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mercoledì 5 agosto 2009

Juve, attenta alle insolazioni



Calcio d'estate, facile sognare sotto l'ombrellone.
Sono passati poco più di 3 mesi dalla feroce contestazione subita dall'intera dirigenza juventina ad opera del popolo bianconero.
Si chiedeva a grande voce l'intera epurazione dei quadri dirigenziali. Ha pagato per tutti invece il solo Claudio Ranieri, che presto potrebbe esser incolpato anche della caduta dei capelli di Almiron e del colore delle mèches di Poulsen, non solo quindi della mancanza di carattere di Tiago, dell'incostanza di Zebina e dei dolori di pancia di Trezeguet.
Poteri della critica.
Nel frattempo, alla conferma della fiducia per il neo-Mister Ciro Ferrara è seguita la prima campagna acquisti degna del nome Juventus da 3 anni a questa parte.
Sono arrivati in sequenza Cannavaro, Diego, Felipe Melo e Caceres.
Tanto quanto basta per mettere la formazione bianconera alla pari delle squadre più forti in Italia e in Europa?
Questo il giudizio estivo univoco di stampa e media sulla Juventus.
Mhm, non mi fido.
Seguo il calcio da troppi anni per dimenticare che quasi mai poi la regina d'estate alza i trofei nei momenti che davvero contano.
La nuova Juventus è un'incognita. Una bella incognita, ma pur sempre un enigma tutto da decifrare.
Un nuovo allenatore da valutare seriamente. Un nuovo schema di gioco da sviluppare. Nuovi giocatori da far ambientare il prima possibile. E tanti, tantissimi giocatori da rigenerare.
Penso a Zebina, Molinaro, Cannavaro, Zanetti, Tiago, Camoranesi, Trezeguet.
Un motore, quindi, che per funzionare a pieno avrà bisogno che tutti gli ingranaggi facciano la loro parte al meglio.
Senza soste ai box.
L'ideale sarebbe quindi partire a fari spenti e volare basso, lavorando con umiltà, senza proclami e senza generare false illusioni. Come d'altronde quasi sempre fatto dalla Juventus in passato.
Basti ricordare che il titolo di Scudetto d'estate negli anni precedenti raramente sfuggiva all'Inter di Moratti pre-Calciopoli.
Poi però è arrivata l'estate 2006 a cambiare le gerarchie del calcio... ed i quadri dirigenziali juventini....
Mi piace la nuova Juve che sta nascendo sul campo (tranne che nei terzini, ovvio) ma sono altresì certo che ancora c'è tanto da fare per pareggiare il Gap sia con l'Inter in Italia che con lo strapotere Anglo-Spagnolo in Europa.
E solo con grandissimo spirito di sacrificio e fame di vittorie si potrà colmare il tutto.
Anche perchè questa Juventus, dopo gli ingenti investimenti dell'estate, ha l'obbligo di fare meglio della scorsa stagione nei risultati. E non sarà facile.
Il fantasma di Ranieri, in tal senso, incombe.
Perchè se poi per un'altra stagione non si dovesse vincere, chi sarà il nuovo capro espiatorio da dare in pasto al popolino?


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Del mio stesso parere anche l'amico David Pratelli che mi ha inviato il suo pensiero.
Juve bella d'estate? No, grazie

Tutti parlano della Juventus, regina dell'estate.
Ok, senza dubbio Secco & C. hanno fatto una bella campagna acquisti e Ferrara sta lavorando bene con il materiale messo a sua disposizione.
Però, amici juventini, è dal profondo del cuore bianconero che vi dico:
evitiamo di cadere nei facili entusiasmi e di illuderci troppo.
Non dimentichiamoci che per tanti anni chi vinceva gli scudetti sotto l'ombrellone, sistematicamente poi a maggio si piazzava sempre terza, aggrappandosi alle polemiche arbitrali per screditare le vittorie altrui.
Sicuramente la vittoria sul Real Madrid fa ben sperare, almeno di lottare su più fronti fino alla fine, però rimaniamo con i piedi per terra e godiamoci il bel gioco che FINALMENTE dopo tanti anni sta arrivando.
Con Diego e le nuove variabili di gioco stiamo ritrovando una Juve che ricorda un pò quella di Zidane e Ancelotti.
Allora restiamo uniti e qualsiasi sarà la nostra sorte:
o bianca o nera, sarà sempre la nostra bandiera!

