COMUNICATO DELL’EDITORE DI TUTTOSPORT
Con il numero del 9 Gennaio 2008 Giancarlo Padovan, dopo 5 anni di intenso e proficuo lavoro, lascia la direzione di Tuttosport.
A lui i sinceri ringraziamenti per l’opera svolta nella convinzione che continuerà come editorialista a mantenere vivo il colloquio con i nostri affezionati lettori.
La direzione del giornale è da oggi affidata a Paolo De Paola: 50 anni, napoletano, apprezzatissimo nel mondo sportivo, già vice direttore della Gazzetta dello Sport nella quale ha ricoperto in oltre venti anni tutti i ruoli più importanti.
A Paolo De Paola e a tutta la redazione gli auguri di un buon lavoro nella certezza che sapranno preservare i valori di una informazione libera ed autorevole, nel solco della tradizione di Tuttosport.
CINQUE ANNI DI GIOIE
di GIANCARLO PADOVAN
Finisce qui. Cinque anni e tre mesi esatti dopo la prima volta con voi, un cammino nel quale si è snodato e sgranato tanto, quasi tutto. Sono convinto di essere un uomo fortunato, molto fortunato, perché a Tuttosport
sono rimasto per un periodo consecutivo lunghissimo. Eccetto tre direttori ( Piero Dardanello, Giglio Panza e Carlin Bergoglio), dei dodici che mi hanno preceduto nessuno ha potuto prendere un tempo così vasto ( e che per me è coinciso an che con i 60 anni della testata), nessuno ha avuto il privilegio di raccontare una vita sportiva tanto ricca e concentrata di avvenimenti. Su tutti, il ritorno dell’Olimpiade in Italia – dopo Cortina ( 1956) e Roma ( 1960) – e proprio a Torino, non un posto qualsiasi, ma nella città dove Tuttosport ha la redazione centrale e nel territorio di cui è espressione e identità. Sullo stesso piano, almeno per risonanza dell’evento, metto la Nazionale azzurra di Marcello Lippi, campione del Mondo per la quarta volta, a 24 anni da Spagna ’ 82.
Sono stati anche anni di battaglie dure e di posizioni scomode, prova ne sia ( e i lettori lo sanno) la controversa e con traddittoria vicenda impropriamente chiamata Calciopoli (solo i posteri potranno esprimere un giudizio definitivo su colpevoli, condannati, innocenti, intoccati) che ha decretato la retrocessione in serie B della Juventus, fatto senza precedenti non solo nell’ultracentenaria storia del club, ma anche nella storia del la serie A.
Sono stati giorni di gaudiose sofferenze e mesi di aspri con fronti. Prima, durante, dopo la doppia promozione del Toro – dalla B alla A con Cimminelli e Romero, il rischio-sparizione, la resurrezione grazie al lodo- Petrucci e alla guida di Urbano Cairo –, due cavalcate acrobatiche ed esaltanti per arrivare degnamente alla stagione del centenario. Il sommo Gian Paolo Ormezzano mi ha detto che lui, da direttore, è largamente in vantaggio su me e altri per ché il suo Tuttosport fu testimone dell’ultimo scudetto grana ta. Ha ragione. Perciò auguro a Paolo De Paola – da domani quattordicesimo direttore del nostro giornale – di battere an che quel primato. A Paolo va tutta la mia stima e il mio affetto per il nuovo incarico, consapevole come sono dell’altezza del suo profilo professionale e, quindi, della bontà della scelta compiuta dall’Editore. Devo a Roberto Amodei se sono diventato direttore di quotidiano, ci voleva coraggio a credere in uno come me e lui l’ha avuto. Spero di aver ripagato la sua fiducia. Non mi sono mai posto il problema della schiena dritta ( espressione non so se più patetica o retorica), ma di dire sempre quel che pen so e di lavorare tanto. Quelli che hanno vissuto queste sta gioni accanto a me sanno che così è stato e così sarà.
