domenica 30 dicembre 2007

Ciao Phil


Un'altra tragedia scuote il mondo del calcio. Il capitano della squadra scozzese del Motherwell, Phil O'Donnell, è deceduto a causa di un malore accusato sul campo durante la sfida di campionato con il Dundee United.

Il conto dei morti nel calcio dei soli ultimi quattro mesi è salito a sei.
Un numero che mette i brividi e che chiama il mondo del calcio a un'attenta riflessione.
Solo una settimana fa si è spento l'arbitro minorenne Lorenzo Modena, mentre dirigeva una partita di Giovanissimi nel Veneto. Prima di lui, un brasiliano del Bahia Cleber, l'ecuadoregno Jairo Andres Nazareno, lo zambiano Chaswe Nsofwa e lo spagnolo del Siviglia Antonio Puerta.
Una lista che si fa fatica a scorrere trattenendo l'indignazione e lo sconforto. Ormai la morte nel calcio sembra diventato qualcosa da attendere con fatalismo mal celato. I conti non possono che 'perdonare' un atteggiamento che non dovrebbe mai far parte di un mondo in cui si gioca a pallone e nulla più. Eppure, negli ultimi quattro mesi sono ben sei i protagonisti del calcio ad essere morti in seguito a malori accusati sul campo, durante una partita. L'ultimo in ordine di tempo è il capitano del Motherwell, Phil O'Donnell, spentosi in ospedale dopo essersi accasciato vittima di un malore non ancora specificato. Stava uscendo, perché aveva chiesto il cambio, ma non è riuscito a raggiungere gli spogliatoi. Trentacinque anni, una moglie e quattro figli lasciati nel dolore e nello sconcerto.
Prima di lui, appena una settimana fa, era toccato a Lorenzo Modena. La passione per il pallone l'aveva portato a scegliere di arbitrare le gare dei Giovanissimi nella sua regione, il Veneto. Proprio durante una sua direzione, non ancora maggiorenne (avrebbe compiuto 18 anni il 22 gennaio), è stato colto da un arresto cardiaco che lo ha stroncato. Il 20 dicembre è stata la volta del 31enne centrocampista del Bahia Cleber, squadra neo-promossa nella serie B brasiliana, morto dopo due mesi di coma in ospedale. Il 22 ottobre, mentre era in campo contro l'Abc Natal, un ictus cerebrale l'aveva sorpreso e costretto al ricovero nel nosocomio di Salvador. Il primo settembre fu il turno di Jairo Andres Nazareno, 21 anni appena. Giocava nella terza divisione dell'Ecuador e anche lui se n'è andato durante il match che il 'suo' Chimborazo stava giocando contro la Liga Politecnica. Il dolore al petto lo invita a fermarsi, ma al momento del ricovero precauziuonale sviene e muore in seguito a gravi convulsioni leagte al problema al cuore. Il 29 agosto muore Chaswe Nsofwa, giocatore zambiano dell'Hapoel Beersheva, squadra della seconda divisione del campionato israeliano. Stavolta succede durante una partita infrasettimanale, senza i crismi dell'ufficialità. La vittima aveva 27 anni. Il giorno prima se n'era andato Antonio Puerta, lo shock più grande della serie, se non altro per la giovane età e la cassa di risonanza avuta a causa della sua militanza nel Siviglia. Dopo tre giorni di agonia, si è spento all'ospedale 'Virgen del Rocio'. Il ricovero era stato necessario in seguito a ripetuti attacchi cardiaci accusati dal difensore durante la gara con il Getafe. Il 23 ottobre, quasi due mesi più tardi, sua moglie ha dato alla luce il piccolo Aitor Antonio. Sono loro, i familiari, spesso bambini di pochi anni, le prime vittime di queste immani tragedie dello sport.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Senza parole...