La rabbia cieca dopo la paura "Se l'è cercata"
fonte : La Stampa
«E vai! Uno di menooooo....Bastardo, se lo merita!». Così suona la maledizione di Andrea G., tifoso juventino del club di Crema contro l’ennesima vittima della violenza da stadio, Matteo Bagnaresi, 28 anni, ultras del Parma, travolto e ucciso dal bus dei bianconeri, in fuga dopo l’assalto dei rivali. Andrea G. aveva appena mostrato ai reporter le ferite provocate dall’aggressione a colpi di cinghia degli ultras del Parma e qualcuno gli dice che il morto era stato diffidato per tre anni, dopo gli incidenti del 2005, proprio con la Juve, e questa era la sua prima trasferta. E’ un urlo di rabbia, non si sa se definirlo - per pietà - anche o solo liberatorio, ma è l’ultima terribile follia di questa giornata di lutto. Alle 19, tutto è finito. La strada davanti alla questura di Asti. I tifosi cremaschi sono stati appena sentiti dalla Digos e hanno un’aria provata. Seduti su un muretto, con le bottiglie di acqua minerale. In coda davanti ai distributori automatici di bibite, nell’ingresso della questura. «In cinquanta contro dieci di noi...bel coraggio». E’ un ragazzo robusto, il primo a rompere il silenzio. I capelli affogati nel gel. «Sono arrivati in cinquanta, all’improvviso. Con i cappucci delle felpe sulla faccia. Ci hanno cinghiato, lanciato di tutto». Vi siete difesi? «Non ne abbiamo avuto il tempo, eravamo venuti a Torino per vedere la partita, non per fare a botte...Noi eravamo fuori, per fumare una sigaretta. Ci sono arrivati addosso. Siamo saliti sul bus, poi sono arrivati gli altri che erano ancora nell’autogrill. Minuti, secondi, l’autista schivava quelli che erano di fronte al muso, uno, due, tre volte. Stava sorvegliando la chiusura delle portiere, ci siamo mossi. Ho sentito come se fossimo saliti su un dosso...». Il «dosso» era il corpo di Matteo Bagnaresi, morto immediatamente. Stritolato. Scusa, ma vi eravate scambiati degli insulti, succede no? «Non ci crederà nessuno - dice Fabio, il capo del gruppo - ma, in quei minuti avevamo incrociato altri tifosi del Parma, e non era accaduto nulla. Qualche battuta amichevole. E stop». Invece? «Quelli ci sono piombati addosso. Avevamo i loro bus fermi davanti. Io non mi sono accorto che, allontanandoci, c’era stato l’investimento». Fabio conta i soldi per pagare un altro bus che li riporti a casa: 350 euro, raccolti banconota per banconota. Se ne vanno rapidi, qualcuno si copre il viso con la maglietta, per non farsi riprendere dalle tv. Dopo il confronto con i poliziotti della Digos di Asti, sono molto meno loquaci.
La gente del Parma si stringe attorno ai genitori di Matteo. Giorgio Iotti e Angelo Manfredini, sono i responsabili del coordinamento: «Noi stavamo pranzando lontani dalla stazione di rifornimento e non abbiamo visto niente. Siamo arrivati alle 11, secondo tradizione. Menù: pasta, costine al forno e torta. La stavamo tagliando quando è entrato un tizio, trafelato. Un urlo: hanno ammazzato uno! Siamo corsi fuori, non avevamo sentito niente, neanche un coro. Uno spettacolo orribile, il ragazzo era come stritolato. La prima cosa che ho fatto è stato di telefonare a mio figlio, che ha 30 anni. Volevo rassicurarmi che stesse bene. Morire così. Assurdo. I “Boys” mi erano sembrati calmi, gli avevamo incrociati prima. Cosa provo per gli juventini? Non so, mi sembra più un incidente, non posso pensare che qualcuno possa fare volontariamente un gesto del genere...L’odio non serve a nulla».Ma i Boys sono un mondo a parte. Nel loro sito, ci sono tutte le info necessarie per partecipare alla trasferta di Torino. Per andare a morire, Matteo ha pagato 40 euro, tanto costava il biglietto. Lui, che era un «diffidato» ma sempre iscritto, ha avuto uno sconto di 10 euro. Gli altri ultras, di euro, ne hanno spesi 50. Hanno una specie di culto per i diffidati. Letterale, dal loro sito. Testi quasi poetici: «...Un piccolo striscione giallo, con i caratteri blu bordati di bianco. Rappresenta i Boys a cui è vietato l’accesso allo stadio...Talvolta in spirito, quando non possono partecipare materialmente a cagione della diffida, altre volte ne evidenzia la reale presenza, specie nelle attività extra-stadio del Gruppo. Un piccolo striscione per chi ha dato grande prova di Fede, prima e dopo, tenendo saldamente la posizione, nonostante le mille problematiche che accompagnano la diffida...». Matteo era uno di loro. Una ragazzo generoso, da sempre impegnato in attività sociali. Lo conoscevano tutti, i tifosi del Parma. Non solo i più fanatici.
