoria.
D'altronde è costato più del giocatore più decisivo degli ultimi 5 anni in Italia.
Riuscirà a contrastare il suo impero?

lunedì 25 maggio 2009

Restaurazione Juve




10/11
Questa la percentuale di giocatori reduci dalla precedente dirigenza, schierati titolari ieri da Ciro Ferrara alla sua prima da allenatore sulla panchina della Juventus.
Se avesse giocato Trezeguet al posto di Iaquinta, si sarebbe tornati indietro di 3 anni.
Cosa vuol dire questo?
Che se si esclude Sissoko ed anche Amauri e Iaquinta, la Juventus deve la sua competitività ad alti livelli ancora ai residui giocatori pre-Calciopoli e al vivaio lasciato in dote da Ceravolo & C.
Non è un caso che Ciro Ferrara, per dare da subito una netta sferzata al campionato juventino, si sia completamente affidato alla vecchia guardia.
Gente abituata a vincere. Gente abituata a considerare il secondo un posto un fallimento.
Ne faccia tesoro di queste considerazioni la nuova dirigenza.
Il progetto si è polverizzato, ora è venuto il momento di rimboccarsi le maniche.
Non si possono dare tutte le colpe al solo Ranieri.
Ciro Ferrara potrebbe esser un predestinato, anche per la fortuna che ha accompagnato la sua prima: secondo posto e qualificazione Champions senza preliminari agguantati al primo colpo.
Niente male.
Non basterà però la partita con la Lazio per valutarlo a livello tecnico-tattico.
La sua eventuale conferma sarà una scommessa.
Ripeto, meglio però una scelta rischiosa come Ferrara piuttosto che scegliere un altro Ranieri come potrebbe esser uno Spalletti o un Delio Rossi.
E poi che spettacolo vedere Ciro sprizzare juventinità da ogni poro sia in panchina sia nelle dichiarazioni post-gara.
Il Milan in un solo giorno perde secondo posto e faccia.
Davvero vergognoso il comportamento da parte di alcuni tifosi rossoneri che hanno rovinato il commiato di uno dei più grandi difensori di tutti i tempi: PAOLO MALDINI.
Ciao Paolo, sei l'avversario che più ho desiderato ed ammirato.
Vergognoso anche quanto visto a Torino.
In Italia, purtroppo funziona così.
Se onori il campionato fino alla fine, nonostante non hai più nulla da chiedere niente da esso, scatta la violenza e la caccia all'avversario.
O accetti il "biscotto" o anche se sei dalla parte della ragione ti fanno passare per il torto.
Pazzesco.
Impariamo dall'Inghilterra, dove ogni gara viene onorata fino alla fine.
In conclusione ricordo a voi tutti che è partita l'asta benefica in favore dei terremotati d'Abruzzo.
In palio la maglia dorata autografata di Amauri.
In questo momento l'offerma si attesta su 100,00 euro.
Chiunque di voi volesse partecipare all'iniziativa benefica può farlo rilanciando inviando una semplice e-mail a info@cuoredicalcio.com con i vostri dati e l'importo della vostra proposta.
La premiazione avverrà in diretta tv.
Aiutiamo lo sfortunato popolo Abruzzese.

domenica 24 maggio 2009

"Mi gioco la Juve"


Ciro Ferrara ci crede davvero : "Mi gioco la Juve".
Ripeto, difficilmente in 2 giornate potremo capire le sue potenzialità reali, però preferisco una scelta interna ad un altro Ranieri di turno che abbia il nome di Spalletti, Delio Rossi o chicchessia.
Di certo il prossimo allenatore della Juventus non sarà Mourinho, che per rimanere all'Inter chiede 10 milioni di euro l'anno.
Scemi loro se glieli daranno.
Mourinho è riuscito a far persino peggio di Mancini.
In base a quale criterio pretenderebbe un aumento?
Oggi l'ultima di Paolo Maldini a San Siro. Pioveranno lacrimoni.
Un grande campione lascia. Non resta che alzarsi in piedi per una Standing Ovation.
Questa sera a "Cuore di Calcio", donerò la maglia autografata di Amauri, che verrà messa all'asta durante la trasmissione. L'intero ricavato verrà devoluto per i terremotati d'Abruzzo.
Non mancate.

