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domenica 7 ottobre 2012

MESSI, RONALDO, IBRAHIMOVIC: i più forti non giocano più in ITALIA...


mercoledì 18 luglio 2012

Ibrahimovic: "Psg, un sogno che si realizza"

Ibra: «Psg, un sogno. Il Milan non mi ha deluso» http://www.tuttosport.com/calcio/calcio_estero/francia/2012/07/18-200822/Ibra:+%C2%ABPsg,+un+sogno.+Il+Milan+non+mi+ha+deluso%C2%BB

Ma chi scrive i testi delle dichiarazioni a Zlatan?

lunedì 23 aprile 2012

bicchieremezzopieno Il MILAN sembra ormai scoppiato

E' una Juve che non perde un colpo. A tranquillizzare ancor di più i tifosi bianconeri poi la forma fisica del Milan.
La squadra rossonera sembra ormai completamente scoppiata.
Nonostante Ibrahimovic la squadra milanista pare abbia ormai finito la benzina.

sabato 17 marzo 2012

CONTE: "Se avessi un IBRA...."

E' un Conte determinato quello pronto a tornare in panchina a Firenze dopo la squalifica di Genova. 
Pizzica Allegri, mette Amauri difronte alle sue responsabilità e ironizza sulla designazione di Bergonzi.
Ma sopratutto con poche semplici parole evidenzia il vero problema della Juve di quest'anno "se avessi un IBRA anche io..."
Quello che diciamo da tempo. La Juve davanti ha tanti buoni Ravanelli e Padovano.
Ma mancano i Vialli e i Trezeguet. E gli Ibrahimovic....

giovedì 15 dicembre 2011

ANTONIO CONTE batte IBRAHIMOVIC.....

...nella recensione sul GUERIN SPORTIVO

 "Antonio Conte, l'ultimo gladiatore" è il libro con il numero massimo di freccette.

E non poteva esser altrimenti visto l'importanza del personaggio.

Speriamo che il nostro condottiero superi lo svedese anche sul campo in classifica a fine anno.....






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http://stefanodiscreti.blogspot.com/2011/09/conte-lultimo-gladiatore.html

mercoledì 24 agosto 2011

La svendita di Ibrahimovic ha cambiato la storia della serie A

L'effetto più devastante di Calciopoli per la Juventus è stata la cessione di Zlatan Ibrahimovic all'Inter per soli 24 milioni di euro.
Poco meno di quanto speso da Marotta per Martinez, Motta e Bonucci l'anno scorso, tanto per intenderci.
L'Inter ha potuto usufruire per 3 anni delle doti di Zlatan salvo poi venderlo nel miglior momento al Barcellona in cambio di Eto'o e 50 milioni.
Sfruttato al meglio Eto'o per 2 stagioni la squadra neroazzurra ha ora venduto il camerunense per 27 milioni di euro in Russia.
Praticamente l'Inter ha potuto avere per 5 anni uno dei migliori attaccanti al mondo, prima Ibra poi Eto'o.
Ha speso 24 milioni di euro e ne ha incassati 77, con un utile superiore a 50 milioni di euro.
Praticamente il ciclo dell'Inter è stato finanziato dalla sciagurata cessione bianconera del 2006.
L'affare Ibra ha cambiato la storia della serie A ancor più delle sentenze farsa di Calciopoli. Sarebbe bastato trattenerlo a Torino o a male estremi venderlo all'estero....

sabato 6 agosto 2011

Fattore "Z": chi ha Zlatan vince!


Derby «cinese», il Milan s'impone di forza per 2 a 1.
E' rossonero il primo trofeo della stagione.


Alla fine il giocatore decisivo in Italia è sempre lui. Chi ha Ibra vince. 

sabato 30 ottobre 2010

Impresa Juve

Una stoica Juve, devastata da assenze decise a tavolino e tanti infortuni, vince a San Siro al termine di una grande gara di sacrificio e umiltà, con Felipe Melo migliore in campo.
A segno Quagliarella e Del Piero, che supera Boniperti nella storia bianconera.
Il goal di Ibrahimovic serve solo a mettere suspence nei minuti finali.
Se si rilegge la formazione bianconera scesa in campo e vi si aggiungono gli infortuni in corsa non si può non sottolineare l'impresa juventina.
Ed intanto Cassano si potrebbe svincolare a breve....

venerdì 6 agosto 2010

Del Neri come ne esci fuori?

Quando il mese scorso ho ascoltato le parole di Mister Del Neri in conferenza stampa ho subito avuto l’impressione di un autogoal. D’accordo ognuno ha la sua visione del calcio e i suoi teoremi ma creare subito il dualismo Del Piero-Diego proprio non serviva. E’ stato un clamoroso errore di inesperienza a grandi livelli.

A precisa domanda sulla coesistenza in campo dei due talenti bianconeri ha così risposto, in maniera inequivocabile:
“Io gioco con una punta centrale e un trequartista dietro. O con due punte alte, mai due punte basse. Se penso che due non sono complementari come attitudini, non giocano mai assieme. Non c’è alternativa, c’è solo il ruolo: chi gioca meglio, va in campo. Son quattro anni che faccio così come con Doni all’Atalanta. Diego è un Doni. Come la duttilità dei giocatori è una risorsa importante”.

Tradotto in parole semplici : Del Piero e Diego mai in campo insieme!
Mi chiedo, però, se il tecnico di Aquileia ha ponderato tutte le possibili conseguenze di queste sue dichiarazioni. Diego l’anno scorso ha già dimostrato di non esser un “cuor di leone” e non avere il carattere che serve per esser il leader di una squadra che lotta per vincere. Come potrà mai adesso giocare tranquillo e cercare di riscattarsi sapendo di avere alle spalle l’ombra di un Del Piero che scalpita?

