«Come se Gabriele fosse morto ieri».
Ma questa è una famiglia forte, sana, che si tiene dentro il dolore con dignità.
E che cerca di ricordare il suo Gabriele facendo anche qualcosa di bello, di utile per la gente. La Fondazione Sandri è la risposta positiva, civile, ad una grande tragedia, che ha addolorato il calcio, tutto lo sport, ma anche chi con lo sport non c’entra.
«Per vent’anni siamo andati insieme a tifare per la Lazio» . Hanno un grande coraggio e un cuore forte , perchè lì, in curva, Gabriele non c’è più. Troveranno però il suo sorriso che ormai invade l’Olimpico ogni domenica. Si capisce allora perché è nata e cosa farà la Fondazione Sandri. Cristiano lo spiega con toni pacati ma decisi. «Abbiamo pensato che fosse il modo migliore per ricordare mio fratello e per sottrarre il suo nome a qualsiasi strumentalizzazione. E’ un progetto impegnativo, vogliamo mandare un messaggio positivo sul valore della vita. Gabriele è stato vittima di un gesto assurdo, che non ha giustificazioni. Vogliamo andare nelle scuole, vogliamo parlare ai giovani per spiegare e ricordare qual è il valore della vita. Mi sembra che si sia perso un po’ in questi anni, ci sono troppe vite sprecate, spezzate. E’ un messaggio contro la violenza, tutta la violenza. Perché è violenza anche quella che uccide sul lavoro o quella che uccide sulle strade. Vogliamo fare qualcosa di costruttivo perchè, pur nel dolore, abbiamo una grande speranza: che da una tragedia come questa, possa nascere una riflessione collettiva».La Fondazione è già pronta per cose concrete. «Abbiamo trovato subito attenzione e comprensione da parte di Veltroni, in questi giorni ha aderito al nostro progetto anche la Cisco, ci stiamo organizzando, partiremo subito con la prima iniziativa. Doneremo un’ambulanza pediatrica nell’ambito di un progetto dell’Antas, l’Associazione nazionale delle terapie alternative di supporto. Sarà la prima a Roma e servirà per trasportare i bambini malati. E’ stato dimostrato che queste terapie di sostegno aiutano a guarire. L’idea di poter donare a qualche bambino il sorriso di Gabriele, mi riempie il cuore».
Quello di stasera sarà un derby particolare, diverso dagli altri. «Sarà un derby civilissimo nel ricordo di Gabriele e nel quale i protagonisti saranno i tifosi, più che i calciatori. La Fondazione si batterà perchè non ci sia violenza nel calcio, anche se Gabriele non è morto per questa violenza, ma per un episodio assurdo. Questa tragedia deve essere un monito per tutti, dico tutti, dunque non solo per i tifosi. Far passare sempre i tifosi per gentaglia non mi sembra giusto nè corretto. Io sono andato in curva per vent’anni con Gabriele e oggi sono un avvocato, una persona normale, non un troglodita» .
Sarà un derby diverso, nel ricordo di Gabriele. Ma la speranza è che da stasera tutti i derby siano “diversi”. Derby passionali, ma civili. Senza violenza, nel rispetto di chi tifa dall’altra parte. Solo così aiuteremo davvero la famiglia Sandri a tenere vivo, nel tempo, il ricordo di Gabriele.
«Per vent’anni siamo andati insieme a tifare per la Lazio» . Hanno un grande coraggio e un cuore forte , perchè lì, in curva, Gabriele non c’è più. Troveranno però il suo sorriso che ormai invade l’Olimpico ogni domenica. Si capisce allora perché è nata e cosa farà la Fondazione Sandri. Cristiano lo spiega con toni pacati ma decisi. «Abbiamo pensato che fosse il modo migliore per ricordare mio fratello e per sottrarre il suo nome a qualsiasi strumentalizzazione. E’ un progetto impegnativo, vogliamo mandare un messaggio positivo sul valore della vita. Gabriele è stato vittima di un gesto assurdo, che non ha giustificazioni. Vogliamo andare nelle scuole, vogliamo parlare ai giovani per spiegare e ricordare qual è il valore della vita. Mi sembra che si sia perso un po’ in questi anni, ci sono troppe vite sprecate, spezzate. E’ un messaggio contro la violenza, tutta la violenza. Perché è violenza anche quella che uccide sul lavoro o quella che uccide sulle strade. Vogliamo fare qualcosa di costruttivo perchè, pur nel dolore, abbiamo una grande speranza: che da una tragedia come questa, possa nascere una riflessione collettiva».La Fondazione è già pronta per cose concrete. «Abbiamo trovato subito attenzione e comprensione da parte di Veltroni, in questi giorni ha aderito al nostro progetto anche la Cisco, ci stiamo organizzando, partiremo subito con la prima iniziativa. Doneremo un’ambulanza pediatrica nell’ambito di un progetto dell’Antas, l’Associazione nazionale delle terapie alternative di supporto. Sarà la prima a Roma e servirà per trasportare i bambini malati. E’ stato dimostrato che queste terapie di sostegno aiutano a guarire. L’idea di poter donare a qualche bambino il sorriso di Gabriele, mi riempie il cuore».
Quello di stasera sarà un derby particolare, diverso dagli altri. «Sarà un derby civilissimo nel ricordo di Gabriele e nel quale i protagonisti saranno i tifosi, più che i calciatori. La Fondazione si batterà perchè non ci sia violenza nel calcio, anche se Gabriele non è morto per questa violenza, ma per un episodio assurdo. Questa tragedia deve essere un monito per tutti, dico tutti, dunque non solo per i tifosi. Far passare sempre i tifosi per gentaglia non mi sembra giusto nè corretto. Io sono andato in curva per vent’anni con Gabriele e oggi sono un avvocato, una persona normale, non un troglodita» .
Sarà un derby diverso, nel ricordo di Gabriele. Ma la speranza è che da stasera tutti i derby siano “diversi”. Derby passionali, ma civili. Senza violenza, nel rispetto di chi tifa dall’altra parte. Solo così aiuteremo davvero la famiglia Sandri a tenere vivo, nel tempo, il ricordo di Gabriele.
1 commento:
Ragazzi ok, con i morti non si scherza, ma non "beatifichiamo" un povero ragazzo che si, e' stato ammazzato da un "folle" ma che tanto "bravo ragazzo" poi non era...Quindi rispetto, ricordo,pieta', ma non facciamone un eroe!
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