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martedì 16 giugno 2009

Italjuve


Una Juventus in prevalenza italiana:
questa potrebbe esser la soluzione per la prossima stagione.
Motta, D'Agostino, Dossena, Giuseppe Rossi. I possibili acquisti.
Una prospettiva senza dubbio affascinante.
Ma basterebbe per tornare ad esser competitivi?
Io da sempre sono di un parere, in perfetto Must Capelliano:
o si compra un giocatore che fa davvero la differenza o tanto vale lanciare giovani promettenti e fare cassa per comprare poi all'occorrenza il Campione con la C maiuscola.
Straniero o italiano che sia, non cambia la sostanza.
Detto ciò, a parità di spesa tra acquisti e cessioni, rimpiazzerei subito Grygera con Motta e prenderei Dossena (visto che Kolarov è stato dichiarato incedibile) per stimolare Molinaro.
D'Agostino ad un prezzo ragionevole (non più di 6-7 milioni) non sarebbe male, ma alla fine l'unico di questi nomi suddetti che davvero si può considerare un Campione è Giuseppe Rossi.
Lui sì che sarebbe un grande colpo che potrebbe giustificare anche il sacrificio Trezeguet.
Sorrido all'idea che questo giocatore sarebbe potuto esser preso senza problema alcuno 2 anni fa quando Ferguson propose lo scambio con Palladino....
Nonostante Ranieri fece pressioni in tal senso (il tecnico romano non commetteva solo errori....), alla fine purtroppo il talentuoso attaccante è finito, ahimè, in Spagna.
E sarà dura riportarlo in Italia.
Ad oggi, l'Inter che già era forte e si è rinforzata ancora con Motta e Milito è ancora distante tantissimo dalle dirette concorrenti, Juventus compresa.
Se riuscirà a trattenere Maicon ed Ibrahimovic, anche il prossimo campionato si prospetta scontato.
Chiusura per le possibili cessioni:
in partenza Poulsen e Mellberg.
Quasi il 75% dei giocatori acquistati sotto la gestione Blanc-Cobolli-Secco hanno fallito e dopo lunghe giornate di campionato seduti comodamente in panchina o tribuna, a fine anno poi o li si è venduti all'istante a prezzo nettamente inferiore o addirittura lo si sta cercando ancora di fare.
Ma la colpa era solo di Ranieri....