In quasi 20 anni di carriera il capitano bianconero si è sempre dovuto conquistare sul campo il posto da titolare. Basti pensare ai dualismi in passato con Roberto Baggio, Totti o Cassano tanto per citarne alcuni. Ha sempre sbaragliato la concorrenza con i fatti. Un solo giocatore è riuscito a spedire Del Piero in panchina: Zlatan Ibrahimovic.

Ma Diego non è e non sarà mai decisivo come Ibrahimovic….. E Del Neri non è Capello.....

mercoledì 7 aprile 2010

2 pesi e 2 misure

Mentre continuano ad uscire nuove intercettazioni scottanti, l'Inter guadagna la semifinale di Champions dove si troverà davanti il Barcellona dell'ex Ibrahimovic e di un immenso Messi. Si potesse parlare solo di calcio giocato.....
Dicevamo di Calciopoli 2.
Intanto chi per anni ci ha propinato "Moggiopoli" si dovrebbe vergognare e chiedere scusa a tutti i lettori. Ma non lo faranno mai.
Adesso è caccia a sminuire i toni delle telefonate degli altri. Ci fosse stato Moggi al loro posto....
Invito tutti a leggere l'articolo scritto ieri da Beha, uno dei pochi "onesti" (altro che Moratti) che sta cercando di fare luce in questa farsa mediatica che va avanti dal 2006.
Alla faccia dei Boniek e dei Galeazzi.... Complimenti a Michele Criscitiello invece, per lo speciale Calciopoli andato in onda lunedì sera su SportItalia.

Calciopoli di cioccolato

"Dico di Calciopoli e dei suoi sviluppi. Cominciamo da quelle al latte. Avete letto domenica la trascrizione della telefonata di Moggi a Bergamo del 9 febbraio 2005, esemplare documentale del cosiddetto sistema-Moggi. Di qui anche l'occhiello della pagina, semplicemente Moggiopoli. Per queste ed altre telefonate Moggi e Bergamo sono stati cancellati dalla giustizia sportiva nel 2006 e sotto processo per associazione a delinquere attualmente presso il Tribunale di Napoli. È storia nota. Questa ed altre telefonate riportate ieri l'altro sono da quattro anni di dominio pubblico, e non per caso. Dunque qui la sorpresa non c'è. Allora perché vengono riprodotte per l'ennesima volta? È spiegato chiaramente. Per controbattere "un'informazione smemorata e superficiale" che mette qualcosa "sullo stesso piano dei gravissimi fatti emersi a carico delle dirigenze della Juventus, del Milan, della Fiorentina e della Lazio". Insomma le quattro castigate dalla giustizia sportiva prendendo a riferimento la "cupola" del sistema-Moggi. Quindi sorprese pasquali, nessuna. Se non la benemerita intenzione di fare memoria su Moggi, collegata a quel "qualcosa". Ma che cos'è questo "qualcosa"? Sono la prima "sorpresa" pasquale, nelle uova al cioccolato fondente uscite sabato qui come su tutti i giornali. Dentro, le trascrizioni finora inedite delle telefonate tra Moratti, altri dirigenti interisti e Bergamo sugli stessi temi (designazioni, gradimento ecc. ) imputati a Moggi. Ma proviamo a sostituire il nome di Moggi a quello di Moratti nella telefonata trascritta per vedere -alla Jannacci- neppure tanto di nascosto l'effetto che fa. E ancora: ma se la giustizia sportiva ha già operato con le sue sbrigative sentenze, e invece quella penale nella fattispecie nei confronti del cupolone Moggi ancora no, non sarà il caso intanto di rimanere alla prima? E Moratti non ha sempre negato finora pubblicamente, e per quattro anni, mentre riscuoteva scudetti a tavolino, di aver fatto telefonate a chicchessia? Dunque c'è già una menzogna in ballo: che non assolve Moggi, ma ci fa fare un passettinoserio avanti. Se in ballo c'era per la giustizia sportiva la violazione dell'art.1 delle Carte Federali sulla lealtà sportiva e altre menate del genere…, Moratti mai entrato in questa inchiesta deve essere processato dalla Procura Federale come Moggi. Soltanto per assolverlo, naturalmente, per vedere le differenze, per non essere costretti a passare da Moggiopoli a Morattopoli, cosa che a molti dispiacerebbe di certo. La "discarica Moggi" era stata chiusa dal Ministro per l'Ambiente rotondocratico ormai da tempo. Riaprirla vorrebbe dire munirsi di maschere per il tanfo: ma quale? Quello già dentro o quello ancora fuori? Nel frattempo i due pubblici ministeri del processo di Napoli, oggi Narducci e Capuano, ieri Narducci e Beatrice che mi hanno fatto l'onore della citazione in un'intervista a "L'Espresso" di tre anni fa ("l'unico che ha capito è Oliviero Beha e per questo non lo fanno scrivere…") hanno avuto un'uscita sorprendente. Hanno affermato che "le vittime non devono diventare i colpevoli", frase che ha fatto il giro mediatico del mondo. Non so a voi, ma a me è sempre parso importante nel quadro "della separazione delle carriere" che gli inquirenti facessero gli inquirenti (e sono certo che i PM lo stanno facendo nel modo migliore possibile…) e i giudicanti i giudicanti. E allora che cos'è questa storia di "vittime" e "colpevoli"? Quindi sarebbe già tutto deciso? E che cosa significa che le telefonate morattiane non sono state prese in considerazione ? In base a quale criterio? Nessuno ricorda che Narducci nell'ottobre del 2008 a inizio processo a Giraudo con rito abbreviato "escluse tassativamente" l'esistenza di altre telefonate fuori indagini? Se il capo di quelle indagini era l'allora maggiore dei Carabinieri Attilio Auricchio, che oggi da tenente colonnello in aula a Napoli va avanti a colpi di "non ricordo" (e gli inquirenti comprensivi al Presidente di Tribunale: "Può capitare, non le pare ? "…) e citando come fonte i tabellini della Gazzetta dello Sport, forse su queste telefonate "escluse" dall'inchiesta c'è qualcosa da dire? Oppure no? Per soprammercato, altro uovo fondente, mentre si faceva quella meritoria opera di memoria riepilogata… su tutti gli altri giornali (e per quel poco che conta anche per bocca di chi scrive nel corso del Tg3 di sabato) usciva una telefonata "meravigliosa" di Bergamo a Galliani, in cui il designatore (lo stesso "trascritto" con Moggi qui) chiedeva ausilio e "calore, molto calore" al vicepresidente del Milan allora reggente della Lega calcio e anche del Milan stesso (maggio 2005, vigilia di Milan-Juventus decisiva per lo scudetto, e Berlusconi a Palazzo Chigi autosospeso dalla carica al Milan per non infrangere il conflitto di interessi…). Perbacco, sento odor di "Gallianopoli"… E invito a fare lo stesso con Galliani: sostituite il suo nome con quello di Moggi e magari chiedete un nuovo processo sportivo anche per lui. Ma siccome qui la disciplina praticata sembra essere soltanto il penale, e le magagne e le insufficienze della giustizia sportiva, che vedono responsabili anche giudici ed ex giudici in forza ad essa, paiono non avere alcun valore, restiamo anche noi al penale. Per tanti motivi, di cui ho scritto moltissimo, qui e dove ho potuto, e detto ovunque mi fosse possibile, è improprio e distorcente parlare di una Moggiopoli e di un sistema-Moggi senza collegarlo alla vera questione, che è quella di Calciopoli e di un sistema-calcio. Si tratta di conoscere e collegare i fatti, gli arbitri di allora "sicari" - da dimostrare - di Moggi e c. (a proposito, Paparesta ha negato sempre di essere stato chiuso nel famoso spogliatoio: abbiamo deciso noi a tavolino che mente e che quindi invece che di "millanteria disdicevole" Moggi è passibile di "violenza privata". Ma insomma, i processi li facciamo noi o "loro"?) con gli arbitri di oggi, designati da quel Collina che è dentro molte telefonate di cui finora ci mancava notizia. È una vita, dal caso Camerun in poi, che chiedo pulizia nel calcio, adesso essere superato a destra e nella corsia d'emergenza mi sembra una violazione del codice stradale. Chiudo con una notizia e una domanda, stile vecchi tempi. Vi ricordate di Grazia Fazi, la segretaria della Can definita la "zarina" di Moggi e Bergamo, per mesi sui giornali nel 2006 e rinviata a giudizio a Napoli? Ci credete se vi dico che non è stata mai, dico mai, interrogata da nessuno, in divisa da carabiniere o da giudice? Un po' di pazienza, nessuno sconto, ma anche un'informazione davvero completa."