10 commenti:
Beh,con tutto il rispetto per un povero morto mi sembra che anche questa volta (l'altra era quella di "gabbo")non ci si trovi di fronte ad uno stinco di santo, anzi...Qindi che senso ha avuto rinviare la partita? Eh gia', la prossima volta ci troveremo di fronte ad un rinvio per la morte di una casalinga caduta da una sedia mentre preparava la colazione al figlio prima di andare allo stadio...QUANTA IPOCRISIA!!!!!!!!
Bagnaresi era stato oggetto di un Daspo, il divieto a partecipare a manifestazioni sportive, della durata di 3 anni per essere stato riconosciuto tra i responsabili degli incidenti del 6 gennaio 2005 proprio in occasione di un'altra partita con la Juventus.
Un po' ultra', un po' antagonista. Sugli spalti con i `Boys', o nei centri sociali come il 'Mariano Lupo', Mariano Bagnaresi conduceva le battaglie in nome dei suoi ideali di calcio e politica. In passato aveva avuto qualche segnalazione e denuncia per manifestazioni non autorizzate e occupazioni...
E' morto un altro "ragazzo d'oro", travolto da un pullman in cui cercava di entrare armato di spranga...
3 cose sono infinite: l'onnipotenza di Dio, la serie dei numeri (per cui ad uno ne segue sempre un altro) e la stupidità umana.
E cmq, chi semina vento, raccoglie tempesta!
...Pienamente daccordo, pieta' ma non BEATIFICAZIONE...
Secondo me, ancor auna volt ale società sono rimaste sosttaggio degli ultrà. sono piuttosto convinto che lgli ultrà del Parma abbiano minacciato al società se avesse giocato, e subito le due squadre si sono chinate al ricatto della violenza.
Tomaso
quel povero ragazzo lasciato allo sbando, mi auguro per lui e per la sua dignità che non venga trasformato in un eroe come è stato , seppur in altro contesto, per quello di Genova.
mario bani
Sono andato allo stadio e sono passato dall'autogrill in questione che era successo da pochissimo il fatto. Non voglio commentare quello che è successo a questo punto mi sembra abbastanza chiaro. Però è ridicolo vedere la gente fare moralismi esasperati in queste situazioni e poi fregarsene in altri.
Se uno viene diffidato per tre anni, non è che di colpo gli si può mettere l'aureola in testa... Poi, per carità, nonostante viva a Parma e frequenti ambienti dove ci sono anche buone rappresentanze dei "Boys", non lo conoscevo, quindi non spetta a me giudicare. Il problema di fondo è che i qualificatissimi organi di stampa e di informazione italiani ti presentano con titoli a 9 colonne o con servizi strappalacrime "La morte di un tifoso", dimenticando che si tratta della morte di un uomo e facendo surriscaldare ancora di più i termometri dell'odio. Quella avvenuta ieri è una tragedia, come ne capitano tante, purtroppo, ogni giorno. Nulla da fare o da dire. Solo il silenzio. Ma per tutti...
Stefano Marra
io non capisco perché quando le persone muoiono diventano tutte "brave". questo era un no-global, faceva parte di un centro sociale sgomberato (quindi suppongo che lì dentro non coltivavano orchidee) e l'avevano "daspato" per tre anni.
e allora di che c**** stiamo parlando?
per una persona morta c'è sempre pietà,a qualsiasi gruppo appartenga,ma non si può beatificare coloro che cercano la rissa ad ogni costo.La mia compassione va per lo più ai genitori che hanno perso il loro unico figlio e loro di sicuro non cercano la rissa.
Sono un tifoso del Parma molto passionale...uno di quelli fuori sede che segue la squadra da lontano. Come ce ne sono tanti altri sparsi in giro per l'Italia. Non sono un Ultras quindi...nè appartengo a tifo organizzato della Nord che però stimo molto.
Sono rimasto basito dall'ennesimo episodio di morte riconducibile al calcio. Penso che chi dica che la partita dovesse essere giocata ugualmente sia solo un freddo calcolatore privo di sentimenti. Ne ho sentiti tanti in giro e li sento anche adesso bofonchiare in modo vergognoso.
Un episodio così sottintende sicuramente le colpe dei gruppi Ultras, che con le loro manie di scontro depistano la passione.
I Boys da qnt sembra non sono esenti da responsabilità perchè pare abbiano istigato anche solo a voce i rivali...e si sa....nella rabbia e nell'istintività il filo che divide le parole e i fatti purtroppo è sottile.
Ma credo che stiano pagando a livello di immagine caro prezzo il costo di una rara bravata.
Bagnaresi l'idealista non era affatto un santo e forse se l'è cercata ma il tifoso della Juve che esulta alla morte di una persona "dicendo uno di meno" con la sua frase si etichetta quale "Emerito bastardo" privo di dignità e chiudo qui.
La stampa si dimostra ancora una volta pregna di menzogna e priva di dignità dimostrandosi assetata di audience e senza il minimo rispetto per il Bagna e la sua famiglia.
Chiunque in qst ore stia tentando di demonizzare il tifo di Parma sta solo sprecando tempo ed energie. Resta la città più bella e educata degli ultimi vent'anni...in un'italia ormai in Balia di se stessa.
Nick
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