lunedì 29 aprile 2013

Promozione #5maggio 3x2


In occasione dell'11°anniversario del 5 Maggio 2002, la BRADIPO LIBRI lancia una promozione bianconera.

Al costo di 2 libri si potranno ordinare:
1) MONTERO, L'ULTIMO GUERRIERO
2) ANTONIO CONTE, L'ULTIMO GLADIATORE
3) 5 MAGGIO 2002... E ANCORA GODO!

Per ordinare la trilogia al prezzo di 28 euro (spedizione ordinaria compresa) basterà 
inviare una mail ad acquisti@bradipolibri.it  
con oggetto: PROMOZIONE "5 Maggio" 3x2 
specificando nel campo testo NOME, COGNOME, INDIRIZZO e MODALITA' DI PAGAMENTO PREFERITA ( paypal, postepay, carta di credito, bollettino postale o bonifico bancario).

Si arrende anche la @gazzetta_it

Juve, ormai è tuo

Torino, riprova al prossimo derby...

...E magari compra un attaccante buono se vuoi competere con lo strapotere cittadino della Juve

martedì 23 aprile 2013

FURINO: "Mi manca la vita che ho vissuto..."


Leggo le parole dell'intervista di Capitan Furino rilasciate a Repubblica e riportate da TUTTOJUVE.COM ed esplode forte in me la nostalgia canaglia...
http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=137293


«Il passato non era meglio perché è passato, non siamo così rincoglioniti. Il passato era meglio perché era meglio».
Il Toro: «La mia prima volta vinsero loro 2-1, era il 1969. Poi, una trentina di derby mal contati, più persi che vinti. Noi pativamo i granata, quei malandrini che sapevano certo giocare, ma anche provocare. Causio, per esempio, al primo insulto perdeva la bussola e spariva. Anch’io non ero più io. Boniperti, nella settimana che precedeva la partita ci faceva mille telefonate, si arrivava allo stadio con due ore di anticipo, troppa tensione, troppa. Il Toro aveva il valore aggiunto dell’appartenenza, del vivaio, oggi si è perso. Ma anch’io, Bettega e Causio arrivavamo dal settore giovanile. Si giocava in cortile, all’oratorio, in piazza D’Armi, oggi esistono solo scuole calcio a pagamento. Ogni bambino, a quel tempo, giocava a pallone tutto il giorno. Nel Toro c’era Ferrini, grande carisma, magnifico centrocampista, non solo un lottatore. Con Agroppi ci conoscevamo fin da piccoli, ci eravamo affrontati mille volte nei vari campionati, eravamo amici, ma nel derby lui si trasfigurava. Lo capii la volta che mi diede un cazzotto in mischia e poi sparì: altrimenti non sarebbe finita in quel modo, io ero un po’ vendicativo».
«C’era un ragazzo, tal Francesco Graziani, eravamo militari insieme. Chiamai Boniperti, gli dissi “presidente, è fortissimo, bisogna portarlo alla Juventus”. Non se ne fece nulla, peccato. Graziani era davvero moderno, un attaccante notevole, e da giovane tifava pure per noi, anche se non lo ammetterà mai. Il Toro è sempre stato cuoreperò il cuore non basta, serve anche la tecnica e bisogna liberarsi del peso del passato: non delle radici, ma di quel peso sì. Ricordo un derby perduto male, un nostro tifoso fece invasione di campo solitaria, lo rincorsi e lo presi a calci nel sedere. Alla fine della fiera, però, era più forte la Juventus, come squadra intendo. Lo scudetto perso nel ’76 resta la delusione più profonda, avevamo 5 punti più del Toro eppure non bastarono: tre sconfitte di fila, Cesena, derby, Inter, così loro ci passarono davanti. I tifosi contestarono al campo d’allenamento, io ne inquadrai due o tre. L’anno dopo vincemmo la Coppa Uefa a Bilbao. Quando tornammo a Caselle, io che ero il capitano scesi dall’aereo con il trofeo in mano. Tra i tifosi che si avvicinarono sulla pista, riconobbi uno dei contestatori. Mi disse bravo Beppe, grande Beppe. Gli risposi: se non te ne vai, ti spacco questa coppa in testa».
«Ho fatto per trent’anni l’assicuratore e ho sbagliato, dovevo restare nel calcio e diventare allenatore. Più del pallone, però, mi manca la vita che ho vissuto. Oggi c’è troppo di troppo: troppa tv, troppa tensione, troppe parole. Ho sempre usato molto i verbi al condizionale, sono fatto così, non spaccio certezze. Diventai juventino a dodici anni, poi calciatore, e ho sempre sporcato tutte le maglie che ho indossato, tutte, santo Iddio. E’ stata una lunga mischia e una bellissima avventura».


giovedì 18 aprile 2013

Juve, Marotta gela Conte:"Niente follie sul mercato"

Ma non servono follie per rinforzare questa squadra. Serve solo puntare solo sulla qualità e non sulla quantità. Semplice no?