mercoledì 30 aprile 2008

"Ha pagato solo la Juve"

Nei miei cinque anni e tre mesi a Torino, sono stato l’unico dei tredici direttori di Tuttosport a raccontare la stagione della Juventus in serie B e tutto ciò che l’ha determinata.
E’ e resterà un primato assoluto che nessuno – ne sono certo – potrà neppure tentare di strapparmi.
Primo, perché credo che la Juventus mai più retrocederà in serie B (o, come accadde, venga nuovamente retrocessa a tavolino).
Secondo, perché quando successe, fui commiserato e molti profetizzarono, se non la chiusura, almeno un drastico ridimensionamento del giornale.
In quei giorni di primavera del 2006, eravamo proprio alla fine di aprile, mi sentii gravato da un’enorme responsabilità, ben maggiore di quella che normalmente pesa su un direttore di giornale, uomo che – per definizione - è sempre solo al comando e sempre con la morte in tasca (parlo della morte professionale, naturalmente).
Si trattava di affrontare la più grave congiuntura del mondo del calcio italiano, colpito da uno scandalo madornale (anche se non il più grave della sua storia per chi ricordi il 1980, che produsse una quindicina di arresti, appena fuori dagli spogliatoi, tra giocatori e dirigenti, oltre a Milan e Lazio declassati in serie B e i rossoneri per la prima volta), non solo a ridosso di un appuntamento planetario come la Coppa del Mondo in Germania, ma anche e soprattutto fiaccato nella sua credibilità: la maggiore imputata, infatti, era la Juventus. Cioé la società più titolata d’Italia, la squadra che nell’ultimo decennio più aveva vinto e maggiormente si era imposta come modello di organizzazione e gestione. Inoltre – ed era questo a farmi rabbrividire – quella che può contare sul maggior numero di tifosi in Italia. Prima della rabbia per la fondatezza delle accuse e per il trattamento mediatico che si stava allestendo – un clima forcaiolo senza garanzie e con un grado di giudizio sportivo arbitrariamente abolito dal Commissario straordinario Guido Rossi – mi immaginai lo sconcerto, la delusione, l’amarezza e l’autentico dolore del pubblico juventino. Temevo che su quelli finisse ripiegato.
Abbozzammo l’idea di una reazione pubblica, di un atto che restituisse dignità ai successi sul campo, che risvegliasse il senso di appartenenza. Fu come provocare un terremoto. Gli scudetti che sembravano essere visti dagli juventini con snobismo per la semplice ragione di averne vinti tanti, furono difesi a spada tratta, contestata apertamente la patetica linea difensiva dell’avvocato e della società, sollecitato il ricorso al Tar.
Mai nel popolo bianconero si era aperta una mobilitazione tanto vasta e tanto profonda, mai si era percepita una solidarietà tanto estesa.
Mai, per esempio, avremmo pensato di veder i tifosi della Juve marciare per le vie di Torino alla fine di luglio, dopo essersi ritrovati in oltre ventimila provenienti da tutta Italia.Tuttosport seppe diventare il terreno di confronto privilegiato, un giornale che si distinse per diversità rispetto all’appiattito panorama della stampa italiana, colpevolista a prescindere e spesso incapace di attenersi esclusivamente ai fatti. Fummo i primi a scrivere che in quello scandalo c’entrava anche il Milan (e in che misura lo si vide) e che la Fiorentina, stando agli atti, era la più pesantemente coinvolta. Purtroppo sia la ricerca della verità (dimenticati e sottovalutati i colloqui tra un dirigente dell’Inter e Paolo Bergamo a proposito dell’assegnazione di un arbitro internazionale, come le molte pressioni denunciate dallo stesso Bergamo dall’intero del mondo calcistico), sia l’equità delle pene non furono minimamente rispettate.
L’unica a pagare, coerentemente con l’impianto accusatorio allestito e nonostante la mancanza totale di almeno una contestazione di illecito, fu la Juve: due scudetti in meno; estromissione dalle Coppe; retrocessione in serie B; penalizzazione. Nessuno prima di allora era stato punito così duramente.
Ammesso che quella sentenza fosse legittima, perché altri se la cavarono senza retrocedere? Perché il Milan conservò il diritto, giustamente contestato dall’Uefa, di partecipare alla Champions League, poi addirittura vinta sul campo? Perché gli scandali precedenti e successivi, dai passaporti truccati alle palesi irregolarità amministrative, non conoscono lo stesso rigore?Aspetto. Ma se da tempo conosco le risposte: pretestuose, ipocrite, farisaiche, disoneste.

Giancarlo Padovan

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grandissimo Giancarlo,non potremmo mai ringraziarti abbastanza per tutto cio' che hai fatto per la nostra juve (spero che qualch'uno mi spieghi la "meccanica" della Tua sostituzione da direttore...).
A conferma dell'ottimo lavoro che hai svolto a "tuttosport" c'e' "l'improvvisa virata" che il De Paola ha effettuato nella linea editoriale del Tuo giornale,dapprima tutto "non guardiamoci ale spalle,la B e' andata,non parliamo di arbitri e processi" ed ora "bastaa non rompeteci piu' le balle,andate a deferire anche gli altri,giudici protagonisti ecc...".Evidentemente la Tua linea editoriale era la piu' aprezzata,e il cambio ha penalizzato le vendite e soprattutto offeso la dignita' di noi juventini.Spero di rileggerti al piu' presto,magari di nuovo in sella al NOSTRO tuttosport,che TANTO ha dato fastidio ai VERI poteri forti del calcio.
GRAZIE GIANCARLO...

Anonimo ha detto...

il problema non è che che "solo la juve ha pagato": non c'era NULLA da pagare, visto che NULLA era successo. per cui anche il buon padovan, se invece di attaccare gli altri si fosse limitato a difendere la juve, sarebbe stato senz'altro meglio. il diritto del milan di partecipare alla champions era SACROSANTO, così come lo sono gli scudetti conquistati dalla juve sul campo

Anonimo ha detto...

...b� sappiamo tutti perch� l'hanno sostituito con enzo depaola...era ovvio e scontato che accadesse questo. Padovan non � stato sostituito prima, perch� faceva comodo che la nostra rabbia di tifosi non sfociasse apertamente in piazza. Non mi va che si dica di non parlare pi� di quello che � stato come fa qualcuno! Quello che � avvenuto contro di noi due anni fa � di una gravit� indefinibile e bisogna tenerlo a mente, sempre!
Padovan ce lo ha ricordato! Lui la sua battaglia l'ha portata avanti, non si � limitato a sparare nomi di grandi acquisti come avviene ora...nomi altisonanti che ogni giorno cambiano nel tuttosporc che � filiale della pravda-rosa...per farci gioire di cosa?
Per farci dire di voltare pagina?
No, cari amici tifosi adesso viene il bello e se le nostre ragioni non dovessero sfociare in una giustizia credibile...allora bisognerebbe smettere di gongolarci, lo dobbiamo ai giocatori, ai tifosi sparsi per il mondo, lo dobbiamo a chi ci aveva portato in alto...ma sopratutto lo dobbiamo a noi stessi, se abbiamo una dignit�.

mario bani