giovedì 24 luglio 2008

"Solo contro la Juve.."


Fonte repubblica.it

Fabio Capello, ripartiamo da dove ci siamo lasciati la scorsa primavera: la competitività del calcio italiano. Dopo l'uscita delle nostre squadre dalla Champions League lei parlò di club impoveriti e non più all'altezza in Europa. In queste settimane le big della serie A hanno comprato Ronaldinho, Flamini, Amauri, Poulsen. Stiamo recuperando?
"L'Inter sarà competitiva. Già l'anno scorso con Chelsea e Manchester era la squadra più forte in Europa. Da Roma è arrivato un giocatore come Mancini e ora deve giocare per vincere la Champions League".

La Juventus?
"Ha fatto buoni acquisti e ha mentalità".

La Roma è tornata indietro?
"Le partenze di Mancini e Giuly sono pesanti, ma è una squadra che gioca a memoria".

Il Milan con Zambrotta, Flamini e Ronaldinho è di nuovo da scudetto?
"Senz'altro. Flamini l'ho seguito in Inghilterra, ottimo giocatore. Zambrotta l'ho allenato, ottimo giocatore. Ronaldinho se avrà voglia, se tornerà il calciatore umile di quando è arrivato in Europa, farà sognare".

Lei, che ama i giocatori seri oltre che forti, un fuoriclasse a rischio come Ronaldinho l'avrebbe mai chiesto a Berlusconi?
"No, non l'avrei chiesto. Ma conosco Berlusconi, lui ha la passione per questo tipo di calciatori. Ronaldinho è un fuoriclasse vero, un extra. Tutto dipende da quello che vuole fare" (ride Capello, al telefono dalla sua casa inglese).

Un'esperienza in Italia potrebbe completare un giocatore come Lampard? Il calcio italiano è ancora formativo?
"Tutte le esperienze all'estero sono formative. Oltre al campo c'è la vita, un nuovo rapporto con la propria famiglia. Come commissario tecnico preferirei che Lampard restasse in Inghilterra, mi toglierebbe l'obbligo di qualche viaggio".

L'arrivo degli stranieri in Italia ormai somiglia a un'invasione. L'Inter nell'undici iniziale non avrà italiani. La Roma ne avrà tre, il Milan quattro.
"Per l'Inter la mancanza di italiani in squadra non è una novità. Il destino dei giovani calciatori del vivaio è nelle mani degli allenatori delle prime squadre, del loro coraggio. Pirlo nell'Inter non giocava, nel Milan è diventato uno dei primi dieci giocatori al mondo. Sì è rischiato di bruciarlo, certo. Gli italiani migliori, però, alla fine emergono. De Rossi, Aquilani...".

Nei club inglesi il giocatore inglese è una vera rarità. La sua nazionale non ne risente?
"Io sono messo peggio di Lippi, peggio di tutti: ho i gallesi, gli scozzesi, gli irlandesi. In Premier League solo il 35% dei giocatori è inglese, in Italia viaggiamo sul 72%".

Ha visto gli ultimi Europei, dal vivo e in tv. Hanno decretato la morte del 4-4-2: non lo fa più nessuno. Lei ci ha vinto molto, alla Juventus e al Real Madrid. E' un modello tattico da consegnare alla storia?
"Nel calcio non si consegna niente alla storia. Ci sono i revival, le rivisitazioni, le piccole modifiche sul modello B. Agli Europei, in realtà, si è giocato il famoso 9-1. Non prendeteci in giro, il calcio moderno è questo: nove che difendono e una punta centrale. Tutti rientrano nella loro metà campo, anche i quattro centrocampisti offensivi. Il calcio di questi tempi è il 9-1".

Come sono stati, allora, gli Europei 2008?
"Ha vinto la squadra migliore, la Spagna, che ha trovato l'ostacolo più duro nell'Italia e l'ha potuto superare grazie alle assenze di Pirlo, Gattuso e soprattutto Cannavaro, un leader che in tutti i momenti riesce a leggere la partita. Sul piano tattico niente di nuovo: pochi lanci lunghi e un voler giocare la palla bassa. Tre squadre, Spagna, Russia e Turchia, erano capaci di arrivare velocemente in porta con contropiedi manovrati".