Oliviero Beha

giovedì 1 aprile 2010

Trema lo scudetto di cartone?

Video da non perdere


Il legale di Moggi: "Abbiamo
i colloqui tra l'Inter e Bergamo"
ROBERTO BECCANTINI
MILANO
Avvocato Maurilio Prioreschi, lei difende Luciano Moggi al processo di Calciopoli a Napoli: perché si ha riscontro solo adesso delle telefonate fra Bergamo, Moratti e Facchetti?
«È la domanda che mi sono posto anch’io. Insieme a un’altra: perché non erano state trascritte? Perché erano state occultate? Curioso».

Come ci siete arrivati?
«Calciopoli consta, globalmente, di 171 mila telefonate intercettate. Abbiamo controllato le utenze di Bergamo, il relativo traffico in uscita e in arrivo. Di qui la scoperta. Che poi non è stata una scoperta, ma una conferma. All’epoca, telefonare ai designatori era lecito, e lo facevano tutti. Ripeto: tutti».

La differenza dovrebbero però farla i contenuti, non trova?
«Non escludo che siano robe da educande, i racconti che si facevano Moggi e Bergamo, rispetto a quello che pensiamo di trovare».

A che punto siete?
«Delle 171 mila in totale, ne abbiamo ascoltate 30 mila. E qualcuna è già affiorata».

Anche di Moratti e Facchetti, dunque?
«Certo. Anche dei dirigenti dell’Inter».

Moratti ha sostenuto che non era lui a chiamare, ma loro (i designatori).
«Cambia poco, direi».

Uno dei più «affezionati» era il presidente del Cagliari, Cellino.
«Esatto».

Galliani?
«Ci sono colloqui fra lui e Pairetto, l’altro designatore».

E fra Galliani e Bergamo?
«Non risultano. Il riferimento dell’allora presidente della Lega era Pairetto».

Le conversazioni si possono ascoltare?
«In linea di massima sì, e qualcuna l’abbiamo già ascoltata. Interessante... Ne divulgheremo i contenuti a tempo debito. Magari già nel corso della prossima udienza, il 13 aprile».

Perché «in linea di massima»?
«Perché qualcuna non riusciamo ad aprirla».

Ricapitolando?
«Telefonavano tutti, ma per Moggi si è avuto un riguardo quasi morboso, per altri invece un’attenzione molto distratta, quasi privilegiata. Ribadisco: nella stagione 2004-2005, si poteva parlare con Bergamo e Pairetto. Resta un mistero perché i colloqui fra Bergamo, Moratti e Facchetti non siano stati presi in considerazione da Auricchio».

Perché tali da non suscitare sospetti, forse.
«La chiarezza e la completezza, in questi casi, avrebbero contribuito ad allontanare fin dall’inizio ombre e maldicenze. L’Inter ci ha ricavato pure uno scudetto, dalla sua (presunta) “diversità”».

