Llorente e Tevez regalano 3 punti alla Juve.
Purtroppo il rigore fallito da Vidal contro i greci costringe quasi sicuramente la Juve a dover far risultato anche contro l'Atletico Madrid in casa.
Giusto però ora puntare al primo posto nel girone, senza fare calcoli.
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giovedì 27 novembre 2014
Juve, assalto al primo posto nel girone!
lunedì 10 novembre 2014
mercoledì 5 novembre 2014
giovedì 30 ottobre 2014
domenica 19 ottobre 2014
Non si può sempre vincere
Una Juve non brillante non va oltre il pareggio. Onore al combattivo Sassuolo.
Pari meritato.
Male Evra, Pirlo e Llorente con Allegri in confusione nel secondo tempo.
domenica 14 settembre 2014
sabato 30 agosto 2014
Buona la prima
Parte bene la Juve e per una volta anche Allegri inverte la sua tendenza negativa nelle prime giornate.
Dominio assoluto per oltre un'ora, poi si è fatta sentire la fatica.
sabato 26 luglio 2014
giovedì 17 luglio 2014
Allegri, ma non troppo
La Juve riparte dal tecnico toscano, malvisto dalla tifoseria bianconera.
E intanto la Roma prende Iturbe.
Ci sarebbero tutti i presupposti per intristirsi, ma la stagione è ancora lunga.
Lunghissima.
Contestare oggi non ha alcun senso
mercoledì 16 luglio 2014
La resa di Conte. Juve, c'è poco da stare Allegri
Finisce nel peggiore dei modi tra la Juventus e Conte.
E come favorito per la sua sostituzione spunta Allegri...
lunedì 7 ottobre 2013
Milan, anche se MUNTARI segna la JUVE è capace di vincere!
Non è ancora la vera Juve di CONTE, eppure 6 vittorie su 7 sono il migliore avvio da quando il Mister è sulla panchina bianconera.
Ribaltato il gol iniziale di MUNTARI (visto, i gol si possono anche rimontare?) grazie a PIRLO, trascinatore bianconero della serata.
Nel secondo tempo clamorosa svista arbitrale per un pugno di MEXES a CHIELLINI che solo ALLEGRI non vede, ma GIOVINCO prima e lo stesso CHIELLINI poi rendono giustizia alla Juve sul campo.
Nel finale ennesima distrazione stagionale juventina in difesa e MUNTARI sigla addirittura una doppietta.
Ora la sosta, che sicuramente servirà a recuperare energie e concentrazione.
venerdì 11 maggio 2012
PIRLO: "Grazie ALLEGRI" E i tifosi della JUVE ringraziano il MILAN
Poco da aggiungere. Il 60% (forse anche più) dello scudetto della JUVENTUS porta la firma di ANDREA PIRLO, assoluto fenomeno.
Solo grazie a lui la squadra bianconera ha potuto metter in atto sul campo tutte le brillanti idee di CONTE.
Nella sua lunga intervista concessa oggi alla PRAVDA ROSA veramente tanti spunti per riflettere.
Eccone i passaggi più interessanti.
Pirlo, si è sentito sottovalutato e scaricato dal Milan?«Le cose sono andate così. Quando abbiamo parlato del mio contratto, mi hanno proposto il rinnovo per un anno. Io chiedevo un triennale perché ero più giovane degli altri giocatori in scadenza. Ma il vero motivo del mio trasferimento è stato un altro: Allegri voleva piazzare davanti alla difesa Ambrosini o Van Bommel e io avrei dovuto cambiare ruolo. Allora ho detto "no, grazie" e ho scelto la Juve, che mi offriva motivazioni importanti. Ci tengo a dire che non è stata una questione economica».
Quindi è stata una scelta tecnica.
«Il Milan ha deciso che non servivo più. L'ho capito subito durante quel colloquio. Nel mio ruolo Allegri preferiva altri giocatori».
Le diede fastidio la richiesta di prova tv pubblicata sul sito del Milan per una sua presunta gomitata a Van Bommel nello scontro diretto?
«Certo: ho giocato lì 10 anni, sanno che io non faccio certe cose».
Adesso qualcuno si sarà pentito di averla lasciata andare?
«Non lo so. Ma durante la stagione molti miei ex compagni mi hanno detto che sentivano la mia mancanza. Io sono contento: ho vinto».
Quando ha capito che sarebbe stato possibile?
