sabato 6 marzo 2010

E' l'ora di Prandelli?



La Stampa.it
Fino a qualche mese fa non sarebbe stato ipotizzabile il passaggio, senza tappe intermedie tipo anno sabbatico, Nazionale o estero, di Cesare Prandelli dalla panchina della Fiorentina a quella della Juventus. Un tragitto che da sempre a Firenze viene etichettato con una parola: tradimento. Il tecnico lo aveva promesso alla città, ai tifosi che nei momenti più difficili lo avevano coccolato che non avrebbe compiuto questo oltraggio al popolo che lo aveva amato sin dal primo giorno. Adesso non è più così: negli ultimi mesi, costellati di grandi successi europei ma anche di intensi dissapori, il quadro si è ribaltato. Complici l'abbandono della presidenza da parte dei Della Valle, il caso Mutu, pupillo difeso con le dimissioni l'estate in cui fu «ceduto» alla Roma e le ultime due campagne acquisti, totalmente non condivise dal tecnico viola. Così Prandelli, che non ha nessuna intenzione al momento di assumere un incarico part-time come quello che gli ha offerto Abete in successione di Lippi, sta seriamente pensando di non rifiutare per la terza volta la panchina della Juventus. Caldeggiato da Boniperti, gradito alla proprietà, ben visto da tutte le componenti del mondo juventino, il tecnico di Orzinuovi era già stato contattato due volte dalla dirigenza bianconera, ma il desiderio di sviluppare il progetto Fiorentina lo aveva dissuaso.
L'improvviso ridimensionamento della società viola dopo la cessione di Melo e il mancato reinvestimento dei proventi la scorsa estate ha segnato un solco profondo tra le ambizioni di Prandelli e quelle della famiglia Della Valle. I trionfi autunnali in Champions hanno nascosto le tensioni, ma a gennaio il bubbone è scoppiato. Totale la distonia tra la visione del tecnico, che chiedeva dal mercato calciatori pronti, e quella del diesse Corvino, che ha ingaggiato giovani di grande prospettiva come Ljacjc, Seferovic e Kerrison inagurando, tra lo stupore generale, un nuovo ciclo «verde». Più che al futuro, Prandelli pensava al presente e infatti ieri ha risposto stizzito: «Non si è mai visto finire un ciclo a gennaio». Ma le frizioni maggiori si sono registrate in un summit straordinario causato dalla sospensione di Mutu per la positività all'antidoping. Prandelli ha chiesto con forza un sostituto (Baptista o Giuseppe Rossi), la società non ha autorizzato un extrabudget e ha tentato invano la pista del prestito gratuito di Cassano.
Qualcuno forse gli ha rinfacciato il veto posto nel 2008 alla cessione da 20 milioni proprio di Mutu. Il tecnico riteneva di aver acquisito un certo credito sul campo tale da meritare uno sforzo in più che i Della Valle, in nome dell'autofinanziamento, non hanno concesso. Da quel momento è iniziato lo stucchevole ping pong di dichiarazioni che sta lasciando la città col fiato sospeso. Mentre il patron Diego rilanciava: «Il caso Prandelli non esiste. Per quanto ci riguarda resta alla Fiorentina», il tecnico glissava: «Ci incontreremo in primavera». Prandelli ha un contratto sino al 2011, Della Valle può sempre obbligarlo a rimanere o convincerlo con un nuovo rilancio economico e tecnico della Fiorentina. Il tecnico non intende fare la fine di Melo, passato alla storia come traditore, e ha spiegato questo ai tifosi, facendo di fatto crollare la preclusione verso un trasferimento a Torino in giugno. Firenze resta vigile, concentrata sulle sfide con Juve e Bayern, ma pur sempre in preallerta. I tifosi sono pronti a schierarsi ancora dalla parte dell'allenatore e contro la società, se dovesse crearsi una spaccatura netta che porterebbe al passaggio all’odiata Juventus del loro tecnico più amato e di uno dei loro pupilli, il peruviano Vargas.
«Fa piacere essere accostato a grandi società» è la frase con cui allenatori e giocatori strizzano l'occhio ai corteggiatori. Prandelli lo ha fatto ieri, specificando che «tutte le volte che mi hanno accostato alla Juve non è successo niente». Nel primo anno della gestione Ranieri, il tecnico bresciano vinse in rimonta 3 a 2 a Torino. I dirigenti bianconeri lo contattarono, ma dopo il rifiuto di Prandelli arrivò la conferma di Ranieri. A distanza di un anno, nella scorsa primavera, al momento di designare il successore del tecnico romano, i vertici juventini tentarono di nuovo di strappare Prandelli alla Fiorentina. Adesso il terzo forcing, destinato a risultare vincente.

Consiglio a tutti di scaricare la 21a puntata di "Tutti pazzi per la Juve"
Cuccureddu, Torricelli, Pino Leo dei Drughi ed un imperdibile intervento di Giancarlo Padovan e non solo....

2 commenti:

marco99 ha detto...

questo toto allenatore perpetuo in casa Juve finirà con il penalizzarci ne sono sicuro..

JUVE 90 ha detto...

Ala fine è arrivato anche Padovan :). Bellissimo il suo intervento!
A me Prandelli non convince, non è un tecnico di grande personalità. Prendetemi per pazzo, ma considerato che Capello e Benitez non verranno per ovvie ragioni, io prenderei Antonio Conte con Gianpiero Ventrone. Se torna il "marine" è la volta buona che qualche ruba-stipendio se ne scappa