sabato 23 maggio 2009

Giu le mani da Trezeguet


Domani ci sarà la prima per Ciro Ferrara sulla panchina della Juve.
Con il passare dei giorni prende sempre più corpo l'idea di poterlo confermare anche nella prossima stagione. Certo, bisognerà assolutamente conservare perlomeno il terzo posto.
Ma la fiducia della Proprietà, espressa nella persona di John Elkann, nei confronti di Ciro è sincera, o visto che l'esonero di Ranieri finirà in Tribunale si sta scegliendo l'opzione meno onerosa?
Lo scopriremo solo vivendo.
Intanto Tuttosport oggi lancia un'idea suggestiva:
via Trezeguet, opzione per Benzema.
Vi dico una cosa: solo attraverso questo scambio riuscirei a tollerare il sacrificio di David.
Non c'è Amauri o Iaquinta che tenga, se sta bene l'attaccante titolare è sempre lui.
Per il tipo di gioco che fa, Trezeguet come Inzaghi, può giocare a grandi livelli almeno fino ai 36-37 anni.
VENDERLO, lo scrivo a caratteri cubitali, SAREBBE UNA FOLLIA.
Sopratutto se poi si decide di rimpiazzarlo con il Quagliarella di turno (che è comunque un buonissimo giocatore).
Quagliarella(o Pandev)-Iaquinta-Amauri, tutti e tre insieme non fanno i goal fatti da Trezeguet in carriera....
Meditate gente, meditate.
Spunta un nuovo nome per la Juve: KEIRRISON. Ogni giorno un nome nuovo.
Vi spiego come succedono queste cose.
Quasi sempre è il procuratore del giocatore a chiamare qualche redazione sportiva (cartacea, tv o web)..gli parla del suo assistito. Lo accosta ad un team per dargli popolarità....
Poi anche se la notizia è priva di fondamento, comunque è riuscito nell'intento di rendere noto all'intero settore che il giocatore è sul mercato.
VECCHIA TECNICA, per nuovi POLLI. Fesso chi ci casca.
Intanto l'Italia è sotto assedio.
Dall'estero vogliono portarci via anche quei pochi campioni che ci sono rimasti.
Come anche ieri ha ripetuto perbene FABIO CAPELLO "dopo Calciopoli il campionato italiano si è livellato al peggio".
L'Inter è la solita squadra di sempre (in EUROPA se ne vedono i risultati infatti).
In Italia vince solo grazie ad Ibrahimovic e sopratutto perchè le altre avversarie sono state indebolite, chi più chi meno, dall'effetto del Processo Farsa.
Altro che 4 scudetti di fila.....

venerdì 22 maggio 2009

Coraggio Abruzzo

Domenica sera, ore 20,
durante la trasmissione CUORE DI CALCIO,
nella quale come sapete partecipo come opinionista,
verrà messa all'asta la maglia autografata di Amauri ricevuta da me personalmente in dono dalla Juventus FC.
Tutti i ricavi dell'offerta verranno devoluti dall'associazione GENERAZIONE SVILUPPO ONLUS a favore delle popolazioni colpite dal sisma di Abruzzo.
Ringrazio di cuore l'Ufficio Stampa juventino per la solidarietà dimostrata.
Coraggio Abruzzo, terra meravigliosa.

Indovina chi





Ancora infortuni in casa Juve.
Dopo Grygera anche Del Piero.
D'altronde se si ingaggia un preparatore atletico "abusivo", cosa ci si poteva aspettare di diverso?
Il Processo di Napoli continua nell'indifferenza totale dei media maggiori (ovvio è un PROCESSO SICULO, ricordate?), ma c'è ancora chi si batte per una dignità "intellettuale":
qui potrete trovare l'audio integrale dell'udienza RADIO mentre qui potete leggere dei resoconti dettagliati, senza padroni e senza censure 1 - 2
E' il momento di Ciro Ferrara.
A quanto pare, il nuovo Mister bianconero, ha anche chance di esser confermato come allenatore della Juventus nella prossima stagione.
Sapete cosa vi dico, a pelle?
E' meglio lui che uno Spalletti, un Delio Rossi o un Gasperini.
Io la penso così.
La Juve agli juventini in primis, altrimenti a tecnici vincenti. E basta.
E' il momento, adesso che il progetto si è disintegrato a vista, di ridare almeno orgoglio, passione e juventinità ad un ambiente che non merita simili umiliazioni.
Impallidisco all'idea di comprare il Quagliarella di turno per vendere Iaquinta o ancor di più Trezeguet.
Intanto continuano ad impazzare nomi sconosciuti ai più come quello di Dentinho.
Capitolo D'Agostino:
faceva parte dei ragazzini chiesti alla Roma da Luciano Moggi in cambio di un Davids sulla via del tramonto ai tempi del Capello giallorosso.
Gli altri due erano De Rossi e Aquilani........
Ecco chi ci vorrebbe per la Juve: un nuovo Moggi, altro che.

mercoledì 20 maggio 2009

"Ranieri non lo meritava..."




