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martedì 9 marzo 2010

"Mai niente di illecito"

Prima di riportare l'intervista rilasciataci in radio da Torricelli, voglio mandare l'ultimo saluto a Tonino Carino da Ascoli, un attore di un calcio passionale e nostalgico che non c'è più. Ciao Tonino e grazie per averci fatto sognare insieme a quel meraviglioso teatrino che era 90°



Moreno Torricelli, terzino destro della Juventus dal 1992 al 1998, idolo della tifoseria bianconera per la grande grinta messa in campo nel disputare ogni partita, è intervenuto nel famoso programma radiofonico “Tutti Pazzi Per La Juve” in onda su Radioerre2.

Moreno, nella memoria di tutti i tifosi juventini, che hanno assistito alla finale di Coppa dei Campioni di Roma nel 1996 vinta contro l'Ajax, sono rimasti impressi il tuo sguardo indiavolato, la voglia e la grinta di tutta la squadra. Come hai vissuto quell'esperienza e la notte prima della partita?
Sono quelle partite che se vuoi entrare nella storia le devi vincere per cui ho cercato di date tutto. Eravamo un gruppo unito e lottavamo tutti insieme: si, eravamo una grandissima squadra.
La notte l'ho fatta in bianco e mi sono addormentato alle 5 della mattina.
Nella notte si cerca di pensare al tipo di partita che dovrai affrontare e all'avversario.
E' tutta adrenalina che ti porti in partita e che ti aiuta a dare il 100%.

Con tutti i sacrifici che hai fatto per vincere praticamente tutto, quanto ti hanno dato fastidio la vicenda doping e le parole di chi ha messo in dubbio i tuoi successi e la tua lealtà?
E' chiaro che ti fa male. Insomma, anche perché uno sa, non tanto i sacrifici perché giocare a calcio non è un sacrificio ma è una gioia, che per rendere al 100% ti porta a lavorare fisicamente tanto e ad aiutarti con vitamine ed integratori perché il dispendio di energie è davvero elevato a quei livelli. Ne facevano uso tutti, non erano sostanze illecite per cui sotto questo profilo sono tranquillo.So quello che abbiamo dato in quel periodo per essere i numeri uno non solo in Italia, ma anche in Europa.
Sono molto contento di quello che ho fatto e quello che dice la gente non mi tocca neanche perché di illecito non c'era niente.

E per quanto riguarda “Calciopoli”, che idea ti sei fatto?
Inizialmente mi ha deluso molto sentire tutte queste intercettazioni e tutto il resto, ma è chiaro che c'è in corso un processo per cui è ancora tutto da valutare.
Io penso, è una mia opinione, che non sia Moggi il problema calcio, non penso che un Moratti, un Berlusconi, un Galliani spendano centinaia di milioni di euro in un giochino dove è già tutto stabilito a tavolino.

Considerando gli errori arbitrali del passato e quelli di oggi, cosa ne pensi della cosiddetta sudditanza psicologica?
Sarò un illuso, però credo ancora nella buona fede di tutti ed anche nella buona fede degli arbitri per cui l'errore lo valuto come una disattenzione o un errore che può capitare ed è per questi motivi che amo ancora questo sport.

Cosa ci puoi dire del tuo rapporto con Luciano Moggi? Il Direttore passava del tempo con la squadra o era sempre al telefono come abbiamo letto sui giornali?
Mi hanno fatto milioni di domande su Moggi. Posso dire che il mio rapporto con Moggi è stato correttissimo: tutto quello che mi ha promesso con una stretta di mano l'ha sempre mantenuto e non posso che parlare bene di lui.
Chiaramente un personaggio di quella grandezza in una società di quella grandezza doveva gestire tante cose che ovviamente lo impegnavano anche al telefono.
Come dicevo prima, sarò un illuso, ma credo nella purezza del calcio: a me il calcio piace per quello che riguarda il campo, all'infuori sono solo chiacchiere.

Esiste in questo momento nella Juventus un giocatore che ti assomiglia per caratteristiche? Può essere Caceres?
Non mi sono mai piaciuti i paragoni perché ognuno ha le proprie caratteristiche. Caceres è un buon giocatore che sta facendo bene e può crescere ancora tanto.
Magari nei capelli nelle fascette può assomigliare a me, ma ripeto che non mi è mai piaciuto paragonare un giocatore ad altri perché ognuno ha le proprie caratteristiche: io sono stato io.
Spero che Caceres possa rimanere tanto alla Juve e fare meglio di me.