domenica 31 maggio 2009

Dirigenza ingrata


Era nell'aria da tempo:
Pavel Nedved aveva deciso di continuare a giocare ma l'attuale dirigenza juventina lo ha maltrattato offrendogli una proposta di contratto irrispettosa per il suo grande talento.
Oggi comunque lo ringrazia direttamente sulle pagine della Gazzetta dello Sport......
In un'ambiente dove sono stati regalati 2,5 milioni di euro a stagione ad Andrade per non fare nulla. Una squadra dove un gregario come Poulsen guadagna oltre 3 milioni di euro a stagione.
In una squadra che riprende Cannavaro, di un solo anno più giovane di Pavel, facendolo passare per il ritorno del Figliol Prodigo evidentemente non c'è più posto per Nedved.
E forse è giusto così:
un campione assoluto come Pavel Nedved non merita una dirigenza così.
Non merita una Juve così.
Onore ad un grandissimo giocatore, professionista esemplare e tra i più forti giocatori dell'ultimo ventennio.
Mancherai a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Juventus.....
.
E’ una questione di stile, ma anche di sostanza. Non si può trattare così un campione come Pavel Nedved costringen­do un fuoriclasse del suo livello a sparare due frasi che equival­gono a cazzotti: «Lascio la Juve, ma non il calcio» e «Non vado via per una questione economi­ca ». Tradotto, significa che con­tinuerà a giocare (ma non nella Juve) e che non ha gradito (usiamo un eufemismo) l’atteg­giamento della società nei suoi confronti.
Ma perché? Al netto del fasti­dio prodotto da tutte le media­zioni di procuratori più o meno esosi, c’è una considerazione che doveva cancellare il resto: l’ex Pallone d’Oro Pavel Ned­ved non è un giocatore come tutti gli altri perché fa parte del manipolo di eroi che ha reso possibile il miracolo di riporta­re subito la Juve in serie A, di farle conquistare il terzo posto (con qualificazione alla Cham­pions) l’anno scorso e di mante­nere, quanto meno, allo stesso livello di competitività la squa­dra anche in questa stagione.
Perché, se qualcuno crede che i meriti vadano anche suddivisi con altri componenti, allora non ci siamo proprio e vi spieghia­mo perché. Sull’allenatore non ritorniamo per evitare di sem­brare persecutori, ma Ranieri, non riuscendo a dare né gioco, né continuità alla squadra (e ci fermiamo qui), è solo la punta dell’iceberg e forse anche un co­modo capro espiatorio dietro il quale non possono essere nasco­ste responsabilità precise della società.
Il presidente Cobolli Gigli e l’amministratore delegato, non­ché direttore generale, Blanc devono riconoscere i tanti erro­ri commessi. Per carità, persone perbene, manager di qualità che si sono assunti il compito di traghettare la Juve in un mo­mento difficilissimo della sua storia, ma adesso basta. La ve­rità va detta e affrontata. La realtà dice che ci vuole un salto di qualità dirigenziale e che non fosse stato per quei campioni (Nedved, Del Piero, Camorane­si, Buffon e Trezeguet), oggi presidente e amministratore de­legato non potrebbero appun­tarsi alcuna medaglia sul petto. Non fosse stato per la rabbia che quegli eroi hanno messo e per la loro voglia di cancellare i momenti brutti, adesso la Juve non si batterebbe per il secondo posto in campionato. Quei fuo­riclasse non si sono mai accon­tentati, hanno sempre combat­tuto per vincere su ogni fronte, alla faccia di tutti i progetti a lunga scadenza. Non ci sono riusciti perché scarsamente as­sistiti e ascoltati. Tutto ciò ha ac­cresciuto lo scollamento fra una solida base di giocatori che ha piantato un seme importante nello spogliatoio e una società latitante, capace di fare emer­gere, invece, tutta la sua legge­rezza.I problemi da risolvere sono principalmente due. 1) La man­canza di un vero direttore gene­rale o direttore sportivo, chia­matelo come volete, capace di curare i rapporti fra squadra, tecnico e società e in grado di gestire al meglio le operazioni di mercato. 2) L’assenza di un pre­sidente veramente rappresenta­tivo, “pesante” e soprattutto meno discutibile per l’estempo­raneità delle sue esternazioni: basterebbe il recente caso Pan­dev (con bacchettata di Lotito), per non parlare dell’assenza su questioni cruciali quali anticipi e posticipi spesso svantaggiosi e alla lunga determinanti per le gambe dei giocatori.
Siccome ci piace essere sempre costruttivi nelle nostre analisi, ribadiamo che già ad ottobre avevamo segnalato la via per ri­solvere il problema in panchi­na. Caso ha voluto che la nostra indicazione sia stata poi quella adottata dalla società. Ferrara ci sembrava e ci sembra una buona scelta. Nella Juve c’è an­che Gian Paolo Montali, unica voce che si sia più volte levata per sottolineare i problemi da risolvere. Purtroppo non è sta­to ascoltato. Un errore al quale ci sembra giusto porre rimedio consegnando all’ex ct della Na­zionale di volley un ruolo opera­tivo. Aggiungiamo infine, per­ché da lì siamo partiti, che tutti i grandi campioni che hanno aiutato la Juve in un periodo delicatissimo andrebbero trat­tati con uno stile diverso. Per la cronaca, Andrea Agnelli tor­nerà oggi allo stadio per l’addio di Pavel Nedved, dopo un’as­senza di tre anni. La Juve c’è e ha in casa risorse incredibili, basta non sciuparle e metterle in grado di rendere al meglio
.

mercoledì 20 maggio 2009

"Ranieri non lo meritava..."




Caro Stefano,
consentimi di dire una cosa ai tuoi splendidi ed attenti lettori.
Da tifoso juventino sono molto deluso ed amareggiatissimo per il comportamento della nostra società.
Purtroppo temo che ci sia stato un mezzo complotto da parte anche di alcuni vecchi giocatori per eliminare definitivamente Ranieri.
E' vero il Mister non ha mai vinto nulla d'importante in carriera, tranne qualche Coppetta minore, ma quando mai ha allenato grandissime squadre con fior di campioni ???
Prima di giudicarlo non all'altezza di una grande, mi sarebbe piaciuto poterlo vedere all'opera con giocatori di grande qualità....
Certo, è facile allenare Ibrahimovic, Cristiano Ronaldo, Messi o Diego.
Vincerei anch'io in panchina, probabilmente. E non imitando Ranieri, Lippi o Capello.....
Mi dispiace per Ciro Ferrara, perchè arriva nel momento sbagliato ma da tifoso juventino sfegatato (sai quanto rappresenta per me la Juve...) e coerente che sono, adesso mi auguro di arrivare quarti in campionato e magari andare anche fuori dai preliminari ad Agosto.