«Da subito: ho avvertito un'aria particolare. A giugno al matrimonio di Buffon alcuni suoi amici mi chiedevano se fossi pazzo per aver lasciato il Milan, risposi che quando mi sposto lo faccio per vincere. E dissi che avremmo conquistato lo scudetto. Adesso mi ringraziano perché andarono a scommettere sul nostro trionfo...».
Ricorda le prime parole con Conte?
«Ero in Nazionale, lui aveva appena firmato. Mi chiamò per presentarsi e mi sorprese: dovevamo ancora fare le vacanze e lui era già carico. Fu una bella telefonata».
Conte è stata una piacevole sorpresa?
«È un grandissimo allenatore. Io ne ho avuti tanti, ma nessuno così meticoloso nel lavoro e bravo a spiegare le cose. Dal punto di vista tattico e didattico è perfino più bravo di Ancelotti e Lippi, che pure hanno tante qualità. Prepara benissimo le partite, studiamo i video degli avversari 3-4 volte alla settimana e quando scendiamo in campo è difficile che qualcosa ci sorprenda. Conte è un talento della panchina».
Ha un chiodo fisso?
«Vuole i centrocampisti stretti per evitare passaggi tra le linee».
Il 4-2-4 iniziale le sembrava un azzardo?
«Per me non cambiava molto, comunque quel modulo mi divertiva. Poi Conte ha scelto altre strade: è segno di grandezza saper modificare le proprie idee. Il modulo con tre centrocampisti centrali è il più adatto alla squadra, ci ha reso più aggressivi. Conte parla molto con noi, si confronta».
Qual è stato il segreto?
«Il lavoro e la voglia di raggiungere quest'obiettivo in silenzio».
Il lavoro conta più del talento?
«No, il talento viene prima e va coltivato con il lavoro. Se non ce l'hai puoi lavorare tutto il giorno ma non verrà fuori».
Tra le squadre vincenti in cui lei ha giocato, dove colloca questa Juve?
«Tra le più forti per mentalità, orgoglio e voglia di imporre il proprio gioco».
Come se la sarebbe cavata questa Juve in Champions?
«Ce la saremmo giocata, proprio per il tipo di calcio che facciamo. Servirà qualche innesto, ma siamo pronti. Il martedì e il mercoledì ci restava l'amaro in bocca perché avremmo voluto confrontarci con le grandi d'Europa. Ormai ci siamo».
I numeri dicono che lei non aveva mai giocato così tanto e bene. È la migliore stagione della sua carriera?
«Non lo so. Magari restando per anni nella stessa squadra è stato sempre dato tutto per scontato, mentre in questa stagione l'effetto novità mi ha fatto apprezzare di più».
È arrivato qualche sms di complimenti dal Milan?
«Sì, quasi tutti gli ex compagni mi hanno scritto».
Berlusconi e Galliani?
«No».
Cosa pensa della terza stella della Juve?
«Non entro nel merito. Da avversario ho sempre pensato che la Juve avesse vinto quegli scudetti perché era molto forte. Furono campionati vinti sul campo».
A Trieste ha pianto.
«Lacrime di gioia: la vittoria è stata bella e intensamente voluta. Ci tenevo molto. Mentre piangevo ho abbracciato Buffon: dall'estate scorsa parlavamo di questo scudetto».
Lei non esce dal campo sconfitto in campionato dal 18 dicembre del 2010.
«Una sensazione bellissima, teniamo molto a chiudere la stagione imbattuti e a proseguire l'anno prossimo. E vogliamo anche la Coppa Italia: il giorno prima è il mio compleanno, sarebbe il regalo più bello».
Quando il Milan era volato a +4 a causa di tutti quei vostri pareggi, non ha temuto di non farcela?
«No, ero dispiaciuto perché pensavo di stravincere e invece ci saremmo dovuti accontentare di vincere».
Lei conosce bene l'ambiente Milan: quali sensazioni aveva quando i dirigenti e Allegri continuavano a parlare del gol di Muntari?
«Era il segnale che ci temevano, avevano compreso la nostra forza. Non erano più convinti di vincere».
Ha giocato per anni a San Siro: lo Juventus Stadium regge il confronto?
«Nelle notti di Champions con 80.000 spettatori San Siro è uno spettacolo. Ma per tifo, rimbombo ed effetto sonoro la nostra casa è molto simile: sono in 40.000 ma sembrano di più».
domenica 1 aprile 2012
bicchieremezzopieno Juve, stavolta è tutto pieno
La vittoria 3 a 0 contro il Napoli è un bicchiere completamente pieno.
