mercoledì 19 marzo 2008

Il derby per Gabriele

IL DERBY NEL NOME DI GABRIELE

Il dolore è intatto.
«Come se Gabriele fosse morto ieri».
Ma questa è una fa­miglia forte, sana, che si tiene dentro il dolore con dignità.
E che cerca di ricor­dare il suo Gabriele facendo anche qual­cosa di bello, di utile per la gente. La Fondazione Sandri è la risposta positiva, civile, ad una grande tragedia, che ha addolorato il calcio, tutto lo sport, ma anche chi con lo sport non c’entra.
«Per vent’anni siamo andati insieme a tifare per la Lazio» . Hanno un grande coraggio e un cuore for­te , perchè lì, in curva, Gabriele non c’è più. Trove­ranno però il suo sorriso che ormai invade l’Olimpi­co ogni domenica. Si capisce allora perché è nata e cosa farà la Fon­dazione Sandri. Cristiano lo spiega con toni pacati ma decisi. «Abbiamo pensato che fosse il modo mi­gliore per ricordare mio fratello e per sottrarre il suo nome a qualsiasi strumentalizzazione. E’ un proget­to impegnativo, vogliamo mandare un messaggio po­sitivo sul valore della vita. Gabriele è stato vittima di un gesto assurdo, che non ha giustificazioni. Voglia­mo andare nelle scuole, vogliamo parlare ai giovani per spiegare e ricordare qual è il valore della vita. Mi sembra che si sia perso un po’ in questi anni, ci sono troppe vite sprecate, spezzate. E’ un messaggio con­tro la violenza, tutta la violenza. Perché è violenza anche quella che uccide sul lavoro o quella che uc­cide sulle strade. Vogliamo fare qualcosa di costrut­tivo perchè, pur nel dolore, abbiamo una grande spe­ranza: che da una tragedia come questa, possa na­scere una riflessione collettiva».La Fondazione è già pronta per cose concrete. «Ab­biamo trovato subito attenzione e comprensione da parte di Veltroni, in questi giorni ha aderito al nostro progetto anche la Cisco, ci stiamo organizzando, par­tiremo subito con la prima iniziativa. Doneremo un’ambulanza pediatrica nell’ambito di un progetto dell’Antas, l’Associazione nazionale delle terapie al­ternative di supporto. Sarà la prima a Roma e servi­rà per trasportare i bambini malati. E’ stato dimo­strato che queste terapie di sostegno aiutano a gua­rire. L’idea di poter donare a qualche bambino il sor­riso di Gabriele, mi riempie il cuore».
Quello di stasera sarà un derby particolare, diver­so dagli altri. «Sarà un derby civilissimo nel ricordo di Gabriele e nel quale i protagonisti saranno i tifo­si, più che i calciatori. La Fondazione si batterà per­chè non ci sia violenza nel calcio, anche se Gabriele non è morto per questa violenza, ma per un episodio assurdo. Questa tragedia deve essere un monito per tutti, dico tutti, dunque non solo per i tifosi. Far pas­sare sempre i tifosi per gentaglia non mi sembra giu­sto nè corretto. Io sono andato in curva per vent’an­ni con Gabriele e oggi sono un avvocato, una perso­na normale, non un troglodita» .
Sarà un derby diver­so, nel ricordo di Gabriele. Ma la speranza è che da stasera tutti i derby siano “diversi”. Derby passiona­li, ma civili. Senza violenza, nel rispetto di chi tifa dall’altra parte. Solo così aiuteremo davvero la fami­glia Sandri a tenere vivo, nel tempo, il ricordo di Ga­briele.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ragazzi ok, con i morti non si scherza, ma non "beatifichiamo" un povero ragazzo che si, e' stato ammazzato da un "folle" ma che tanto "bravo ragazzo" poi non era...Quindi rispetto, ricordo,pieta', ma non facciamone un eroe!