Cosa ricordi di quella bellissima Juventus della gloriosa era Lippi?
Era veramente una grande squadra che, nel bene e nel male, dava sempre tutto: magari non c'era il fuoriclasse a parte Zidane, che aveva un tocco veramente fuori dal comune, ma erano tutti dei fuoriclasse come esempi di comportamento.
Eravamo un gruppo molto unito e si faceva la guerra per aiutare il compagno.
Magari il Milan o la stessa Inter, come singoli giocatori, avevano più numeri di noi, ma la differenza l'abbiamo fatta per affiatamento, voglia di lottare e di soffrire tutti assieme.

Come commenti l'esonero di Ciro Ferrara?
Per quanto riguarda Ciro, mi dispiace per come è andata perché conosco il ragazzo e l'impegno e l'abnegazione che ha messo. Ci sentivamo spesso e mi è dispiaciuto tanto perché, insomma, non è facile alla prima esperienza gestire un gruppo destinato a vincere.
Gli investimenti di inizio stagione sono stati importanti però insomma non è mai facile competere contro questa Inter: è davvero difficile raggiungere il suo livello in questo momento.
Penso che Ciro abbia pagato tantissimo i molti infortuni che non gli hanno permesso, in determinati momenti, di far rifiatare quelli che giocavano di più. Non dimentichiamoci che sono mancati per tanto tempo: Iaquinta, Sissoko, Camoranesi, Del Piero, ovvero quei giocatori che per la Juve in questo momento fanno la differenza e non averli a disposizione per Ciro è stato un grave handicap. Comunque penso che Ciro sia un vincente e che avrà le sue opportunità per dimostrare a tutti il proprio valore.

Come pensi che possa finire il campionato della Juventus?
La Juventus ha sempre lottato per i primi posti in classifica: sono convinto che anche quest'anno possa raggiungere la qualificazione in Champions.

Ti ringraziamo tantissimo per la tua disponibilità e per l'esempio di grinta e determinazione che sei stato per tutti noi.
Se non avessi avuto quella grinta avrei continuato a giocare in Interregionale ed a fare il falegname. Grazie e buon calcio a tutti.