«Qualcosa sarà sfuggito», si è giustificato il pm Narducci.
«Solo qualcosa?».

Prioreschi è stato intervistato anche da Tuttosport. Leggi qui

Intanto l'Inter vince l'andata dei quarti di Champions grazie ad un goal del solito Milito, mentre un devastante Ibrahimovic trascina il Barcellona in Europa....

lunedì 23 novembre 2009

Grosso passo




Con una prestazione poco più che sufficiente la Juventus fa un passo avanti in classifica, mantiene la distanza dall'Inter e ricaccia il Milan al terzo posto.
Ottimo il riento di Sissoko mentre fa ben sperare per il futuro quello di Del Piero.
Un'altra prova insufficiente di Felipe Melo (sostituito) mentre Diego è andato a corrente alternata.
A decidere la gara Grosso, che in proiezione offensiva ha sfruttato al meglio un assist (non il primo di questa stagione) di Caceres.
L'Udinese, priva di Di Natale, non ha praticamente fatto nulla per evitare la sconfitta.
Adesso sotto con la Champions. Bisognerà vincere in Francia per evitare lo spareggio finale contro il Bayern.
Colpo Grosso, ma quante Melonate!
di Mirko Nicolino per Juvemania.it
La Juventus batte l’Udinese soffrendo poco o nulla, ma soprattutto senza subire gol. Non che i bianconeri abbiano costruito tanto, ma non era facile contro i friulani venuti a Torino prevalentemente per strappare un pareggio. Come ha ammesso lo stesso Ciro Ferrara, però, il potenziale in prospettiva è superiore a quello si qui mostrato in campo, vuoi per la catena interminabile di infortuni, vuoi per la digestione lenta del modulo che comunque i suoi frutti li sta dando. Al di là del cokmplesso, che sembra acquisire solidità con il passare delle giornate, quello che mi preoccupa di più sono gli innesti di Diego e Melo. Il primo continua ad apparire spesso avulso dal gioco e la sua latitanza è sin qui costata due sostituzioni a Giovinco. Sì, perché Ferrara, nonostante Sebastian stia facendo meglio del fantasista brasisliano, nei secondi tempi tende sempre e sostituire il piccolo piemontese. Riguardo a Felipe Melo… Se lo vedessi giocare per la prima volta, diresi senza ombra di dubbio che è da cessione immediata. Con più equilibrio, però non posso non essere altrettanto realista nell’affermare che il ragazzo non vale il costo che è stato sostenuto dalla Juventus. Altrimenti mi verrebbe da chiedere quale sarebbe il prezzo di Sissoko che nella ripresa, entrato al posto del brasiliano ha letteralmente allungato i suoi tentacoli su tutto il centrocampo. C’è poco da aggiungere, al momento di Melo colpiscono solo le sempre più frequenti “melonate” che costringono il “povero” ma diligentissimo Poulsen a fare (bene, e non capisco spesso i mugugni del pubblico) gli straordinari. Una nota sui cori contro Balotelli: da condannare senza se e senza ma le frasi irriguardose rivolte dai tifosi juventini all’attaccante dell’Inter. Purtroppo è un film che si ripete di settimana in settimana in tutti gli stadi d’Italia. Da ieri sera però il tam tam mediatico è diventato molto più battente e la Gazzetta dello Sport di oggi ha enfatizzato l’accaduto, così come non ha fatto nel caso dell’esultanza irriguardosa di Balotelli a Bologna. Sentore: in arrivo una grossa multa per la Juventus e rischio di partita senza tifo proprio contro i nerazzurri.