Dove ha sbagliato l'Italia? E dove ha sbagliato Donadoni?
"Ha sbagliato Toni. Ha speso tutte le cartucce nel campionato tedesco. Agli Europei ha avuto tante occasioni, non le ha mai sfruttate".

Lippi con il ritorno alla guida della nazionale rischia. Ha molto da perdere e, alla fine, le minestre riscaldate non piacciono a nessuno.
"Lippi conosce tutte le storie delle minestre e dei risotti riscaldati. E' uno che pondera bene ed è capace: se ha accettato sa che può andare lontano".

Capello, allenerà mai la nazionale italiana?
"No, io con l'Inghilterra finisco il turno. Il mio lavoro sul campo termina con l'esperienza inglese".

Abbiamo capito bene, dopo i mondiali del 2010 non sarà più un allenatore?
"Questo è sicuro".

Totti ha detto che in Sudafrica lei porterà l'Inghilterra tra le prime tre.
"Ostia... Mi piacerebbe chiudere la carriera tra i primi tre al mondo".

Lei ha vinto molto allenando squadre cariche di stelle. Non le è mai venuta voglia di prendere una squadra piccola, magari del calcio italiano, per vedere dove riesce a portarla?
"Potrebbe essere il mio giochino finale, ma forse sono troppo vecchio per permettermelo".

Ha nostalgia dell'Italia? Vista da Madrid e poi da Londra che Paese sembra?
"Una nazione in declino, diventata povera. E' stata azzoppata da un lungo periodo politico in cui siamo riusciti a diventare il paese del no. Ma non ne farei una questione di destra e di sinistra".

Chi è il giocatore più forte che ha mai allenato?
"Van Basten. Per talento, capacità di allenamento e tenuta fuori dal campo. Subito dopo Maldini".

E il più forte con cui ha giocato?
"Gianni Rivera e Dino Zoff".

Beckham giocherà ancora nella nazionale inglese?
"Finché è in grado di giocare bene giocherà".

Mourinho sarà un allenatore rivoluzionario per il calcio italiano?
"Ai nostri allenatori Mourinho non ha da insegnare niente. In Italia il calcio tatticamente è una cosa molto, molto seria. Sotto l'aspetto calcistico siamo i più avanzati e ormai tutti conoscono tutto. Mourinho adesso ha in mano una macchina straordinaria e non credo farà rivoluzioni, gli sarà sufficiente portare quell'un per cento di novità".

E' sempre convinto che Calciopoli sia stato uno scandalo sopravvalutato?
"E' stata un'inchiesta fatta solo in una direzione, contro la Juventus".

E quali erano le altre direzioni da prendere?
"Questo non lo voglio dire".

Alla fine quali sono i guai del calcio italiano?
"Siamo diventati più poveri e il calcio ne risente. Ma il guaio più grande è che in Spagna e in Inghilterra alla partita si mangia e si portano i bambini, in Italia si va accompagnati dalla polizia. Ho letto dei "no" degli ultrà in campagna acquisti: Vieri, Zauri, Stankovic. Una società ha il diritto di prendere chi gli pare: se a un tifoso non sta bene, quella stagione non andrà allo stadio. Ecco, in Italia i tifosi, e il tifo organizzato in particolare, hanno troppo potere".

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Mercoledì 23 luglio, al termine dell'edizione del TG5 delle ore 13, Fabrizio Summonte (con a fianco Chiara Geronzi...) ha letto questo comunicato del sindacato unitario dei giornalisti italiani:

"Il nostro diritto di informare è la vostra libertà di sapere. È la possibilità che abbiamo di difendervi dalle truffe e dalle cliniche degli orrori, da imbrogli grandi e piccoli, dalla malapolitica fatta di interessi e clientele, da chi vi ruba persino le emozioni truccando o condizionando i risultati sportivi. Dovremmo tacere anche su “calciopoli”, in futuro, se venisse approvato il disegno di legge del ministro della Giustizia. La tutela della riservatezza è un valore anche per noi giornalisti, ma non può essere usata come pretesto per bloccare l’informazione giudiziaria. La Federazione Nazionale della Stampa giudica il disegno di legge sulle intercettazioni un autentico bavaglio. Le norme proposte affievoliscono il diritto-dovere di informare e travolgono il diritto dei cittadini a sapere. Facciamo sindacato insieme, diciamo no alla legge-bavaglio".

