martedì 2 ottobre 2007

"Mi pregarono di fermarmi"


Cristiano Ronaldo senza peli sulla lingua, anche se questa volta le sue dichiarazioni rischiano di infiammare ulteriormente una vigilia, quella di Manchester United-Roma, già ricca di tensioni visto il 7-1 dell’anno scorso.

Ed è proprio sul clamoroso risultato del quarto di finale di Champions della passata stagione che il fuoriclasse portoghese è tornato, rivelando alcuni particolari di quella serata nella sua autobiografia «Moments».

«Quando eravamo sul 6-0 uno dei loro giocatori mi ha detto: ’non fare altri dribbling, state già vincendo di sei gol’, quasi supplicandomi - dice Ronaldo, autore di una doppietta, come si legge sul ’Daily Mirror’-. Ovviamente non rivelerò il suo nome. Altri giocatori mi hanno chiesto di giocare dalla parte opposta, altri invece hanno mostrato poco senso dell’umorismo minacciando di farmi male. So che stavano cercando di impaurirmi, ma questi commenti non mi hanno scalfito, tanto che io ho continuato a giocare allo stesso modo». In Inghilterra è scattata la «caccia» al romanista che può avere pronunciato quelle parole ma, secondo il «Times», ci sono pochi dubbi.

«A giudicare dai commenti si tratterebbe di Christian Panucci, che ha accusato alcuni giocatori del Manchester di aver abusato della loro superiorità durante il match», scrive il giornale.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Quel sette a uno è storia! Memorabile, unico,delizioso e appagante!
Ha sancito il nanismo della rometta al di fuori del raccordo anulare, spero tanto che stasera si replichi.
Vedere la faccia di Totti e Spalletti dopo un setta a uno? "non ha prezzo"!

carlo ha detto...

Ma è umano che un giocatore possa chiedere agli avversari, vista la netta superiorità in quella partita, di non infierire, visto che ormai la roma era in balia del manchester. Che senso ha umiliare una squadra sotto gli occhi dell'europa dopo che sta vincendo per 7-1?
Comprensibile se è vera questa diceria.

Amos ha detto...

Tutto è umano, ma per come la penso io non ci si ferma mai e mai lo chiederei a un avversario. Altra cosa è fare le interviste e dirlo dopo: sono cose che possono succedere ma che devono rimanere in campo, di sicuro non è un'uscita elegante...