Non sai quanto mi costa dire queste cose ma sono troppo amareggiato, quasi più di quando andammo in B...
Mi piacerebbe parlare con Ranieri e abbracciarlo mostrandogli tutta la mia solidarietà...
E' dalla sera che l'ho imitato a Controcampo che non ho più avuto modo di parlare con lui.
La mia amarezza è tanta e forse potrà essere placata solo se il prossimo allenatore sarà uno tra Ancelotti, Hiddink o Capitan Conte...
Tengo a precisare, che se Ranieri fosse stato licenziato a fine campionato o all'atto dell'orrenda eliminazione in Coppa Italia contro la Lazio non me la sarei presa così tanto, perchè sarebbe stato un allontanamento tecnico che sarebbe rientrato nella norma del calcio moderno.
In questo modo invece si è voluto umiliare la persona, non solo l'allenatore.
E' una vergogna. Altro che Stile Juventus.
Concludo, dicendoti che da tutta questa vicenda chi ne esce davvero vincente è proprio Ranieri e i perdenti sono tutti quelli che lo hanno umiliato, società in primis.
La vera responsabile.
Non so quando, non so in che giorno, ma senza gufare temo che su Vinovo e tutta Torino presto si abbatterà un fortissimo temporale...una pioggia incessante.
Quella pioggia rappresenterà il pianto dei fratelli Agnelli che guardano da Lassù la loro povera Juve ridotta come una provinciale qualsiasi, o peggio ancora, come un' Inter qualsiasi...
Un saluto a tutti i tuoi lettori:
cari fratelli juventini scusate il mio sfogo.
Tornerò a farvi sorridere appena smaltita la rabbia.
Un grande abbraccio bianconero,
.
IN BREVE:
Lo Shaktar di Lucescu, batte il Werder orfano di Diego e vince la Coppa Uefa.
E' la prima squadra ucraina nella storia.
La Reggina retrocede in serie B dopo 7 anni.
L'Inter compra Milito e Motta ma rischia di perdere Mourinho ed Ibra.
Infine alla Juventus, oggi nel classico appuntamento da "INDOVINA CHI", viene accostato il nome di Diarra, l'erede di Poulsen. In tutti i sensi.

"Come un Inter qualsiasi"