Caro Stefano,
consentimi di dire una cosa ai tuoi splendidi ed attenti lettori.
Da tifoso juventino sono molto deluso ed amareggiatissimo per il comportamento della nostra società.
Purtroppo temo che ci sia stato un mezzo complotto da parte anche di alcuni vecchi giocatori per eliminare definitivamente Ranieri.
E' vero il Mister non ha mai vinto nulla d'importante in carriera, tranne qualche Coppetta minore, ma quando mai ha allenato grandissime squadre con fior di campioni ???
Prima di giudicarlo non all'altezza di una grande, mi sarebbe piaciuto poterlo vedere all'opera con giocatori di grande qualità....
Certo, è facile allenare Ibrahimovic, Cristiano Ronaldo, Messi o Diego.
Vincerei anch'io in panchina, probabilmente. E non imitando Ranieri, Lippi o Capello.....
Mi dispiace per Ciro Ferrara, perchè arriva nel momento sbagliato ma da tifoso juventino sfegatato (sai quanto rappresenta per me la Juve...) e coerente che sono, adesso mi auguro di arrivare quarti in campionato e magari andare anche fuori dai preliminari ad Agosto.

Non sai quanto mi costa dire queste cose ma sono troppo amareggiato, quasi più di quando andammo in B...
Mi piacerebbe parlare con Ranieri e abbracciarlo mostrandogli tutta la mia solidarietà...
E' dalla sera che l'ho imitato a Controcampo che non ho più avuto modo di parlare con lui.
La mia amarezza è tanta e forse potrà essere placata solo se il prossimo allenatore sarà uno tra Ancelotti, Hiddink o Capitan Conte...
Tengo a precisare, che se Ranieri fosse stato licenziato a fine campionato o all'atto dell'orrenda eliminazione in Coppa Italia contro la Lazio non me la sarei presa così tanto, perchè sarebbe stato un allontanamento tecnico che sarebbe rientrato nella norma del calcio moderno.
In questo modo invece si è voluto umiliare la persona, non solo l'allenatore.
E' una vergogna. Altro che Stile Juventus.
Concludo, dicendoti che da tutta questa vicenda chi ne esce davvero vincente è proprio Ranieri e i perdenti sono tutti quelli che lo hanno umiliato, società in primis.
La vera responsabile.
Non so quando, non so in che giorno, ma senza gufare temo che su Vinovo e tutta Torino presto si abbatterà un fortissimo temporale...una pioggia incessante.
Quella pioggia rappresenterà il pianto dei fratelli Agnelli che guardano da Lassù la loro povera Juve ridotta come una provinciale qualsiasi, o peggio ancora, come un' Inter qualsiasi...
Un saluto a tutti i tuoi lettori:
cari fratelli juventini scusate il mio sfogo.
Tornerò a farvi sorridere appena smaltita la rabbia.
Un grande abbraccio bianconero,
.
IN BREVE:
Lo Shaktar di Lucescu, batte il Werder orfano di Diego e vince la Coppa Uefa.
E' la prima squadra ucraina nella storia.
La Reggina retrocede in serie B dopo 7 anni.
L'Inter compra Milito e Motta ma rischia di perdere Mourinho ed Ibra.
Infine alla Juventus, oggi nel classico appuntamento da "INDOVINA CHI", viene accostato il nome di Diarra, l'erede di Poulsen. In tutti i sensi.