Sono sicuro, al pari dei miei compagni di lavoro, tutti, dal vice direttore allo staff dei capi redattori e dei capi servizio, dai redattori ai collaboratori, di lasciare in solide mani un giorna le che nell’ultimo anno ha venduto in edicola 120 mila copie media- giorno, il 5 per cento in più dell’anno precedente. Felice di aver confezionato – con il determinante apporto dei colleghi della tipografia, dell’ufficio tecnico, della segreteria, dell’amministrazione, della diffusione, del marketing e dei centri stampa – un prodotto che ha incontrato il gradimento dei lettori, ormai prossimi alla fatidica cifra del milione, nono posto assoluto nella graduatoria italiana dei quotidiani stilata da Au dipress all’ultimo rilevamento.
Ho un solo rimpianto: essermi accorto tardi di chi fosse e di quanto valesse Giorgio Borri, nostro compagno di scalata quotidiana, morto il 10 agosto del 2006. Nonostante fosse molto malato, è rimasto al suo posto fino a pochissimi giorni dall’epilogo, perché il giornale era la sua casa e se adesso fosse qui sottoscriverebbe di buon grado – lui così ironico e salace – la massima di un collega america no:
«Diffidate dei giornalisti che dicono di aver dato una vita al giornalismo. E’ il giornalismo che ha dato una vita a loro » .
Finisce qui. Senza ipocrisie e senza indulgenze, senza paura o esitazioni. Ho il ciglio asciutto e la certezza di non essere piaciuto a tutti. Sinceramente, ora più di prima, sarei preoccupato del contrario. Non avrei creato il solco. E’ lì che va gettato il seme.
Con il numero del 9 Gennaio 2008 Giancarlo Padovan, dopo 5 anni di intenso e proficuo lavoro, lascia la direzione di Tuttosport.
A lui i sinceri ringraziamenti per l’opera svolta nella convinzione che continuerà come editorialista a mantenere vivo il colloquio con i nostri affezionati lettori.
La direzione del giornale è da oggi affidata a Paolo De Paola: 50 anni, napoletano, apprezzatissimo nel mondo sportivo, già vice direttore della Gazzetta dello Sport nella quale ha ricoperto in oltre venti anni tutti i ruoli più importanti.
A Paolo De Paola e a tutta la redazione gli auguri di un buon lavoro nella certezza che sapranno preservare i valori di una informazione libera ed autorevole, nel solco della tradizione di Tuttosport.
CINQUE ANNI DI GIOIE
di GIANCARLO PADOVAN
Finisce qui. Cinque anni e tre mesi esatti dopo la prima volta con voi, un cammino nel quale si è snodato e sgranato tanto, quasi tutto. Sono convinto di essere un uomo fortunato, molto fortunato, perché a Tuttosport
sono rimasto per un periodo consecutivo lunghissimo. Eccetto tre direttori ( Piero Dardanello, Giglio Panza e Carlin Bergoglio), dei dodici che mi hanno preceduto nessuno ha potuto prendere un tempo così vasto ( e che per me è coinciso an che con i 60 anni della testata), nessuno ha avuto il privilegio di raccontare una vita sportiva tanto ricca e concentrata di avvenimenti. Su tutti, il ritorno dell’Olimpiade in Italia – dopo Cortina ( 1956) e Roma ( 1960) – e proprio a Torino, non un posto qualsiasi, ma nella città dove Tuttosport ha la redazione centrale e nel territorio di cui è espressione e identità. Sullo stesso piano, almeno per risonanza dell’evento, metto la Nazionale azzurra di Marcello Lippi, campione del Mondo per la quarta volta, a 24 anni da Spagna ’ 82.
Sono stati anche anni di battaglie dure e di posizioni scomode, prova ne sia ( e i lettori lo sanno) la controversa e con traddittoria vicenda impropriamente chiamata Calciopoli (solo i posteri potranno esprimere un giudizio definitivo su colpevoli, condannati, innocenti, intoccati) che ha decretato la retrocessione in serie B della Juventus, fatto senza precedenti non solo nell’ultracentenaria storia del club, ma anche nella storia del la serie A.