Intanto Luciano Moggi non si smentisce anche nella nuovissima veste di conduttore televisivo.
Nel corso della trasmissione “Studio Stadio” in onda sull’emittente romana GOLD SPORT, ha rilasciato in mia presenza, commenti a 360° sulla 13° giornata di campionato, il prossimo turno di Champions ed il processo di Calciopoli che lo vede coinvolto a Napoli.
TOTTI
“Le sorti della Roma dipendono da Totti e forse non solo quelle della squadra giallorossa.
Se Totti rientra in piena forma e decide di tornare in Nazionale, Lippi lo convocherà ai mondiali.
Per Del Piero invece la vedo difficile, quasi impossibile e nel caso di un ballottaggio tra loro due per un posto in attacco, credo che il CT della Nazionale sceglierà il romanista”
MILAN
“L’Inter sta facendo un campionato a se. Per il secondo posto vedo un testa a testa tra Juventus e Milan. La squadra rossonera è tornata competitiva da quando Ronaldinho ha riacquistato una forma decente sfruttando anche gli spazi creati dalla fisicità di Borriello in attacco”
MOURINHO
“E’ il miglior “dirigente” del campionato. Nessuno è capace come lui di difendere la propria squadra a livello mediatico. E’ sempre pronto a spostare le discussioni dove vuole lui.Guardate in ultimo il caso Maicon: ha già creato i presupposti per gridare allo scandalo nel caso al terzino brasiliano siano assegnate 2 giornate di squalifica…”
BALOTELLI
“Con me righerebbe dritto o finirebbe altrove. In una società di calcio non sono tollerabili trattamenti di favore per chicchessia. Ricordate come mi comportai con Camoranesi quando fece le bizze in ritiro?
Il ragazzo fu punito severamente e capì immediatamente che un altro caso del genere non sarebbe più stato tollerato”
PARMA
“E’ presto per parlare di rivelazioni del campionato. Di certo il Parma ha vinto la scommessa Boijnov. Nel calcio come nella vita ogni tanto bisogna rischiare come facemmo anche noi con Mutu, ad esempio. Mi fa piacere inoltre che in questa squadra si stia affermando Lanzafame, ancora un altro prodotto di quel vivaio da noi lasciato in dote alla Juventus (penso a Giovinco, Marchisio, De Ceglie).”
BALLARDINI
“Mi dispiace ma non è assolutamente un tecnico in grado di guidare una squadra che rappresenta una piazza così importante come quella di Roma, sponda Lazio.”
GIOCO VIOLENTO
“Cosa ne penso dello scontro Cruz-Rinaudo, fatto di pugni e morsi?
Penso che quando si è in trance agonistica può capitare di tutto…
Ricordo ai miei tempi uno scontro in allenamento tra Zebina ed Ibrahimovic.
Il francese entrò durissimo sullo svedese che replicò con un violento pugno che mise ko il nostro terzino.Prognosi: 3 giorni di ospedale.
Ma per la stampa inventammo la scusa del ricovero di Zebina per dissenteria….”
CHAMPIONS LEAGUE
“Il prossimo turno sarà fondamentale per le italiane. L’Inter è quella che rischia di più. Il Milan, se non si spengono le luci contro il Marsiglia…. non dovrebbe avere problemi mentre la Juve è praticamente già qualificata perché anche se non vincesse in Francia gli basterebbe non perdere in casa nell’ultima gara contro il discontinuo Bayern dell’arrogante Rumenigge.
Comunque è solo una questione di guadagnare turni, perché le italiane non hanno chance di vittoria.
La finale sarà quasi sicuramente tra il favoritissimo Chelsea ed il Barcellona.”
ZEMAN
“Ma l’avete ascoltata la testimonianza di Zeman al processo?
E’ evidente che soffre di complessi ed è un bugiardo.
Dice che gli ho rovinato la carriera facendolo ingaggiare dal Napoli?
Se tutti i miei nemici potessero avere 2 miliardi e mezzo netti di vecchie lire per poco più di un mese di lavoro credo che non avrei più amici.
La verità è che ormai non è più sereno nel parlare. Ma vi rendete conto che ha detto che era il miglior tecnico di Europa pur non avendo mai vinto nulla e che per colpa mia non ha più allenato?E gli esoneri in Turchia, Serbia. C’èra il mio sistema anche lì?”
CALCIOPOLI E LA MISTIFICAZIONE DELLA CARTA STAMPATA
“In questo momento mi sto battendo in due processi paralleli: quello di Napoli e quello dei media che stanno mistificando la verità del processo come nel caso della tosse di Manfredi Martino.
E che dire poi di come è stata strumentalizzata la vicenda delle visite dei dirigenti agli arbitri negli spogliatoi?
Dopo la gara praticamente vi ci si recavano tutti, mentre per averlo fatto in corso di gara sono stati squalificati solo 2 dirigenti: LUCCHESI ed il compianto FACCHETTI.
Eppure i media l’unico colpevole sono io”

giovedì 19 novembre 2009

Mondial-Furto





Povero Trap, perso il mondiale per un furto!
Il goal che qualifica la Francia è viziato da un clamoroso fallo di mano di Henry.
E' davvero un peccato che il lavoro di anni sia vanificato da un episodio del genere.
Tra gli altri spareggi mi ha particolarmente colpito l'eliminazione della Russia:
per una volta a Mago Hiddink non è riuscito il miracolo!
Intanto l'Italia grazie ad un goal di Giorgione Chiellini batte la Svezia orfana di Ibrahimovic.
Adesso sotto con il campionato.
Come detto da Buffon si pensi intanto a fare 6 punti prima della sfida con l'Inter.
E basta poi con questi proclami sulla terza Stella.
Perchè se si continua così ci vorranno anni prima di porsi il problema.....
Fatti, non parole.
IL PUNTO DI ROBERTO BECCANTINI
Questa volta non hanno avuto il coraggio di inventarsi una moviola di scorta come a Berlino, dopo la testata di Zidane a Materazzi, o come nella Confederations Cup, agli sgoccioli di Brasile-Egitto. Avrebbe evitato una profonda ingiustizia. Di mezzo, c’erano la Francia, ancora lei, e l’Irlanda di Giovanni Trapattoni. Nessuno se l’è sentita di correggere la svista della terna svedese: prima che nei supplementari Gallas segnasse, pareggiasse ed eliminasse, così, i più meritevoli, Henry aveva giocato a pallamano (o a pallavolo, fate voi). Un risultato che già faceva a pugni con l’intreccio, figuriamoci, dunque, con l’epilogo. Da un contatto fra Given e Anelka, un arbitro servile avrebbe potuto spremere un rigore: il palleggio di mano deve essergli proprio sfuggito.Gli spareggi, molto equilibrati, hanno diffuso brividi e ghigliottinato un peso massimo: la Russia di Hiddink. Francia e Portogallo hanno sofferto, hanno rischiato, hanno resistito (e il Portogallo vinto, addirittura). Se rivoluzione è troppo, scossa è poco. Penso all’impresa della piccola Slovenia. E, naturalmente, allo scandalo di St. Denis. Con i giudici di porta, cari al francese Platini, Trapattoni, che fu maestro di Michel, e Domenech se la sarebbero giocata ai rigori. I vice campioni del Mondo dovranno accendere una candela al dio degli episodi. Spiace per il Trap, transitato da un Moreno pilotato a un Hansson improvvisamente nebbioso. La Francia, boriosa e sterile, ha sfiorato il suicidio che, sempre in casa, aveva «brillantemente» centrato alla vigilia dei Mondiali americani del 1994. Quando può scegliere, Trap tentenna: vedi Dublino. Quando non può, è tutta un’altra musica: vedi Parigi; se consideriamo le occasioni nude e crude, il 2-0 avrebbe fotografato meglio la trama. Domenech era, e rimane, il brutto anatroccolo di una fiaba che non può più contare sulle magìe di Platini e Zidane. Da oggi, fuoco alle polveri. Si parlerà solo della mano che Henry ha dato al suo capo.

