martedì 16 giugno 2015

Vincere è l'unica cosa che conta...sopratutto in Champions League

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Pazzesca. Non si può definire altrimenti l'appena conclusa stagione sportiva della Juventus. La prima post Antonio Conte, nata proprio dalle ceneri estive della fuga tanto inaspettata quanto dolorosa dell'ex capitano juventino, che aveva gettato l'intera tifoseria bianconera nel caos.

Ed invece Massimiliano Allegri, chiamato tra lo scetticismo generale a continuare il difficile lavoro di riportare la Juventus ai vertici del calcio europeo, ha ricacciato via tutto il pessimismo nei suoi confronti, trasformando in poco, pochissimo tempo i fischi in applausi. Diciamolo, nemmeno il tifoso bianconero più fazioso e ottimista l'avrebbe previsto, anche perché si era diffusa nell'ambiente l'idea che "non ci si può sedere ad un tavolo da 100 euro con soli 10 euro in tasca".

Un campionato stradominato senza storia che ha costretto il tecnico della squadra antagonista (anche se solo sulla carta) ad un'umiliante inversione ad U mediatica, passando da "ho capito che vinceremo noi lo scudetto" ad un "loro giocano un campionato a parte". Una resa senza precedenti. Una Coppa Italia, vinta contro la brillante Lazio di Pioli (vera rivelazione di stagione), e tornata nella preziosa sala trofei juventina a 20 anni di distanza dalla precedente per suggellare la decima nella competizione; prima squadra italiana a potersi fregiare di tale titolo.

Una stagione straordinaria dove è sfumata solo la tripletta che l'avrebbe resa epica.
Eppure la delusione "finale" non passa. La "Coppa Maledetta", come ormai è considerata la Champions League dalla stragrande maggioranza dei tifosi juventini, ha colpito ancora. Perché è vero che si è perso solo all'ultima gara contro la squadra più forte al mondo e contro il giocatore più forte in assoluto al termine di una stagione che ha reso tutto l'ambiente bianconero #ProudOfJu, ma la delusione anche a distanza di una settimana e più è ancora forte, fortissima.

L'ennesima finale persa ha lasciato l'amaro in bocca. Certo, di tutte quelle perse, Berlino è quella che lascia meno rimpianti, ma il dato statistico di 6 sconfitte su 8, sopratutto se ti chiami Juve, non è sopportabile. Il sogno, la speranza, di tutti nella dirigenza della Juve adesso, è quello di rinforzare la squadra ancora di più durante la prossima sessione di calciomercato per poter puntare tutto sulla finale di Milano 2016, ma non sarà per niente facile.

Vero è che le finali le perde solo chi le gioca, ma nel cuore di ogni tifoso bianconero c'è la voglia di arrivare nuovamente in finale, ma solo a "garanzia" di vincerla. Un'altra sconfitta non sarebbe digeribile. Perché alla Juve non si lotta mai per arrivare secondi, e anche una stagione in cui si è quasi vinto tutto può lasciare, anche se orgogliosi, insoddisfatti.

Perché alla Juve vincere non é importante, ma é l'unica cosa che conta.
Anche se non sopratutto in Champions League...


Stefano Discreti
@stefanodiscreti