Quasi ogni settimana di calcio che Dio manda in terra, io invio un sms lapidario a Giovanni Cobolli Gigli, presidente della Juventus e persona squisitissima. Dopo pochi minuti lui mi risponde.
Lunedì sera, e dopo aver saputo che Claudio Ranieri non era più l'allenatore della Juve, gliene ho mandato uno così:"Non sono d'accordo". Dopo due minuti è arrivata la sua risposta, e cioè che a conclusione della sciagurata partita della Juve contro l'Atalanta le facce dei giocatori juventini, laggiù negli spogliatoi, la prospettiva del quarto posto ce l'avevano stampata addosso.
Stampata in faccia la prospettiva della sconfitta, il panico, la dismissione nervosa. Il quarto posto nel torneo significa mettere a grave rischio la qualificazione in Champions, significare fare vacanze più brevi e dunque crollare dalla stanchezza a due terzi del torneo (com'è avvenuto quest'anno).
Significa mettere a rischio 15-20 milioni di euro di incassi, e questo in una società che sacrosantemente bada ogni volta a come spende mille euro.
E dunque, tra domenica sera e lunedì mattina, ecco che è arrivata la mossa della disperazione. L'umiliazione di un allenatore che aveva meritato e che è stato eletto a capro espiatorio.
Non sono d'accordo.
"Questa è una Juve che si sta comportando come un Inter qualsiasi" m'ha scritto per sms il romano Stefano Discreti, che è il vero tifoso juventino numero 1 d'Italia per quanto ne sa di calcio e ne ragiona elegantemente.
Per quel che mi riguarda, lo ribadisco a Claudio Ranieri mando uno speciale saluto per quello che ha fatto in casa Juve nel tempo della difficilissima ricostruzione dopo lo tsunami dell'estate 2006.
Non era stata una punizione sportiva nel senso di togliere una singola vittoria, nel senso di punire un episodio e basta così. Era stata una distruzione sistematica e totale.
Cassato il miglior gruppo dirigente della storia del calcio moderno. Costretti alla fuga dalla maglia bianconera i giocatori che avevano partecipato alla finale della Coppa del Mondo del 2006.
Una società che s'era trovata con un budget ai limiti dell'abisso e che non poteva dire di no a un giocatore nomade e mercenario come Ibra che se ne voleva andare a raccogliere più gloria e più soldi altrove.
Peggio di tutto, una proprietà che non aveva difeso neppure con una parola la sua storia e le sue vittorie, e dunque una società che manifestava di avere una forza politica zero e che come tale ne sarebbe stata trattata e ne è trattata, fino all'offesa di dover giocare a porte chiuse perchè il suo pubblico s'era prodotto in grida belluine contro Mario Balotelli. Grida belluine certo, come se ne sentono negli stadi in tutta Italia. E allora quella volta che il pubblico udinese gridò un "Devi Morire" ad Alex Del Piero che stava uscendo in barella, che provvedimenti bisognava prendere contro quelle bestie?
La Juve che si comporta come una provinciale da due soldi, quelle società che un milione di volte abbiamo irriso perchè congedavano i loro mister a poche giornate dalla fine. E' successo anche questo, purtroppo. Anche questo.
E adesso c'è Ciro Ferrara che siede sulla panchina.
Uno dei nostri, uno che la razza juventina ce l'ha stampata in faccia, uno di quelli che ha raccimolato tutti i trofei al tempo delle nostre vittorie. Un Ferrara per due giornate o un Ferrara anche per il futuro?
A dirlo così a me va benissimo che Ciro il Grande resti.
A me va benissimo che si scelga un allenatore giovane e debuttante. Quel che avevano fatto Giampiero Boniperti e Luciano Moggi con il Trap e con Marcello Lippi. Se poi dovesse venire Antonio Conte, va benissimo anche per lui e per le stesse ragioni.
Beninteso nessun mister fa i miracoli. Lippi o Arrigo Sacchi o Fabio Capello hanno vinto con squadre zeppe di campioni, non con Grygera e Poulsen. Non c'è Rambo che tenga contro il fatto che Alex viaggia sui 34 anni abbondanti e l'immenso Pavel Nedved oltre i 36.
La Juve di oggi, Diego compreso, non è una squadra da primati. Roma non si è fatta in un giorno.
Alla Juve di oggi manca tutto, la rosa, un gruppo dirigente esperto e implacabile come lo erano quelli della Triade, i denari da spendere in abbondanza.
Manca la forza politica, che si esprime anche nel poter fare una sfuriata contro un arbitro la cui prestazione è stata al di sotto della decenza.
La forza politica dell'Inter attuale sta anche nel fatto che il suo mister può prendere a pesci in faccia chiunque per poi esser invitato da Piero Chiambretti e fare prestazioni massmediatiche degne di un Walter Chiari. Lo dico con grande ammirazione nei suoi confronti.
E del resto io me le ricordo le prestazioni di Luciano Moggi quando entrava in uno studio televisivo, anna fa, e tutti erano ai suoi piedi al modo di uno zerbino.
Dio quanti anni sono passati.....

mercoledì 6 maggio 2009

"Conte, il nostro Guardiola"

Nei giorni scorsi vi avevo promesso una sorpresa. Ed eccola qui.
Più tardi, riporterò per intero, tutti i pareri che mi sono stati rilasciati dai compagni di fede zebrata.
JUVE, I TIFOSI VIP HANNO SCELTO:
“ANTONIO CONTE SARA’ IL NOSTRO PEP GUARDIOLA”
CLAUDIO RANIERI PAGA PER TUTTI