"Come un Inter qualsiasi"


Quasi ogni settimana di calcio che Dio manda in terra, io invio un sms lapidario a Giovanni Cobolli Gigli, presidente della Juventus e persona squisitissima. Dopo pochi minuti lui mi risponde.
Lunedì sera, e dopo aver saputo che Claudio Ranieri non era più l'allenatore della Juve, gliene ho mandato uno così:"Non sono d'accordo". Dopo due minuti è arrivata la sua risposta, e cioè che a conclusione della sciagurata partita della Juve contro l'Atalanta le facce dei giocatori juventini, laggiù negli spogliatoi, la prospettiva del quarto posto ce l'avevano stampata addosso.
Stampata in faccia la prospettiva della sconfitta, il panico, la dismissione nervosa. Il quarto posto nel torneo significa mettere a grave rischio la qualificazione in Champions, significare fare vacanze più brevi e dunque crollare dalla stanchezza a due terzi del torneo (com'è avvenuto quest'anno).
Significa mettere a rischio 15-20 milioni di euro di incassi, e questo in una società che sacrosantemente bada ogni volta a come spende mille euro.
E dunque, tra domenica sera e lunedì mattina, ecco che è arrivata la mossa della disperazione. L'umiliazione di un allenatore che aveva meritato e che è stato eletto a capro espiatorio.
Non sono d'accordo.
"Questa è una Juve che si sta comportando come un Inter qualsiasi" m'ha scritto per sms il romano Stefano Discreti, che è il vero tifoso juventino numero 1 d'Italia per quanto ne sa di calcio e ne ragiona elegantemente.
Per quel che mi riguarda, lo ribadisco a Claudio Ranieri mando uno speciale saluto per quello che ha fatto in casa Juve nel tempo della difficilissima ricostruzione dopo lo tsunami dell'estate 2006.
Non era stata una punizione sportiva nel senso di togliere una singola vittoria, nel senso di punire un episodio e basta così. Era stata una distruzione sistematica e totale.
Cassato il miglior gruppo dirigente della storia del calcio moderno. Costretti alla fuga dalla maglia bianconera i giocatori che avevano partecipato alla finale della Coppa del Mondo del 2006.
Una società che s'era trovata con un budget ai limiti dell'abisso e che non poteva dire di no a un giocatore nomade e mercenario come Ibra che se ne voleva andare a raccogliere più gloria e più soldi altrove.
Peggio di tutto, una proprietà che non aveva difeso neppure con una parola la sua storia e le sue vittorie, e dunque una società che manifestava di avere una forza politica zero e che come tale ne sarebbe stata trattata e ne è trattata, fino all'offesa di dover giocare a porte chiuse perchè il suo pubblico s'era prodotto in grida belluine contro Mario Balotelli. Grida belluine certo, come se ne sentono negli stadi in tutta Italia. E allora quella volta che il pubblico udinese gridò un "Devi Morire" ad Alex Del Piero che stava uscendo in barella, che provvedimenti bisognava prendere contro quelle bestie?
La Juve che si comporta come una provinciale da due soldi, quelle società che un milione di volte abbiamo irriso perchè congedavano i loro mister a poche giornate dalla fine. E' successo anche questo, purtroppo. Anche questo.
E adesso c'è Ciro Ferrara che siede sulla panchina.
Uno dei nostri, uno che la razza juventina ce l'ha stampata in faccia, uno di quelli che ha raccimolato tutti i trofei al tempo delle nostre vittorie. Un Ferrara per due giornate o un Ferrara anche per il futuro?
A dirlo così a me va benissimo che Ciro il Grande resti.
A me va benissimo che si scelga un allenatore giovane e debuttante. Quel che avevano fatto Giampiero Boniperti e Luciano Moggi con il Trap e con Marcello Lippi. Se poi dovesse venire Antonio Conte, va benissimo anche per lui e per le stesse ragioni.
Beninteso nessun mister fa i miracoli. Lippi o Arrigo Sacchi o Fabio Capello hanno vinto con squadre zeppe di campioni, non con Grygera e Poulsen. Non c'è Rambo che tenga contro il fatto che Alex viaggia sui 34 anni abbondanti e l'immenso Pavel Nedved oltre i 36.
La Juve di oggi, Diego compreso, non è una squadra da primati. Roma non si è fatta in un giorno.
Alla Juve di oggi manca tutto, la rosa, un gruppo dirigente esperto e implacabile come lo erano quelli della Triade, i denari da spendere in abbondanza.
Manca la forza politica, che si esprime anche nel poter fare una sfuriata contro un arbitro la cui prestazione è stata al di sotto della decenza.
La forza politica dell'Inter attuale sta anche nel fatto che il suo mister può prendere a pesci in faccia chiunque per poi esser invitato da Piero Chiambretti e fare prestazioni massmediatiche degne di un Walter Chiari. Lo dico con grande ammirazione nei suoi confronti.
E del resto io me le ricordo le prestazioni di Luciano Moggi quando entrava in uno studio televisivo, anna fa, e tutti erano ai suoi piedi al modo di uno zerbino.
Dio quanti anni sono passati.....

lunedì 18 maggio 2009

Game Over Ranieri.