martedì 13 ottobre 2009

Blanc & Noir (Doping)



Mentre a Cannavaro girano per le strumentalizzazioni mediatiche del presunto caso Doping, un altro campione della Fiorentina anni 70' ci lascia per l'abuso di farmaci e terapie mediche criminali: stavolta è toccato al portiere Mattolini.
La lista di morte e malattia per quella squadra è davvero impressionante. Ma non è l'unica.
C'è ancora qualcuno che pensa che il calcio anni '60-'70-'80 fosse più pulito di quell'attuale?
Doping, calcioscommesse, corruzione, bustarelle, mazzette, evasione. Quel trentennio non si è fatto mancare davvero nulla.
E chi denuncia o ha denunciato quel sistema viene o è stato automaticamente estromesso dallo stesso...
Torniamo a parlare solo di calcio, se ci si riesce.
Prima uscita da presidente designato per Blanc.
In merito riporto un bella osservazione di Mirko Nicolino per Juvemania.it
Bravo Blanc, ma preferivo un altro presidente
Jean Claude Blanc nuovo presidente della Juventus, mentre Giovanni Cobolli Gigli non farà più parte dell'establishment societario.
Blanc è un grande manager, come ce ne sono davvero pochi in giro.
In un triennio è riuscito a ricostruire un patrimonio societario di primissimo livello.
Se il marchio Juve è tornato a "tirare" come un tempo è principalmente merito suo, che in questi anni ha stretto accordi commerciali molto remunerativi.
Probabilmente, e me lo auguro con tutto il cuore, tra qualche anno staremo qui a parlare di Blanc come uno dei più grandi dirigenti della storia bianconera.
Mi sarei aspettato, però, che mantenesse la propria carica di AD ed alla carica di presidente avrei voluto uno juventino "di vecchia data"....
Alla fine, in fondo, si torna sempre allo stesso punto di partenza:
alla nuova Juve in primis c'è bisogno di gente di campo.
Quindi almeno a mio gusto, conta davvero poco se il presidente lo fa Blanc o Cobolli Gigli.
Quello che mi auspico è che al più presto torni in società gente che capisca di calcio davvero.
Intanto Ibrahimovic lancia l'ennesima stoccata all'Inter.
Chissà per quanto tempo ancora i tifosi "neroassurri" riusciranno a sopportarlo.....
In chiusura mi sembra giusto mandare un ultimo saluto ad un grande Juventino come Alberto Castagnetti.
Ciao Alberto.

giovedì 8 ottobre 2009

Ibra, Moratti e Cobolli


Il punto di Roberto Beccantini
Far credere, o fingere di credere, che la sostituzione del presidente Giovanni Cobolli Gigli rappresenti una svolta epocale nella storia della Juventus, rimanda a Jorge Luis Borges e alla baruffa dei due calvi per un pettine. Dai tempi di Boniperti (escluso, naturalmente), la carica di presidente della Juventus è sempre stata formale, prova ne siano l’avvocato Chiusano e Franzo Grande Stevens. Nessun dubbio che Cobolli Gigli sia un galantuomo: quando lo feci partecipe del derby contro la Sla, aderì in due secondi. Nessun dubbio che abbia raccolto il testimone in giorni, settimane e mesi molto cupi: i giorni, le settimane e i mesi di Calciopoli. È stato il megafono dell’operazione smile. Ma sia chiaro: l’onore di essere presidente della Juventus, una delle prime società al mondo, supera qualsiasi onere, sconfigge qualunque tempesta.

Il problema di Cobolli Gigli è un non problema. Sarebbe potuto restare lì a vita. Non piaceva ai tifosi, e i nuovi reggenti - quando vogliono - sanno captare, e lisciare, le fregole della piazza. Dejan Stankovic venne sacrificato sul pulpito del risentimento popolare. Claudio Ranieri, idem. La gente aveva un debole per Ciro Ferrara? Eccolo. Ultimo «frazionista», Cobolli Gigli. Ho letto valutazioni legate alla buona tavola e al buon vino (!). Carlo Verdelli, direttore della Gazzetta dello Sport, ha riesumato il titolo della vecchia rubrìca di Candido Cannavò: «Fateci capire». Semplicissimo: il problema non è il presidente (che non conta anche quando sembra un conte), il problema è la competenza tecnica della società. Sogno un «presidente» che sbagli i congiuntivi e detesti la buona tavola ma magari, all’ultimo momento, prima di buttarsi su un laido hot dog, urli dal tavolo imbrattato di senape: ehi, ragazzi, prendete pure Andrade ma visto il ginocchio che si ritrova, perché non ci cauteliamo con una bella clausoletta? Obiezione: questo non era compito del presidente. Avrebbero dovuto pensarci il direttore generale o il direttore sportivo. Verissimo. Purtroppo.

John Elkann si è innamorato di Jean-Claude Blanc così come l’avvocato Agnelli si era invaghito di Michel Platini. Presidente, amministratore delegato, direttore generale: non male, come regalo di nozze. L’area tecnica rimane affidata ad Alessio Secco. Manca un dirigente che sappia di calcio e, per questo, possa dare una mano al giovane Alessio e all’apprendista Ciro, dal momento che nessuno nasce imparato. Il referente che avrebbe aiutato Ranieri a gestire meglio la crisi primaverile della stagione scorsa: manca un tipo così, e la proprietà agita lo scalpo di Cobolli Gigli. Complimenti. Si continua a parlare di Giuseppe Marotta, e di Marcello Lippi: oggi in maschera, dopo i Mondiali senza.