“Il mondo del calcio è un ambiente che dimentica in fretta”.
Faccio mia l’amara considerazione riportata al sottoscritto da Massimo Giletti, per iniziare questo percorso all’interno della tifoseria Vip juventina.
Avessi fatto questo sondaggio sulla conferma di Ranieri un mese fa, probabilmente i risultati sarebbero stati capovolti o quasi.
Ormai “l’equilibrio dello spogliatoio si è inesorabilmente rotto e non è più possibile tornare indietro” Linus (all’anagrafe Pasquale Di Molfetta) dixit.
Dello stesso parere anche Sergio Rizzo.
“Nessuno dubita sulle doti umane di Ranieri ma tecnicamente ha commesso tanti errori” la lucida e spietata analisi di Lamberto Sposini.
Ed anche chi, come Giampiero Mughini, ha sempre difeso il tecnico trasteverino, quasi si arrende “pagherà lui per tutti”.
Roberto Beccantini però non ci sta:
“un minimo di coerenza, please. Questa Juve è inferiore ad Inter e Milan….”.
Gli fa eco David Pratelli “io riconfermerei Ranieri all’istante, magari rinforzandogli la squadra..”
Concetto che rincara anche Andrea Bonino “ con tutti gli infortuni avuti in questa stagione, il Mister ha fatto il suo dovere”.
Per Darwin Pastorin, la lacerante malinconia dell’amico Gigi Buffon è però l’immagine simbolo del capolinea Ranieri.
Che per alcuni tifosi come Marcello Chirico e Massimiliano Bruno è quasi una liberazione
“Basta. Non è un vincente! Si faccia da parte.”
Sergio Brio e Maurizio Paniz però, a questo punto, si interrogano su quello che ne sarà del suo ultimo oneroso anno di contratto.
La Juve non sarà mai come l’Inter, anche in questo.
Per Simone Stenti “cambiare Ranieri è solo la strada più semplice, perché molto più facile che cambiare mezza squadra..…”.
Quasi dello stesso avviso Andrea Sarubbi ”Ranieri ha fallito ma fino a quando i titolari saranno giocatori come Molinaro non andremo lontano”
Max Pisu, in questo momento, ha davvero poca voglia di scherzare “ Ranieri non è mai stato il mio allenatore ideale ma la Dirigenza l’ha lasciato solo….”
Dello stesso parere anche uno che non ha bisogno di presentazioni, Luciano Moggi “Ranieri andava protetto e difeso ed invece è stato mandato allo sbaraglio. Non si può lasciare una persona da sola a gestire un intero spogliatoio come quello della Juve” (E se lo dice lui…..)
Non si può, eppure è stato fatto. Motivo che porta Tony Damascelli ad affermare che “il problema della Juve non è in panchina. Chiunque arriverà dopo si troverà nella stessa situazione….”
Anche un altro comico, Beppe Braida, ha poca voglia di ridere e punta il dito contro l’attuale dirigenza juventina da “mandare a casa insieme a Ranieri”.
A leggere queste considerazioni, le candidature dei vari Delio Rossi, Spalletti, Allegri, Prandelli o Gasperini spaventano ancora di più, nonostante quest’ultimo sia “riuscito a trasformare il Genoa in un piccolo Barcellona” come afferma Fabio Mazzari, promozione che trova il pieno consenso anche da parte di Paolo Rossi.
Ma chi può salvare allora la Juventus?
Il nostalgico Christian Rocca va sul sicuro e spera in un ritorno di Fabio Capello, mentre “el diablo” Claudio Chiappucci esagera sognando addirittura l’arrivo di Rafa Benitez, appena fresco di rinnovo con il Liverpool.
Poi l’immancabile fantasma di Marcello Lippi (con o senza Ferrara) sempre pronto ad aleggiare nei cieli di Torino. Ma alla fine, nonostante l’estremo tentativo di candidatura alternativa (quel Gianluca Vialli proposto dall’omonimo Savoini), non resta che un nome:
ANTONIO CONTE.
Quasi il 50% degli intervistati indica nell’ex capitano della Juve il “salvatore della patria”.
“Nelle sue vene scorre sangue bianconero” e già questo serve a rasserenare molti tifosi delusi, Gianluca Barile compreso.
“Sarà il nostro Pep Guardiola” si sbilancia Luca Beatrice.
In questo momento, il nome di Conte ha il poter di un antidolorifico che riesce a lenire il dolore mettendo d’accordo quasi tutti, compreso Enrico De Santis che però fa giustamente notare che “la priorità dovrà esser quella di prendere un dirigente FORTE che sia uomo di calcio”.
Strada che per Giampiero Mughini porta ad una sola via “il primissimo acquisto dell’anno prossimo dovrebbe esser Luciano Moggi”.
Piero Ostellino, infine, propone un’idea ancora più suggestiva e spettacolare “mandiamo Del Piero in America a prendersi gli ultimi spiccioli ed al suo ritorno nominiamolo vice-Presidente, con Andrea Agnelli al posto di Cobolli Gigli”
In conclusione, mi sento di poter dire che all’interno della tifoseria vip juventina è pensiero comune che Ranieri pagherà per tutti ma l’ultima considerazione è proprio per Antonio Conte, che da solo non potrà fare miracoli.
Se gran parte della vecchia guardia non verrà destituita e la rosa rinforzata e se soprattutto non verranno inseriti in organico Dirigenti d’esperienza e competenza, l’ex numero 8 juventino rischierà fortemente di finire come il tecnico romano:
UNICO COLPEVOLE, DOVE INNOCENTI NON CE NE SONO.

