Adesso ha vinto l'oro nei 1500 metri ai campionati africani di nuoto.
Natalie du Toit ce l'ha fatta, ha vinto la sua personale battaglia e si è imposta in una gara tra "normodotati".
17.09 il suo tempo e l'obiettivo è quello di raggiungere il minimo per coronare il sogno olimpico a Pechino. Natalie come Pistorius, sudafricani entrambi e con la stessa voglia di normalità.
Si rischia di essere ripetitivi, ma la forza di volontà non si misura dentro delle protesi o solo in base al fatto di essere "normodotati" o "diversamente abili". No, la forza di volontà è nel cuore, nei polmoni e nel cervello di ognuno. Lo sa bene Oscar Pistorius che lotta con la Federazione Internazionale di Atletica per avere il permesso di correre con "gli altri" e lo sa bene anche Natalie du Toit che ha stravinto la medaglia d'oro nei 1500 ai campionati africani di nuoto in corso di svolgimento in Algeria. A Natalie manca una gamba per colpa di un incidente di motorino, ma non le è mai mancata quella forza di volontà per diventare una campionessa con la C maiuscola ed avere il guizzo vincente tra le sue colleghe "normali". Senza protesi "sarebbero d'impaccio in acqua", ma con tutta la sfrontatezza di chi, a 23 anni è dovuta crescere in fretta per non perdersi nei meandri di una battaglia psicologica tra il chiudersi in se stessa e accettare il danno subìto. Alla fine ha vinto lei, aiutata dal suo allenatore ungherese Karoly von Toros che le ha insegnato a vivere nel non-disagio.
Ora vuole il minimo per Pechino e vuole andarci insieme a Oscar Pistorius. Sono entrambi sudafricani, tutti e due accomunati da una immensa voglia di normalità e dopo la medaglia, il pensiero di Natalie è andato proprio al suo amico. "Capisco e sostengo il suo entusiasmo, Oscar è un ragazzo fantastico che crede in quello che fa perchè sa di farlo bene e soprattutto, come me, sa che non è lontano dall'ottenere il minimo. Non gli si può negare il diritto di aspirare a qualcosa di più della semplice prestazione nella sua categoria. Pechino? Magari ci fosse anche lui".
Magari ci fossero entrambi e magari ce ne fossero tanti altri. Da tempo abbiamo abolito nel nostro lessico la parola "portatore di handicap" sostituendola con "diversamente abile". Ora sarebbe il caso di andare oltre: di diverso a dire il vero c'è poco o nulla, di abilità, invece, ce n'è da vendere.
Si rischia di essere ripetitivi, ma la forza di volontà non si misura dentro delle protesi o solo in base al fatto di essere "normodotati" o "diversamente abili". No, la forza di volontà è nel cuore, nei polmoni e nel cervello di ognuno. Lo sa bene Oscar Pistorius che lotta con la Federazione Internazionale di Atletica per avere il permesso di correre con "gli altri" e lo sa bene anche Natalie du Toit che ha stravinto la medaglia d'oro nei 1500 ai campionati africani di nuoto in corso di svolgimento in Algeria. A Natalie manca una gamba per colpa di un incidente di motorino, ma non le è mai mancata quella forza di volontà per diventare una campionessa con la C maiuscola ed avere il guizzo vincente tra le sue colleghe "normali". Senza protesi "sarebbero d'impaccio in acqua", ma con tutta la sfrontatezza di chi, a 23 anni è dovuta crescere in fretta per non perdersi nei meandri di una battaglia psicologica tra il chiudersi in se stessa e accettare il danno subìto. Alla fine ha vinto lei, aiutata dal suo allenatore ungherese Karoly von Toros che le ha insegnato a vivere nel non-disagio.
Ora vuole il minimo per Pechino e vuole andarci insieme a Oscar Pistorius. Sono entrambi sudafricani, tutti e due accomunati da una immensa voglia di normalità e dopo la medaglia, il pensiero di Natalie è andato proprio al suo amico. "Capisco e sostengo il suo entusiasmo, Oscar è un ragazzo fantastico che crede in quello che fa perchè sa di farlo bene e soprattutto, come me, sa che non è lontano dall'ottenere il minimo. Non gli si può negare il diritto di aspirare a qualcosa di più della semplice prestazione nella sua categoria. Pechino? Magari ci fosse anche lui".
Magari ci fossero entrambi e magari ce ne fossero tanti altri. Da tempo abbiamo abolito nel nostro lessico la parola "portatore di handicap" sostituendola con "diversamente abile". Ora sarebbe il caso di andare oltre: di diverso a dire il vero c'è poco o nulla, di abilità, invece, ce n'è da vendere.
Nessun commento:
Posta un commento