La composizione del Consiglio d’Amministrazione è un altro non problema. Serve, urgentemente, competenza tecnica fra il vertice e la squadra. Lì è il vuoto, lì è il ritardo dall’Inter. Non si pretende la luna, ma un manager che, non appena Corvino fissa il prezzo rescissorio di Felipe Melo, attenda almeno un minuto, dicasi uno, e ci pensi su, prima di precipitarsi a Firenze con 23 milioni di euro e Marchionni al guinzaglio. L’onnipotenza riconosciuta a Blanc lascia perplessi. Blanc viene dallo sci e dal tennis, Montali, fresco di uscita, dal volley: d’accordo, siamo in Italia, il più anomalo dei Paesi anomali, ma è chiedere troppo uno specialista di calcio all’interno di una società di calcio?

Secondo Tuttosport, Massimo Moratti avrebbe telefonato a Cobolli Gigli per dirgli: «Se lei non avesse lavorato per la Juventus, l'avrei voluta all'Inter per lo stile e la correttezza con la quale si comporta nelle sedi istituzionali e non». Strano: anche Zlatan Ibrahimovic e Patrick Vieira avevano lavorato per la Juventus, eppure...

mercoledì 9 settembre 2009

Ciao Mike





"Allegria", ma che tristezza.
Se ne è andato Mike Bongiorno.
Con la sua perdita passa all'emisfero dei ricordi una parte importante della storia della televisione italiana.
Se ne va inoltre un grandissimo tifoso juventino.
Ciao Mike.
Questa sera intanto la Nazionale italiana di Lippi battendo la Bulgaria potrebbe esser virtualmente promossa per i prossimi mondiali in Sudafrica.
Ibrahimovic, in procinto di rientrare in Italia per la sfida di Champions, ricorda a tutti i tifosi interisti che "siete stati 17 anni senza vittorie e per vincere sono dovuto arrivare io...."
Schietto e diretto come sempre.
Intanto il big-match di sabato sera rischia di perdere due protagonisti: Del Piero e Zarate.
E' bene specificare però che per il peso specifico dell'assenza, sopratutto in questo momento, quella dell'argentino sarebbe notevolmente più pesante.
L'attaccante laziale è un talento cristallino puro, un vero uomo squadra che fa reparto a se.
Sono in tanti a scrivermi in questi giorni per chiedermi chi vorrei l'anno prossimo al posto di Trezeguet.
Beh, Zarate sarebbe davvero il miglior colpo possibile.
Mica poco lo so.....

mercoledì 2 settembre 2009

Che Diego ce la mandi buona



Con la chiusura ufficiale del calciomercato e le prime due giornate di campionato in archivio è giusto anche sbilanciarsi nel consueto pronostico di inizio stagione.
E' innegabile che la Juventus si sia rinforzata rispetto all'anno scorso.
Diego e Felipe Melo sono giocatori di carisma e spessore internazionale che giocherebbero titolari in qualsiasi TOP-TEAM europeo.
Caceres, Cannavaro e Grosso sono invece tre difensori che, seppur scaricati per vari motivi dai precedenti club, hanno grande voglia di rigenerarsi a Torino.
In panchina largo all'entusiasmo di Ciro Ferrara, contagioso per l'intero ambiente bianconero.
(Monumento vivente alla Sensi per non aver liberato in tempo Spalletti quando era stato indicato dalla Proprietà juventina come il prescelto)
Erano davvero anni che a Torino non si respirava un clima del genere.
Ma la Juventus ha davvero ridotto il GAP nei confronti dell'Inter?
L'impressione è che, in questo momento, a questa domanda non sia possibile rispondere.
Tutto dipende sopratutto da Diego, la nuova stella juventina.
Se si confermerà un grandissimo ed i presupposti iniziali fanno davvero ben sperare, la squadra bianconera se la giocherà fino alla fine.
C'è da starne certi.
Forse è nata una Juve Diego-dipendente che per il suo gioco e per competere ai massimi livelli dubito potrà mai fare a meno del nuovo idolo dei tifosi bianconeri.
Il centrocampo, orfano dell'ex Nedved (quanto mancherà la sua grinta!), è stato rinforzato anche dall'arrivo del "gladiatorio" Felipe Melo.
L'idea di una diga in tandem con Sissoko nel settore nevralgico del campo mi crea un moto di erezione.
Unico rammarico in mediana è la cessione di Zanetti (che avrebbe fatto sicuramente comodo) sacrificato per la matematica difficoltà a cedere i "bolsi" Tiago e Poulsen.
Meno rammarico per la cessione di Marchionni, ma la scelta di abbandonare quasi completamente il gioco sulle fasce mi convince poco.
In difesa fin'ora, grande sicurezza al centro ha apportato il ritorno di Cannavaro.
Da rivedere però con attacchi più pericolosi.
Davanti largo alla coppia più dinamica che in questo momentoè sicuramente quella tra Amauri e Iaquinta che con il loro incessante movimento creano tra l'altro quegli spazi tanto cari a Diego.
E' bene specificare però che con questa scelta probabilmente ne risentirà la media realizzativa offensiva, abituata sin troppo bene in passato dalla coppia Trezeguet-Del Piero.
Da valutare in merito l'inserimento futuro di Del Piero, da utilizzare solo e tassativamente quando sarà in forma (gli anni passano per tutti, ahimè), mentre per Trezeguet la scalata all'11 titolare sarà molto più dura.
In una squadra in cui praticamente almeno fino a domenica scorsa si attendevano cross giocabili dalle fasce con la stessa probabilità di fare il 6 al Superenalotto, quante opportunità si prospettano all'orizzonte per l'attaccante francese?
Basteranno gli innesti di Caceres e Grosso a colmare questa lacuna?
Dicevamo dell'Inter.
Al contrario della Juve si è liberata dalla sua dipendenza, vendendo a peso d'oro Ibrahimovic, il giocatore che praticamente negli anni passati vinceva da solo o quasi.
Ma da questa cessione, per assurdo, si è rinforzata.
Ed è forse proprio questo che spaventa di più gli avversari.
Si è passati da una prevedibile palla ad Ibra e pedalare ad una voglia irrefrenabile di fare bel gioco, anche grazie e sopratutto alla sontuosa campagna acquisti estiva neroazzurra.
La nuova Inter è nettamente una squadra più forte di quella dello scorso anno.
E allora Zeru alibi stavolta per Mourinho.
Se si analizzano attentamente i vari settori del campo e si valutano ruolo per ruolo le alternative disponibili, ci si domanda come potranno riuscire i giocatori interisti a non rivincere lo scudetto pure quest'anno, anche alla luce del saldo rigori che vede l'Inter partire praticamente da 1 a 0 a partita (con un rigore a favore fisso o quasi) mentre Julio Cesar sono ormai oltre 50 partite che non si trova a fronteggiare un rigorista avversario.
Cifre che se accostate al nome di Luciano Moggi farebbero gridare allo scandalo.
Altro che aborto giuridico, pardon Calciopoli.
Il nuovo Milan (praticamente il vecchio senza Kakà) è la solita incognita di questi ultimi anni.
Se, se, se e ancora se.
Tutto dipende da troppi giocatori.
Se Nesta recupera. Se Ronaldinho torna fenomeno. Se Gattuso e Pirlo tornano a grandi livelli.
Indecifrabile.
Per assurdo un Milan al massimo della forma dei suoi giocatori e sfruttando anche l'entusiasmo dell'esordiente Leonardo potrebbe anche esser da scudetto alla pari di Inter e Juventus mentre con l'eventuale ritorno di cronici problemi di salute e di rendimento rischierebbe di esser addirittura ricacciata nella mischia della lotta per la zona Champions, forse il punto più trafficato e meno decifrabile della serie A.
Sampdoria, Napoli, Genoa, Fiorentina, Lazio, Udinese, Palermo sono tutte squadre attrezzate per scalare la classifica, fino alle prime posizioni. Chi più chi meno.
Chi potrebbe esser retrocessa ormai da questa fascia con una squadra nonchè un ambiente sull'orlo di una crisi di nervi, è la Roma.
In bocca al lupo a Ranieri, tanto difeso dalla stampa romana nel biennio bianconero, per questa nuova avventura.
In chiusura mi preme sottolineare una cosa:
a differenza degli anni passati la Juventus (dirigenza, allenatore, giocatori, tifosi) ci crede davvero.
Ed anche il sottoscritto intravvede possibilità che nella passata gestione tecnica mai aveva scorto all'orizzonte.
Sicuramente inferiori a quelle dell'Inter ma i sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi.
E che Diego ce la mandi buona.....Finchè c'è lui, c'è speranza!

