venerdì 4 maggio 2007

Juvervista Torricelli

Intervista a Moreno Torricelli per Magazine Bianconero
di Discreti Stefano

1) Quanti sono gli scudetti della Juventus?
Sul campo senza dubbio 29. A 3 di essi ho contribuito direttamente.
2) Che idea si è fatto di Calciopoli?
Secondo me è stato uno scandalo creato per colpire esclusivamente determinate persone. Io credo che alle spalle ci sia qualcosa di grosso che non è venuto fuori. Tutto quello che doveva uscire non è uscito. Chissà se un giorno sapremo tutta la verità.
3) Quanto le hanno dato fastidio le accuse di doping ricevute dalla Juventus?
Tantissimo. Non è vero niente di quello che è stato detto e purtroppo non è una cosa ancora finita. Tanta gente invidiosa ancora ci specula sopra.
4) Proprio tu, come tanti giocatori gregari di quella Juve, sei stato spesso al centro delle accuse di un certo tipo di “critica”giornalistica che vedeva in voi il prototipo del giocatore costruito in laboratorio. Cosa si prova a sentirsi infangare quelle vittorie?
Amarezza. Tantissima amarezza. Le nostre vittorie sono state frutto esclusivamente del lavoro. Di noi stessi giocatori. Dell’allenatore. Dei medici. Dello staff in totale. Esser infangati su una cosa falsissima da veramente fastidio. Prendevamo integratori come facevano tutti e dico tutti, solo che solo a noi poi ce l’hanno fatto pesare.
5) Rimanendo in tema in questi giorni sono uscite queste dichiarazioni di Paulo Sousa: “ Alla Juventus ci trattavano come macchine. Mi ricordo che faceva­mo potenziamento fisico in palestra. Una serie di programmi per incremen­tare forza, resistenza aerobica, velocità resistenza .Ricordo di aver sollevato con le gambe fino a 400 chilogrammi. I preparatori faceva­no salti mortali, ci facevano gonfiare i muscoli al limite delle capacità uma­ne”. Cosa ne pensi? Sono veritiere?
E’ verissimo. Alla Juventus venivamo trattati tutti come macchine. Ma non come macchine normali aggiungerei. Come Ferrari. Ci hanno sempre trattato alla grande, benissimo. Un’organizzazione unica. Cercavano sempre di farci tirare fuori il meglio. Io credo che anche stavolta si sia cercato di strumentalizzare quanto dichiarato dal mio ex compagno. Nessuno ci ha mai obbligati a fare un esercizio in particolare o a prendere un farmaco o un integratore qualsiasi esso fosse. Ognuno di noi decideva per se stesso. Il modo in cui venivamo seguiti ci faceva sentire speciali ed unici. Alla Juventus tutto era programmato alla perfezione.
6) Qual è il giocatore più forte che ha avuto come compagno e quale come avversario?
Ho avuto la fortuna di giocare insieme a tantissimi campioni. Non mi faccia fare preferenze per favore. Come si fa a scegliere ad esempio tra Baggio, Vialli, Del Piero e Zidane? Tra gli avversari scelgo invece Van Basten e Careca.
7) Cosa pensa dell’attuale dirigenza della Juventus?
Non lo so precisamente. Di certo non era facile ripartire. Però il vero lavoro lo dovranno fare l’anno prossimo per riportare la Juve ai vertici. Lì solo secondo me si potrà giudicare l’operato della nuova dirigenza.
8) Cosa serve all’attuale Juve per tornare ad esser grande?
Tanto. Veramente tanto. Ci vogliono tanti forti giocatori. Il guaio è che però la maggior parte dei giocatori forti sono già accasati. Non sarà facile comprarli. Starà agli osservatori ed a Alessio Secco cercare di scovare il campione, o il giovane che in prospettiva potrà diventare fuoriclasse. 9) Non le chiedo la sua più grande partita perché porterebbe ad una risposta scontata. Le chiedo come ha fatto? Come ha potuto giocare la finale in quel modo?