Un saluto a tutti i lettori di questo meraviglioso blog dell'amico Stefano.

lunedì 3 agosto 2009

"Non piaccio ai potenti"


Volevo dedicare l'intero mio post di giornata alla sconfitta ai rigori della Juventus nella finale di Peace Cup contro l'Aston Villa, ma è altresì impossibile fare finta di nulla di fronte al titolo odierno del Corriere dello Sport.
Parla Roberto Mancini: "non alleno perchè non piaccio ai potenti!"
Scusate, ma con la messa al rogo di Luciano Moggi, non è stato bandito il calcio dei potenti?
E chi sarebbero ora i sopravvissuti?
E' bello che a parlare sia poi un fondatore della Gea nonchè uno che ha potuto allenare in serie A senza patentino, in barba a tutte le regole....
E intanto si scopre che può rinnovare il contratto con l'Inter fino al 2012....
Come canterebbe Fabri Fibra....In Italia.
Torniamo al calcio giocato.
Ieri sera un'altra buona prestazione della Juventus contro una medio-squadra però nettamente più avanti nella fase di preparazione.
Partita terminata a reti bianche e persa ai rigori, sopratutto per colpa dell'errore decisivo nei 5 di uno stranamente poco freddo Alex Del Piero.
La sensazione però è che difficilmente rivedremo mai un errore dal dischetto del capitano in quel modo.
E' sempre calcio d'agosto, ma dispiace perdere una competizione così.
Ennesimo cartellino giallo per Felipe Melo, che per stazza, andatura e irruenza mi ricorda sempre più il primo Patrick Vieira.
Ultime considerazioni.
Molti parlano di una nuova possibile riesumazione di Tiago, alla quale io sinceramente credo pochissimo. Di una cosa invece sono molto più sicuro:
se Cristiano Zanetti starà bene, difficilmente resterà fuori dai titolari...Scommettiamo?

sabato 1 agosto 2009

Juve, che prova Real


Bella prestazione della Juventus ieri sera nella Peace Cup.
Davanti un Real Madrid incompleto e tatticamente squilibrato ma la prestazione dei bianconeri è stata incoraggiante.
Buona la prova da leader difensivo di Cannavaro, che forse non saranno in pochi a rimpiangere al Bernabeu.
Ottima anche la prova di Felipe Melo, un vero animale da caccia.
Con Sissoko formerà una diga pazzesca con unica controindicazione il problema cartellini se non impareranno entrambi a darsi una regolata.
D'accordo parliamo di calcio d'agosto, che alla fine conta meno che zero.
Però queste partite servono a mettere minuti nelle gambe, a creare entusiasmo, a dare sicurezza nei propri mezzi e...a riempire le casse societarie.
Evanescente la prova di Cristiano Ronaldo, ma bisogna dargli atto che il campo era veramente osceno, al limite della praticabilità.
Una follia giocare su questi campi in fase di preparazione.
Un miracolo che non si sia infortunato nessuno.
In conclusione riporto le parole di Ciro Ferrara a commento della vittoria:
"Vittorie come queste aiutano sicuramente a creare la mentalità vincente e noi stiamo lavorando soprattutto per questo. Sono contento per il risultato e per la prestazione. Ho visto tutti molto carichi fin dall’allenamento della mattina e non potevo chiedere di più ai ragazzi. Ora siamo finale e pensiamo già alla gara contro l'Aston Villa».

