sabato 17 maggio 2008

Alex come Pablito?



Del Piero potrebbe centrare un altro storico traguardo:
diventare, trent'anni dopo Paolo Rossi, il solo altro giocatore del nostro campionato capace di vincere a distanza di dodici mesi le classifiche cannonieri di serie B e poi di serie A.
Sarebbe un altro record per impreziosire la carriera strepitosa di Pinturicchio.
Questo è quello che oggi scrive su Tuttosport il bravissimo opinionista di Juventus Channel Luca Beatrice.
ALESSANDRO Del Piero potrebbe vincere la classifica marcatori. E non sarebbe la prima volta, visto che già l’anno scorso si impose in questa speciale categoria. «Ma era in serie B», dicevano i troppi saccenti, «quando tornerete in A sarà molto diverso». E giù a pronosticare panchine, so­stituzioni, fine dell’avventura in azzurro. Invece il Capita­no sta terminando una delle sue stagioni migliori, inferio­re forse solo al magico 1996, quando arrampicò la Juve sul tetto del mondo. Un pomeriggio di novembre 2006 Alex se­gnò, contro il Frosinone, il suo duecentesimo gol in maglia bianconera. Da alcune settimane ha battuto il record di presenze di Gaetano Scirea, simbolo massimo di juventi­nità. Nel frattempo i gol sono diventati 239, una perla do­po l’altra in una collana che non accenna a finire. Di questa eccezionale annata ne scelgo quattro, meraviglio­si perché mai banali, sapendo di far torto certamente ad al­tri. A Roma contro la Lazio: lancio millimetrico di Zanet­ti, fuga palla al piede da fromboliere di razza e saetta im­prendibile. A Torino contro la Roma: una delle “sue” puni­zioni, marchio doc che mai ci stancheremo di ammirare. Ancora in casa, avversario il Milan: colpo di biliardo solle­citato da Camoranesi, in un’azione che ha incarnato l’es­senza del calcio. E infine nella sfortunata trasferta di Pa­lermo, rapidissimo in area, come un bomber di rapina. Da ragazzo ho avuto la fortuna di vedere con i miei occhi le magie di Michel Platini, ovvero l’arte trasformata in gio­co del calcio. Capita lo stesso, se non di più e da più tempo, ogni match, grazie ad Alessandro del Piero. Dove il talento si sposa all’attaccamento alla maglia, la classe purissima del campione alla determinazione di un emergente. Chis­sà quanti decenni dovranno passare prima che si presenti un giovane destinato a prendere il suo testimone. Perché il punto fermo nei centoundici anni di storia bianconera è lui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' stata una bella partita.

Un 3-3 che sintetizza per certi aspetti un pò tutta la nostra stagione: Grande Alex Del Piero (chiude a quota 21 gol!), grande carattere del collettivo che lotta su ogni pallone (il carattere della Juve che non si arrende mai), Tiago inesistente e spesso senza senso, solito errorino arbitrale decisivo (sul 2-0 l'arbitro non ha concesso il netto rigore su Zebina che probabilmente avrebbe chiuso la partita), solita scelta di Ranieri che alla fine un pò del suo ce lo mette sempre, togliendo dopo 20 minuti della ripresa il Grande Capitano che, con la squadra in 10, si era procurato il rigore che ha poi trasformato per il momentaneo 3-2 (...e spero che Mister Smile non dica che lo ha fatto per la standing ovation...mancava ancora mezz'ora!).

Adesso ripartiamo da questo terzo posto, senza commettere errori in campagna acquisti e senza commettere l'errore di cullarci su questo terzo posto quasi insperato a inizio stagione. Insperato che possa essere stato, questo campionato senza le grandi cazzate arbitrali sarebbe stato una cosa tra Juve e Milan, come sempre.