Allucinante. Ogni volta che rivedo quella partita mi chiedo se sono veramente io quello in campo. Pazzesco. Diciamo che in quell’anno non ho avuto infortuni e sono arrivato alla finale di Roma in perfette condizioni fisiche. Eravamo i più forti. Ma stavamo rischiando di non vincere. Non ci volevo stare. La rabbia di dimostrare a tutti che eravamo i più forti mi ha fatto centuplicare le forze. Non lo so nemmeno io da dove ho preso tutta quella forza. Ne è valsa la pena però eh?
10) Il suo goal più bello?
Guardi ne ho segnati talmente pochi, che me li tengo stretti stretti tutti come fossero figli. Senza fare preferenze.
11) La sua più grande gioia da calciatore?
Le vittorie ottenute, che per un calciatore sono l’apoteosi, ovvero il raggiungimento degli obiettivi tramite il sacrificio e il duro lavoro. Roma e Tokyo sono ricordi indelebili nella mia mente.
12) Il momento più brutto della sua carriera calcistica?
Senza dubbio l’infortunio subito al ginocchio ai tempi della Fiorentina.
13) Un aggettivo per descrivere Marcello Lippi.
Unico. Forse il più grande allenatore di tutti. Trasmette ai giocatori una mentalità unica. E’ un grandissimo motivatore. Il suo concetto di calcio, di come affrontare una partita, è uguale al mio modello ideale di gioco. I suoi risultati,poi, parlano chiaro.
14) Facciamo luce su un episodio: il suo divorzio dalla Juventus sembrò abbastanza traumatico e polemico. Cosa successe esattamente?
Successe che nonostante avessi altri 3 anni di contratto, mentre ero in ritiro con la Nazionale, venni a sapere che la Juventus aveva deciso di vendermi. In quel momento ci rimasi molto male. Non è facile andare via dalla Juve mi creda. Non è una questione di soldi.
15) Pensa che Deschamps potrà ricostruire un grande gruppo come quello che Marcello Lippi costrui con voi?
Non lo sò. Lo spero per lui. Se ci riesce al 95% la Juventus tornerà a vincere alla grande.
16) Cosa aveva di speciale quella Juventus imbattibile in Italia e in Europa?
Era un gruppo molto affiatato e speciale. Aveva una fame di vittorie unica. Un’umiltà incredibile unita ad un voglia di non mollare mai.
17) Cosa vuol dire giocare nella Juventus?
Giocare nella squadra più importante al mondo. Diventare famosi. Avere tutte le attenzioni addosso. Vedere crescere la notorietà ogni giorno di più. Far parte di una società che da sempre è abbinata al nome di una grande famiglia italiana come quella degli Agnelli.
18) Secondo lei è immaginabile una Juve con un proprietario diverso dalla famiglia Agnelli?
No. Spero proprio di no. Anche questo binomio contribuisce a rendere la Juventus unica rispetto alle altre squadre.
19) Avendo giocato anche in altre squadre, si è mai fatto un’idea su cosa fa nascere il sentimento dell’invidia nei confronti della Juve?
Le vittorie. Le persone vincenti nella vita sono sempre invidiate. E’ nella natura dell’uomo. Non si potrà mai cambiare questa cosa. Se la Juventus è la squadra più odiata lo è semplicemente perché è la più forte.
20) Come si fa a passare da una squadra del campionato Interregionale direttamente alla Juventus in serie A?
“Una botta di culo”. La fortuna che ho avuto nel dimostrare le mie qualità è stata immensa. Certo poi bisogna sfruttare al meglio l’opportunità. Devi valere per rimanere a certi livelli. Ma un’opportunità non a tutti viene concessa nella vita. In tutti i settori.
21) Quanto deve a Giampiero Boniperti e Giovanni Trapattoni?
Tutto. Quanti allenatori al posto di Trapattoni avrebbero deciso di scommettere su un giovanotto proveniente dal campionato Interregionale? E quanti presidenti avrebbero accolto questo giovanotto sconosciuto come se fosse un campione affermato? Due persone eccezionali mi creda.
22) Un suo messaggio per i tifosi juventini.
Continuate così. Nel periodo più difficile della storia della Juventus avete dimostrato grande attaccamento alla maglia, come tanti giocatori che sono rimasti. Con questo spirito tornerete presto a gioire. Non era facile ma sapevo che ci sareste riuscite.
23) Chi più l’ha delusa questa estate dei partenti?