Una risposta importantissima sul campo al pareggio del Milan a Catania.
Allegri e Galliani devono farsene una ragione, questa Juve lotterà fino alla fine per lo scudetto.
Allegri e Galliani devono farsene una ragione, questa Juve lotterà fino alla fine per lo scudetto.
Un pensiero finale per Chinaglia, passato a miglior vita.
Nella commozione vissuta in diretta di Pino Wilson, suo amico fraterno, il ricordo di un pezzo di storia del calcio italiano che se ne va.
Ciao Long John
Ciao Long John
sabato 17 marzo 2012
CONTE: "Se avessi un IBRA...."
E' un Conte determinato quello pronto a tornare in panchina a Firenze dopo la squalifica di Genova.
Pizzica Allegri, mette Amauri difronte alle sue responsabilità e ironizza sulla designazione di Bergonzi.
Ma sopratutto con poche semplici parole evidenzia il vero problema della Juve di quest'anno "se avessi un IBRA anche io..."
Quello che diciamo da tempo. La Juve davanti ha tanti buoni Ravanelli e Padovano.
Ma mancano i Vialli e i Trezeguet. E gli Ibrahimovic....
lunedì 8 giugno 2009
Il ritorno del Re
ilgiornale.it
Ieri Parigi ha salutato la vittoria di Roger Federer con un entusiasmo difficile da descrivere. Neppure quando vinse Yannick Noah i francesi si lasciarono trasportare da tanta eccitazione.
La verità è che gli amanti del bel gioco volevano a tutti i costi celebrare l'ascesa al Trono del «Divino Federer», l'uomo che ha combattuto e vinto con la storia. Roger ha superato l'ostacolo più duro: la terra rossa del Roland Garros nota per aver sbarrato la strada a tanti straordinari campioni. Ma nelle celebrazioni della sua vittoria c'era qualcosa di più e si trattava di un dettaglio importante perché la gente ha chiesto con prepotenza il ritorno del rovescio giocato con una mano sola, della palla corta, dello slice e del gioco di volo.
Un pubblico colto ha condannato a morte la manovalanza atletica di troppi giovani, ai quali cattivi coach hanno insegnato che il tennis non è un arte ma un gioco di forza. Per questo la vittoria di Federer è arrivata come una benedizione. Fino a quando a sostenere questa tesi erano Nicola Pietrangeli e Manolo Santana molti scuotevano la testa sentenziando che si trattava di teorie superate, inutilizzabili con la moderna velocità di palla. Grazie a Dio la vittoria di Federer ha dimostrato il contrario! Per giocare bene a tennis non occorre essere dei sollevatori di pesi, dei maratoneti o peggio ancora, come li definisce Ion Tiriac, dei macellai della racchetta. Ieri le nouveau Roi de Roland Garros ha dimostrato che anche nell'Era Moderna il tennis può ancora essere un’arte! La finale, disputata sotto un cielo grigio, qualche goccia di pioggia e molto vento, è durata 1 ora e 55. Una prima partita vinta per 6-1, un certo equilibrio fino al tie break del secondo, concluso da Federer con un capolavoro: quattro ace e una stupenda palla corta. Il terzo set ha rispettato i canoni classici di un break iniziale e la inutile rincorsa dello svedese: 6-1, 7-6, 6-4 lo score. Soltanto a questo punto mi accorgo di non aver ancora menzionato il nome dell'avversario di Federer, tale Soderling, meritevole di aver eliminato nientemeno che Nadal e me ne scuso con il lettore. La verità è che Soderling ieri ha rappresento la spalla per un magnifico monologo. Dopo l'ultimo quindici l'intero stadio è scattato in piedi. Federer è caduto sulle ginocchia! Assieme a lui abbiamo vissuto momenti di grande emozione. Come accadde dopo la sconfitta contro «Rafa» in Australia anche questa volta Roger si è messo a piangere. Ha pianto subito dopo la vittoria e nel momento in cui dopo aver alzato la bella coppa ha ascoltato l'inno nazionale. Poi ha ringraziato Soderling per aver detto al microfono due battute spiritose: «Avendo perso con Roger 9 volte avevo rassicurato il mio coach che non saremmo arrivati a 10. Adesso dico che nessuno mi batte 11 volte di fila... ». Federer ha spiegato: «Dall'emozione temevo davvero di non riuscire a parlare. Penso che da oggi e fino alla fine della mia carriera potrò giocare con la testa più libera. Non dovrò più pensare a Roland Garros... ». Poi, ha dedicato la vittoria a sua moglie, chiamandola «my lovely wife» e ringraziandola perché tra poco gli darà un bambino. Nel palco con Mirka era seduta Anne Wintour la celebre direttrice di Vogue America, grande appassionata di tennis. Oltre a lei, erano numerosissimi i personaggi famosi presenti a Roland Garros, testimoni di un risultato storico ma soprattutto di un evento eccezionale:
il ritorno del bel tennis.