venerdì 4 maggio 2007

Juvervista Torricelli

Intervista a Moreno Torricelli per Magazine Bianconero
di Discreti Stefano

1) Quanti sono gli scudetti della Juventus?
Sul campo senza dubbio 29. A 3 di essi ho contribuito direttamente.
2) Che idea si è fatto di Calciopoli?
Secondo me è stato uno scandalo creato per colpire esclusivamente determinate persone. Io credo che alle spalle ci sia qualcosa di grosso che non è venuto fuori. Tutto quello che doveva uscire non è uscito. Chissà se un giorno sapremo tutta la verità.
3) Quanto le hanno dato fastidio le accuse di doping ricevute dalla Juventus?
Tantissimo. Non è vero niente di quello che è stato detto e purtroppo non è una cosa ancora finita. Tanta gente invidiosa ancora ci specula sopra.
4) Proprio tu, come tanti giocatori gregari di quella Juve, sei stato spesso al centro delle accuse di un certo tipo di “critica”giornalistica che vedeva in voi il prototipo del giocatore costruito in laboratorio. Cosa si prova a sentirsi infangare quelle vittorie?
Amarezza. Tantissima amarezza. Le nostre vittorie sono state frutto esclusivamente del lavoro. Di noi stessi giocatori. Dell’allenatore. Dei medici. Dello staff in totale. Esser infangati su una cosa falsissima da veramente fastidio. Prendevamo integratori come facevano tutti e dico tutti, solo che solo a noi poi ce l’hanno fatto pesare.
5) Rimanendo in tema in questi giorni sono uscite queste dichiarazioni di Paulo Sousa: “ Alla Juventus ci trattavano come macchine. Mi ricordo che faceva­mo potenziamento fisico in palestra. Una serie di programmi per incremen­tare forza, resistenza aerobica, velocità resistenza .Ricordo di aver sollevato con le gambe fino a 400 chilogrammi. I preparatori faceva­no salti mortali, ci facevano gonfiare i muscoli al limite delle capacità uma­ne”. Cosa ne pensi? Sono veritiere?
E’ verissimo. Alla Juventus venivamo trattati tutti come macchine. Ma non come macchine normali aggiungerei. Come Ferrari. Ci hanno sempre trattato alla grande, benissimo. Un’organizzazione unica. Cercavano sempre di farci tirare fuori il meglio. Io credo che anche stavolta si sia cercato di strumentalizzare quanto dichiarato dal mio ex compagno. Nessuno ci ha mai obbligati a fare un esercizio in particolare o a prendere un farmaco o un integratore qualsiasi esso fosse. Ognuno di noi decideva per se stesso. Il modo in cui venivamo seguiti ci faceva sentire speciali ed unici. Alla Juventus tutto era programmato alla perfezione.
6) Qual è il giocatore più forte che ha avuto come compagno e quale come avversario?
Ho avuto la fortuna di giocare insieme a tantissimi campioni. Non mi faccia fare preferenze per favore. Come si fa a scegliere ad esempio tra Baggio, Vialli, Del Piero e Zidane? Tra gli avversari scelgo invece Van Basten e Careca.
7) Cosa pensa dell’attuale dirigenza della Juventus?
Non lo so precisamente. Di certo non era facile ripartire. Però il vero lavoro lo dovranno fare l’anno prossimo per riportare la Juve ai vertici. Lì solo secondo me si potrà giudicare l’operato della nuova dirigenza.
8) Cosa serve all’attuale Juve per tornare ad esser grande?
Tanto. Veramente tanto. Ci vogliono tanti forti giocatori. Il guaio è che però la maggior parte dei giocatori forti sono già accasati. Non sarà facile comprarli. Starà agli osservatori ed a Alessio Secco cercare di scovare il campione, o il giovane che in prospettiva potrà diventare fuoriclasse. 9) Non le chiedo la sua più grande partita perché porterebbe ad una risposta scontata. Le chiedo come ha fatto? Come ha potuto giocare la finale in quel modo?
Allucinante. Ogni volta che rivedo quella partita mi chiedo se sono veramente io quello in campo. Pazzesco. Diciamo che in quell’anno non ho avuto infortuni e sono arrivato alla finale di Roma in perfette condizioni fisiche. Eravamo i più forti. Ma stavamo rischiando di non vincere. Non ci volevo stare. La rabbia di dimostrare a tutti che eravamo i più forti mi ha fatto centuplicare le forze. Non lo so nemmeno io da dove ho preso tutta quella forza. Ne è valsa la pena però eh?
10) Il suo goal più bello?
Guardi ne ho segnati talmente pochi, che me li tengo stretti stretti tutti come fossero figli. Senza fare preferenze.
11) La sua più grande gioia da calciatore?
Le vittorie ottenute, che per un calciatore sono l’apoteosi, ovvero il raggiungimento degli obiettivi tramite il sacrificio e il duro lavoro. Roma e Tokyo sono ricordi indelebili nella mia mente.
12) Il momento più brutto della sua carriera calcistica?
Senza dubbio l’infortunio subito al ginocchio ai tempi della Fiorentina.
13) Un aggettivo per descrivere Marcello Lippi.
Unico. Forse il più grande allenatore di tutti. Trasmette ai giocatori una mentalità unica. E’ un grandissimo motivatore. Il suo concetto di calcio, di come affrontare una partita, è uguale al mio modello ideale di gioco. I suoi risultati,poi, parlano chiaro.
14) Facciamo luce su un episodio: il suo divorzio dalla Juventus sembrò abbastanza traumatico e polemico. Cosa successe esattamente?
Successe che nonostante avessi altri 3 anni di contratto, mentre ero in ritiro con la Nazionale, venni a sapere che la Juventus aveva deciso di vendermi. In quel momento ci rimasi molto male. Non è facile andare via dalla Juve mi creda. Non è una questione di soldi.
15) Pensa che Deschamps potrà ricostruire un grande gruppo come quello che Marcello Lippi costrui con voi?
Non lo sò. Lo spero per lui. Se ci riesce al 95% la Juventus tornerà a vincere alla grande.
16) Cosa aveva di speciale quella Juventus imbattibile in Italia e in Europa?
Era un gruppo molto affiatato e speciale. Aveva una fame di vittorie unica. Un’umiltà incredibile unita ad un voglia di non mollare mai.