lunedì 20 luglio 2009

C'era una volta la serie A


C'era una volta il campionato più bello del mondo, i meravigliosi anni '80 e la fila in entrata per l'approdo in Italia dei più forti campioni.
Oggi il campionato italiano è diventato, per potenza economica, paragonabile ad una Bundesliga, nettamente inferiore a Liga e Premier League.
La differenza si nota e nettamente in Europa, dove praticamente da un paio d'anni a questa parte le squadre italiane faticano persino a raggiungere i quarti delle competizioni internazionali.
I presupposti per l'anno prossimo sono ancora peggiori:
via Kakà e tra poco via Ibrahimovic.
Aggiungiamoci il ritiro di Nedved e il quadro è ben delineato.
Si prospetta un nuovo fallimento europeo ma ci si consola con l'idea che il prossimo campionato italiano sarà molto più equilibrato:
un livellamento al ribasso dove persino il Palermo di Zenga non rinuncia a sognare.
Riporto questo bel parere dell'editorialista de La Stampa Roberto Beccantini, al quale ho chiesto proprio l'altro giorno un punto di vista in merito all'indebolimento "neroassurro", reso orfano dall'ormai imminente cessione dello svedese.
Un campionato di rottura, con le pezze nel sedere, quello che comincerà il 22 e 23 agosto.
Senza Kakà dopo sei anni, e senza Ibrahimovic dopo cinque. Siamo più poveri in campo e un po’ meno fuori. Il tifoso gradirebbe il contrario, ma i tempi sono cambiati.
Siamo sopravvissuti al ritiro anticipato di Platini, al burrascoso strappo di Maradona, al triangolo Juventus-Real-Zidane, primo segnale dello tsunami che ci avrebbe investito. Sopravviveremo anche alle partenze di Kakà e Ibra, a queste periodiche e selvagge razzie. È il mercato, bellezza.
Quello stesso mercato che, quando eravamo i re, raccontavamo come una fiaba, mentre oggi, da re deposti, dipingiamo come un bordello fuori legge, noi che ci siamo pure inventati il decreto spalmadebiti con relativo cartellino giallo dell’Unione Europea.
D’improvviso, dovremo fare a meno degli strumenti con i quali ci misuravamo la pressione. Ibrahimovic significava scudetto all’Inter, Kakà era l’allegria brasiliana del Milan. Vi aggiungerei Carlo Ancelotti, sedotto dal Chelsea: al Milan dal novembre 2001, era il tecnico più «fedele». Tasto delicato, gli allenatori. E, per certi versi, rivoluzionario. Mollato Ranieri, la Juventus post Calciopoli ha imbarcato Ciro Ferrara, due panchine in carriera, le ultime della stagione scorsa. Silvio Berlusconi, lui, ha scelto Leonardo, ancora più «vergine» di Ferrara. Sono jolly che sparigliano la tradizione, nemmeno all’epoca di Giovanni Trapattoni, Arrigo Sacchi e Fabio Capello si era osato così tanto, si era volato così al buio. Da una parte, sua maestà Mourinho; dall’altra, un paio di gloriosi reduci alle prime armi. La Roma di Luciano Spalletti e la Fiorentina di Cesare Prandelli navigano a vista, in attesa di poter dare un senso e un peso alle gerarchie stravolte dal saccheggio.
Perché sì, l’Inter resta favorita, ma come e quanto? ecco il problema.
Con Ibra non si accettavano scommesse; senza, si sbirciano le quote.
E poi Adriano Galliani che parla e straparla di giovani italiani (Di Gennaro, il figlio di Zigoni, Beretta), a conferma della svolta milanista (e minimalista?). Per tacere dell’indirizzo preso dalla nuova Juventus, tre brasiliani a cassetta, Felipe Melo, Diego, Amauri. Soltanto Real, Barcellona e Bayern hanno speso più dei bianconeri. Che, fra parentesi, hanno speso più di Inter & Milan. Per questo, si profila una stagione tutta da decifrare, come il Genoa di Gian Piero Gasperini, un artigiano che trasforma in oro ogni attaccante che tocca (Borriello, Milito) o quel Palermo che Walter Zenga ha liberato da ogni freno, ogni pudore: scudetto, perché no.C’è in giro un’effervescenza strana che non si sa bene dove porti, come se avessero tolto il tappo a una bottiglia senza etichetta.
Quelle bollicine, cosa sono: champagne o acqua gassata?
.
Intanto, mentre ieri la Juventus a casa di Platinì ha pareggiato 1 a 1 in amichevole contro il Nancy si continua a caldeggiare la pista Caceres come potenziale rinforzo di difesa.

lunedì 13 luglio 2009

Flashback Juve

Oggi.....

Un anno fa....


.....e come l'anno scorso..... e come l'anno prima.........
Trezeguet in grande forma.
Sissoko che promette successi.
La Juve che parte da Pinzolo fiduciosa di poter vincere tutto.....
Vi ricorda qualcosa?