Nessuno, anche perché più che una loro decisione mi è sembrata una scelta imposta dalla nuova società per liberarsi di ingaggi troppo onerosi per il campionato di Serie B.
24) Cosa fa adesso nella vita Moreno Torricelli?
Ho iniziato da poco ad allenare una squadra giovanile nella provincia di Firenze. Mi piace stare a contatto con i giovani. In futuro chissà.
25) Dopo i fatti di Catania come si può ridare il calcio ai tifosi?
Il problema è la nostra attuale società. L’Italia stessa. Ormai ci si ammazza per un cane che abbaia o per un bambino che piange. Nel calcio l’unica soluzione è ridare il calcio ai veri tifosi. Quelli che tifano solo per passione.
26) Sentiva la pressione degli ultras ai suoi tempi?
A Torino non tanto, salvo alcuni spiacevoli episodi ai tempi di Trapattoni. Nelle altre città in cui ho giocato devo dire che spesso nei momenti in cui la squadra andava male c’era anche il timore di girare per strada. Purtroppo.
27) Quando parla di spiacevoli episodi ai tempi di Trapattoni naturalmente si riferisce a quando Andrea Fortunato fu schiaffeggiato da alcuni”tifosi” che lo accusavano di impegnarsi poco. Cosa è successo quel giorno?
Se ci ripenso ancora tutt’oggi mi fa male. Andrea era un ragazzo eccezionale. Dalle qualità umane fuori dalla norma. Quel giorno eravamo in macchina insieme. Ci fermarono alcuni tifosi. Fecero scendere Andrea e lo schiaffeggiarono, accusandolo di scarso impegno. Naturalmente mi misi in mezzo e solo a quel punto la situazione si calmò. Povero Andrea erano i primi sintomi della malattia. Per me era un amico vero. “Quanto mi dispiace amico mio. Eravamo quasi sicuri che ce l’avresti fatta. Eri quasi guarito. E invece te ne sei andato così di botto. Ci avevi illuso un po’ tutti con la tua forza e coraggio. Ciao Andrea.”
28) Il calcio adesso è più pulito?
Lo spero. Perché sono una persona che pensa sempre positivo di carattere. Ma tra prima e dopo Calciopoli io non vedo grandi differenze. Anzi.
29) Cosa pensa di un giornale settimanale interamente dedicato ad una squadra?
Ne penso bene. Il tifoso merita di sapere sempre più cose sui propri beniamini. Poi la squadra con più tifosi al mondo non può non averne uno.
30) Cosa pensa dei giornalisti italiani: subiscono condizionamenti dai poteri forti?
Come in tutti i settori della vita c’è quello bravo e quello meno bravo. Una cosa è probabile comunque, spesso tra società e giornalisti si arriva ad accordi per non trattare certi argomenti scomodi o comunque non andarci pesanti su alcuni giudizi su calciatori e dirigenza.
31) Aiuta a fare carriera per i giornalisti esser antijuventino,attaccare la Juve e fare moviole solo contro la Juve?
Non lo so. Però purtroppo una cosa è certa: E’entrata nella cultura italiana calcistica il fatto che la Juventus vinca grazie ad aiuti. Io che ho avuto l’onore di indossare questa gloriosa maglia posso dire che non è assolutamente vero. I successi sono tutti meritati e ottenuti solo grazie al grande lavoro. Certe trasmissioni poi che occupano il 90% del loro tempo a parlare di moviola non fanno altro che aumentare la rabbia e la tensione dei tifosi. Andrebbero abolite le moviole. Si deve parlare solo di calcio giocato. Ma la Juve vinceva e tanto, e chi vince diventa antipatico.
32) In campo ha sempre dato tutto con grande cuore e grinta. Lo sa che i tifosi juventini le vogliono ancora bene?
Si lo so. E vi ringrazio a tutti. Questa forma di riconoscimento è la gioia più grande che un professionista possa avere mi creda.
33) Un messaggio per il nuovo giornale MAGAZINE BIANCONERO.
A tutti gli amici di Magazine Bianconero vi auguro un grande in Bocca al Lupo per questa nuova avventura. E ricordate che nessun obiettivo è impossibile nella vita.

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