Anonimo ha detto...

Caro anonimo intertriste represso...per questa volta lo faccio io, ma dalla prossima volta preoccupati di copiarli per intero gli articoli ;)

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Ieri, al termine dell'edizione del TG5 delle ore 13, Fabrizio Summonte ha letto questo comunicato del sindacato unitario dei giornalisti italiani:

"Il nostro diritto di informare è la vostra libertà di sapere. È la possibilità che abbiamo di difendervi dalle truffe e dalle cliniche degli orrori, da imbrogli grandi e piccoli, dalla malapolitica fatta di interessi e clientele, da chi vi ruba persino le emozioni truccando o condizionando i risultati sportivi. Dovremmo tacere anche su “calciopoli”, in futuro, se venisse approvato il disegno di legge del ministro della Giustizia. La tutela della riservatezza è un valore anche per noi giornalisti, ma non può essere usata come pretesto per bloccare l’informazione giudiziaria. La Federazione Nazionale della Stampa giudica il disegno di legge sulle intercettazioni un autentico bavaglio. Le norme proposte affievoliscono il diritto-dovere di informare e travolgono il diritto dei cittadini a sapere. Facciamo sindacato insieme, diciamo no alla legge-bavaglio".

Avreste dovuto sentirlo, e vederlo, con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così che abbiamo noi che abbiamo visto Merola.
Sembrano aver scoperto l'acqua calda, i giornalisti, ora che un ministro oltremodo intraprendente ha deciso di piombare il Luna Park. Perché troppe volte di giostra si è trattato, più che di "diritto di informare e libertà di sapere".
Senza buttarla in politica, chiariamo subito una cosa: sul fatto che il mezzo delle intercettazioni telefoniche possa svolgere un ruolo vitale per la riuscita di certe inchieste giudiziarie, non ci piove. Dove piove invece, anzi diluvia, è nell'uso improprio che, negli anni, i giornali e le televisioni ne hanno fatto; non limitandosi allo sputtanamento del Lucignolo di turno, ma troppo spesso avendo accesso anche al privé dei Mangiafuoco che dovrebbero custodire le carte, senza che mai - e sottolineo: mai - le guardie siano state capaci di punire gli uni e/o gli altri per quegli spifferi proibiti.
Calciopoli, che in Italia sembra avere assunto il titolo di Comandamento del Male al pari di truffe, mafia, malapolitica, malasanità e chi più ne ha più ne metta, è il filo conduttore del lavoro che svolgiamo da due anni. Un lavoro grazie al quale quel comunicato suona, per noi, ridicolo e provocatorio, giacché pensato e divulgato da persone abituate non a scrivere per raccontare, ma a raccontare per continuare a scrivere. La differenza tra essere servitori o servi.
Sarebbe bello sapere se chi "ruba persino le emozioni truccando o condizionando i risultati sportivi" sono, secondo il sindacato unitario, i corridori tanto cari a al "Candido ma non troppo" giornalista del purgante in carta rosa, o piuttosto la Juventus che si è salvata dall'accusa di doping fortunosamente e solo grazie alla prescrizione del reato, come affermato dalla viscida Alba Maiolini giovedì scorso, su Italia 1, in un servizio da querela (a proposito: i soliti doverosi complimenti alla Compagnia di Corso Galfer per non aver fiatato, ingoiando l'ennesimo boccale di guano).
E che dire del rischio di dover tacere "anche su calciopoli in futuro"?
Mi chiedo: quando mai se n'è parlato, di calciopoli? Forse qualcuno lo ha mai fatto con l'intento di "difenderci dalle truffe, per la nostra libertà di sapere"?
C'è stato chi ha preteso di scriverci dei libri, su calciopoli, senza neppure preoccuparsi di sapere cosa fosse contenuto nei Vangeli che l'hanno ispirata prima e decretata poi. Quale calciopoli rischieremmo di dover vedere taciuta, da domani, anziché sottaciuta come è stato fino a oggi?
Forse quella delle famose intercettazioni, l'unica esistita ed esistente; intercettazioni che, se non sono state sufficienti per trovare un solo rivolo di sangue sulle mani dei presunti assassini, certamente sono bastate e avanzate per distruggere il passato, il presente e il futuro di una manciata di persone, insieme a quello di qualche milione di spettatori inermi.
Ci sono uomini che grazie alla totale assenza di quel bavaglio, che oggi i giornalisti temono di vedersi annodare attorno alla bocca, hanno visto polverizzarsi la propria famiglia, le proprie amicizie, la propria dignità.
Se il prezzo da pagare per mettere un freno all'inciviltà di quelle azioni dev'essere il silenzio, ben venga. Via il volume, e così sia.
Proprio a pochi giorni dalla chiusura dell'inchiesta sullo scandalo Telecom, dove pare che a tirare i fili del più grande inganno della storia recente fosse un solo uomo (vi ricorda nulla?), l'idea di togliere dal buffet dei media le glorificate intercettazioni telefoniche, mette già i crampi allo stomaco dei troppo bene abituati gourmet della disinformazione.
In un paese normale gli avvenimenti di questi anni sarebbero stati, paradossalmente, una manna per tutti. Un'occasione per crescere, per migliorare, per non dimenticare. Per non ripetere gli stessi errori, soprattutto.
Qui no. In questo paese che di normale non riesce più ad avere nulla, se non la propria anormalità, sono stati l'ennesima occasione persa. Perché dai salici non può nascere l'uva, recita un vecchio detto popolare.
Un esempio su tutti? La giornalista che affiancava Fabrizio Summonte in studio all'edizione del TG5 delle ore 13, proprio mentre lui leggeva quello struggente comunicato. Proprio mentre tutti quanti i giornalisti, idealmente, reclamavano a gran voce "il diritto-dovere di informare e il diritto dei cittadini di sapere".