domenica 30 agosto 2009

Atto di forza




E' ancora calcio d'Agosto, vero.
Facile in questo periodo passare dall'euforia alla depressione e viceversa.
Ma l'immagine di squadra lasciata dall'Inter nel derby lascia un senso di inquietudine negli avversari.
Negli anni passati l'Inter ha praticamente vinto giocando con palla ad Ibra e pedalare.
Tutto quindi dipendeva o quasi dallo svedese.
Quest'anno, sopratutto grazie ad una sontuosa campagna acquisti, l'Inter ha deciso di giocare palla a terra.
L'impressione è che se i nuovi arrivi si amalgheranno al più presto, la squadra di Moratti avrà ripetuto l'operazione che fu fatta dalla Juve di Moggi & C. con Zidane:
vendere a peso d'oro il giocatore più forte e nonostante tutto rinforzarsi. E non poco.....
Il Milan che per un buona mezz'ora non aveva demeritato è sparita dal campo nel momento dell'infortunio di Gattuso.
Poco da aggiungere, la stagione rossonera passa da 3 giocatori: Nesta, Gattuso, Ronaldinho.
Lottare per lo scudetto o rischiare il fallimento dipenderà esclusivamente dal loro rendimento.
Oggi intanto la Juventus sarà impegnata contro la Roma.
Se non è una prova di maturità, poco ci manca.
Espugnare l'Olimpico sarebbe un grande segnale da inviare a tutti gli avversari.
Nei prossimi giorni, a mercato concluso, dirò la mia sul mercato bianconero(incomprensibile cessione di Zanetti inclusa), sui pronostici stagionali e dirò se davvero ritengo ridotto, perlomeno in parte, il Gap nei confronti dell'Inter in Italia e dallo strapotere Anglo-Spagnolo in Europa.

martedì 28 luglio 2009

Addio Ibra



C'è chi dirà che in fondo è un movimento di mercato che non lo sfiora nemmeno.
Non credeteci.
Per uno juventino, vedere emigrare Ibrahimovic all'estero non ha prezzo.
Ogni colpo, ogni prodezza in maglia neroazzurra era una coltellata nel cuore a ricordare Calciopoli.
Il peggior movimento di mercato dell'intera storia della Juve:
svenduto (soli 24 milioni.....) proprio ai nemici più acerrimi e rancorosi.
Con la sua cessione al Barcellona si chiude un cerchio doloroso.
Un vero inferno, altro che purgatorio.
Addio Ibra, a mai più rivederci in Italia. Spero....
Detto questo, non sono così certo che l'Inter uscirà indebolita da questa operazione perchè avere in cambio E'too e quasi 100 miliardi delle vecchie lire non è poco.
Se i soldi verranno reinvestiti bene, l'Inter potrebbe anche ottenere quello che Luciano Moggi concretizzò con la cessione di Zidane:
rinforzare la squadra pur cedendo l'elemento più forte.
Intanto la Juventus continua il pressing su Caceres. Domani potrebbe esser il giorno decisivo.
In chiusura un pensiero per Felipe Massa.
La mia passione per la Formula 1 va scemando sempre più, ma un augurio di pronta guarigione è il minimo in queste circostanze.