Doverosa copertina di giornata a Roger Federer:
l'ultimo artista in uno sport sempre più muscolare e meno poetico.
Impresa legendaria.
Intanto Cannavaro rivendica nuovamente i 29 scudetti.
Intanto Cannavaro rivendica nuovamente i 29 scudetti.
D'altronde lui è stato l'unico a farlo sin dallo scoppio di Calciopoli salvo poi esser redarguito dal tifoso Interista Guido Rossi, che non voleva intoppi sull'assegnazione vergognosa dello Scudetto di cartone.
D'Agostino ad un passo dalla firma: vedremo quanto costerà in totale alla Juventus che però se cederà poi Trezeguet alla Roma, rinforzando una diretta concorrente, dimostrerà di non aver capito niente dell'immenso errore commesso con la cessione di Ibrahimovic, a chi era abituato a comprare i Vampeta, i Rambert e i Dalmat.
D'Agostino ad un passo dalla firma: vedremo quanto costerà in totale alla Juventus che però se cederà poi Trezeguet alla Roma, rinforzando una diretta concorrente, dimostrerà di non aver capito niente dell'immenso errore commesso con la cessione di Ibrahimovic, a chi era abituato a comprare i Vampeta, i Rambert e i Dalmat.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
Sarebbe imperdonabile, da far inbestialire persino il tifoso più calmo di questa terra.
Il nuovo Milan fa di necessità virtù. Senza Kakà, ormai praticamente del Real, si punterà tutto su Ronaldinho. Auguri.
La Lazio vicina ad ingaggiare uno dei migliori tecnici della scorsa stagione: Allegri.
Mi farebbe davvero piacere vedere l'ambizioso tecnico in una piazza calda ed importante come Roma.
martedì 5 maggio 2009
Chi, Ciro?
A quanto pare, se la Juventus perderà anche a Milano, Ranieri verrà esonerato.
Sarebbe -a dirla tutta- pazzesco, visto che solo un mese fa la dirigenza e la proprietà parlavano di ottima stagione ed il tecnico romano addirittura di "strepitoso" campionato.
Pazzesco, anche in virtu del fatto che la Juventus nella sua storia non ha mai praticamente cacciato nessun allenatore o quasi.
Nella mia trentennale carriera da tifoso ricordo solamente l'addio, però spontaneo, di Lippi con tanto di dimissioni accettate nella stagione 1999.
Per la sostituzione di Ranieri è pronto Ciro Ferrara.
Ma Ciro Ferrara è pronto per la Juve?
Sinceramente parlando, io spero che si arrivi a fine campionato con il tecnico trasteverino per poi veder, nella prossima stagione, sulla panchina bianconera il mio candidato numero uno Antonio Conte o al massimo quelli che nella mia personale gerarchia gli sono subito sotto: Claudio Cesare Prandelli o Luca Vialli (sempre se si considera ancora un allenatore ambizioso e non ha smarrito, a forza di fare l'opinionista tv, quella voglia di vincere che da sempre lo contraddistingue).
Per un motivo o per un altro, Gasperini non mi convince appieno, così come gli altri nomi accostati alla Juventus: Spalletti, Giampaolo e Ballardini.
Di quest'ultimi decisamente meglio (a livello tecnico-tattico) persino Mancini, mentre tra i giovani emergenti, Conte escluso, per me il top è Allegri.
Fateci caso, i nomi accostati alla panchina della Juventus sono praticamente gli stessi che si stanno facendo anche per la panchina dell'AS Roma.
In diretta televisiva, qualche settimana fa, mi son permesso di suggerire per la panchina giallorossa proprio il nome di Claudio Ranieri.....
A quanto sembra, anche nell'ambiente romanista cominciano ad esser convinti di questa ipotesi....Fosse vero!
Ah, in chiusura, quasi dimenticavo: Buon 5 Maggio a tutti!!!
PS: Sto preparando una sorpresa per tutti voi, per cercare di interpretare al meglio il futuro bianconero.
Nei prossimi giorni ci sarà un'editoriale esclusivo.
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