Sono stati giorni di gaudiose sofferenze e mesi di aspri con fronti. Prima, durante, dopo la doppia promozione del Toro – dalla B alla A con Cimminelli e Romero, il rischio-sparizione, la resurrezione grazie al lodo- Petrucci e alla guida di Urbano Cairo –, due cavalcate acrobatiche ed esaltanti per arrivare degnamente alla stagione del centenario. Il sommo Gian Paolo Ormezzano mi ha detto che lui, da direttore, è largamente in vantaggio su me e altri per ché il suo Tuttosport fu testimone dell’ultimo scudetto grana ta. Ha ragione. Perciò auguro a Paolo De Paola – da domani quattordicesimo direttore del nostro giornale – di battere an che quel primato. A Paolo va tutta la mia stima e il mio affetto per il nuovo incarico, consapevole come sono dell’altezza del suo profilo professionale e, quindi, della bontà della scelta compiuta dall’Editore. Devo a Roberto Amodei se sono diventato direttore di quotidiano, ci voleva coraggio a credere in uno come me e lui l’ha avuto. Spero di aver ripagato la sua fiducia. Non mi sono mai posto il problema della schiena dritta ( espressione non so se più patetica o retorica), ma di dire sempre quel che pen so e di lavorare tanto. Quelli che hanno vissuto queste sta gioni accanto a me sanno che così è stato e così sarà.
Sono sicuro, al pari dei miei compagni di lavoro, tutti, dal vice direttore allo staff dei capi redattori e dei capi servizio, dai redattori ai collaboratori, di lasciare in solide mani un giorna le che nell’ultimo anno ha venduto in edicola 120 mila copie media- giorno, il 5 per cento in più dell’anno precedente. Felice di aver confezionato – con il determinante apporto dei colleghi della tipografia, dell’ufficio tecnico, della segreteria, dell’amministrazione, della diffusione, del marketing e dei centri stampa – un prodotto che ha incontrato il gradimento dei lettori, ormai prossimi alla fatidica cifra del milione, nono posto assoluto nella graduatoria italiana dei quotidiani stilata da Au dipress all’ultimo rilevamento.
Ho un solo rimpianto: essermi accorto tardi di chi fosse e di quanto valesse Giorgio Borri, nostro compagno di scalata quotidiana, morto il 10 agosto del 2006. Nonostante fosse molto malato, è rimasto al suo posto fino a pochissimi giorni dall’epilogo, perché il giornale era la sua casa e se adesso fosse qui sottoscriverebbe di buon grado – lui così ironico e salace – la massima di un collega america no:
«Diffidate dei giornalisti che dicono di aver dato una vita al giornalismo. E’ il giornalismo che ha dato una vita a loro » .
Finisce qui. Senza ipocrisie e senza indulgenze, senza paura o esitazioni. Ho il ciglio asciutto e la certezza di non essere piaciuto a tutti. Sinceramente, ora più di prima, sarei preoccupato del contrario. Non avrei creato il solco. E’ lì che va gettato il seme.
4 commenti:
...chissà se cambieranno anche nome al giornale...magari potranno chiamarlo Tuttorosa, da affiancare alla Pravda rosa.
Pare che MOratti voglia comprare anche l'Unità.
...e poi Travaglio vuole farci credere che l'informazione è in mano a Berlusconi!?!?...sti comunisti!!!
Bene.. il cerchio si chiuso.
L'ultima voce libera contro farsopoli è stata spenta.
Complimenti all'editore che da oggi andrà incontro al boicotaggio dei tifosi juventini perchè suona offensivo la scelta di un ex gazzettino come direttore.
addio TUTTOSPORT eri rimasto l'unico giornale sportivo che si poteva leggere......il lato positivo e' che risparmiero' 30 euro al mese e li spendero con una bella mangiata alla faccia dell'editore.
Il cerchio si sta chiudendo, amici bianconeri, i " poteri forti " parole che quando le pronunciò il caro Luciano mi sembrarono esagerate, oggi solo capisco quanto erano vere...i " poteri forti" dicevo
stanno chiudendo il cerchio per preparare quelli che dovranno giudicare fra qualche mese..e anche il tuttosport servirà allo scopo.
Ma , mi chiedo, stiamo vivendo in un paese civile oppure siamo solo sudditi?
Se tutta la stampa italiana, le tv di stato e private sono rivolte solo verso la stessa direzione, dove stà la libertà di espressione e di opinione?
Quella libertà forse è finita tra i rifiuti della Campania.
Mario Bani
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