Quella giornalista era Chiara Geronzi, la figlia di Cesare. Informatevi.

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tratto dal blog di Trillo

Anonimo ha detto...

beh, ciò non toglie che la legge-bavaglio sulle intercettazioni che vogliono fare sia una grande ca...ta e prepotenza. ad esempio, è grazie al fatto che le intercettazioni sono state pubblicate che, leggendole attentamente e INTEGRALMENTE, capisci che Moggi non avesse poi detto chissà che cosa. Con la legge-bavaglio di adesso invece avrebbero potuto dire peste e corna senza che la gente ne avesse poi il riscontro. Sicuramente trovo assurdo la pubblicazione di telefonate come quelle in cui era implicato il figlio di Moggi con la giornalista sportiva. Però, preferisco più libertà che non la censura.

capitan red ha detto...

Caro Milanista anch'io sono contro i bavagli.....ma se su calciopoli ci fosse stato il bavaglio la stampa non sarebbe stata in grado di montare un simile polverone....e senza intercettazioni come avrebbero potuto accusare Moggi di chissa' che' se non c'era e NON C'E' uno straccio di prova?...una sola partita comprata ne' da Moggi ne' dalla JUVENTUS?...e comunque il bavaglio gia' esiste....i giornalisti dicono solo quello che fa loro comodo....o meglio comodo al loro padrone

Anonimo ha detto...

beh, io mi sono fatto la mia idea su calciopoli leggendo le intercettazioni INTEGRALI, ed ho letto anche interventi di giornalisti che hanno difeso moggi e smontato calciopoli (libero addirittura gli ha concesso uno spazio in cui scrivere). buona parte delle intercettazioni sono partite dalla magistratura (in particolare quella di napoli, dove si celebra il processo) e non dai giornali: questi le hanno solo pubblicate. senza la pubblicazione delle intercettazioni avremmo solo saputo che moggi era stato arrestato e squalificato perché sospettato di aver comprato arbitri.

capitan red ha detto...

I giornali hanno pubblicato le intercettazioni che facevano loro comodo e nei tempi giusti.....e' piu' scandaloso che Moggi pretenda certi arbitri internazionali ( cioe' i migliori )...o sentire Collina ( il numero 1 degli arbitri allora ) chiedere a Meani di organizzare un incontro segreto con Galliani???...eppure la JUVENTUS in B senza 2 scudetti....il Milan in Champions...e Collina? ...semplice Collina designatore arbitrale.......credo si commenti tutto da solo