giovedì 15 ottobre 2009

Lippi, il popolo è sovrano



Caro Marcello troppe capriole
di Roberto Beccantini
lastampa.it
Da Cipro a Cipro, Lippi ha spento le luci con un pugno sull’interruttore. Dai lazzi più taglienti agli applausi più schietti: tutto fa brodo. Chi ha buona memoria, ricorda come andò a Larnaca: i glutei del ct ispirarono Buffon e Di Natale. Se con i titolari rischiammo l’osso del collo, perché mai le riserve avrebbero dovuto vincere di goleada? Lippi è furibondo con il loggione che urlava Andate a lavorare e Cassano Cassano. Ha risposto Vergogna, aggiungendo: vadano loro, a lavorare. Un «invito» da cartellino rosso. Marcello dovrebbe conoscere l’aria che tira nel Paese. Non si tratta di demagogia, ma di senso della misura, e delle parole. E poi, Totti «un bel tormentone» l’ha inventato lui, non la curva, devota a Cassano. Uno a uno.Il problema è a monte, risale al Mundial spagnolo e a quella sindrome d’accerchiamento che, dalla pipa di Bearzot al sigaro di Lippi, ha stimolato e condizionato tutti i commissari. Capisco le montagne russe di Parma: ma capisco anche coloro che, al netto di ogni attenuante, continuano a sforzarsi di non prendere per oro colato il campionato. Di sicuro, la partita è stata preparata fra troppe capriole. Di sicuro, la missione compiuta e il varo dell’Italia alternativa hanno annacquato orgoglio e stimoli. Non a caso, il risultato è stato recuperato dai titolari: chi c’era (Gilardino) e chi è entrato (Camoranesi, soprattutto). Tempi duri. Non possiamo contare su nessun lampadario come Cristiano Ronaldo. E dalla gioventù bruciacchiata di Francesco Rocca (Mondiali under 20, fuori nei quarti) e Pierluigi Casiraghi (Europei under 21, futuro ad alto rischio) non arrivano notizie incoraggianti. Anzi. Marchisio, Criscito, Santon e Bocchetti riassumono i confini sino ai quali il ct si è spinto: e se non è andato oltre, non penso che c’entri la pigrizia.Senza credere di avere lasciato dei Picasso in cantina, immagino il ghigno di Lippi, al quale si rimproverava di far giocare sempre i «soliti»: visti gli «insoliti»?
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Da quando seguo il calcio ho sempre pensato una cosa:
il pubblico paga il biglietto e nei limiti del rispetto del prossimo è sovrano di fare quello che vuole.
Appaludire, fischiare, invocare.
Quindi, stavolta Lippi ha sbagliato.
Anche perchè poi quell'invito "andate a lavorare voi" rilanciato a chi guadagna forse 1/1000 di quello che guadagnano gli eroi del calcio fa davvero sorridere.
L'Italia grazie ad un grande Gilardino (speriamo abbia esaurito ieri la sua vena realizzativa) rimonta Cipro e vince per 3 a 2.
Poche sorprese nel mercoledì delle Nazionali.
Alla fine ce la fa anche l'Argentina di Maradona che segna e vince in Uruguay per 1 a 0, subito dopo l'ingenua espulsione di Caceres.
Intanto, alla Juve resosi conto che mancano esterni (noi lo diciamo da mesi, forse anni....), continuano a rifioccare nomi di laterali. Ieri Mesto, oggi ritocca a Rafinha.

3 commenti:

mariobani ha detto...

Iniziò con un centravanti romanista che i giornalisti volevano ai mondiali in Argentina e Spagna e lasciare a casa Rossi...continuarono con Baggio che altri non volevano ai mondiali d'America,e poi altri giornalisti ancora più prezzolati dei primi che non volevano ne Cannavaro ne Lippi a quelli in Germania!
Se i vari bamboccioni di giocatori e allenatori incominciassero a dire quel che pensano come ha fatto Lippi ieri sera, invece di incensare i pre-potenti di turno....

mario bani

DR ha detto...

Il titolo del Corriere dello Sport è veramente indegno... Ma Lippi, si sa, è juventino...

marco99 ha detto...

io credo che Lippi abbia ragione perchè con la qualificazione ottenuta in anticipo, da campioni del mondo in carica e con una squadra di riserve è stato ridicolo da parte del pubblico contestare.
Non si può in soli 90 minuti passare dagli insulti agli applausi è un atteggiamento schizzofrenico.
Sul corriere dello sport non dico nulla, classico giornale romanista del tutto inutile.