Che il tempo di Ranieri sulla panchina della Juventus fosse finito non v'era dubbio alcuno, ma che sarebbe terminato in questo modo così traumatico proprio nessuno se lo aspettava.
Io in primis.
Sapete come l'ho sempre pensata sul tecnico romano:
buon allenatore ma da "zero titoli", non adeguato ad allenare una grande squadra come la Juventus, dove arrivare secondi equivale a perdere.
L'ho detto in tv e scritto mille volte. Anche a costo di apparire antipatico, ripetitivo e scontato.
Ma la Juventus di oggi è una grande squadra?
L'impressione è che da Calciopoli in poi i ruoli di Inter e Juventus si siano completamente capovolti, una sorta di Face-off.
Quello che era l'Inter prima, una polveriera sempre pronta ad esplodere dove tutti parlavano senza dire e nessuno competeva con competenza, adesso è la nuova Juventus.
Una "Banda di Moratti" senza soldi.
Era davvero necessario esonerare Ranieri a due giornate dalla fine, umiliandolo come un Lucescu o un Orrico qualsiasi?
Campioni del mondo e non, giocatori abituati a vincere con qualsiasi coefficiente di difficoltà, avevano davvero bisogno di una scossa-shock del genere per battere Siena e Lazio, squadre già in tenuta balneare?
L'esonero del tecnico romano ha un solo unico risultato inequivocabile:
certificare ufficialmente il fallimento del nuovo progetto Juve.
Con Ranieri se ne va, l'ultima parte di quello che di esso ne rimaneva.
Con Ranieri se ne vanno però -probabilmente- anche quell'unicità e quello Stile Juve, che già dalla dolorosa scomparsa di Gianni e Umberto Agnelli erano diventati "razza in estinzione".

Ranieri non molla



Ennesima prova indecente da parte della formazione bianconera.
Contro una squadra senza più obiettivi (l'Atalanta del prossimo dimissionario Del Neri), la Juventus soffre terribilmente e rischia più volte di perdere la partita rimediando solo un pareggio, l'ennesimo pareggio di questi ultimi due mesi.
5 punti in 7 gare. La Juventus non faceva così male da non ricordo chissà quanto tempo.
Eppure nonostante tutto questo, Ranieri si sente sicuro della sua riconferma al 99%.
Mi viene da pensare che comunque vada, lui non si dimetterà mai.
Purtroppo, poi, le voci che lo volevano vicino alla panchina della nuova AS Roma mi sono state smentite direttamente da alcuni personaggi vicino alla cordata che sta provando a rilevare la squadra capitolina.
A quanto pare il candidato preferito del gruppo guidato da VINICIO FIORANELLI pare esser CARLO ANCELOTTI,
nel caso il MILAN decida di lasciarlo andare e l'allenatore non scelga di allenare il CHELSEA.
In caso contrario sarebbero orientati a confermare SPALLETTI, sempre che il tecnico toscano decida di rimanere.
Vi riporto un'altra indiscrezione recepita:
alla ROMA tornerebbe FRANCO BALDINI, e come colpi di mercato si sarebbe deciso di puntare su ADEBAYOR e...DIEGO se la Juventus non si fosse mossa in tempo.
FIORANELLI, personaggio vicino anche al mercato del BAYERN di MONACO, avrebbe fatto(sta facendo?) di tutto pur di portarselo dietro.
In questo caso, almeno, la brutta figura pare (il condizionale è d'obbligo con la nuova Juve..) esser stata scongiurata.
Chiudo il capitolo "soffiate" con la valutazione di Kolarov:
sotto i 9 milioni di euro non si scende.
La Juve ha fatto un sondaggio ma a quella cifra non si tratta.
Ibrahimovic intanto festeggia il suo quinto scudetto italiano ribadendo che lui i campionati li ha vinti tutti sul campo.
Ieri sera in trasmissione mi è stato chiesto:
"Chi sarà l'anti-Inter l'anno prossimo
La mia risposta :
"se venderanno Ibra, chiunque perchè l'Inter tornerà la squadra Morattiana che è sempre stata sino a Calciopoli...."
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