17) Cosa vuol dire giocare nella Juventus?
Giocare nella squadra più importante al mondo. Diventare famosi. Avere tutte le attenzioni addosso. Vedere crescere la notorietà ogni giorno di più. Far parte di una società che da sempre è abbinata al nome di una grande famiglia italiana come quella degli Agnelli.
18) Secondo lei è immaginabile una Juve con un proprietario diverso dalla famiglia Agnelli?
No. Spero proprio di no. Anche questo binomio contribuisce a rendere la Juventus unica rispetto alle altre squadre.
19) Avendo giocato anche in altre squadre, si è mai fatto un’idea su cosa fa nascere il sentimento dell’invidia nei confronti della Juve?
Le vittorie. Le persone vincenti nella vita sono sempre invidiate. E’ nella natura dell’uomo. Non si potrà mai cambiare questa cosa. Se la Juventus è la squadra più odiata lo è semplicemente perché è la più forte.
20) Come si fa a passare da una squadra del campionato Interregionale direttamente alla Juventus in serie A?
“Una botta di culo”. La fortuna che ho avuto nel dimostrare le mie qualità è stata immensa. Certo poi bisogna sfruttare al meglio l’opportunità. Devi valere per rimanere a certi livelli. Ma un’opportunità non a tutti viene concessa nella vita. In tutti i settori.
21) Quanto deve a Giampiero Boniperti e Giovanni Trapattoni?
Tutto. Quanti allenatori al posto di Trapattoni avrebbero deciso di scommettere su un giovanotto proveniente dal campionato Interregionale? E quanti presidenti avrebbero accolto questo giovanotto sconosciuto come se fosse un campione affermato? Due persone eccezionali mi creda.
22) Un suo messaggio per i tifosi juventini.
Continuate così. Nel periodo più difficile della storia della Juventus avete dimostrato grande attaccamento alla maglia, come tanti giocatori che sono rimasti. Con questo spirito tornerete presto a gioire. Non era facile ma sapevo che ci sareste riuscite.
23) Chi più l’ha delusa questa estate dei partenti?
Nessuno, anche perché più che una loro decisione mi è sembrata una scelta imposta dalla nuova società per liberarsi di ingaggi troppo onerosi per il campionato di Serie B.
24) Cosa fa adesso nella vita Moreno Torricelli?
Ho iniziato da poco ad allenare una squadra giovanile nella provincia di Firenze. Mi piace stare a contatto con i giovani. In futuro chissà.
25) Dopo i fatti di Catania come si può ridare il calcio ai tifosi?
Il problema è la nostra attuale società. L’Italia stessa. Ormai ci si ammazza per un cane che abbaia o per un bambino che piange. Nel calcio l’unica soluzione è ridare il calcio ai veri tifosi. Quelli che tifano solo per passione.
26) Sentiva la pressione degli ultras ai suoi tempi?
A Torino non tanto, salvo alcuni spiacevoli episodi ai tempi di Trapattoni. Nelle altre città in cui ho giocato devo dire che spesso nei momenti in cui la squadra andava male c’era anche il timore di girare per strada. Purtroppo.
27) Quando parla di spiacevoli episodi ai tempi di Trapattoni naturalmente si riferisce a quando Andrea Fortunato fu schiaffeggiato da alcuni”tifosi” che lo accusavano di impegnarsi poco. Cosa è successo quel giorno?
Se ci ripenso ancora tutt’oggi mi fa male. Andrea era un ragazzo eccezionale. Dalle qualità umane fuori dalla norma. Quel giorno eravamo in macchina insieme. Ci fermarono alcuni tifosi. Fecero scendere Andrea e lo schiaffeggiarono, accusandolo di scarso impegno. Naturalmente mi misi in mezzo e solo a quel punto la situazione si calmò. Povero Andrea erano i primi sintomi della malattia. Per me era un amico vero. “Quanto mi dispiace amico mio. Eravamo quasi sicuri che ce l’avresti fatta. Eri quasi guarito. E invece te ne sei andato così di botto. Ci avevi illuso un po’ tutti con la tua forza e coraggio. Ciao Andrea.”
28) Il calcio adesso è più pulito?
Lo spero. Perché sono una persona che pensa sempre positivo di carattere. Ma tra prima e dopo Calciopoli io non vedo grandi differenze. Anzi.
29) Cosa pensa di un giornale settimanale interamente dedicato ad una squadra?
Ne penso bene. Il tifoso merita di sapere sempre più cose sui propri beniamini. Poi la squadra con più tifosi al mondo non può non averne uno.
30) Cosa pensa dei giornalisti italiani: subiscono condizionamenti dai poteri forti?
Come in tutti i settori della vita c’è quello bravo e quello meno bravo. Una cosa è probabile comunque, spesso tra società e giornalisti si arriva ad accordi per non trattare certi argomenti scomodi o comunque non andarci pesanti su alcuni giudizi su calciatori e dirigenza.
31) Aiuta a fare carriera per i giornalisti esser antijuventino,attaccare la Juve e fare moviole solo contro la Juve?
Non lo so. Però purtroppo una cosa è certa: E’entrata nella cultura italiana calcistica il fatto che la Juventus vinca grazie ad aiuti. Io che ho avuto l’onore di indossare questa gloriosa maglia posso dire che non è assolutamente vero. I successi sono tutti meritati e ottenuti solo grazie al grande lavoro. Certe trasmissioni poi che occupano il 90% del loro tempo a parlare di moviola non fanno altro che aumentare la rabbia e la tensione dei tifosi. Andrebbero abolite le moviole. Si deve parlare solo di calcio giocato. Ma la Juve vinceva e tanto, e chi vince diventa antipatico.
32) In campo ha sempre dato tutto con grande cuore e grinta. Lo sa che i tifosi juventini le vogliono ancora bene?
Si lo so. E vi ringrazio a tutti. Questa forma di riconoscimento è la gioia più grande che un professionista possa avere mi creda.
33) Un messaggio per il nuovo giornale MAGAZINE BIANCONERO.
A tutti gli amici di Magazine Bianconero vi auguro un grande in Bocca al Lupo per questa nuova avventura. E ricordate che nessun obiettivo è impossibile nella vita.