domenica 3 maggio 2009

Ho perso le parole



Scrivevo il 1 Febbraio 2009, subito dopo la sconfitta casalinga contro il Cagliari di Allegri:

più passa il tempo e più questo campionato mi ricorda tremendamente quello del 1990-1991 con Gigi Maifredi al timone. Anche adesso, come allora, il pubblico juventino non si fida del proprio allenatore. Anche adesso, come allora, il tifoso bianconero non si rispecchia nella dirigenza.
L’attacco stellare che adesso è Del Piero, Amauri, Trezeguet, Iaquinta e Nedved all’epoca era Roberto Baggio, Schillaci, Casiraghi, Di Canio ed Haessler. Il portiere beniamino dei tifosi che adesso è Buffon ai tempi era Tacconi.
Tante, troppe analogie. Come la grandissima mancanza di qualità in difesa e a centrocampo.

Inutile aggiungere che fui accusato da più parti di disfattismo e di non voler il bene della Juventus, sopratutto pensando che in quel momento la formazione bianconera era in corsa su tutti i fronti:
-7 dall'Inter in campionato ed ancora in gara sia in Champions League che in Coppa Italia.
Non è certo questo il momento per prendersi le rivincite ma ancora una volta avevo azzeccato il pronostico. Purtroppo.
Con tre mesi di anticipo su tutti avevo intuito la direzione nella quale il campionato della Juventus si stava indirizzando inesorabilmente.
Chi sono i colpevoli di questa stagione bianconera?
In primis la proprietà. Da Calciopoli in poi non ne hanno praticamente azzeccata mai una, a partire dalla folle cessione di Ibrahimovic all'Inter.
Segue poi la dirigenza dove, come dice bene Tardelli, "non ce n'è uno che capisce di calcio".
Ed il calciomercato effettuato in questi tre anni ne è il testimone più attendibile.
Sul terzo gradino del podio dei colpevoli non possono mancare l'allenatore ed il suo staff sanitario:
oltre 60 infortuni solo quest'anno ed una mentalità vincente che l'allenatore non è mai riuscito a trasmettere, forse perchè mancante proprio nella sua persona.
Tre mesi fa concludevo l'editoriale con queste parole:

Chissà che poi al termine dell’attuale stagione non siano maturi i tempi per
una contro Rivoluzione Juventina ai vertici, proprio come nel 1991 ….

Quello che all'epoca davo solo per sensazione, adesso è ormai una certezza.
La Juventus è completamente da rifondare. E' finita un'epoca.

lunedì 27 aprile 2009

JUVE, tutti colpevoli


Nel video riportato potrete ascoltare il mio punto di vista espresso ieri sera in diretta tv sull'attuale momento che sta vivendo la Juventus.
Tutti colpevoli, nessuno escluso.
In primis la proprietà che adesso deve decidere definitivamente se è degna di rappresentare una famiglia che ormai non c'è più, dopo aver sbagliato tutto il possibile in questi 3 anni a partire sin da Calciopoli.
Poi l'attuale dirigenza dove, come dice giustamente Tardelli, "non ce n'è uno che capisce di calcio" e dove ogni operazione (vedi il pranzo Lippi-Blanc) viene strombazzata ai 4 venti, irritando un ambiente già teso di suo.
Segue Ranieri e il suo staff atletico, che hanno ampiamente dimostrato in 2 anni, che se la Juventus vuole tornare a vincere devono rivolgersi altrove.
Ieri con lo stiramento di Marchisio siamo arrivati al 66° infortunio stagionale.
Pazzesco.
Non parliamo poi del surreale accantonamento di Trezeguet....
Comunque l'ultimo gradino nella scala di responsabilità spetta proprio ai giocatori, sopratutto per aver smarrito quella fame che da sempre caratterizza la Juventus.
Mi domando io: Buffon, ma cos'hai sempre da ridere a fine partita?
Alla fine di tutto questo riepilogo di colpevolezza ne esce un quadro altamente preoccupante.....
Questo, come detto anche nel video, è forse il momento più difficile nell'intera storia Juve perchè non ci sono più Nonno Gianni, Nonno Umberto e Nonno Giampiero a rasserenare i nipotini spaventati.
L'Inter intanto perde a Napoli ed il Milan ne approfitta per scavalcare la Juventus al secondo posto.
Non v'illudete. Checchènedica la Gazzetta il campionato è già bello che chiuso da tempo.
Il Milan nelle ultime 5 partite dovrà giocare contro Juve, Fiorentina e Roma.
All'Inter non restano che squadre che non hanno più nulla da chiedere.
Alla fine Juve e Milan resteranno a "zzero tituli".
Potete starne certi.

