giovedì 28 novembre 2013

Vidal show, a Istanbul basta il pari ma...

mai fidarsi del Galatasaray in casa...

martedì 26 novembre 2013

Il 13 porta bene alla JUVE. ROMA sorpassata

e adesso si invoca il rientro di Totti...

13a giornata nettamente pro Juve, unica a vincere tra le squadre di alta classifica.

giovedì 21 novembre 2013

"Romano de' Roma, ma di inossidabile fede juventina" La recensione del @Corsport

La bella recensione del Corriere dello Sport per "Gli anni del Re"
http://www.corrieredellosport.it/340/2013/11/18-341467/La+Juventus+di+Platini+e+%22le+Regole+e+il+sudore%22

LA JUVE DI PLATINI 
Il fiato sospeso della Curva, dove ero incastrato da almeno quattro ore, la traiettoria perfetta della punizione, l'inutile volo di Tancredi. Sono passati trent'anni, la mia Roma riuscì poi a vincere quello scudetto, ma ricordo ancora perfettamente la rabbia e l'ammirazione per la prodezza firmata Platini, in quel Roma-Juventus 1-2 del 1983. Era bellissimo da vedere, il grande Michel, uno di quei campioni del calcio - come Riva, Rivera, Maradona - rispettati anche dagli ultras delle squadre rivali. Platini in campo era classe, tecnica, eleganza, tutte caratteristiche che ritroviamo nel bel libro del bravo Stefano Discreti, romano de' Roma ma di inossidabile fede juventina. Il sodalizio tra la Juventus e Platini durò cinque anni, dal 1982 al 1987, sufficienti a vincere tanto, con quella che per molti - l'autore compreso - è stata la Juventus più bella: due scudetti, una Coppa dei Campioni, una Intercontinentale, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea. Discreti racconta queste cinque stagioni, dalla faticosa trattativa per portare Platini a Torino, alla prima grande delusione (la sconfitta di Atene contro l'Amburgo nella finale di Coppa dei Campioni), fino ai tanti successi in bianconero. In mezzo, il buco nero della tragedia dell'Heysel, dopo il quale qualcosa evidentemente si spezzò nella testa del campione francese. E poi il rapporto con Agnelli e Boniperti, l'amicizia e la rivalità con Boniek, le gioie e le delusioni. A impreziosire il libro, le testimonianze di un nugolo di juventini doc, e le foto di Salvatore Giglio, tra cui naturalmente la più famosa di tutte, quella di Platini sdraiato sul prato di Tokyo dopo l’annullamento di una sua splendida rete nella finale dell'Intercontinentale, il braccio sinistro a reggere la testa, un dio sceso in terra incapace di comprendere come mai gli umani hanno appena preferito il Regolamento alla pura Bellezza.

GLI ANNI DEL RE, la Juve di Michel Platini; di Stefano Discreti, prefazione di Roberto Beccantini, Ultra Sport edizioni, 287 pagine, 29,50 euro. 



giovedì 14 novembre 2013

Gli anni del Re - ULTRA SPORT

Ultra Sport - pp. 283 a colori 
Prefazione di Roberto Beccantini
Oltre 100 foto di Salvatore Giglio
Vignette di Davide Laugelli

Citazioni e stralci da Luca Beatrice, Giampiero Mughini e Sandro Veronesi.

Con le interviste esclusive a Sergio Brio e Massimo Bonini, l’introduzione di Giovanni Veronesi e i contributi di Giulio Base, Paolo Belli, Massimiliano Bruno, Fabio Mazzari, Darwin Pastorin, Massimo Giletti, Margherita Fumero, Alessandro Banfi, Beppe Braida, Jgor Barbazza, Claudio Chiappucci, Renato Liprandi, Maurizio Paniz, Francesco Giorgino, Fabio Licari, Massimo Zampini, Massimiliano Vado, Andrea Sarubbi, David Pratelli, Silvia Mobili, Marcello&Riccardo Roofio Garifo, Alvise Cagnazzo, Salvatore Buglio, Giancarlo Brancale, Paolo Rossi, Riccardo Zambon, Andrea Ward, Alessandro Santarelli, Francesco Fornaro, Andrea Bonino, Federico Casotti, Stefano Bellini, Luigi Colombo, Roberto Savino, Vincenzo Marangio e Riccardo Gambelli.