mercoledì 15 aprile 2009

Spalle al muro



Mi interessa invece cercare di capire in quale modo ha
intenzione di rispondere agli avversari Mister Ranieri.
La storia, in tal senso, dà una grossa mano
all'allenatore romano, indicandogli la via da seguire:
la Juventus ha una sola, inequivocabile, maniera per
risponder a detrattori e nemici. Vincere.
E nessun tribunale Collodiano nonchè nessun tavolino
potrà mai mischiare le carte:
sul campo la Juve è da sempre la più forte.
Per questo a Torino non è concesso giocare solo per
partecipare, per 2 anni di fila.
Questi sono gli unici veri anni-fucili contro.
Mister Ranieri lo sa bene e per questo motivo si trova
davvero con le spalle al muro.

A distanza di 8 mesi, anche la stampa arriva a quanto avevo predetto.
Adesso fioccano i titoli "Rivogliamo la Juve", cose di cui noi discutiamo insieme da oltre un anno.
"Per i trionfi servono campioni così"....
E quando lo dicevo io che a questa Juve servivano Campioni veri?
E quando lo scrivevate tutti voi?
E quando Paolo Montero o Michele Padovano nelle mie interviste rabbrividivano all'idea di paragonare la Juve 1996 a quell'attuale, molti storcevano il naso.
Tifosi creduloni e sognatori e stampa venditrice di fumo.
Adesso si parla di cambiare.
Giocatori e panchina.
Via Buffon, Poulsen e Trezeguet ecco Hamsik, Abbiati, Silva, Diego ed E'too.
Anzi no ecco Milito, Kjaer e Quagliarella.
Via Ranieri ecco Gasperini, Conte, Prandelli, Gentile, Spalletti e persino Roberto Mancini.
Tutti colpevoli e da cambiare....
Ma sul banco degli imputati mancano, forse, i veri colpevoli numero 1:
la dirigenza e la proprietà.
Perchè Ranieri è colpevole (l'affare Poulsen e la mancanza di mentalità vincente una macchia indelebile) e per il bene comune a fine anno si dovrà fare da parte (ormai ha tutti contro: stampa, spogliatoio e tifosi) ma di certo non l'ha venduto lui Zlatan Ibrahimovic all'Inter.
Certo non ha chiesto lui Knezevic come rinforzo in difesa.
Certo non era lui che doveva salvaguardarsi dalle possibili ricadute di Andrade....
E si potrebbe andare avanti per ore nel trovare colpe alla Nuova Dirigenza.
Dopo quanto successo in Calciopoli non lo si può proprio accettare.
Se si è sopravvissuti allo Tsunami del processo Farsa niente più dovrebbe poter scalfire il popolo bianconero.
E allora Spalle al muro per Ranieri, bene. Sono d'accordo.
Ma anche per Cobolli Gigli, Blanc, Secco e la proprietà.
Perchè basta davvero con l'alibi della serie B.
Perchè questa squadra è tornata dalla serie cadetta con 3 campioni del mondo, un pallone d'oro, uno dei più forti centravanti degli ultimi 10 anni ed uno dei migliori centrali europei.
Sarebbe bastato non sbagliare il 75% del calciomercato (acquisti e cessioni) per tornare da subito competitiva.
Ranieri è colpevole, ma anche altri meritano di esser messi con LE SPALLE AL MURO.