Il romanzo della Juventus più bella ruota attorno al giocatore che nel giro di cinque anni invase e travolse il mondo del calcio e le sue regole, portando una squadra già formidabile a un susseguirsi di straordinarie emozioni: dalla delusione di Atene per la traumatica sconfitta in finale di Coppa dei Campioni contro l’Amburgo alla gioia di Basilea per la vittoria in Coppa delle Coppe contro il tenace Porto, dall’epico successo in Supercoppa Europea contro il fortissimo Liverpool nella magica cornice di una Torino innevata alla sfida senza tempo di Tokyo contro l’Argentinos Juniors, in quella memorabile finale di Coppa Intercontinentale che consacrò la Juve come squadra più forte al mondo. In mezzo, il buco nero dell’immensa tragedia dell’Heysel, il 29 maggio 1985, che segnò tutti per sempre. Da quel momento il calcio non sarebbe più stato lo stesso e qualcosa si spezzò definitivamente anche nel campione che sembrava ormai al di sopra di tutto e di tutti.
Sono state tante, nella storia della Vecchia Signora, le squadre belle e competitive.
Ma mai nessuna quanto quella di Michel Platini. 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Europea e 2 scudetti: ecco lo straordinario palmarès di quell’irrepetibile quinquennio. Era la Juve dello stile dell’Avvocato e della concretezza di Umberto Agnelli, della voglia di vincere di Boniperti e della grinta di Trapattoni. Era la Juve di Zoff-Gentile-Cabrini-Furino-Brio-Scirea-Tardelli-Bettega. Era la Juve del collettivo, con Brady direttore d’orchestra. Sarebbe dovuta diventare la Juve di Rossi e Boniek.
In poco tempo divenne la Juve di Michel Platini. Le Roi.

mercoledì 13 novembre 2013

"La Juve di Michel Platini" - E' uscito il mio nuovo libro



Raccontare per me la Juve di Platini è come mettere un bambino davanti a un enorme cesto di caramelle, concedendogli poi la possibilità di sceglierne tante quante ne desidera.
Mi auguro che un giorno mio figlio Gabriele si appassioni alla Juventus così come mio padre Antonio lo ha reso possibile per me.
Ci sono state (e sicuramente ce ne saranno ancora) tante belle Juventus forti e competitive nella storia della Vecchia Signora. Ma mai nessuna amata tanto quella di le Roi Michel, come ricorda anche l’amico scrittore Sandro Veronesi nel libro “Scrittori in bianconero” .
“La Juve più amata? Indubbiamente quella di Platini, Boniek e Paolo Rossi.”

E' anche e soprattutto la mia Juve, quella a cui sono più legato affettivamente.
Quella che, grazie anche al pressing di papà, mi ha convinto a sposare la causa bianconera per tutta la vita, finchémortenoncisepari.

D'altronde la Juve del primo Trap è stata indiscutibilmente la più forte della storia. Come si sarebbe mai potuti rimanere insensibili dinanzi a cotanta bellezza?

Ci sono due grandi rimpianti temporali nella mia vita da tifoso:

a)    Non aver potuto ammirare dal vivo le gesta di Omar Sivori, un talento così estroso del quale sono sicuro che mi sarei perdutamente innamorato.

b)    Soprattutto però non esser nato qualche anno prima, il che mi avrebbe consentito di ammirare per intero, giorno dopo giorno, tutto il primo strepitoso ciclo Trapattoni sulla panchina della Juventus.

Era la Juve dello stile di Gianni Agnelli, della concretezza di Umberto e della voglia di vincere di Boniperti.

Era la Juve di Zoff-Gentile-Cabrini-Furino-Brio-Scirea-Tardelli-Bettega.

Era la Juve del collettivo con Brady direttore d’orchestra.

Doveva diventare la Juve di Rossi e Boniek.

In poco tempo divenne la Juve di Michel Platini.

E tanti come il sottoscritto si sono innamorati del calcio e sono diventati tifosi della Juventus proprio custodendo gelosamente il poster in camera e sognando di notte le prodezze di quel numero 10 che incantava le platee giocando con la maglia sempre fuori dai pantaloncini. Un’immagine talmente romantica che oggi nel calcio moderno non sarebbe nemmeno pensabile.

Caro «Le Roi», grazie di tutto da chi, bambino, sognava di emulare le tue gesta su punizione rompendo però le finestre dei vicini di casa.


lunedì 11 novembre 2013

Juve si, cori no

Il @Corsport punta il dito contro i tifosi della Juve in prima pagina ridimensionando l'impresa della squadra sul campo

mercoledì 6 novembre 2013

Bella Juve ma ora serve vincere

Bella Juve contro il Real.
La classifica non rende onore ma ora dipende tutto dalla Vecchia Signora.

domenica 3 novembre 2013

Juve, vittoria sofferta ma pesante come poche...

Pogba regala 3 punti alla Juve sul difficile campo di Parma.
Prima delle sfide contro Real e Napoli era fondamentale vincere.
Vittorie così al termine della stagione hanno un peso unico.